Se c’è una cosa che ho imparato, a mie spese, in questi dieci anni di itañolità è a non discutere di enogastronomia con “semplici” spagnoli o italiani. Niente da fare, sono entrambi convinti che la loro cucina e i loro prodotti siano i migliori al mondo e, por supuesto, migliori dell’altro. Ma che ne sapranno loro di quello che un itañol può vedere!
L’itañol va oltre, non si ferma agli accostamenti classici, non fa paragoni tra i prodotti e le abitudini perché sa relativizzare. Ha i suoi gusti e le sue preferenze, certo, ma se è un itañol doc sa che bisogna sempre sdrammatizzare e non incorrere in battaglie e polemiche sterili.
Rioja o Barolo?
Málaga o Marsala?
Pecorino di fossa o Cabrales?
Risotto alla pescatora, caciucco o paella de mariscos?
Gazpacho o caponata?
Arroz con leche o cassata siciliana?
Ma tutto, datemi tutto!
L’itañol intanto sa che la cucina italiana va oltre il binomio pasta-pizza. Sa che la cucina spagnola non è solo paella e tapas**. Sa andare oltre gli stereotipi e i luoghi comuni.
Sa che pasta broccoli e chorizo, beh, in effetti malaccia non è! (Io qualche volta ci metto un pezzettino di chorizo a tocchetti piccolini anche nel sugo della lasagna, al posto della carne. Sshhh ma non lo dite in giro). E che sulla pizza quattro formaggi il manchego grattugiato ci sta da dio. E che dire dell‘arroz con leche sicilianizzato con un tocco di ricotta, canditi e una lacrima di liquore strega? Non ci avete mai provato? Fidatevi, è la fine del mondo! La crema catalana aromatizzata con un goccio di marsala o vin santo? Ci sta, ci sta.
Il fatto è che le nostre cucine sono entrambe mediterranee, entrambe poggiano sul trinomio grano-vite-ulivo. Entrambe danno un gran peso a verdura, frutta, legumi, pesce e formaggi. Teoricamente sono entrambe cucine molto salutari. In Italia si mangia più pasta, in Spagna più riso, patate, legumi. Come si fa a non integrarle, a non contaminarle, a non mescolarle? Viene fuori una cucina fusion, creola… itañola! Da leccarsi i baffi.
Ogni volta che qualche italiano mi dice “Sì, ma la cucina italiana esiste in tutto il mondo, la spagnola no, vorrà pur dire qualcosa” rispondo sempre così: “sì, vuol dire che non c’è stata l’immigrazione iberica negli States“. Perché siamo onesti, siamo davvero così sicuri, ma sicuri sicuri, che senza la cucina italoamericana questo boom sarebbe accaduto lo stesso? I ben informati mi parleranno di Ancel Keys e le sue ricerche sulla dieta mediterranea. Ma non è la consapevolezza della bontà di una cucina a diffonderla per il mondo (altrimenti i fast food avrebbero fallito), quanto piuttosto un modello, un american way of life esportabile ed esportato, dove la cucina italostatunitense ha un peso non indifferente. Pensiamoci.
Quali sono le cucine etniche più diffuse al mondo? Messicana, italiana, cinese, indiana, asiatiche in generale (thai, giapponese). Tutti popoli con una grande presenza negli States. La cucina francese è un capitolo a parte: loro hanno inventato proprio il concetto di ristorante, di sfarzo e lusso in cucina, di enologia (vive la cuisine française!).
Ma dove sono finite le orde di immigrati dalla Spagna? In gran parte in America Latina, dove si sono portati appresso la loro cultura enogastronomica, che si è mescolata con le tradizioni native, e sono venute fuori delle cucine strepitose. È stato anche grazie all’intervento spagnolo che tanti ortaggi sono adesso comunissimi nelle nostre cucine europee e internazionali. Che dire dell’italianissimo pomodoro o dell’onnipresente patata? La cioccolata, dall’America con amore, è passata dalla Spagna al resto dell’Europa.
Se andate in Spagna e vi fate una chiacchierata con lo spagnolo medio vi assicurerà che la cucina italiana è ripetitiva (sempre pasta e pizza!), che mangiano poca carne e pesce, poca frutta. Che direbbero gli italiani? Si metterebbero le mani tra i capelli! “Noi, mangiare poca frutta?!”
