Il poter organizzare i propri viaggi da se’ ricercando dati, luoghi e prezzi su internet e l’applicazione del principio ” prima prenoti meno spendi” ad aerei, ostelli, treni, noleggi etc, sono novita’ comparse proprio nei miei anni universitari, quando avevo piu’ tempo libero e meno mezzi economici per viaggiare. Di colpo andare all’avventura non era piu’ una faccenda riservata solo agli intrepidi: i margini di sicurezza e prevedibilita’ erano piu’ che sufficienti anche per una ragazza che viaggiava da sola.
Inizialmente mi sono calata nella filosofia low cost del fare-vedere-andare il piu’ possibile / al prezzo piu’ basso possibile per necessita’. La prima volta che ho dormito in aeroporto (perche’ dormire in albergo sarebbe costato quattro volte il costo del biglietto), ero a Londra Stansted, la sera del concerto del Live8. Ero sola, ma c’erano cosi’ tante persone che per trovare un pezzo di pavimento libero ho dovuto aspettare che qualcuno abbandonasse la sua postazione per andare in bagno. Fu cosi’ che imparai che negli aeroporti di notte fa freddo anche in piena estate ed e’ meglio portarsi un sacco a pelo o almeno un materassino da yoga piegato in valigia , per isolarsi dal pavimento, e una sciarpa al collo da usare come copertina.
Sara’ che col tempo a certi comportamenti low cost ci ho fatto l’abitudine, credo che non abbia mai senso sprecare risorse . Sono passati anni e questa attitudine e’ radicata nelle mie scelte: l’ultima volta che ho dormito in aeroporto per prendere uno scontatissimo volo delle cinque del mattino da Gatwick, avevo il pancione di quattro mesi. Anche ora che sono diventata una viaggiatrice mamma con pargola al seguito, continuo ad organizzarmi con lo stesso spirito: la mia selezione e’ resa piu’ ardua dal cercare condizioni economiche e/o pratiche particolarmente favoreli alla bimba, ma tra blogs, siti di opinioni e conversazioni reali, riesco a creare, destinazione per destinazione, una tela di informazioni furbe.
Che la maggioranza dei ristoranti francesi ha il menu per i bimbi, che a Londra non c’e’ nulla di meglio per cambiare il bimbo o allattarlo che usufruire dei fantastici e gratuiti bagni di Harrod’s al piano della moda infanzia, che nella maggior parte dei motel americani i bimbi fino a 8 anni dormono gratis. In alcuni motel addirittura fino a 12.
E che esistono una serie di oggetti creati per aiutare i genitori a spostarsi con le proprie creature senza diventare degli sherpa : quando aspettavo la bimba e studiavo cosa comprare per accoglierla nella nostra vita, ho scoperto il blog di Shelly Rivoli, trovando non solo consigli pratici ma anche conferma nella mia idea che fosse non solo giusto e normale, ma soprattutto naturale, voler viaggiare con mia figlia. Quando sono tornata dal primo viaggio ho deciso che, nel mio piccolo, avrei voluto rendere accessibile in Italiano sia le informazioni apprese da Shelly, sia cio’ che stavo scoprendo sul campo della mia esperienza, sperando di poter dare ad altri genitori lo stesso conforto morale e pratico che ho ricevuto io leggendo le sue avventure di mamma volante.
Viaggiare coi bambini, anche molto piccoli si puo’: di certo e’ un diritto, e’ sempre un piacere, a volte e’ una sfida. Come in tutte le cose, piu’ spesso si viaggia con la creatura, piu’ diventa semplice. Per i genitori, che diventano specialisti nel portare in valigia solo quello che e’ realmente necessario per se’ e per la creatura, esperti compratori di oggetti multi utilizzo, super leggeri e ultra piegabili, creatori di pappe istantanee/alternative in collaborazione con baristi volenterosi, prestigiatori nel cambio pannolino in movimento o in verticale. E rilassati sul fatto che una quantita’ ragionevole di sporco non ha mai fatto del male a nessuno. Per la creatura, che si abitua ad intrattenersi osservando il mondo intorno e ad adattandosi alle circostanze, senza aver bisogno per forza dei propri 12 giocattoli preferiti per star buono, del proprio lettino per dormire, della pappa solo come la fa mamma a casa.
