Sabato c’è stato l’incontro di Noi le lingue le viviamo a Milano, un incontro eccezionalmente vivace, tant’è che abbiamo veramente sforato i tempi. Come sempre spero di aver mandato tutte a casa con qualche idea o spunto in più, ma come sempre anche io sono tornata a casa rimuginando.
Il pensiero su cui rimuginavo in treno era questo: Mi sento inadeguata/indietro/meno brava.
Diverse mamme hanno detto questo, mamme che mi leggono da molto, a quanto dicono, ma non hanno mai commentato una volta, perchè, dicono sempre loro, le altre mamme, quelle che commentano, sembrano troppo avanti, troppo brave, troppo organizzate, troppo in gamba. E io cos’ho da aggiungere?
Ecco il pensiero su cui rimuginavo in treno non era del tipo “Ma perchè questa mamme si sentono così”, per nulla. Era del tipo “Come le capisco, mi sento così anch’io”.
Anch’io leggo di mamme con bambini che a 2 anni sanno l’alfabeto e quasi leggono, che a 3 imparano con gioia l’astronomia, che fanno vacanze di 3 settimane all’estero, che creano flascards dipinte a mano, o libri, o lavoretti di ogni sorta, che suonano strumenti con i propri bambini, che fanno le valigie e ripartono da zero all’estero e via così. Anche io quando leggo queste storie mi dico, oh mamma, che brava, io non ce la faccio, non ho tempo, non ne sono nemmeno capace, non posso.
Poi con queste mamme ci parli un po’ e sono piene di dubbi anche loro, e a volte secondo me nemmeno si rendono conto che pongono a noi un modello irraggiungibile, che fanno cose per noi speciali. Anche loro sono sempre alla ricerca.
I confronti (che mi autoimpongo) con queste mamme mi pesano tanto che a volte mi dicono, cavolo io sto qui a bloggare e le altre mamme stanno a insegnare a leggere/scrivere/dipingere/suonare/che so io ai figli. Starò sbagliando tutto?
Ma dura poco.
Poi mi dico sempre che no, sto facendo tutto quello che posso per crescere mio figlio bene, che ogni singola cosa che faccio la faccio per lui, anche bloggare, anche condividere esperienze positive in una società alla deriva, anche lavorare.
Che no, a 4 anni non sa già leggere e scrivere (anche se lui sembra convinto di saper fare entrambi, spesso si mette a “leggere” i libri da solo, e guai a chi lo disturba, ogni tanto mi fa trovare delle “letterine” nel cassetto, quattro scarabocchi, che però non sono disegni, sono testo, lui è convinto di avermi scritto delle cose bellissime, comunque divago, chiudiamo questa parentesi), disegna come un bambino, ma non fa laboratori artistici con me, ogni tanto facciamo dei biscotti, ma neanche tanto spesso, più di tanto non gli va. Leggiamo molto questo sì, speriamo che aver letto ai bambini conti qualcosa nel giorno del giudizio, così forse c’è speranza anche per me.
Mio figlio non è più bilingue dei bimbi di tante altre mamme che seguono questo blog. Non è più intelligente. Non sa fare più cose.
E va bene così.
E cionostante io ho un sacco di cose da dire, e le dico, e non ci sto dietro alle cose che ho da dire.
Questo post è per voi, mamme che non commentate mai perchè tanto commenterà qualcuna che è senz’altro più brava di me. So che siete tantissime, un esercito silenzioso. Non avreste voglia di vedervi, di rendervi conto che nella nostra unicità siamo tutte normali e anche un po’ imbranate?
Ecco questa è l’occasione. Lasciate un commento a questo post, anche e soprattutto se non avete mai commentato prima.
Non occorre dire niente di interessante, arguto o utile. Basta dire Ci sono anch’io.
Immagine: I’m here, ho scovato questo libro per caso, ditemi voi se non è interessante e superazzeccato! su amazon.uk e amazon.it (se c’è…)
Brava. Questo post è un balsamo per il cuore. Sper lo leggano in tante.
grazie letizia per questo bellissimo post! temo che sentirsi inadeguate sia la condanna di molte mamme.. io quando mi sento un po’ giù guardo questo video e mi viene sempre la lacrimuccia, però dopo mi sento un pochino meglio! 😉 forza mamme!
http://www.youtube.com/watch?v=taDqKWWPDAY&feature=mh_lolz&list=FLcuYTwnh92TGvcnX5GFfitw
tutte le mamme sono speciali, ognuna a modo suo… o meglio, a modo del sul bimbo!
