Negli ultimi anni il periodo natalizio era diventato francamente un po‘ troppo affollato nella nostra famiglia: Iniziava il 6 dicembre con San Nikolaus che cedeva il passo il 13 a Sankta Lucia. Il 25 era la volta dell‘ eterna lotta tra il globale Papà Noel e il locale Olentzero basco, senza contare il Christkind valtellinese. Il 6 gennaio, finalmente, le feste si concludevano con l‘ improbabile incontro-scontro tra i Reyes Magos e la Befana: ovviamente tutti stra-carichi di zucchero e plastica made in China. Troppo!
In questi mesi ho cercato di fare un po‘ di chiarezza, di ripartire da zero, di cercare la ‘‘nostra,, tradizione incoraggiata dalle domande incalzanti dei bambini, ormai in grado di capire e -soprattutto- di esigere delle risposte credibili. Ho cercando di avvicinarmi il più possibile alle radici dell‘ albero genealogico di ‘‘Babbo Natale,, percorrendo a ritroso un sentiero tortuoso fatto di spostamenti, commistioni, scissioni, adattamenti, sincretismi fino a raggiungere -forse- l‘ essenza comune a questi affascinanti e misteriosi ‘‘elargitori di doni, portatori e promotori di puro amore oblativo. Qui vi racconto quello che ‘‘ho scoperto,,.
Il Natale, nella versione religiosa che conosciamo, viene istituito nel 330 da Costantino in seguito ad una cristianizzazione del culto del deus Sol invictus, coincidente con il solstizio d‘ inverno. Per intuibili motivi vennero abolite le tradizionali celebrazioni complementari di gennaio e febbraio dette Lenee: feste rituali di origine frigia, di natura orgiastica dediacte a Bacco-Dionisio (il dio boschivo dai piedi caprini).
In epoca pre-cristiana, uno spirito silvano dalle caratteristiche fisiche e morali simili a quelle di un fauno o di green man, si aggirava per le foreste nei gelidi inverni russi. Il suo nome era Morozko , aveva il potere di congelare le persone o di infondere loro la forza per ritrovare la strada verso casa. Morozko aveva una lunga barba bianca come la neve, vestiva con i freddi colori dell‘ inverno, era in grado di prendere le sembianze del vento, delle fronde degli alberi, aveva il potere di destare le ire di venti e violente tempeste di neve soltanto con uno schiocco di dita. Dall‘ unione di Morozko e Vesna (personificazione della primavera) nacque Snegurochka: splendida fanciulla dai luminosi capelli color del grano, dagli occhi celesti e dalle guance rosse molto simile alla tradizionale rappresentazione di Sankta Lucia, Christkind nonché delle eroine delle fiabe.
Con il passare del tempo, le qualità negative di Morozko, vennero eliminate e trasferite sulla sua acerrima nemica Baba Jaga: una potente strega nascosta nella profondità della foresta, incredibilmente simile alla ‘‘nostra,, Befana, in grado di annientare o elargire importanti doni (uno su tutti quello della conoscenza).
Morozko assumerà in seguito le più docili e familiari sembianze di Ded Moroz (nonno Gelo) diffondendosi con nomi differenti negli altri Paesi dell‘ Est durante l‘ epoca comunista. Nello stesso periodo politico, più precisamente in concomitanza con la così detta ‘‘guerra fredda‘‘, gli abiti di Ded Moroz abbandonano il turchese del ghiaccio e l‘ argento delle stalattiti per assumere il vivace rosso della bandiera URSS a scopi propagandistici. Snegurochka ne diviene la nipote e i due somigliano sempre più ad una caramellata fiaba Disneyana: vivono nella foresta, si prendono cura degli animali e portano doni a i bambini nella notte di capodanno.
Sempre in epoca pre-cristiana in concomitanza col solstizio d‘ inverno, un altro personaggio dalla lunga barba si aggira per le foreste del Nord-Europa in compagnia del fedele cavallo volante Sleipnir, intento a preparare una battuta di caccia: è il dio Wotan o Odino che premierà con un dono o con la benevolenza i bambini che la sera lasceranno un po‘ di fieno per Sleipnir nei loro calzari fuori dalla porta.
