Se vi siete persi la mia apparizione in diretta TV, per esempio perchè alle 10 del mattino siete al lavoro, potete rivederla ora. Ho partecipato al programma di approfondimento “Bilingue già in culla”, all’interno di Primo Tempo, un programma di Class TV.
In studio c’erano
il Prof. Eraldo Pauleso, Professore Ordinario di Neuroscienze presso l’Università di Milano Bicocca
Prof.a Maria Teresa Guasti, Professore Ordinario di Glottologia Linguistica presso l’Università di Milano Bicocca
io, Letizia Quaranta di Bilingue per Gioco, bilinguepergioco.com
Tiziana Rossetto, presidente Federazione Logopedisti Italiani
Genya Nahmany, direttrice della Scuola Montessori Bilingue di Milano
Stefano Paschina, presidente di Ludum
Potete vedere il video cliccando qui sotto, e per inciso è nel complesso molto interessante, presenta dei dati e delle informazioni ben strutturate
Carolina says
Woooow, vado subito a vederlo!
smile1510 says
Ciao!! me lo guardo oggi con calma, intanto i miei complimenti!!!! 🙂
Elisabetta C. says
Cara Letizia,
l’ho visto. Sei stata bravissima, molto chiara e molto calma. Io mi sarei fatta girare le scatole, sia per le interruzioni, sia per il solito ‘dogmatismo’ dei cosiddetti esperti. In particolare uno dei due dirigenti scolastici era francamente antipatico e cercava in ogni modo di ‘vendere’ la sua scuola e di screditare la lingua minoritaria in famiglia. Come è noto io ho scelto la strada della scuola bilingue (almeno con le prime due, vedremo per in terzo!), ma non credo per questo che sia l’unica nè che sia la migliore strada al bilinguismo (anzi, per un vero bilinguismo bilanciato servono tante cose, a casa, a scuola, durante le vacanze ecc..). Inoltre anche il fatto di apprendere prima a scrivere in italiano e solo poi in L 2 perchè se no ci si confondere è una boiata, la verità è che si può fare così o apprendere a scrivere in due lingue contemporaneamente (come hanno fatto le mi figlie a scuola) insomma, come dice Woddy Allen ‘basta che funzioni’ e, aggiungerei con te, basta che sia naturale. Non serve altro.
Un caro saluto
Elisabetta C.
Francesca says
Ciao Leti. Bellissimo ed interessantissimo… Ma secondo te è normale che io mi sia emozionata fino a commuovermi quando ti ho vista? Mah! Devo farmi curare 🙂
Bilingue Per Gioco says
Francesca, non so che dire… comunque l’importante è che siano emozioni positive e motivanti! Grazie!
L.
Elisa says
Letizia,
complimenti anche da parte mia, ho apprezzato molto il tuo intervento e credo che, nonostante il tempo limitato a disposizione e le varie interruzioni, tu sia riuscita a passare i messaggi principali che caratterizzano il tuo progetto linguistico personale e, di riflesso, il tuo/nostro sito. Mi ha colpito molto sentire che i due partecipanti provenienti da asili bilingue tendevano a sconsigliare l’utilizzo della seconda lingua in famiglia in assenza di un madrelingua, indicando questa pratica come potenzialmente dannosa e suggerendo di delegarne l’insegnamento totalmente alla scuola. Personalmente faccio il contrario e, ad essere sincera, l’insegnante madrelingua della materna bilingue frequentata da mia figlia ci ha sempre detto che, se ci limitiamo a quello che fanno a scuola, certamente i nostri bambini non raggiungeremo un livello di bilinguismo bilanciato. Ecco perchè ci ha incoraggiati a trovare altri sistemi, dal libro, alla canzone, dal DVD, alla baby-sitter, in linea con le propensioni, le competenze linguistiche e i mezzi di ciascun genitore e famiglia, proprio come fai tu. Da 4 mesi circa io parlo quasi esclusivamente in Inglese a mia figlia che ha ormai cinque anni e lei lo accetta di buon grado pur rispondendomi quasi sempre in Italiano. Sembra serena in merito a questo approccio e la qualità della comunicazione mamma-figlia non ne risulta assolutamente compromessa. Ieri, dopo aver visto il video, riflettendo, mi sono chiesta: “ E se accettasse per la voglia che ha di compiacermi, salvo poi rinfacciarmi un giorno di averle imposto questa scelta?”. Ovviamente la risposta non ce l’ho, in ogni caso continuo, per fortuna la motivazione (sono d’accordo, elemento basilare per un progetto del genere!!) non mi manca, anzi si rinforza grazie anche a te, Letizia, e a alle testimonianze di tutti i genitori di Bilingue per Gioco che sono di grande esempio, incoraggiamento e sostegno.
