Non so se il termine couch surfing dica qualcosa alla maggior parte di voi ma vi assicuro che dietro c’è un’idea meravigliosa. Si tratta di un sito dove si trovano iscritte quasi 900 mila persone proventienti da tutto il mondo che mettono a disposizione il “couch” di casa propria o per ospitare o giusto per bere un caffè insieme. Non bisogna pagare alcunché a chi ospita, né tantomeno si è obbligati ad ospitare in cambio dell’ospitalità ricevuta.
Ogni iscritto crea un proprio profilo dove si inseriscono informazioni su di sé, la composizione del nucleo familiare, la propria città, sui propri interessi, le proprie esperienze ed ambizioni. Insomma, un po’ di tutto in modo da dare un’idea il più possibile completa e vicina alla realtà per chi sia interessato a venirci a trovare o disposto ad ospitarci.
A fine soggiorno è buon uso lasciare sul sito dei commenti sull’ospitalità ricevuta e viceversa sul tipo di ospiti che si è stati. Come ulteriore sicurezza c’è la possibilità di registrarsi con una doppia verifica che da la certezza della nostra identità e del nostro domicilio. In pratica si paga una quota una tantum tramite carta di credito e si riceve una cartolina con un codice personale da inserire nel sito, in questo modo si diviene membri “verified” vale a dire che chi guarda il nostro profilo ha la certezza della nostra identità e della nostra località di residenza. Molte famiglie accettano di ospitare solo membri verificati in modo da avere una garanzia in più.
Attraverso un motore di ricerca (che purtroppo non funziona sempre alla perfezione) si inseriscono la località dove si desidera andare, il numero di persone che vogliono essere ospitate, se chi vorremmo che ci ospitasse sia uomo, donna o più persone e la relativa età, se vogliamo essere ospitati da persone appartenenti ad un gruppo al quale apparteniamo anche noi.
All’ interno del sito esiste per l’appunto la possibilità di iscriversi a vari gruppi e quelli che per noi posso essere di maggiore interesse sono:
Language teaching for long term accomodation
I primi quattro sono tutti accomunati dal fatto di rivolgersi a famiglie che hanno voglia di scoprire il mondo, conoscere culture differenti da vicino, far interagire i bambini. Quello che i vari membri chiedono con giustissima ricorrenza è di condividere almeno un pasto preparato da loro ed uno da chi viene ospitato, un minimo aiuto in casa, quattro chiacchiere a fine giornata per conoscersi meglio e quindi di non essere ospiti sfuggenti.
L’ultimo gruppo si rivolge a coloro che hanno intenzione di ospitare in casa propria e per un periodo abbastanza lungo un native speaker che in cambio dell’ospitalità si occuperà di insegnare la lingua (mi è capitato di trovare anche una professoressa americana andata in pensione e desiderosa di continuare la propria attività in giro per il mondo)
Tirando le somme si ha la possibilità non solo di alloggiare gratuitamente in tutto il mondo (cosa già di per se non di poco conto) ma, soprattutto si ha la possibilità di immergesi nel pieno di una realtà familiare completamente diversa dalla nostra, e vivere da vicino le località che si visitano e fare una full immersion con la lingua. Una simile esperienza non è solitamente possibile con i tipi di alloggio tradizionale (albergo, B&B, casa vacanze, campeggio, etc.).
Dalle ricerche che ho fatto, solitamente non ci sono grandi disponibilità per le famiglie con bambini in cerca di ospitalità nelle capitali, quindi conviene cercare selezionando un intero stato per poter trovare facilmente famiglie molto interessanti,con figli della nostra età, in luoghi a noi poco conosciuti ma spesso piene di cose da scoprire e magari vicine a città più importanti.
Personalmente non ho ancora avuto modo di fare un’esperienza diretta, non ospito perché A. è ancora troppo movimentato e non sono andato in cerca di ospitalità per lo stesso motivo, spero di riuscirci la prossima estate. Comunque leggendo le esperienze di chi lo affatto i giudizi sono tutti positivi e addirittura non manca chi dice che dopo aver iniziato viaggia solo tramite couch surfing.