Letizia, io questo post me lo stampo e me lo appendo sopra il letto: che sia il mio ultimo pensiero – e la mia ultima pacca sulle spalle – della sera: se anche lei, “LA LETIZIA” si sente così, va bene che mi ci senta pure io. Come voi, anch’io mi domando sempre, tutto il giorno e tutti i giorni, come fanno le altre a fare tutto quel che fanno e, di riflesso, come faccio io a non riuscire a fare tutto quello che le altre fanno. Però, quando mi prende lo sfinimento e, a volte, pure lo sconforto, metto in atto il mio trucco da spiaggia: mi consolo guardando quelle meno in forma di me (mezzuccio? Certo, ma a volte ci si deve pure rilassare, no?).
Questo tuo post di oggi racchiude l’essenza del perché ho deciso di ‘collaborare’ con te con la mia misera rubrica Roma-Parigi-Roma-… sul (non) bilinguismo italiano-francese.
Perché é vitale mettere a supporto degli altri la propria misera esperienza in questo campo cosi difficile quale l’educazione di un bambino ad un doppia cultura, una doppia apertura verso il mondo che passa anche e soprattutto per sconfitte e fallimenti.
Che a te sembrano tali perché ti senti inadeguata e piccola di fronte a quel pozzo inesauribile di risorse che un bambino é. Ed invece sono manifestazioni normali anzi necessarie del percorso che si é deciso di intraprendere.
Sono convinta che chi insegna astronomia al suo bambino di 3 anni, che parla già 3 lingue, che fa laboratori artistici da quando ne aveva 1, che ama leggere, cucinare, scrivere e suonare, che viaggia veramente o che riesce a farlo anche vivendo sempre nella stessa città, ecco anche quella mamma (o papà) illuminata avrà sicuramente qualcosa da imparare da me!
Io ci sono, quindi. Anzi spero di esserci con maggiore frequenza perché la tua forza di volontà ed il tuo impegno sono contagiosi….
Maria
Mi unisco anche io a quelli che pensano di essere indietro/inadeguati/meno bravi, ma al tempo stesso mi rispondo: “poco è meglio di niente” e vado avanti con le mie “drops”. Per questo anche io ho deciso di dare il mio piccolo contributo con la rubrica Daddy speaks English, raccontando i miei tentativi di portare l’inglese in casa. Mi sento ancora troppo indietro per parlare di bilinguismo…
Eccomi presente, mamma inadeguata 🙂 Grazie per questo bellissimo post! Ognuno fa del suo meglio, io nel mio piccolo faccio quello che posso… e anche io come Romina mi rileggerò queste righe ogni volta che mi sentirò inadeguata 🙂 E capita spesso!
Un post che giunge quanto mai a proposito… trenta secondi prima di leggerlo avevo cercato in Lui l’ennesima rassicurazione in merito al fatto che parlare in inglese al piccoletto pur non essendo di madrelingua non è una cavolata tremenda… lo so che lo diciamo tutti etc, ma anche a me capita (spesso) di essere attanagliata da dubbi atroci… Quindi, Letizia, ci sono anch’io!
… grazie per le tue parole, vere e sacrosante! Però l’inadeguatezza spesso è cronica delle donne e figurati come mamme.
Il mio ruolo materno è spesso messo in dubbio da me stessa, gli altri invece mi fanno un sacco di complimenti, a volte penso ci sia una candid camera.
Che bello è stato condividere con te e con le altre mamme visioni ed esperienze. Riesci a dar voce ogni giorno a quello che motissimi di noi hanno dentro. E’ vero sono convinta anche io che chi scrive e commenta è solo la punta di un iceberg…Grazie per il tuo lavoro e la grande passione che metti in tutto ciò che fai.
Ciao Letizia, ciao mamme!
CI SONO ANCH’IO! Credo che sentirsi inadeguate sia un percorso necessario e comune a tutte. Ognuna di noi ha da imparare dalle altre e trasmettere tanto. Vogliamo essere perfette, soprattutto quando diventiamo mamme e credo sia normale desiderare il meglio del meglio.
