A metà giugno ci arriva una lettera della segretaria della scuola di Berlino, in cui ci dicono che nostro figlio avrebbe iniziato la scuola il 22 agosto con Frau K. del gruppo di studio T. (in Germania i bambini di prima e seconda classe sono assieme, perciò le classi hanno un nome e non sono numerate). In allegato c’era l’elenco dei libri (da non acquistare obbligatoriamente, visto il breve periodo di permanenza) e la lista dei materiali (quaderni, matite ecc.). Questo, 2 mesi prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, quando qui da noi le stesse informazioni le riceviamo 3 giorni prima di iniziare la scuola (!).
Il passo successivo è stato quello di prenotare il volo, confermare l’appartamento e sottoscrivere un’assicurazione per Nicholas, che coprisse malattia e responsabilità civile. A noi è sembrato molto pratico acquistare la polizza offerta assieme al biglietto d’aereo, ma ne avevamo viste altre, anche soluzioni annuali, convenienti e di buona qualità.
A fine giugno avevo iniziato ad accennare a Nicholas che saremmo andati tutti e tre a Berlino – città che lui adora – e che lui avrebbe dato un’occhiata alla scuola di Berlino, per vedere come funzionano le scuole tedesche. Vedevo che per lui era difficile comprendere e immaginare l’entità scuola, figuriamoci capire cosa volesse dire andare a scuola “lì” e poi “qui”. Escogitando vari stratagemmi ho cercato di rendere il nostro progetto appetibile. Gli ho spiegato che a Berlino sarebbe andato a scuola solo qualche ora al mattino, che avrebbe fatto amicizia con bambini tedeschi, imparato delle cose e che dall’ora di pranzo in poi saremmo stati assieme. Il pomeriggio poi avremmo fatto un sacco di cose belle: andare allo zoo, giocare in bellissimi parchi, visitare dei musei per bambini e andare in barca al lago. Inoltre, il sabato e la domenica ci saremmo dati alla pazza gioia, visto che a Berlino il sabato nessuno va a scuola. Un altra attrazione per noi molto utile era la “Schultüte” o “Zuckertüte” (ovvero quell’enorme cono pieno di dolciumi e regali) – che in Italia e da noi in Alto Adige non esiste – e tutte le cose belle che Nicholas immaginava di trovarci.
Quando finalmente, un giorno, parlando con una mia amica, gli ho sentito dire “io ho sei anni e inizio la scuola, però prima vado a Berlino e poi a Padova”, ho capito che era pronto!” Così l’ho portato nel negozio con la più grande scelta di meravigliose cartelle tedesche (McNeill, Scout ecc.) e gli ho fatto scegliere quella che preferiva – ovviamente con i dinosauri.
Era fine luglio e noi eravamo ancora in montagna in Alto Adige, dove Nicholas frequentava il centro estivo locale – una buona preparazione linguistica per l’esperienza berlinese. Ma dato che il tedesco parlato in Alto Adige è molto diverso da quello “Hochdeutsch” (il tedesco standard parlato in Germania), contemporaneamente facevamo una full immersion di Kika (il canale televisivo tedesco, che trasmette programmi educativi di alto livello) per perfezionare l’apprendimento della lingua standard. Infine, per abituarlo alla parlata berlinese abbiamo ascoltato molte volte l’audiolibro “Bella, Boss und Bulli”, che lui adora, perché parla di ragazzini che vanno a scuola e di una bambina che si è appena trasferita ed è nuova nella scuola. Un argomento perfetto!
Il centro estivo terminava a Ferragosto, giusto per lasciarci il tempo di fare un salto a casa, a Padova, cambiare il guardaroba e ripartire il 20 agosto. Arrivati in aeroporto a Berlino abbiamo fatto due abbonamenti mensili per i mezzi di trasporto per noi adulti, così durante il fine settimana, Nicholas poteva viaggiare gratis accompagnato da noi. Dopo due cambi di metropolitana a causa di un’interruzione per lavori e un’ora e mezza più tardi siamo finalmente arrivati nella “nostra” casa, dove c’era una fantastica Schultüte ad aspettarci: un cono di cartone gigante con la scritta “Polizei”, pieno di dolcetti e regalini. Abbiamo appoggiato le valige e siamo usciti di nuovo per acquistare le ultime cose per la scuola: quaderni di tedesco e matematica, blocco da disegno, pasta da modellare, blocchi notes e cartoncino colorato. Ora avevamo veramente tutto! Anzi no, mancava l’abbonamento per i mezzi di trasporto di Nicholas, ma per quello dovevamo aspettare di ricevere lo “Schülerausweis” (la tessera dello scolaro).
Immagine: Der kleine Drache Kokosnuss kommt in die Schule
L’autrice di questo post è Sabina, puoi leggere la parte 1 della loro avventura Berlinese e tutti suoi post cliccando qui.
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