In questi ultimi dodici mesi su treni, aerei, auto e autobus, ho imparato che il successo nel viaggiare con mia figlia sta nell’essere estremamente organizzata per il prevedibile e assolutamente pronta ad improvvisare per tutto il resto. L’importante e’ che lei trovi i miei gesti e le mie parole naturali, senza percepire da parte mia panico o stress: nella dimensione del viaggio tutto il contesto intorno a lei cambia, ma io resto la stessa.
Finora non ho mai dormito in aeroporto con mia figlia, ma non dubito che quando si presentera’ l’occasione la trovera’ un’avventura divertente.Per me, so gia’ che sara’ faticosissimo. Ma, ad essere sincera, in questi frangenti subentra un senso di eroismo genitoriale che compensa tutto!
Immagine: Travel with kids, su amazon.it e amazon.co.uk
ero una viaggiatrice agguerrita.
Ho visitato mezza Europa nelgi ostelli o accampata a casa di amici spesso conosciuti durante i precedenti viaggi.
Poi ho incontrato la mia dolce meta’ e tuttoe’ cambiato.
Per una sorta di legge del contrappasso mi sono (e sono) perdutamente innamorata di una persona diametralmente diversa da me, anche nel modo di intendere la vacanza.
Ed oggi che abbiamo un bimbo (“piccirillo” lo chiamiamo noi) i problemi rimangono perche’ io ed il bambino siamo piu’ facili all’adattamento del papa’…..
come ti capisco! io preparo tutto, i gemelli sono pronti, papà invece sta appena iniziando a manifestare la propria perplessità nei confronti dello spostamento.
anche se devo dire che viaggiare con gemmelli piccoli e papà poco propenso a viaggiare diventa quasi impossibile. il mezzo più facile rimane la macchina tutto il resto da sola con due è improponibile.
Viaggi pre-marito: in qualche modo sono sepre sopravvissuta
Viaggi con marito: mi ha sposato perchè conosco più lingue e potevo finalmente portarlo dove voleva 🙂
Viaggi con animali: beh, non sempre sono stati facili
Viaggi con prole-pre-vomito: ovunque, dovunque e comunque
Situazione attuale: 10 km in auto e Pulce n°1 vomita.
Cerco consigli! Ah, Pulce n°1 ha 2 anni e mezzo, i rimedi omeopatici fanno poco, stomaco pieno o vuoto il risultato non cambia. Braccialetti, provati. Cerotto sull’ombelico, pure. L’unico è spostarsi di notte dopo averla tenuta sveglia tutto il giorno ma ci riusciamo solo in caso di spostamenti lunghi.
AIUTO!
ivonne per il momento non so aiutarti, non avendo esperienza in merito, ma l’argomento e’ davvero interessante, come anche il problema del jet lag sui bambini…prometto di farmi una cultura in materia ed in tempo per il prossimo post !
Avete mai sentito parlare di mutazione genitoriale? Se vi serve un esemplare da analizzare, vi offro mio marito!
Ci incontriamo e ci innamoriamo follemente anche per via del fatto che siamo entrambi grandi viaggiatori. Eh vai, ho trovato l’anima gemella… sino a che non si trasforma in papà iperansioso.
Una certa quantità di sporco non fa mai male a nessuno? Vai a dirglielo! Viaggiare è diventato un incubo, altro che sacco a pelo e sciarpa. Lui porta in valigia la farmacia: se la bimba si ammala noi abbiamo tutto. L’ultima volta voleva portare l’aerosol in America!
