Eccoci di nuovo all’appuntamento con lo spagnolo per non madrelingua.
Oggi vediamo dei mezzi alternativi al libro per far entrare la lingua in casa: parleremo di riviste, online e cartacee, pensate per bambini (anche molto piccoli) e genitori.
La rivista cartacea a cui noi siamo abbonati da quasi un anno si chiama Popi ed è edita da Bayard. Ci si abbona a 10 numeri annuali al costo di circa 75€ da questo sito Purtroppo non c’è la possibilità di avere un numero di prova prima di abbonarsi ma confido che questa recensione possa servirvi a capire se fa per voi…
La rivista è pensata per bambini da 1 a 3 anni, anche se io l’ho presa quando la figlia maggiore aveva 4 anni e mezzo in quanto, essendo per loro lo spagnolo la terza lingua, il lessico acquisito è comunque meno ampio rispetto a quello di un madrelingua e temevo che quella successiva (Caracola, stessa editrice) fosse troppo complessa.
La scelta si è rivelata azzeccata: sia per il discorso della terza lingua sia perché, come spesso succede, le fasce di età indicate da riviste o libri per bambini non sempre corrispondono all’effettivo utilizzo che poi se ne fa. Ad esempio, in Popi c’è sempre quella che chiamano “sorpresa”, cioè una pagina con parti staccabili con cui i bimbi costruiscono un craft: provate un po’ a farlo fare a un bimbo di un anno…nella gran parte dei casi il craft finisce per essere ingerito! Vero che volendo potreste leggere le storielle e filastrocche anche a un bimbo appena nato ma allora meglio prendersi un libro, la rivista è una cosa diversa e si usa in maniera diversa:
Ll’obiettivo del fare un abbonamento annuale a una rivista per bambini è che loro stessi fruiscano appieno della rivista, sia per la parte da leggere (con il vostro aiuto se non sanno ancora leggere) sia per quella “operativa” (disegni, lavoretti, giochi enigmistici). Quindi direi che, nel caso di Popi, vale la pena abbonarsi dai due anni del bambino (anche per un madrelingua).
Come è fatta una rivista per bimbi così piccoli? Innanzitutto, per ogni mese c’è un tema (la lluvia, el cole, el jardín, etc.); per facilitare l’esplorazione autonoma delle pagine ci sono grandi segnalibri colorati con disegni che richiamano l’attività o lettura proposta. Tra queste, oltre alla sezione con elementi staccabili di cui abbiamo già parlato, ci sono sempre le storie di vari animali (el monito Popi, la ratita Lili, Osito Pardo) che richiamano il tema del mese, facendo quello che fanno i bambini, con storie narrate attraverso foto, immagini e pittogrammi, utilissimi questi ultimi per favorire la padronanza del lessico.
Poi c’è l’appuntamento con un bimbo “vero”, Miguel, che ogni mese ne combina delle belle…altra sezione: “el mundo de…” un racconto per immagini, in cui i bambini vengono invitati a descrivere ciò che vedono, per stimolarli a parlare nella lingua target. Infine, non manca una sezione “para jugar juntos“ (niños y padres): sono filastrocche per giocare con i bambini, molto simili a quelle che in inglese sono conosciute come finger rhymes (“en mi patio“, “pulgar abajo, pulgar arriba“, etc.) semplici semplici da imparare per il genitore ma in grado di garantire ore di risate e divertimento e non conosco bambino a cui non piacciano (a qualsiasi età, in qualsiasi lingua).
Altri spunti per giocare con i bambini in spagnolo si trovano nell’inserto “Padres” collegato alla rivista online Conmishijos:
a parte i temi legati alla genitorialità, comuni a molte altre riviste e portali dello stesso genere, si trovano spunti molto interessanti su cose da fare a casa: recetas (tarta de zanahorias, iummy!) gimnasia (bellissime le posizioni yoga da fare con i bimbi!), bricolage. Ovviamente quello che manca a noi genitori, soprattutto se lavoratori, è il tempo: per quanto mi riguarda, come già detto altrove, devo per lo più appaltare le attività manuali alla tata, che fortunatamente in questo caso può anche curare la lingua. Però ogni tanto mi dò un’occhiata alle proposte e uso appendere in cucina le cose che mi piacciono di più (di solito ricette di cucina) in attesa di trovare il tempo e la voglia per realizzarle con le bambine (e ogni tanto ce la si fa, non spesso ma ogni tanto sì).