Elisa
Bilingue Per Gioco says
Elisa,
secondo me porsi la domanda è il primo passo per trovare la risposta, se sei arrivata a domandarti “ma mia figlia lo fa per compiacermi?” e la osserverai con obiettività (ammesso che una mamma possa essere obiettiva), dovresti riuscire a capire se e quanto il compiacerti gioca un ruolo nelle vostre dinamiche.
Grazie!
letizia
A. says
Stavi molto sopra gli altri, non solo fisicamente! Peccato che i tempi erano stretti, e che il conduttore continuava a interromperti. Ci sarebbe voluta una puntata solo per te! Comunque mi pare che sei stata brava, organizzata, sintetica e che i tuoi punti fermi li hai esposti tutti: essere naturali, dare priorità al bambino, dare l’esempio, non avere fretta.
Ho sorriso vedendo che anche per gli esperti lingua straniera e inglese sono sinonimi… e quando hanno consigliato di parlare in inglese solo quando c’è un ospite inglese (grazie tanto, allora io che vivo all’estero con mio figlio ci posso parlare solo quando siamo soli?), oppure quando hanno portato la propria esperienza personale di parlare solo una lingua (la minoritaria) ai figli usando la maggioritaria solo ai giardinetti, davanti agli altri (molto cortese verso gli altri, ma così il bambino come fa a imparare che di quella lingua che gli altri non parlano non ci si deve vergognare ma vantarsene?). E mi è piaciuto che hai fatto un appello a fare studi nei settori del bilinguismo che ancora non sono stati studiati, mi sembra importante. Brava!
lucia says
a me è parso perfettamente prevedibile tutto lo svolgersi della trasmissione.
i dirigenti dei due istituti dovevano vendere il loro prodotto, comprensibile che dicessero “lasciate fare a noi”.
i docenti universitari avevano un approccio tradizionale, come si conviene a degli studiosi italiani.
mi ha dato da pensare la logopedista quando ha posto la questione del bilinguismo nel caso di difficoltà del bambino. direi che sono d’accordo, in questo caso, a limitare o, almeno, posticipare gli stimoli per la L2 se non è una lingua correntemente parlata nel contesto sociale o famigliare. In casi di comunità bilingue è parte della normale quotidianità e vedrei come discriminante non usarla con un membro della comunità. Come ho già detto altre volte, i miei utenti disabili (ma ovviamente sono situazioni più pesanti di quelle cui si riferiva la logopedista) che vivevano in comunità bilingue sono perfettamente bilingue. sarebbe piuttosto da valutare se questo possa aver giovato loro in qualche modo pur nella loro disabilità.
Il conduttore ovviamente faceva il suo gioco ma avrebbe fatto un miglior servizio alle famiglie interessate a questa questione a sottolineare la professionalità e imprenditorialità di BpG e non riferirsi a Letizia semplicemente come una mamma x, anche dandole del Tu, quando agli altri si rivolgeva con un deferenziale Lei ( o eravate a scuola insieme?).
Brava Letizia, sicuramente un intervento non facile.
Bilingue Per Gioco says
Vi ringrazio moltissimo tutte! Vi faccio una confidenza, io ero preparata, o meglio temevo, che fosse moooolto più difficile, e non solo io, anche il giornalista con cui ho parlato prima (che non era il conduttore) mi aveva allertata che non si poteva escludere che punti di vista diversi e tensioni varie diventassero difficili da gestire…
Sarà anche che ormai il confronto civile in televisione è raro e viene quasi da dare per scontato che se due la pensano diversamente si devono insultare…
Insomma, con tutte queste premesse io posso solo dire che nemmeno speravo che andasse così bene, e per me è stato molto piacevole e semplice, mi sono sentita molto me stessa.
Ovviamente c’erano punti di vista diversi in sala, altrimenti a che pro invitare tanta gente, ma i punti di vista hanno dato spessore all’evento.
Comunque vi ringrazio, è bello sapere che vi siete ritrovate in quello che ho detto!
L.