Viceversa, che idea hanno gli italiani della cucina spagnola? Tapas, fritti, cibi unti, tanti salumi. Si sono fermati al bar de tapas delle Ramblas barcelonesas, o della judería sevillana, e non sono mai entrati, certo, in una casa autentica. Le cucine mediterranee e atlantiche spagnole sono ricche di verdura, pesce, legumi, riso. Quelle dell’entroterra prediligono carni (suino, agnello), verza, legumi. Insomma, non vi ricorda l’Italia?
Rispetto a questa, in Spagna si consumano più primi piatti a base di zuppe e legumi. Negli ultimi anni è vero che la gente mangia male (maionese sulla tortilla de patatas, tanti fritti… abbiamo persino la parola fritanga per definire cibi fritti unti e bisunti, vedete un po’), ma questo c’entra poco con la tradizione enogastronomica e molto con il modus vivendi contemporaneo. Non entro nello spinoso argomento dei cibi industriali e preconfezionati, parlo delle tradizioni enogastronomiche e di cultura della tavola.
Come si fa allora a paragonare le cucine tra di loro? Per me è assurdo quanto dire “il tedesco è più bello/brutto del russo”. Ogni cucina è il risultato dinamico di un percorso influenzato da variabili territoriali, culturali, antropologiche (rituali, religiose), sociali, politiche ed economiche, e limitarle a una superficiale categorizzazione buona/cattiva, meglio/peggio è senz’altro molto riduttivo.
Bueno, itañoles, oggi andiamo in cucina. Qual è il vostro accostamento itañol preferito?
* Questo esilarante titolo non è farina del mio sacco, ma è tutto merito della mia cara amica Sandra, che in viaggio in Andalusia, a Siviglia, dopo qualche caña e qualche tapa, non ci capiva più niente.
** Ma sa anche che il miglior prosciutto è il pata negra ibérico de bellota. Scusate, non ho resistito 😀
L’autrice di questo post è Carolina, che cura la rubrica Itañoles, e, per la cronaca, è magrissima, alla faccia della cucina Italiana, Spagnola e Itañola!
Immagine: La Cucina Spagnola e MammaMia: recetas italiana e historia de la cocina
Carolina says
Ma no, sono solo una falsa magra!
Arianna says
¡maravilloso, Carolina! E tutto buono, bello e sensato, senza dubbio. Ma il patanegra, ragazzi…mi associo nella maniera più assoluta, di fronte a certe cose non ci possono essere mezze misure: io ne mangerei un quintale 😉
bacioni,
a
Carolina says
Ecco, diciamolo! :-))
Carmen says
La zuppa di pasta con le palline fatta con un brodo “alla Castigliana”, ossia con ossa e prosciutto.
Il “jamón ibérico” non ne ha paragoni 🙂
Nicoletta says
Com’è vero! Come mi fa incavolare parlare con italiani della cucina spagnola, e con spagnoli della cucina italiana! Gente che dice “Ma come fate a mangiare la pasta tutti i giorni, non vi viene a noia?” senza capire che la pasta non è solo la pasta al pomodoro, o come fanno qui in Spagna con tomate frito y chorizo (ugggh…) ma ci sono mille e più modi di prepararla…
Condivido pienamente tutto quello che dici.
BTW, buonissimo il Queso de Tetilla sulla pizza… o anche nei fiori di zucca fritti, al posto della mozzarella 😉
Eleonora says
Che divertente questo post! Quanta verità! Per non parlare delle ‘‘lotte,, regionali di supremazia alimentare -sia italiane sia spagnole!-
Un aneddoto:
Quando aspettavamo la nostra prima bambina il mio ginecologo (noto per aver traído al mundo las pequeñas Sofia y Leonor, mica pizza e fichi -tanto per restare in tema alimentare-:-D) mi disse testuale:
‘‘ voi italiane in gravidanza ingrassate troppo perché mangiate pasta tutti i giorni!,, (notare che io sono uscita dal tunnel dei carboidrati a 17 anni) mi diede una dieta ‘‘preventiva‘‘ che prevedeva sei uova alla settimana, jamon a merenda ogni giorno e carne fino a due volte al dì (alimenti che detesto! Nessuno è perfetto ;-)). Mi fece fare il test di O‘ Sullivan (bere per tutta la mattina acqua e glucosio :-S) 3 volte perché convinto che con tutta la pasta che mangiavo (?)doveva venirmi per forza il diabete gestazionale 😀
Però per il resto era bravissimo!!!!
