Un altro anno è passato e il Natale è nuovamente alle porte. Domenica 27 novembre è la prima domenica d’Avvento e inizia ufficialmente il tempo dell’attesa. È vero, i negozi e gli ipermercati hanno già messo gli addobbi natalizi da quasi un mese, giusto il tempo di mettere via i gadget di Halloween. La società dei consumi che tutto fagocita trova nel Natale una ghiotta occasione per vendere e comprare. Molti storcono il naso alle prime avvisaglie del Natale che si avvicina: “Io il Natale non lo sopporto!” Ma il Natale non è solo panettoni, acquisti forsennati e ipocrisia buonista (anche se in parte – ahimè! – lo è diventato) e non è certo il caso di buttare il bambino con l’acqua sporca. Per questo sono qui ad inaugurare una serie di post natalizi, che prende spunto principalmente dalla tradizione scandinava.
Oggi parliamo della tradizione dei calendari d’Avvento, dei tanti modi per contare i giorni fino al Natale. L’Avvento, che nel cristianesimo indica la venuta di Gesù nel mondo, è un tempo di attesa gioiosa, di speranza, a volte anche di impazienza, come ben sanno tutte le mamme che ricordano i lunghi mesi di coccole e chiacchiere con il proprio pancione. Il calendario liturgico cristiano inizia con la prima domenica d’Avvento e le chiese cristiane di tradizione protestante (ma anche molte famiglie) segnano questo momento accendendo delle candele, simbolo della luce di Cristo che squarcia le tenebre. La corona d’Avvento, di solito preparata con rami, foglie, bacche o pigne, sorregge quattro candele. La prima domenica si accende una candela, la seconda due, la terza tre, la quarta tutte e quattro. Il giorno di Natale le candele saranno tutte accese e avranno altezze diverse, perché ognuna si sarà consumata in tempi diversi. La corona d’Avvento, ideata da un pastore luterano di Amburgo nella prima metà del 1800, col tempo si è diffusa anche in altri paesi, soprattutto scandinavi e anglosassoni, e in altre denominazioni cristiane. In Danimarca sono molto comuni anche le candele numerate, fregiate con decori natalizi e con 24 cifre dall’alto in basso a segnare i giorni che portano al Natale (nei negozi italiani non ne ho mai viste, ma non sono difficili da confezionare in casa: basta procurarsi una candela lunga e degli acquerelli, ricordandosi di intingere il pennello nel sapone liquido per far attaccare le decorazioni alla cera). Ogni giorno si fa bruciare il numero corrispondente al relativo giorno di dicembre, nei momenti in cui la famiglia si trova riunita, spesso durante il pasto comune.
Alcune tradizioni sono pensate in particolare per i bambini. Ci sono calendari d’Avvento di ogni tipo. Da qualche anno se ne trovano anche in Italia, ad esempio quelli di cartone con 24 caselline da aprire, per scoprire ogni giorno un disegno nuovo oppure un cioccolatino. I bambini più fortunati trovano 24 pacchetti debitamente confezionati dal folletto di turno (gli Julenisser di cui parleremo tra qualche settimana): sono piccoli regali, dagli snack golosi alle matite colorate, dai libretti illustrati a piccoli giochi, e possono essere appesi ai supporti più svariati, disposti in un cestino o messi in una grande calza natalizia. Ciò che più conta è che imbrogliare non vale: non si possono aprire due pacchi nello stesso giorno! Dobbiamo aspettare il tempo che ci vuole, prenderci il nostro tempo, imparare ad assaporare l’attesa. Una lezione nient’affatto banale in questa società che ci vuole sempre di corsa, sempre freneticamente intenti a fare mille cose.
Sempre a proposito di calendari d’Avvento, vorrei suggerire una lettura per i bambini grandicelli: “Il viaggio di Elisabet” (“Julemysteriet”) dello scrittore norvegese Jostein Gaarder, che trovate anche in inglese con il titolo “The Christmas Mystery”. È la storia di un bambino che trova un vecchio calendario d’Avvento, che si rivela magico e misterioso e lo proietta in un fantastico viaggio verso la natività di Betlemme. Il romanzo è diviso in 24 capitoli, ovviamente da leggere uno al giorno fino a Natale!