Altra cosa che differenzia molto la rivista dal libro è la periodicità, intesa innanzitutto in termini di arrivo a casa: le bimbe la aspettano guardando nella cassetta della posta, dopo un po’ si regolano e sanno quando più o meno dovrebbe arrivare. Popi è, fortunatamente, piuttosto puntuale e ogni volta è una grande emozione quando riconoscono la busta e i propri nomi nello spazio dedicato al destinatario. La periodicità è utile e interessante anche in termini di argomenti: i vari numeri seguono il periodo dell’anno in cui si è in quel momento, con le attività e i fenomeni più frequenti nella vita di tutti i giorni (ad esempio, in estate c’è uno “special de verano“, molto più corposo e “operativo” del numero classico, con molti disegni da completare e colorare e giochi enigmistici tutti sul tema del mare e dei giochi da spiaggia). Quindi il bimbo ritrova nella rivista, in un’altra lingua, cose che fanno parte della sua quotidianità e, come sappiamo, la ripetizione e il “già noto” è sempre ben accetto quando si tratta di bimbi piccoli. Per lo stesso principio, ritrovare gli stessi personaggi da un numero all’altro e seguire le loro nuove avventure è qualcosa che incuriosisce molto il bambino e lo fa sentire a suo agio, e non c’è dubbio che associare la lingua a un’esperienza positiva dal punto di vista emotivo faccia bene all’apprendimento e alla crescita personale.
A proposito, cito questo vecchio post di Letizia sulla rivista Okido (questa ve la consiglio caldamente per l’inglese)
Infine, vale la pena notare che le riviste di Bayard fanno parte del “Plan de fomento de la lectura” del Ministerio de cultura español, che sembra un po’ il progetto ” Nati per leggere”, attivo in Italia già da qualche anno. E, per tener conto non solo del Castellano ma anche delle altre lingue iberiche, vi segnalo che a partire dai 4 anni le riviste di Bayard sono disponibili anche in Català – a proposito: un ritratto arguto della Spagna, con le tante diversità culturali e linguistiche che coesistono al suo interno, lo trovate in “Sakamura, Corrales y los muertos rientes” di Pablo Tusset
Per capirci Tusset, che non c’entra niente con i bambini ed è uno scrittore “per caso” barcelonese – per tutta la vita ha fatto l’informatico – è lo stesso di “Lo mejor che le puede pasar a un cruasán“, tradotto in diverse lingue e anche in Italiano (tascabili Feltrinelli “Il meglio che possa capitare a una brioche”) che se non lo avete letto dovete assolutamente rimediare 😉
Alla prossima, ¡hasta pronto!
L’autrice di questo post è Arianna
Maria says
Anche noi l’avevamo in Francese e poi siamo passati a ‘Pomme d’api’ (che non saprei come é stato tradotto in spagnolo…) sempre di Bayard per i 3-7 anni, ovviamente ancora più apprezzata dai bambini di quest’età in fase di apprendimento della lingua scritta.
Ciao e joyeuseuses fêtes de fin d’année!
Maria
Arianna says
Ciao Maria,
per la fascia di età 4-7 anni in spagnolo abbiamo, sempre di Bayard, “Caracola” (già citato nel post) e “LeoLeo”
http://www.conmishijos.com/suscripcion_revistas_2011.php?revista=l&utm_source=autopromo&utm_medium=banneredades&utm_content=leoelo_reloj_5695&utm_campaign=webleoleo
quest’ultimo più adatto a bimbi che sanno già leggere (lo dice il titolo…!)
c’è comunque da notare che la rivista non viene semplicemente tradotta da una lingua all’altra ma viene fatta un’opera di localizzazione, quindi adattamento dei contenuti alla cultura e alle usanze del Paese in questione.
¡felices fiestas a todo el mundo!