Wotan e Ded Moroz verranno assorbiti in epoca cristiana dalla celeberrima figura di San Nicola di Myra protettore dei bambini.
San Nicola, Santa Claus, S. Nikolaus, Samichlaus (…) il nome del santo si è adattato alle varie culture, così come la sua estetica: può essere accompagnato da renne volanti, cavalli, caprette, asini; Può avvalersi di uno o più aiutanti: Zwarte Piet, Père Fouettard, Klaubauf, Pelznickel, Scmutzli e persino l‘ insospettabile Baldassarre dei Re Magi! (…) aiutanti misteriosi dai colori dell‘ ombra, incaricati di portare il sacco dei doni e di consegnare il carbone ai bambini cattivi o, come nel caso del crudelissimo e demoniaco Krampus di terrorizzarli.
La conclusione a cui sono giunta, in seguito a questa piccola ricerca iconografica, è che le dicotomie S. Nikolaus-Krampus / Sol invictus-Dionisio / Ded Moroz-Baba Jaga (…) non sono altro che l‘ ennesima -meravigliosa- rappresentazione dell‘ incontro di due archetipi junghiani: quello dell‘ ombra con quello del vecchio saggio (o grande madre): un piccolo spunto meditativo per questo Natale 2012 🙂
Neanche a dirlo, a casa nostra quest‘ anno sono arrivati il Samichlaus e lo Schmutzli carichi di doni rigorosamente fabbricati in Svizzera e Germania!
L’autrice di questo post è Eleonora che cura la rubrica Il mondo illustrato
Bilingue Per Gioco says
Eleonora,
GRAZIE! Questa indagine che hai condiviso è interessantissima, andare oltre il babbo natale posticcio dello shopping center a cercare l’origine della tradizione, per poi scoprire che è così indissolubilmente legato alla tradizione di Santa Lucia e della Befana e ad alcuni archetipi della nostra cultura è stato veramente illuminante. Messo così in prospettiva assume un senso anche lui, io l’ho sempre rifiutato perchè non lo capivo, mi sembrava una cosa posticcia…
Santa Lucia* invece mi è sempre piaciuta tanto, ora capisco che non capivo per niente neanche lei, ma almeno aveva il buon gusto di essere una Santa discreta, praticamente senza immagine, un’idea, da interpretare con la fantasia, e proprio per questo molto più realistica come figura “magica” di un babbo natale sempre pronto a sbucarti dietro l’angolo o da un balcone…
Queste tradizioni sono belle perchè sono magiche, misteriose, e di conseguenza in costante evoluzione, cambiano con la sensibilità della gente e ci permettono di rispecchiarci in esse. Lasciamo perdere le barbe finte quindi, e riprendiamoci le storie!
L.
*parlo della santa Lucia di verona (e altre città italiane), tradizione diversa da quella svedese e ancora per niente stereotipata, incredibile a dirsi…
Eleonora says
Grazie, Letizia. Anch‘ io ho scoperto solo quest‘ anno la figura italiana di Santa Lucia: davvero ricca di mistero e fascino. Contiene in sé quella parte di ‘‘ombra,, che la rende completa: spirito di luce ma dal volto occultato, unisce la gioia del dono e il brivido del mistero: stupenda! Quella svedese, invece, ho letto essere stata importata dalla classe nobile a fine ‘800 come ‘‘esotismo‘‘ italiano, la sua estetica è molto ispirata al Christkind tedesco e soltanto a inizio secolo ha riscosso la popolarità di cui tutt‘ ora gode grazie ad un concorso di bellezza (sigh) che lanciò un quotidiano nazionale per trovare la Lucia dell‘ anno.
Arianna says
Interessantissimo Eleonora, I do love your posts!!