Personalmente a livello culinario non mi riconosco ne‘ nella cucina italiana ne‘ in quella spagnola: ad entrambe manca la varietà dei meravigliosi pani bruni pieni di semini e crusca che hanno qui! Oltre che formaggi degni di questo nome (!), poi la cioccolata, il succo di mela-ambrosia-degli-dei, i frutti rossi a profusione, gli yogurt e il latte fermentato, i kantarelli a quintali e la varietà di cereali e legumi biologici (rigorosamente ‘‘made in Swiss!) immensa. Sono decisamente più centro-nord-europea da questo punto di vista -anche se tutti sono convinti che qui si mangi solo Raclette, Rösti, Müsli e Bratwurst …pese che vai cliché che trovi :-)-
Anche se ogni tanto ho la nostalgia delle pantagrueliche mangiate di marisco e pescadito frito annaffiate di Manzanilla ghiacciato in riva al mare di Marbella :‘-)
Carolina says
Eleonora, io ho vissuto e lavorato a Marbella per un anno! È a una settantina di chilometri da Gibilterra.
Per quanto riguarda la cucina tedesca, ti do ragione sul pane: a me piace da morire il Vollkornbrot, molto di più rispetto ai nostri classici pani bianchi. E il müsli… gnam. Ma un tipo di pane spagnolo che adoro e che in Italia non trovo è il pan moreno. In compenso abbiamo i pani pugliesi che sono buonissimi.
Latticini: stracchino o queso de Burgos? Personalmente preferisco lo stracchino, ma il Burgos è ottimo in un’insalata fresca. Come al solito, la conoscenza di più cucine e più prodotti rende più ricca la nostra cucina casereccia ed educa il nostro palato. Abbasso i campanilismi!
Infine condivido con te la poca passione per la carne: io ne mangio davvero poca, sia per gusto e consistenza (non mi piace molto il sapore) che per etica (come vengono allevati gli animali). Per inciso, sono contrarissima alla corrida, e non sono l’unica in Spagna. Ma non vorrei entrare in questo argomento, che non è attinente allo scopo di BpG e di solito scatena polemiche.
gianna says
Eleonora, non dirmi che quel ginecologo é anche lui un maniaco della LCHF che spopola in Svezia (usata come scusa dagli autoctoni per sentirsi la coscienza a posto quando mangiano quintali di burro).
Comunque, io, che invece alle delizie del carboidrato non so proprio rinunciare, non ho mai avuto diabete gestazionale, e dopo il primo parto mi sono ritrovata addirittura piú magra di quando ho iniziato (sfido, non mi entrava piú niente in panza…)
la conciliazione della cucina svedese con quella italiana é una sfida un po’ piú problematica di quella itanoles. Comunque non viene risolta, almeno a casa nostra, con pasta+ketchup o pizza+tre cm di formaggio sopra.
Una lasagna con ragú d’alce si presta meglio, o anche una pasta con sugo di finferli e mirtilli rossi.
Eleonora says
Non conosco la LCHF ma da come ne parli, si credo ne fosse un seguace (in ES non si usa burro ma olio extra d‘ oliva e manteca de cerdo nei cibi più impensabili). Neanch‘ io grazie a dio ho mai avuto il diabete gestazionale ma con lui mi era venuta la carboidratofobia, brillantemente superata con le seguenti due gravidanze (sempre super-integro, vario e bio!)
Se riesco a beccare ancora qualche cantarello in zona la tua ricetta la provo di sicuro!!!!
Noi, tanto per complicarcela un po‘, abbiamo sperimentato alcune ricette fusion tra cucina svedese e valtellinese che sono il top: palt dal cuore pulsante di bresaola saltata conditi con -poco- burro fuso, salvia e un filo di Bitto fuso 😛 ; crespelle di grano saraceno calde ripiene di Gravlax freddo e panna acida accompagnati da un ‘‘cichèt,, di bränvin ghiacciato; tagliatelle di saraceno con ragù di renna. Dai che scrivaimo un libro… 😀
Sonia says
Pasta con broccoli e chorizo??? Appena vado in Spagna e faccio rifornimento di chorizo, la provo, mi ispira!!!!! 🙂
Bellissimo post!
Bilingue Per Gioco says
Ma il chorizo lo metti cotto o crudo? per curiosità…
L.
Norm says
Lo siento amigos. Soy nuevo adherente al BpG y no se exactamente como hacer un “post’ general. Este post no esta dirigido directamente al tema del los posts arriba….