Per questo mi piacerebbe la fattibilità di una bacheca, qualcosa che ci avvicini di più e magari scoprire che nella stessa regione, provincia, magari non poco lontani da ognuno di noi, c’è una mamma/papà che con il suo bambino sta percorrendo la stessa strada. Complimenti Letizia per il tuo straordinario ed impagabile lavoro e complimenti a tutte le mamme in balia di questa splendida avventura.
Ci sono anch’io!!! Blogger che un po’ di tempo fa ero molto più attiva (nel mio blog in spagnolo), argentina, mamma di un bambino di quattro anni che sì, scrive qualcosa, legge anche un pochino, sa tutti i numeri in spagnolo e anche in italiano, ma non sono io che sono così brava… infatti, adesso lui è con mio marito che gli fa il bagnetto, ed io sono qui, a leggere e a condividere esperienze con voi, invece di stare accanto a loro: e la colpa è inevitabile, è qualcosa forse inseparabile dall’esperienza della maternità! Grazie Letizia, ho scoperto da molto poco il tuo blog e lo trovo assolutamente delizioso. Un beso desde Sicilia!
ah, e ho anche una figlia piccolina, di tre mesi (motivo per cui ho abbandonato anche la vita blogger!) che si chiama Federica… forse anche lei sarà bilingue! speriamo!
EHI ci sono anc’io, madre silenziosa (sul blog) e che non lo è stata sabato . Al mio terzo figlio i sensi di colpa ed i sentimenti di ” inadeguatezza” sono parte integrante della vita come un parente stretto…..ma con il tempo ho imparato a gestirli e “renderli produttivi”. Mi barcameno tra due figlie di 9 anni ed un piccolo di 3, una tata (meravigliosa) incinta al sesto mese, un marito (comprensivo, disponibile, ma…..meno presente alla vita quotidiana) un lavoro che mi porta a delle trasferte (non frequenti, ma lontane) ed una forte passione artistica per la lavorazione del legno (componenti di arredo come sculture) che chissa un domani sarebbe bello diventasse più che la mia passione rifugio…..il progetto del bilinguismo non è organizzato (anche se dopo l’incontro di sabato ci stiamo lavorando), piuttosto improvvisato e con aspettative limitate….ma pe noi realistiche ed implementabili…..insomma, forse (anzi no….sicuramente) non ho mai commentato i post (ma li ho spesso letti) perchè pensavo che non potessi far parte di questo progetto. Non parlo la lingua con la sicurezza che mi porta a spiegare o vivere in ogni situazione con l’inglese, comunico, lavoro, uso l’inglese come stumento di conoscenza di culture diverse (spesso non anglofone)…..e sabato ho capito che questo è esattamente quello che vorrei anche per i miei figli…..poi la vita vedremo dove li porterà!
Questa deve essere il nostro (come famiglia) progetto: di apertura della mente…..e tanti piccoli semini.
Quindi anch’io (forse) posso sentirmi parte di questa “comunità” di BPG!
Grazie Letizia!
PS per tutte le mamme inadeguate….le mie gemelle hanno avuto più o meno gli stessi stimoli: una ha imparato a leggere da sola a 5 anni, l’altra no, ma in compenso è sempre stata in grado di fare progetti di costruzioni di giochi e altro.una vera imprenditrice!….questo per dire che MAI dobbiamo dimenticarci che i nostri figli non sono plastilina, ma hanno dei loro talenti naturali!
io penso che ognuno di noi provi a fare meglio e anche sempre un po’ di più… poi a me capita tanto spesso di finire la giornata e pensare che non ho detto neanche una parola in inglese/non avere giocato abbastanza/non avere etc… però leggo tante vostre esperienze che mi fanno provare a fare qualcosa in più ogni giorno… anche nel mio piccolissimo mondo…grazie a tutti, grazie letizia
Beh questo è un richiamo forte e chiaro e come non rispondere?!?!?!? EECCCOOOMMMIIII
Il mio pensiero prima di aprire il pc è stato, mentre addormentavo il piccolo di 2 anni beataemnte attaccato alla sua tetta (si, si ormai è sua ……un tempo forse erano mie ma sono state usucapite!!!), oddio oggi non ho proprio fatto niente e guarda invece la franci che cuce, ha un sito, un blog, facebook, cucina con il grande, gioca con il piccolo, fa sporto con il marito, Elena lavora e cuce come fosse una sarta provetta e riesce anche a vendere i suoi lavori, legge libri inerenti la sua professione e non, poi c’è Daria che a tutto questo aggiunge il volontariato, la pizza e il pane con la pasta madre da rinfrescare ogni 3/4 gg (se ce l’avessi io morirebbe alla sola vista) la cucina elaborata ……………… INSOMMA MADRE INADEGUATA PRESENTE ALL’APPELLO!!!