Grazie e buone feste,
a
Graziana says
Bellissimo post! Io odio Babbo Natale rosso e con la barba bianca, non mi ha mai regalato niente :))!! Ma adoro BABA JAGA e la BEFANA, e a proposito della prima vi invito all’ascolto di questa canzone dei tempi dell’URSS http://www.youtube.com/watch?v=g8ePnrDxeIM&feature=related
Nel video potrete vedere varie rappresentazioni di Baba Jaga e della sua capanna sulle zampe di gallina (alcune tratte dal film “???????” di cui potrete vedere una scena con Baba Jaga e la sua capanna qui http://www.youtube.com/watch?v=3Pm5EyrD3Vw) .
Eleonora says
Grazie, Graziana!
Anch‘io mi sono letteralmente innamorata di Baba Jaga! Ho scoperto (ma sto cercando fonti più sicure) che dalla fiaba russa ‘‘Vassilissa la bella,, sono poi nate molte fiabe che conosciamo grazie ai fratelli Grimm: da Hänsel und Gretel a Biancaneve a Cenerentola ed è incredibile scoprire come molti episodi della mitologia greca contengano fortissime similitudini con molte fiabe russe. Ti lascio il link su un articolo che ho scritto sull‘ archetipo di Baba Jaga, nel caso ti interessasse:
http://dentrolafiaba.wordpress.com/2011/10/28/la-strega-nella-fiaba-nel-mito/
Immagino che il nome del film fosse scritto in cirillico 🙂
Graziana says
Sì, avevo scritto in cirillico “Morozko”! Grazie del link al tuo articolo: lo ho appena iniziato a leggere
Elena says
Bellissimo racconto! Grazie mille!! In Russia bellissima Snegurochka(il simbolo di purità e magia) e una nipotina Di DED MOROZ- nonno gelo .Loro sono molto amati da bambini russi. Vengono sempre nelle case e nelle scuole per portare regali. Un momento davvero magico prima di Capo d ‘Anno.
Eleonora says
Grazie, Elena!
Pagherei oro per poter assistere ad una di queste visite, ma soprattutto per saper leggere il russo e conoscere da fonti dirette le meravigliose leggende, fiabe e tradizioni di questa cultura straordinaria!
Carolina says
Bellissimo post, Eleonora, grazie di avere condiviso con noi le tue ricerche!
Mi piace troppo il tuo modo di scrivere 🙂
Eleonora says
Grazie, Carolina!
Pensa, ho letto che in Olanda e nelle fiandre l‘ aiutante di S. Nikolaus, molto simile a Baltasar, è noto per mettere i bambini cattivi in un sacco e portarli in Andalusia! La leggenda, pare, nacque all‘ epoca della dominazione dei cosí detti ‘‘mori,,. è interessantissimo notare come in molte scuole spagnole oggi, per un sincretismo moderno, vengano a portare ‘‘chuches,, Papà Noel e Baltasar: un‘ accoppiata curiosa ma visivamente identica a quella tradizionale olandese 🙂
Carolina says
Quando io ero piccina piccina (primi anni ottanta) venivano i tre Re Magi, non c’era neppure l’ombra di Babbo Natale (Papá Noel). Poi dopo, verso i miei 8-9 anni, già c’era il barbutopanzuto.
Non conoscevo la tradizione olandese, ahahahah. Se penso che io sono andalusa, a me farebbero un piacere, altro che dover prendere l’aereo e buttare soldi 😀
Federica says
Grazie cara, cronistoria molto apprezzata! Io in questi anni non volendo trasformare una festa per noi religiosa in qualcosa di puramente commerciale ma senza per questo eliminare del tutto babbo natale, ho raccontato a mia figlia che i doni li porta lui, ma sulla base delle indicazioni che gli dà Gesù bambino il quale sa guardare nel cuore di tutti i bimbi e. Si regola di conseguenza. Un po raffazzonata come spiegazione forse ma almeno mi giustifica in qualche modo santa clause che in Italia non ha molte radici…
Eleonora says
Ciao, Federica!