He aqui un nuevo articulo del NEW YORK TIMES que les va a interesar:
Hearing Bilingual: How Babies Sort out Languages
En cuanto a la polemica entre la cocina española i cucina italiana> Declaro tregua en esa guerra! Nos encanta todo! Tutti i due!
Ciao!
Norm
(postato da me su richiesta di Norm)
Carolina says
Nella pasta broccoli e chorizo? Saltato in padella. Un classico (untissimo e colesterolissimo) della cucina spagnola è uova al tegamino, chorizo saltato in padella, patatine fritte (french fries) e peperoni fritti. Il cuore ti scoppia ma è buoooooooono. Poi per un mese devi mangiare solo insalata però 😛
valentina says
beh faccio outing: ritrovandomi con una quantità notevole di zucca in frigo, l’ho utilizzata come fosse stata patata e ci ho fatto la tortilla 😀
Io adoro il prosciutto toscano tagliato spesso, ma non me la sento di dire che sia meglio del prosciutto spagnolo…x me sono ottimi ugualmente. Quest’estate ho scoperto che anche i croati sono convintissimi della bontà e superiorità del loro prosciutto di tradizione dalmata (effettivamente ottimo), quindi credo che quando la Croazia entrerà nella UE il dibattito sul prosciutto migliore del regno diventerà una battaglia a tre!!
Carolina says
Tortilla de calabaza, buooona.
Per quanto mi riguarda, sul discorso prosciutto e altre prelibatezze: a little less conversation a little more action, o per dirla alla romana: meno chiacchiere e più magnate! 😛
Bilingue Per Gioco says
Io dalla Germania mi sono portata a casa la passione per la zuppa di zucca. Quant’è buona e quanto scalda! E si fa anche in un attimo (pulitura della zucca a parte). Condivido anche la passione per il pane coi semini…
Della Spagna ricordo soprattutto i pimientos del piquillo rellenos, che buoni! ma quelli me li ricordo e basta, non li faccio.
L.
Arianna says
Buoni i pimientos! Però i miei preferiti in assoluto sono i pimientos de Padrón (che poi sarebbero i nostri friggitelli?!). Spicy!
valentina says
aaah i peperoncini verdi…che bontà!!!! (ne ho mangiati una quantità industriale mentre ancora allattavo…però la Viatrix non si è lamentata 🙂
Arianna says
No, in effetti neanche le mie, credo ci abbiano fatto l’abitudine già dal pancione. Quando alla prima gravidanza chiesi al mio ginecologo (austriaco) se ci poteva essere qualche controindicazione al piccante in gravidanza e allattamento, lui mi fece notare che in molti paesi dell’Africa e in India i cibi molto speziati sono da sempre la regola e non è che bimbi non ne nascano o non vengano allattati…
Carolina says
Io in gravidanza e allattamento ho sempre mangiato di tutto (finché fosse salutare, dunque carciofi, cipolla, cavolfiore…). Piuttosto il maledetto heartburn/ardor/bruciore non mi ha dato tregua in gravidanza, e per parecchio tempo sono andata avanti a riso in bianco con un goccio d’olio e parmigiano. E ovviamente dovevo prendere tutti i supplementi del mondo. Che incubo. E pensare che io di mio digerisco le pietre…
W i pimientos del piquillo, padrón, friggitelli! Perché l’insalata di couscous fredda con il peperone rosso crudo a quadratini?
Daša says
entro in discussione solo perchè si parla di prosciutto….
noi qui sul Carso ne abbiamo uno ottimo; salato dal mare e seccato dalla bora… si gusta tagliato un po’ grosso
l’ho fatto assaggiare al mio darling abituato a quello di parma tagliato talmente sottile “da vederci oltre il monte santo”, così si dice qui da noi. ha apprezzato.
adoro il prosciutto, quello buono, e mi piace la varietà che può darti la coscia di maiale preparata ed essicata da erbe e venti diversi.
Carolina says
Me lo segno e cercherò di assaggiarlo. Chissà se qui a Roma caput mundi si trova. Gnammetè!
valentina says
forse Carolina lo conosce già, ma ho visto recentemente in dvd un delizioso film francese intitolato Les femmes du 6eme etage, una commedia molto piacevole ambientata nel 1962 che racconta le storie di un gruppo di donne spagnole emigrate a parigi per lavorare come donne delle pulizie…dal giorno dopo che l ho visto ho cucinato itagnolo per una settimana, tanto mi ha ispirato!
Carolina says
Non lo conosco, grazie della dritta!
Non credo sia facilmente reperibile però… 🙁