Poi siccome mi voglio bene, cerco di guardare con occhio più benevole alle mie immani fatiche e scopro: due figli vivacissimi che parlano perfettamente la loro lingua (e credetemi non è poco!!), che quando escono si portano dietro libri al posto di giocattoli, che hanno avuto una madre rispettosissima dei loro tempi in tutto (e aspettiamo ancora che la grande sia pronta per togliere il pannolino la notte…… ma se non è pronta lei…. uff) che hanno una stanza accoglientissimi creata ad hoc per loro studiata nei minimi particolari con infinite idee e zero euri, che si fanno 80 km ogni sabato per “andare a giocare con la fatina” in inglese (learn with mummy), che non conoscono la televisione ma sanno arrampicarsi sugli alberi (per la mia grande gioia certo……) che sanno “leggere” seguendo con il dito la riga (da morire dalle risate per come è buffa), che si tirano dietro i giochi ma che poi ritornano a giocare come nulla fosse, insomma se non è merito di una SUPERMAMMA quale sono che è SOLA………. di chi è il merito????? E allora si, siamo inadeguate perchè i peggiori giudici di noi stessi siamo noi, e poi se ci mancasse questo sentimento non avremo più spinte a migliorarci no? E così ben vengano questi sentimenti e tutte le migliorie che ne scaturiscono. Forza ragazze siamo madri, generatrici di vita ………….. e forse dovremmo imparare anche a rilassarci un pò, anzi …take it easy!!!! 🙂
Eccomi, ci sono anch’io! Mamma inadeguata che vorrebbe crescere il proprio bimbo in modo bilingue, ma che spesso si sente scoraggiata! Viviamo in una piccola cittadina, dove gli stimoli multiculturali scarseggiano. Il mio bimbo sta iniziando a parlottare esclusivamente in italiano… C’era da aspettarselo, vista la scarsa esposizione all’inglese. Io cerco di parlargli in inglese, ma mi sembra che non sia mai sufficiente e che non ci siano risultati. Comunque, coraggio! Se, da grande, avrà sviluppato una maggiore capacità di apprendere altre lingue, è già un grandissimo traguardo!
Ciao Letizia,
hai fatto un’ottimo riassunto. Ognuna di noi cerca di fare il meglio, di dare il meglio 🙂
Io seguo da tempo il tuo blog e spesso trovo le storie molto interessanti!
Nel mio piccolo cerco di gestire tre lingue e siccome sembra che la seconda (croato) e la terza (inglese) abbiano tanti alti e bassi, mi limito ad andare avanti al meglio, ammirando chi ci riesce con più successo 🙂
Sono sicura che già il fatto di avere una figlia interessata ad imparare di più, e sempre di più (in generale parlando) sia di per sé buon punto di partenza. Io ho imparato l’italiano a vent’anni, parlandolo, e penso che se c’è l’impegno, non è mai tardi 🙂
Ciao,
Goga
Eccomi tra le silenziose. Anche io ho questo grande sogno di avere figli bilingue, per tanti motivi. Purtroppo abitiamo in un piccolo paese, zero corsi, zero iniziative in merito….minimo 40km per raggiungere un Learn With Mam ecc ecc…..uff. Mio marito parla benissimo inglese, lavora a Cambridge, è italiano, ma non se la sente di parlare in inglese ai bimbi, non posso obbligarlo. Ma ha anche lui questo sogno! Ora stiamo progettando un futuro non troppo lontano trasferimento in UK per lavoro. Mollare tutto qui, il mio lavoro, la mia famiglia, tutto….e fare questa esperienza di circa due anni. Non credo che ce la farò mai!non ho più l’età x questi ‘colpi di testa’. Cosa ho fatto per l’inglese dei miei figli? da sempre (hanno uno 3 anni ed uno 2 anni) leggiamo favole in inglese (mio marito, io italiano x non so proprio la lingua), il cartone serale in dvd (dai 15 minuti ai 30 minuti MASSSIMO giornaliero) è in inglese. Da poco ho trovato una casa ragazza bilingue che mi fa da baby sitter circa 6-8h a settimana, e DEVE parlare loro in inglese. Tutto qui. Se io avessi saputo l’inglese avrei fatto molto molto di più, non ho dubbi 🙁
Beh, benvenuta nel club dei genitori inadeguati(=normali) con figli normali! 🙂
Perché nemmeno io riesco a fare tutte le cose che vedo che altri fanno. Peró la giornata e le energie che ho non sono illimitate: faccio quello che riesco. Se mi sforzassi di fare di piú e meglio, cioé inseguissi l’ideale della mamma-tigre, mi prenderei solo un esaurimento e non so quanto bene sarebbe.