Anche qui hanno trovato una soluzione per certi versi simile: la scorsa settimana siamo andati a fare un giro della città in carrozza con il Samichlaus che raccontava un po‘ di leggende locali (per fortuna c‘ era una mamma italo-svizzera che mi faceva da traduttore siccome il Sami. parlava solo in Schweizerdeutsch!) e spiegava ai bambini presenti che avrebbero dovuto scrivere una lettera con le richieste e i buoni propositi, appenderla fuori dalla finestra e che un criceto sarebbe andato a prenderla portandola a Samichlaus nel bosco, lui in persona si sarebbe poi incaricato di mandare la lettera a Gesù Bambino che a sua volta avrebbe distribuito i regali. Non era molto convincente: io ho detto ai bambini che era solo un teatro e che quello non era il vero Samichlaus: la tua versione mi sembra molto più sensata! 🙂
Comunque la parte interessante è che questi adattamenti personali e familiari sono mossi dallo stesso principio evolutivo che spinge a creare adattamenti e commistioni culturali su scala più ampia: secondo me è meraviglioso perché ci fa sentire parte attiva e diretta della nostra cultura attraverso la conoscenza e la riflessione, anziché farcela ‘‘subire,, attraverso automatismi passivi che raggiungono la stasi creativa (ed estetica!!!) nel ‘‘babbo natale posticcio da centro commerciale,, che citava Letizia nel primo commento.
Corro il rischio di sembrare una fanatica, ma sono convinta del ruolo fondamentale del genitore di trasmettere attivamente la tradizione: ora parliamo di babbo Natale, ma lo stesso principio si può applicare al dialetto, alle micro-tradizioni locali, se non ci occupiamo noi individui di trasmetterle, in un paio di generazioni possono andare completamente perdute, ed ogni -seppur piccola- perdita è un passo in più verso l‘ appiattimento, l‘ inerzia e la decadenza (biologica, spirituale, estetica, materiale, culturale…olistica insomma).
Monia says
Grazie Eleonora ! E’ bello andare a cercare l’ origine delle tradizioni e immancabilmente si scopre quanto esse siano simili. Complimenti anche per le ricerche cosi minuziose.
Eva says
grazie eleonora, molto affascinante! potresti dirci qualcosa di più su quell’immagine di Nikolaus von Myra con quel corpo a pezzi dentro una botte? piuttosto inquietante per un babbo natale… 😉
Eleonora says
Monia, Federica, Arianna grazie 🙂
Eva, effettivamente l‘ immagine è un po‘ inquietante ma sdrammatizzata dalle espressioni di ‘‘non-chalance,, tipiche dello stile pittorico dell‘ epoca 🙂
Il dipinto si riferisce ad una leggenda che narra un miracolo compiuto da San Nicola: riportò in vita tre persone (la versione più diffusa vuole che si trattasse di tre bambini ma il dipinto raffigura un adulto) dopo che un oste (o un macellaio) li fece a pezzi e li mise in salamoia per venderli come cibo.
Adesso non mi fermo più :-):
un‘ altra leggenda vuole che il santo, proveniente da una famiglia benestante, aiutò anonimamente tre fanciulle cadute in disgrazia lanciando di notte tre sacchi di denaro vicino alla loro casa, offrendo loro la dote e la possibilità di matrimonio e di una vita dignitosa (a Bari, mi pare, è venerato dalle donne nubili che vogliono incontrare l‘ anima gemella).
A Lecco -vicino a dove sono nata e cresciuta- si racconta che S. Nicola offrì a tre bambini poveri tre mele che si trasformarono in oro risolvendo loro ogni problema (probabilmente due versioni di una stessa leggenda, ma È interessante come il numero 3 sia una costante e sia una sua caratteristica iconografica internazionale).
Un‘ altra teoria giustificherebbe la sua funzione di ‘‘elargitore di doni,, con una ‘‘strategia,, di diffusione di fede che mise a punto per i bambini dei paesi più isolati che non si potevano recare in chiesa: mandava dei sacerdoti nelle case dei bambini con del pane dolce e della frutta per omaggiarli ed avvicinarli alla fede.
Eva says
eleonora, grazie di nuovo per la spiegazione! 🙂
Flavia says
Grazie Eleonora, interessante questo viaggio a ritroso alla ricerca delle radici delle nostre tradizioni; sempre belli, interessanti e ricchi di stimoli i tuoi post. Anche io sono una grande amante, anche se poco esperta, dell’illustrazione. Ma, alla luce di tutte queste tue ricerche, toglimi una curiosità: a questo punto come rispondi alle ‘domande incalzanti’ dei tuoi bambini? Così comincio ad accumulare idee per prepararmi per tempo 🙂
Eleonora says
Grazie a te, Flavia!