A
Nicoletta S says
grazie tante per la preziosa indicazione. provvederò subito a fare l’abbonamento e a farlo arrivare a casa della nonna “spagnola” e che non parla mai spagnolo con la nene. Nella speranza che con un cartaceo anche lei abbia suggerimenti per riattivare la sua lingua ed aiutarmi nel compito. (la bimba trascorre tutti i pomeriggi con la nonna).
Nicoletta
Arianna says
Cara Nicoletta,
fai bene a dotare la Nonna di materiale in lingua, vedrai che sarà un importante stimolo per recuperare la propria lingua materna nel rapporto con la nipote. Abbiamo visto più volte come questa cosa non sia così scontata, anche per un madrelingua. Io stessa mi trovo in una situazione simile con le ragazze che lavorano in casa: entrambe madrelingua, con un forte e quotidiano legame con la lingua spagnolo, che usano in maniera esclusiva con la propria famiglia e gli amici, ma per i casi della vita la loro relazione con le bimbe era nata in italiano e fare lo switch non è così semplice né scontato (sul tema vedi anche questo post e i commenti: http://bilinguepergioco.com/2010/06/09/perche-la-tata-non-vuole-parlare-la-sua-lingua-col-mio-bambino/)
Comunque posso assicurare che da quando mi sono fatta coinvolgere in prima persona nella ricerca e reperimento di materiale in lingua la situazione è nettamente migliorata e lo spagnolo è un po’ meno la Cenerentola di casa…
¡suerte!
A
Sonia says
Grazie delle informazioni!!!
Mio figlio ha soltanto 15 mesi, e sinceramente l’idea di una rivista mensile non mi era venuta in mente (non sapevo nemmeno che esistessero!), ma provvederò!! A fin dei conti pure io aspetto ogni mese con ansia le mie riviste di arredamento… 😉
Grazie di nuovo Arianna!!
Arianna says
Ciao Sonia!
Auguri per il tuo piccolo e… buona lettura!!
A
Elena says
Qualcuno mi potrebbe gentilmente consigliare la rivista in italiano da 0 /3 anni? Ho una bimba di 2 anni e mezzo .Grazie mille. Meraviglioso nuovo anno a tutti .
Arianna says
Prova con questa:
http://www.focusjunior.it/focuspico/
l’età consigliata è 3-6 anni, non l’ho sperimentata direttamente ma mi hanno detto che è ben fatta (la trovi anche in edicola).
Augurissimi,
a
Elena says
Grazie mille Arianna!!
Arianna says
Non so se avete notato la típica itañolata: “Lo mejor che (que)…”, stessa pronuncia ma diverso modo di scrivere…ha ragione Carolina, non c’è rimedio! 😉
Carolina says
Eccomi, quando si parla di itañolate compaio come Beetlejuice, con la differenza che non dovete invocarmi tre volte, ne basta una! Ma quanto sono divertenti le itañolate, poi?
Bellissimo post, Arianna. Confesso che io non ho dato molto peso alle riviste, anche perché i miei bimbi sono stati tutti e due “papirofagi”, davvero, hanno letteralmente mangiato la carta (non vi dico che strazio la fine che hanno fatto certi libricini loro) nel loro periodo “orale”. A quanto pare non è un comportamento troppo strano, per cui pace. La bimba ha smesso quando ha fatto due anni (ora fra un paio di mesi ne farà quattro) e il bimbo è sulla via della guarigione, per cui è arrivato il momento per le riviste! 😀
(Come vedete, casa mia è una gabbia di matti, ma ci divertiamo un mondo!)
Buon anno a tutti!
Carolina says
E poi, scusa, perché dici l’appuntamento per i non madrelingua? Offri delle risorse preziose per tutti, te lo assicuro!
Arianna says
Grazie Carolina, questo mi fa molto molto piacere…allora diciamo Spagnolo per tutti: ibéricos, latinos e itañoli!
¡Feliz Año Nuevo!
A
Monica says
Grazie mille per tutti i consigli! vedremo di fare arrivare Popi a Catania
Arianna says
Prego, buon 2012 e buona lettura,
a
Nicoletta S says
abbonamento sottoscritto!!! speriamo sia un successo!!!
Arianna says
Me lo auguro anch’io, facci sapere!
A