Maria says
io l’avevo visto in diretta ed oltre alle tue parole ho molto apprezzato il tuo gilet beige!
ciao
maria
Bilingue Per Gioco says
Grazie Maria, pensa che un paio di sere prima è venuta un’amica (che poi è la ragazza che realizza tra altre cose ancheil bracciale che indosso nell’intervista, fa delle cose bellissime!) ad aiutarmi a definire il look, ma sono riuscita a attrezzarmi per l’occasione solo pescando dall’armadio, anche queste son soddisfazioni… (anche perchè provate un po’ a googlare “what to wear on TV”, viene fuori che per un motivo o per l’altro quasi tutti i colori sono out…)
L.
Silvia says
Ciao Letizia,
ho visto il video, l’ho trovato molto interessante. Ovviamente l’intervento che mi è piaciuto di più è il tuo: i professori mi sembravano troppo “professori” soprattutto la glottologa (molte battute dell’ordinario di neuroscienze, invece, mi sono piaciute); assolutamente antipatici i “venditori” di scuole bilingui così come la logopedista. E’ chiaro, lei deve fare il suo lavoro, ma ribattere sempre con una punta di negatività rischia di dare un’immagine sbagliata a chi già ha dei dubbi sul bilinguismo. Del resto si dava per scontato che si parlasse di bambini “normali”: tutti i casi di cui ha parlato la logopodedista sono casi particolari che vanno trattati come tali. Credo, ad esempio, che se nasce un problema di linguaggio in un bambino figlio di emigrati, magari provenienti da paesi poveri e da situazioni svantaggiate, ci sono alte probabilità che questo problema di linguaggio non sia dovuto al fatto che il bambino è immerso in un altro ambiente linguistico, sappiamo bene che possono influire tanti aspetti psicologici e sociologici diversi.
Scusa, non volevo fare polemica…. anzi mi complimento veramente tanto per il successo e concordo con te quando dici che in quella “gabbia di leoni” la tua immagine rischiava di uscire molto peggio di come effettivamente è andata. Brava!
Ciao.
Silvia
Terry says
Ciao Leti,
Il video non parte….. non sono riuscita a vederlo 🙁
Bilingue Per Gioco says
hai installato silverlight? purtroppo è necessario x vederlo…
Sabina says
Ciao Letizia, io ti ho vista live – mi ero messa l’appuntamento nell’agenda! 🙂
Sei stata molto diplomatica e chiara. La mia impressione è stata che visto che tu non sei una “scienziata”, secondo gli altri la tua opinione era di importanza secondaria.
Invece si sa benissimo che molti aspetti del multi e bilinguismo non sono ancora stati studiati e per questo motivo i genitori sono spesso gli unici che “studiano” da vicino tali situazioni.
Inoltre è da mettere assolutamente in dubbio che la seconda lingua possa essere insegnata solo a scuola. Anzi, io direi che sono proprio le situazioni altre dall’ambiente scolastico a dare i frutti migliori.
E per quanto riguarda i bambini con problemi di apprendimento della prima lingua, anche qui ci sono studi che indicherebbero il contrario, ovvero che il bilinguismo addirittura possa aiutare lo sviluppo o quanto meno portare a dei risultati identici a quelli dell’apprendimento di una lingua sola (cfr. http://www.emedea.it/editoria/medea_scientifica/saggi/pdf_1_2000/57-64.pdf)
Secondo me ti sei difesa benissimo!
Ci dirai poi se hai avuto modo di parlare con gli altri ospiti fuori onda e se sono emerse altre cose interessanti…
Bilingue Per Gioco says
Sabina,
secondo me mi hanno dato un sacco di spazio, non ho avuto affatto la sensazione che non gliene importasse molto di quello che dicevo, anzi… Anche le conversazioni fuori onda sono state molto molto positive!
L.
Arianna says
A me in effetti è sembrato proprio così: la trasmissione mi è piaciuta molto e mi sembra che tu abbia avuto uno spazio adeguato e che le tue argomentazioni, sostenute con la passione e il buon senso che ti caratterizza, siano riuscite a interessare e a far riflettere. Sono contenta per te e per il tuo lavoro e anche perché questi spazi di visibilità sono fondamentali per diffondere un punto di vista nuovo sul bilinguismo, che parta dal “basso”, dalle famiglie, senza nulla togliere agli esperti e alle scuole (quando valide e non delle bufale), anche perché credo che la motivazione, come da te messo in luce, sia la vera chiave di volta: secondo me nessuno, per quanto insegnante competente madrelingua, avrà mai la tua stessa motivazione a che tuo figlio impari una lingua. Se vuoi e puoi – ovvero hai gli strumenti per- metterti in gioco, non vedo in nome di cosa dovresti rinunciare e limitarti a delegare.