Lo scorso inverno ho dovuto rifiutare la richiesta di una famiglia polacca con due bimbi al seguito di tre e sei anni che per nove mesi hanno visitato mezza Europa in bici! I miei bimbi erano perennemente ammalati e non avremmo potuto offrire una degna ospitalità. What a waste!
http://www.couchsurfing.org/profile.html?id=50YRHMK
http://www.europebybike.pl/ang/wyprawy.php?id=europa
E voi avete avuto esperienze di couch surfing? Siete iscritti? Se non lo siete cosa aspettate ad aggiungervi?
Proposta per Letizia: manca un gruppo di famiglie bilingui. Che ne dici di crearne uno?
L’autore di questo post è Marco, che cura la rubrica Daddy speaks English
Immagine: He came with the couch
Bilingue Per Gioco says
Marco, molto interessante, molto tempting.
Un po’ difficile da navigare, i tuoi link aiutano, grazie!
Ci penso su…
L.
Marco says
Si Letizia,
purtroppo non è di facilissima navigazione (soprattutto di recente, credo che lo stiano riorganizzando) ma perdendoci un pò ti tempo si riescono a trovare realtà molto interessanti.
Daša says
Interessante, io ero couch surfer da single e ho un po’ abbandonato l’attività. ma con tutti questi spunti riattiverò il profilo, grazie per lo spunto!
Bilingue Per Gioco says
Dasa,
allora ce lo scriveresti un post da coach surfer, sulla tua esperienza?
L.
Valentina says
io ho fatto couchsurfing quando questa piattaforma non esisteva e ci si organizzava tramite forums e conoscenti di conoscenti.. cosi’ e molto piu’ sicuro e meno rischioso! vorrei segnalarvi anche http://www.hospitalityclub.org/ dove aldila’ dell accomodation si offre e si riceve tempo per scoprire i posti in compagnia di persone del luogo..
e
sempre utile, se si comprano biglietti aerei con check in ad orari assurdi e quindi puo ‘ essere piu economico o semplicemente piu pratico dormire in aeroporto (l ultima volta ero gia’ incinta di 5 mesi e so gia’ che in futuro ripetero’ l esperienza con la bimba)
http://www.sleepinginairports.net/
Marco says
Posso credere che su oltre 2000 iscritti a BpG solo due hanno avuto esperienze di CS?
Graziana says
Il CS è una cosa meravigliosa, punto 🙂 Io ho conosciuto il CS quando vivevo in Polonia. Un mio collega, anche lui italiano, si era costruito una fittissima rete di amici grazie proprio al CS. E così durante una noiosa pasqua polacca (la passano tutti rigorosamente in famiglia, quindi se sei straniero e solo peggio per te) decidemmo di andare a visitare Cracovia (all’epoca vivevo a Poznan) e Auschwitz, e alloggiamo proprio da un ragazzo canadese conosciuto tramite CS. Anni dopo, quando è nata mia figlia, io e il mio compagno abbiamo pensato che siccome non potevamo viaggiare molto (anche a causa di ristrettezze economiche) sarebbe stato bello far entrare il mondo a casa nostra. E così questa estate abbiamo ospitato una coppia francese e poi un signora, sempre francese, che partecipava ad un campo di Greenpeace. L’unica raccomandazione che posso fare è quella di essere molto chiari e accurati nel preparare il proprio profilo così si evita di incontrare persone che non ci piacciono.
Devo però ammettere che non dedico molto tempo al CS, e pur essendo iscritta a quasi tutti i gruppo citati da Marco, non ho mai partecipato attivamente a nessuno di essi. Ma va bene così. Ospitare uno sconosciuto a casa propria, o farsi ospitare, è un’azione da ponderare bene e che richiede qualche sforzo (farsi conoscere sui gruppi, preparare un buon profilo ecc) e non un semplice clic di mouse “aggiungi agli amici”, o no?