Mi sa che tra poco partiamo io e mia figlia da sole (lei è molto più tranquilla del papà) e lui lo lasciamo a casa con le medicine 😉
…grazie Pamela per avermi dato la conferma dell’esistenza di questo fenomeno che pensavo limitato al mio singolo caso!
mio marito e’ di quelli che quando la bimba casca sul sedere si precipita gridando OMG e l’esamina per verificare che non sia trauma cranico…credo che noi mamma, per necessita’ se non per volonta’ siamo piu’ pragmatiche sulla gestione pargoli
mi avete fatto riflettere sul fatto che quando viaggio sono quasi semrpe da sola con lei e ci muoviamo mammafiglia in treno, autobus o aereo, mentre se ci spostiamo con mio marito allora al 99% dei casi siamo in auto e quindi possiamo portarci dietro molte piu’ cose…anche se in confidenza vi dico che ha piu’ bagaglio mio marito di mia figlia quindicimesenne 😀
Grazie Valentina, aspetterò con ansia (di trepidazione e non da bacillo!!!).
Cmq anche il nostro papi ci mette del suo. E’ notoriamente pantofolaio, se lo trascino fuori con il fucile allora si parte e a quel punto spesso mi chiedo “chi me l’ha fatto fare?” perchè stiamo in giro per km e km e km…
Ma senza fucile non si esce nemmeno sul pianerottolo di casa!
La “farmacia viaggiante” della famiglia sono io, per me purtroppo, ma per me non esiste treno, autobus o condizione atmosferica che non si possa affrontare. O quasi, odio il vento, mi fa venire l’emicrania…
dopo il nostro cammino di santiago con la piccola di 2 anni e mezzo (90 km a piedi), tutto è possibile alla faccia di chi ci ha chiesto…”ma vi ha organizzato tutto l’agenzia?”
In 33 anni non vi ho mai messo piede;)
Grazie della tua condivisione, la vita va vissuta con occhi, naso, orecchie e chi più ne ha ne metta
come dei turisti fai da te.
Il cammino di Santiago con una bambina di 2,5 anni???!!!
Vogliamo un post, assolutamente!!!!!
L.
Il cammino sognato da una vita, io e la mia famiglia.
In passato ho già percorso questi sentieri, partendo da sant Jean Pie de Port, attraverso gli 800 km tra francia e spagna, da sola e in compagnia.
Ma nel 2011 ho realizzato il mio sogno, io, mio marito, mia figlia Matilde. Nel nostro cammino, personale e familiare. Accompagnati dal nostro fido passeggino e dai nostri zaini.
Ti lascio un piccolo assaggio anche perchè non so come altro postare il tutto con foto a seguito.
per il resto trovi tutto nel mio blog: http://ilmerloinnamorato.blogspot.com/search/label/santiago%20de%20compostela
Esenzialità, parola d’ordine per ogni bravo camminatore e pellegrino.
Il nostro zaino sarà la nostra casa per una settimana, possiamo portare con noi solo ciò che riusciamo a trasportare in spalla attraverso i 100 km che ci separeranno da Santiago.
Così eccoci alle prese con la preparazione dei nostri zaini, l’euforia e l’adrenalina cresceno…e Matilde rassicura la sua bambolina Anna “non preoccupatti, l’aereo fà umore (rumore) non avere paura ci sono io”.
Abbiamo optato per un abbigliamento misto, insomma da mezza stagione, calcolando che in Galizia spesso piove. E così eccoci qua con un sacco di magliette, maglioni e di tutto un pò x la nostra piccolina, che insomma non si sa mai… mentre per noi “non esageriamo” non moriremo certo di freddo:)
Valentina, per mia esperienza il jet lag è stato totalmente assente. Considera che mia figlia aveva poco più di un anno e mezzo quando siamo andati negli stati uniti, e, stessa cosa a 4 anni. Anche su altre destinazioni transoceaniche non ne ha mai risentito. Sembra che abbiano un orologino biologico molto più efficiente di quello degli adulti!