Grazie e ancora complimenti!
A
Sabina says
Questa cosa mi rincuora!
Mi sei piaciuta molto, eri davvero molto professionale e a tuo agio. Brava!
Valeria says
Grazie per aver reso disponibile il video! complimenti Letizia, anche dal vivo e non solo sul blog sai scegliere risposte che centrano il punto e sono molto equilibrate.
Ho notato anche io le interruzioni, in particolare il professore non ha potuto concludere su alcuni temi che mi sembravano interessanti, il primo riguardava -se ho capito bene – il fatto che imparare a leggere una lingua a ortografia semplificata come l’italiano avvantaggerebbe successivamente nella lettura di qualsiasi altra lingua (e vale il contrario), il secondo la sua visione sui motivi per cui il cinese non avrebbe soppiantato l’inglese.
Anche dal mio punto di vista (soprattutto) un responsabile degli asili bilingue è stato faziosamente categorico nel delegare alla scuola bilingue l’apprendimento della lingua 2 per un bambino italiano. Spero in un seguito, continuerò a seguirti! Valeria
Terry says
ok thanks lo faro’.
Buona Giornata 🙂
laura says
ciao Letizia
complimenti. Il tuo intervento è stato molto interessante. Purtroppo i tempi televisivi non hanno permesso di chiarire tutti i punti presi in esame,
In particolare mi interesserebbe la tua opinione su quanto detto dal professore relativamente all’insegnamento della lettura.
Lui consigliava di iniziare prima dall’italiano e passare poi all’inglese. So che in alcune scuole bilingui adottano un approccio diverso, insegnando primala lettura del l’inglese e poi, a partire dal secondo anno, dell’italiano.
Se ho capito bene l’intervento di elisabetta nella scuola propongono le due lingue simultaneamente.
Tu che ne pensi?
Le argomentazioni del professore mi sembravano documentate (mostrava un grafico) ma il discorso è stato troncato subito.
Federica says
Ciao Letizia,
anche secondo me sei stata equilibrata e diretta ed è stato un piacere ascoltare i tuoi interventi, ma avrei voluto che ti inquadrassero quando il fondatore di Ludum troncava seccamente ogni possibilità di insegnare l’inglese a casa se non si è madrelingua. Chissà se la tua non-verbal communication esprimeva cosa stavi pensando di lui in quel momento! 🙂
Anch’io ho trovato interessante l’intervento del professor Pauleso e vorrei sapere cosa ne pensi della questione dell’insegnare a leggere e scrivere prima, dopo o contemporaneamente nelle due lingue.
Io ho optato per far imparare a mia figlia a leggere e scrivere prima in italiano (frequenta ora la prima elementare), ma mi chiedo come procedere con l’inglese.
Io ho imparato a parlarlo prima di saper leggere e scrivere e quando è arrivato il momento di farlo (attraverso un corso d’inglese), nel frattempo già scrivevo e leggevo in italiano, quindi l’apprendimento è stato diverso rispetto ai bimbi inglesi.
Hai dei consigli da darci?
Io, per non saper nè leggere nè scrivere (idiomatic che casca a fagiolo), pensavo di chiedere aiuto a qualche insegnante d’inglese madrelingua, almeno sul metodo da adottare.
Grazie,
Federica
Bilingue Per Gioco says
Federica, Laura,
io ho aprlato della mia scelta nei confronti di lettura e scrittura in un commento (qui) al post di Marco (qui). Il Prof. Pauleso mi ha confermato che la mia scelta era quella giusta, sostanzialmente ho deciso di non insegnare a leggere e scrivere in Inglese a mio figlio, per lo meno non a 4 anni, e non in modo intenzionale.
L.
Alice says
Senza volermi sostituire a più esperto, vi vorrei solo raccontare la mia esperienza. P il mio nano di 5 anni sta impArando a leggere e scrivere in Eng con me perché stiamo seguendo i programmi di homeschooling UK al pomeriggio mentre al mattino va a un normale asilo italiano. Quindi in italiano non sta ancora imparando ufficialmente ma dimostra curiosità, spesso quindi la nonna gli mostra come leggere scrivere in italiano, senZa un metodo strutturato pero’.