Vorrei concludere questo post con un’idea per ingannare l’attesa: preparate dei dolcetti di Natale con i vostri bambini! La lingua e la cultura passano anche per la cucina, come ci ricorda anche Letizia nel suo e-book In che lingua giochiamo? La preparazione di biscotti e dolci fa parte integrante del Natale scandinavo ed è un bellissimo modo per passare il tempo in famiglia o con gli amici… e l’odore delle spezie farà profumare di Natale le vostre cucine! Ecco a voi la ricetta dei classici Brune Kager, molto simili ai Pepparkakor svedesi che si trovano anche all’Ikea.
Ingredienti
250 g di farina
125 g di burro
100 g di zucchero
100 g (¾ dl) di sciroppo d’acero (si può sostituire con il miele)
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaino di zenzero
½ cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
la scorza grattugiata di un limone
½ cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaio di acqua
25 g di mandorle tritate (facoltativo)
Preparazione
Mettete il burro, lo zucchero e lo sciroppo in una casseruola e portate ad ebollizione. Aggiungete la scorza del limone e le spezie e togliete dal fuoco. Sciogliete il bicarbonato in un cucchiaio di acqua e aggiungetelo al composto insieme alle mandorle. Lasciate raffreddare bene. Aggiungete la farina fino ad ottenere un composto omogeneo che formerà una palla. Lasciate riposare in frigorifero per qualche ora o meglio fino al giorno dopo. Stendete l’impasto con un mattarello su un piano infarinato e ricavatene dei biscotti con le formine che preferite (se bucate i biscotti potrete appenderli all’albero con dei nastri colorati!). Potete spennellare i biscotti con un uovo sbattuto e guarnirli con scaglie di mandorle sgusciate oppure decorarli con una semplice glassa di zucchero. Disponeteli su una teglia foderata con carta da forno e infornate per 6-8 minuti a 180°C. Buon appetito!
L’autrice di questo post è Eva, che su BpG cura la rubrica “Dalla Scandinavia con amore”, con qualche incursione nei libri in Inglese e alcune riflessioni sul trilinguismo.
Immagine: Christmas Baking with children, amazon.it e amazon.uk
Monica says
che bello! credo sia il caso di preparare una corona d’avvento.
Ho trovato delle candele d’avvento piramidali in un negozietto di Catania, frugando e frugando, quindi chissa’…. ci saranno anche altrove, dimenticate. Aspettando il post sui folletti…
Carolina says
Io sono affascinata dalle lingue nordiche, per cui leggo sempre con moltissimo piacere i tuoi post. Bellissimo!
Bilingue Per Gioco says
Eva,
aiuto! io voglio fare i dolcetti, ma….
Lo zenzero e i chiodi di garofano in polvere qui si trovano?
Lo zenzero io lo conosco solo come radice, i chiodi di garofano come… chiodi…
Il problema della cucina internazionale sono proprio gli ingredienti, e scommetto che anche sulla farina ci sarebbe da disquisire, all’estero si usano farine diverse (chi ci fa un post, please?), comunque userei almeno farina tipo 0, non 00, thoughts anybody?
L.
Eva says
@Carolina e Monica: grazie! 🙂
@Letizia: io lo zenzero in polvere l’ho trovato facilmente della comunissima marca Cannamela. I chiodi invece li ho tritati col mortaio, sinceramente non li ho cercati in polvere e non so se si trovano. Mi hanno cmq segnalato una buona miscela di spezie che si trova alla COOP e si può usare al posto delle singole spezie x questi e altri dolcetti nordici: Spezie Miste (coriandolo noce moscata chiodi di garofano cannella pimento zenzero). Fatemi sapere come vengono i biscotti! I nostri sono profumatissimi… 🙂
Miriam says
Grazie per la segnalazione del bellissimo libro. Lo prenderemo in prestito in biblioteca.
Non vediamo l’ora di immergerci nella lettura in compagnia di qualche profumato biscottino ;-).