In realtà è stato abbastanza semplice: inizialmente ero stra-decisa a non mentire MAI ai miei bambini -come al resto dei miei simili- ma la scuola svizzera ha fatto il suo dovere raccontando la storia di Samichlaus e Schmutzli, così, visto che tra i miei piani c‘è quello di integrarmi il più possibile l‘ ho accettata e approfondita (il risultato è questo post, che alla fin della fiera, in qualche modo, conferma anche a noi adulti che un‘ entità natalizia-panteista ESISTE :-)).
Essendoci trasferiti lontano dalla Spagna e allontanandoci dalla cultura il ‘‘problema,, Re Magi- Baldassarre-Oletzero -PapÀ Noel si è risolto da sé: il 6 gennaio, quando metteremo le tre statuine dei Magi nel presepe darò loro una spiegazione -per quanto possibile- esclusivamente storica. Santa Lucia la vivono in modo molto leggera, alla svedese: un evento folk ed estetico senza implicazioni di fede (anche se ho mostrato ai più grandi alcune foto della S. Lucia italiana: è troppo bella! e alla domanda ‘‘ma È quella vera?,, ho risposto con un vilissimo ‘‘non lo so,, 🙂 senza alimentare false aspettative e senza distruggerne l‘ incanto).
Poi siccome il 25 saremo dai nonni e loro- giustamente- non hanno intenzione di rinunciare alle loro tradizioni (che poi sono anche quelle della mia infanzia) lascerò a loro l‘ onere di spiegare come può il Christkind-Gesù bambino (un neonato!) portare doni a tutti i bambini del mondo, nel frattempo però ho fatto vedere alcune immagini e un video del Christkind tedesco (praticamente una per niente sobria donna adulta con le ali da iside e i boccoli da putto), spiegando loro che si tratta di una rappresentazione simbolica della nascita e a grandi linee il nesso con la S. Lucia svedese e il sole (usando parecchi ‘‘forse,, ‘‘si pensa che,, lasciando chiaro che ognuno ha le sue teorie e le sue leggende e non si sa esattamente quale sia quella autentica, semmai ne esistesse una sola autentica…). La Befana arriverà, sempre da parte dei nonni, ma sono molto istruiti in proposito: mi vedono spesso trafficare con foto e disegni di streghe: mi hanno già fatto tutte le domande possibili ed immaginabili a cui rispondo con sincerità ma il minimo indispensabile e sempre coltivando quel margine di ambiguità che tanto incanto conferisce alle cose :-).
Di fatto loro stessi sono giunti alla conclusione che in Spagna ESISTONO i re Magi, in Italia e Germania Gesù bambino e in Svizzera Il Samichlaus e lo Schmutzli.
Poi ho scoperto che ogni comune ha un numero di telefono a cui chiamare per far arrivare i due personaggi non prima di aver fornito informazioni sulla ‘‘condotta,, del bambino, se si riesce a prenotare la visita in tempo (il servizio è richiestissimo e copre solo 3 giorni all‘ anno), arrivano in casa con dei costumi teatrali stupendi e realistici e fanno la scenetta: lo Schmutzli finge di voler portar via il bambino mettendolo nel sacco perché ha fatto qualcosa ‘‘di brutto,, (sciocchezze tipo non mangia verdure, non vuole andare a scuola…) poi Samichlaus ferma lo Schmutzli perché dice che il bambino ha fatto anche molte cose buone (ha aiutato i compagni, È barvo a scuola…) e dal sacco estrae il regalo dimostrando che il bene che vince sul male. Questo reso-conto l‘ ha fatto un ragazzo di 35 anni ancora sotto schock per l‘ inseguimento dello Schmutzli intorno al tavolo (!!!), mi auguro che oggi giorno la visita sia qualcosa di più soft visto che il prossimo anno ho intenzione di chiamarli 😉