Ne segue che spesso chiede se una parola sia in italiano o in inglese e poi la legge di conseguenza, a volte con risultati esilaranti ma spesso ci imbrocca…
Secondo me quindi dai 5 anni un bimbo a cui e’ chiaro che esistono due lingue puo seguire un percorso di alfabetizzazione anche parallelo, purché non si stanchi troppo…
Arianna says
Alice, anche noi ci troviamo nella medesima situazione: portiamo avanti da un paio di mesi l’homeschooling in inglese (con insegnante madrelingua) per mia figlia maggiore, 5 e mezzo. Idem, in italiano non sa ancora leggere (almeno che io sappia…;-) ma scrive in stampato maiuscolo. Come detto altrove, abbiamo iniziato il percorso con l’idea di prepararla a un’eventuale british school, anche se poi, prevalentemente per motivi logistici, non siamo più dell’idea (a meno che non ci recuperi dalla waiting list quell’unica scuola non impossibile da raggiungere, mai dire mai). Ma c’è anche da dire che lei stessa ha manifestato interesse già da quest’estate, con i libri di Dr. Seuss e della collana Ladybird, Read it by yourself. Pensavo di lasciar stare la scrittura in lower case per il momento ma è stata lei stessa a chiedere all’insegnante di farla provare, vuole copiare le parole dei libri…quindi finora direi che va alla grande, vedremo poi. Certo è che se in qualsiasi momento mi accorgessi che si stanca o non le va non andrei avanti, potrebbe benissimo imparare in un secondo momento.
A
Alice says
Arianna, avrei mille idee e dubbi sull homeschooling “parziale” su cui confrontarmi con te, se ti va possiamo chiedere a Letizia un blog su questo argomento? Letizia che dici, puo’ interessare?
Bilingue Per Gioco says
Un blog intero non so, uno o più post sicuramente… 😉
Se scrivi un post Alice, con la tua esperienza e i tuoi dubbi, lo pubblico con piacere, e sicuramente la discussione sarà molto interessante! mandamelo pure per email.
L.
Alice says
Arriva email appena ho un attimino per organizzare le idee…
Arianna says
Con piacere Alice. Credo che la discussione su questo tema potrebbe interessare a molti. Aspetto il tuo post!
Un saluto,
a
ros says
Cara Letizia,
complimenti, ho appena visto il video e sei stata bravissima.
Apprezzo moltissimo il fatto che tu stia cambiando il ruolo delle famiglie nell’educare i figli: capire che si può e si deve essere attivi e non spettatori di un lavoro altrui è una piccola rivoluzione.
Sul fatto di non parlare in inglese ai figli se non si è perfettamente madrelingua, mi è stato detto anche dalla maestra di inglese della scuola bilingue di Milano che frequenta mio figlio. Per quasi due mesi ho voluto seguire questa indicazione (con il sangue che mi ribolliva nelle vene), ma ho capito che è davvero una stupidata! Ha mortificato me, che ho studiato per anni l’inglese e non ha avuto alcun beneficio su mio figlio. Quindi da qualche settimana ho detto a mio figlio che dobbiamo studiare inglese insieme e gli leggo delle storielle, vediamo i cartoni in inglese insieme, e ho rivisto dei giochi italiani nella versione inglese (strega comanda colore in inglese, nascondino in inglese….).
Volevo farti 2 domande:
1) all’inizio della trasmissione una voce fuori campo afferma che per diventare bilingue è necessario essere esposti alla lingue minoritaria per 2 ore al giorno. Sei d’accordo? Può essere un tempo di esposizione cui aspirare?
2) uno dei professori faceva una differenziazione tra imparare le lingue da bambini e da adulti, ma secondo me è stato poco chiaro. Io avevo letto i risultati di una ricerca che sarebbero i seguenti. I bambini fino ai 9 anni che imparano lingue straniere le “immagazzinano” nella stessa zona del cervello della lingua madre; dopo i 9 anni le immagazzinano nella zona in cui ci sono tutte le altre informazioni. La differenza sarebbe nella facilità nel dimenticare le lingue imparate. Nel primo caso difficile e nel secondo facile. Come dimentico la storia se non la studio, non la riguardo, così dimentico una lingua non utilizzata. Secondo te si riferiva a questo?
Grazie
alessandra says
Interessante.
Persone preparate e di alto livello.
Letizia molto convicente e very fine……
ciao
raffaella says
per Terry: il mio computer gira su linux e mi è stato spiegato che non è compatibile con silverlight. Anch’io purtroppo non ho ancora visto nulla, appena riesco (ho il figlio in mutua) mi cerco un computer con windows