Scrive Barbara, mamma di un compagno di un ex-scuola del mio A.. Tommaso ormai è grande…
La nostra esperienza di seguire BpG via web non è stata frutto di pensate strategiche, no assolutamente no.
Pensate e riflessioni sul come, quando, quanto, proporre l’inglese ai bambini ne ho fatte molte (scuola? Insegnante? amica madrelingua? Io? Cartoni???) ma nessuna mi soddisfaceva al punto tale da farmi prendere la decisione di iniziare questo percorso; nonostante la mia conoscenza dell’inglese mi consentisse (con qualche piccolo sforzo) di partecipare e interagire nei meeting con i colleghi inglesi o americani con i miei bambini mi sono trovata un po’ in difficoltà, mi mancavano proprio le parole basilari (es. ti scappa la pipi), mi mancavano proprio quelle che con loro usavo più frequentemente, i nomi dei giochi, il raccontare le favole o descrivere quello che vedevo rappresentato nei libri, le filastrocche … forse non era la strada giusta!
Poi, da una serie coincidenze piacevoli e divertenti in cui io, Tommaso (6 anni) ed Ester (3) ci siamo trovati, proprio un anno fa, è nato il nostro progetto.
Un giorno su internet trovo il sito di BpG, trovo che sia proprio un sito che fa per me, ci sono proprio i consigli utili che servono a me, condivido molti dei comportamenti e pensieri … Letizia, scopro più tardi, è anche la mamma di un bimbo che frequenta la scuola di Tommaso … mi torna il tarlo dell’inglese, qualcosa mi dice che non devo abbandonare l’idea … i playgroup però sono già completi!
Pazienza!
Acquisto un paio di libri che mi piacciono molto ed un CD di filastrocche corredato di testi e semplici spartiti.
Iniziamo la sera, insieme ai bambini, nel lettone – così ci può stare anche papà ed impara anche lui – guardiamo i libri, leggiamo una storia a scelta dai bambini, spesso anche due, si devo accontentare entrambi…; qualche settimana più tardi il pomeriggio ascoltiamo qualche filastrocca … i bambini non capiscono il perché mi sono messa a parlare in questo modo incomprensibile quando facciamo qualcosa insieme che ci piaceva tanto e mi fanno un sacco di domande al riguardo.
Cerco di spiegarglielo ma capiscono solo con l’esperienza, quando in vacanza incontriamo altri bambini stranieri e l’inglese diventa un mezzo di comunicazione importante.
L’esperienza li ha resi consapevoli dell’importanza di conoscere una lingua diversa dall’italiano.
Quando qualche mese più tardi andiamo qualche giorno in vacanza a Vipiteno, dove anche gli italiani parlano tedesco l’idea trova ulteriore rafforzamento. I bambini trovano molto divertente imparare il tedesco e loro stessi vogliono sperimentare questo nuovo gioco nelle situazioni che lo consentono: ordinare al cameriere o chiedere il conto o salutare il vicino di tavolo … ho persino rispolverato vecchie filastrocche che pensavo di non ricordare più … o Tannenbaum …
Capita poi un giorno che l’insegnante del corso di musica che T frequenta nel pomeriggio propone ai bimbi di cantare una semplice canzoncina, il solfeggio cantato di “Mary had a little lamb” … T la conosce già, è una filastrocca del suo CD di filastrocche in inglese … un grande entusiasmo... in macchina ora si ascolta solo Mary had a little lamb, qualsiasi sia il tragitto, 5 minuti o 1 ora!!!
E a casa, con la sua pianola? Vuole a tutti i costi suonarla, perché sono proprio le 4 note che lui sa già suonare. E cresce anche l’interesse per la musica. Anche la sorella più piccola abbandona i suoi CD in italiano, le piacciono di più quelli in inglese.
Qualche lezione più tardi l’insegnante propone il solfeggio cantato di This Old Man… entusiamo alle stelle …. T associa queste due lingue apparentemente così diverse tra loro e comincia lui a chiedermi di cantare e imparare altre canzoncine e filastrocche.
Poi arriva in casa un’altra novità, l’iPhone di papà... che c’entra dirai … c’entra, c’entra … abbiamo da poco scoperto che su You tube ci sono un sacco di filmati di filastrocche e canzoncine per bambini che ci sono anche sui nostri CD, ce li guardiamo ogni giorno, una mezz’oretta; usare il telefonino di papà è un grande privilegio perciò ogni secondo è preziosissimo e l’attenzione al massimo.
Scopriamo anche il tuo canale su You tube… wow … “ … ma, ma quella lì è la mamma di A.!”, sarà che ti conoscono di persona, sarà che piace loro fantasticare sul luogo in cui registri il video (sarà la cameretta o il divano del loro amichetto…) sarà che precepiscono la passione che metti nel raccontare le recensione dei libri, di fatto quasi tutti i libri che hai presentato li abbiamo acquistati e ce li guardiamo con molto piacere, ti abbiamo “portato” perfino anche in vacanza quest’anno!
E se per caso io perdessi qualche puntata, ci pensano loro a ricordarmelo.
Alla fine di questo anno mi sono resa conto che al di là di conoscere l’inglese, di darsi un obiettivo, di metterci l’impegno per conseguirlo, la prima cosa è non accanirsi ma riflettere per identificare quali sono le reali possibilità di aprire un canale con i propri figli sul quale anche loro siano sintonizzati.
A. says
Ma che fortuna, avere Letizia come mamma di un compagno di classe di tuo figlio!
Bilingue Per Gioco says
Beh, non è che cambi granchè la vita, anche perchè ho proposto di fare attività in Inglese per i bambini della scuoletta, gratuitamente, ma le maestre hanno detto thanks but no thanks, hanno i loro progetti e la loro programmazione e possono risparmiarsi una mamma in classe (parole mie ovviamente), senza polemiche eh! in fondo posso capirle, anche perchè la scuola (pubblica) è di stampo montessoriano e ha altre priorità, io l’ho scelta per queste priorità e finchè vengono rispettate sono contenta così 😉
L.
A. says
Peccato!
Però, secondo me… Barbara è fortunata comunque.
Daniela says
Peccato davvero.Con tutto il materiale che avresti potuto mettere a disposizione le attività in inglese ne avrebbero avuto un enorme vantaggio.Senza contare ovviamente l’entusiasmo e la disponibilità.Prova un pò a pensare ad un gruppetto di occhietti vispi che ti guardano con curiosità..IMPAGABILE
Lenka says
ah quanto mi dispiace, Letizia, la cosa si ripete sempre: CHI HA IL PANE non HA I DENTI.
Peccato che le maestre/direttrici non colgono l’occasione!