E nemmeno mio figlio é cosí dotato come un sacco d’altri di cui leggo o sento parlare. Non sa disegnare facce, scrivere, leggere, e rifiuta pure di farsi spannolinare!
Forse non é piú intelligente d’altri, ma é comunque normodotato, sta bene e -soprattutto!- lo vedo contento e sereno.
E per me é la cosa piú importante, alla fine.
E ti sembra poco? Eh eh!
La normalità è la cosa più straordinaria della vita! 😀
Io invece volevo dire: mamme silenziose che leggete BPG, commentate (oltre che qui) anche negli altri post! Perché forse il vostro commento non vi sembrerà indispensabile/importante/necessario, ma invece magari per qualcuno sarebbe bello/utile/confortante leggerlo e ritrovarci una situazione simile alla propria (probabilmente proprio perché non siamo tutte supermamme o tutti superpapà!)
Ciao a tutti, ieri leggendo questo post avevo avuto una sensazione di sollievo, poi neanche mezz’ora dopo, parlando, con una mia amica di Milano, dei nostri figli quasi coetani e del loro approccio ad iniziare a parlare io le dissi: ” Ma sai io un pò l’ho messo in conto il fatto che G. (14 mesi appena compiuti) si faccia capire a modo suo e usi davvero pochissime parole in quanto ha la doppia esposizione inglese/italiano nella routine quotidiana.” e lei mi rispose: ” ma stai attenta però, perchè io ho letto da qualche parte che questo approccio è valido quando un genitore parla esclusivamente una lingua e l’altro l’altra (OPOL per intenderci), ma nel tuo caso, (inglese non madrelingua con conoscenza normale) rischi che sia controproducente e metta in confusione il bambino fino a poter diventare dislessico!”. A quel punto il dubbio: vuoli vedere che vado per fare bene e invece combino guai, anche seri?? Perciò mi rivolgo a voi tutti, è possibile che l’esposizione frammentata di una seconda lingua ad un bimbo che deve ancora imparare la prima possa creare confusione e dislessia??
Non avevo letto prima questo topic e mi è capitato per caso di notarlo ora, effettivamente è un balsamo per le tante mamme come me che non si sentono adeguate! Quando ti confronti con le altre mamme, sembra sempre che tutte abbiano dei figli prodigio e riescano a fare tutto.
Tendenzialmente non parlo in giro del mio progetto di bilinguismo per mio figlio perché la diffidenza della gente è ancora troppa ed infatti chi sa che parlo inglese con lui associa a questo il fatto che mio figlio (23 mesi) non parla molto, dice solo qualche parola in italiano ed un po’ di più in inglese. A questo punto sono circondata da gente che mi chiede se ancora non parla ed i nonni continuano a chiedere quando parlerà, soprattutto in italiano. Questo è l’aspetto che mi fa sentire più inadeguata, ciò nonostante non intendo mollare il progetto di bilinguismo soprattutto perché vedo che la comprensione dell’inglese è molto buona e sono certa che vivendo in Italia avrà tempo di imparare molto meglio l’italiano. L’altra sera ad esempio ha voluto che sia io che mio marito ci mettessimo seduti vicino a lui per farsi dire i colori della lampada che cambiavano in entrambe le lingue, segno che ha anche compreso che parliamo due lingue differenti e lo ha compreso da parecchio. Mi sono posta tante domande su come migliorare e sto leggendo e rileggendo libri a riguardo, ma forse semplicemente la risposta è che ogni bambino ha bisogno dei suoi tempi.