Tempo fa una lettrice mi chiedeva, ma come procede il bilinguismo a casa di Letizia? In genere faccio un bilancio intorno al compleanno di mio figlio, a Settembre, vedete qui e qui, ma quest’anno a Settembre mi sembrava ci fosse poco da dire… Infatti le novità sono arrivate dopo…
A. è arrivato al suo quarto compleanno come un bambino normalmente bilingue:
- l’Italiano era la sua lingua dominante,
- capiva tutto in Inglese,
- parlava prevalentemente in Italiano tranne alcune espressioni che gli erano più familiari in Inglese,
- a richiesta era in grado di riformulare quanto aveva detto anche in Inglese (magari con un piccolo aiuto), ma
- io non facevo (nè faccio) richieste pressanti in questo senso.
Poi un giorno in Novembre è successa una cosa…
Premessa, era un giorno come gli altri, nulla di speciale nell’aria, un qualsiasi giorno lavorativo/scolastico. Al pomeriggio io stavo prendendo il caffè con mia madre mentre lui giocava, saltellava, disegnava in giro per la casa e per la stanza.
Poi…
Ha cominciato a raccontarmi qualcosa in inglese, anzi, mi ha chiesto di fare un gioco di Play Pretend in Inglese. Il play pretend è il “facciamo che io sono… e tu sei…”, un gioco comunissimo per i bambini, che mio figlio fa spessissimo, direi tutti i giorni, e a sua richiesta, se lo inventa, si sceglie con chi deve giocare, a volte se lo fa pure da solo. Solo che questa volta se lo fa in Inglese, e parte…
Per almeno un’ora ha parlato esclusivamente in Inglese. Inarrestabile. Avete presente quando uno dice, è meraviglioso, ma… come si spegne? Non si spegneva…
Andava avanti, e avanti e avanti. Io e mia madre avevamo gli occhi sgranati.
Cosa è successo? Non lo sapremo mai. Qualcosa è scattato nella sua testa, si è sentito pronto.
Da allora il suo Inglese si è rafforzato, lo parla molto di più. Questa settimana ha cominciato a raccontarmi lui le storie in Inglese…
Questo bambino va avanti a storie, e io ogni tanto mi stufo anche di inventarmele, allora ho pensato di fare un patto, facciamo a turno, io gli racconto una storia, poi lui ne racconta una a me, e via così. In Inglese ovviamente. Ieri mi ha detto: “Questa storia è in Italiano, ma io te la posso raccontare anche in English” e mi ha raccontato in Inglese una storia che sapeva in Italiano (gliel’aveva raccontata il nonno, che le sforna a richiesta, su qualsiasi tema, e le fa durare anche un’ora…).
Tutto il resto procede con regolarità, cioè senza grandi eventi. Il bilinguismo ormai è una routine per noi, un punto fermo. Lui continua a rifiutare che io parli Italiano con lui, mi scappa molto raramente una frasetta, ma ogni tanto mi viene da canticchiare una canzone. Prima ero molto ferrea, non cantavo mai nessuna canzone che non fosse Inglese, di alcun genere, ora ogni tanto canticchio una canzone in Italiano, roba vecchia, non canzoni per bambini, ma lui mi blocca subito dicendomi “Perchè parli in Italiano” “I’m not talking, I’m singing” “Sì ma non parlare in taliano” “OK”.
Ultima novità che vale la pena di menzionare, è che ultimamente gli audiolibri sono diventati una presenza più costante, praticamente quotidiana. Mentre prima non li rifiutava, ora me li chiede, o meglio, me LO chiede. L’audiolibro più bello del mondo…
No davvero, quest’audilibro è talmente bello che me lo ascolto anche io da sola, in macchina, e rido. E A. me lo chiede tutti i giorni, vuole sentire la storia si Lulù, la fochetta. E poi ci piace tantissimo Bubbles, l’ippopotamo che “I like a niiiice baaaaaath”. E’ Bedtime stories di Johnny Morris, qui su amazon.it, ma anche su amazon.co.uk. Johhny Morris è un genio. E’ bella la storia, ma è incedibile come lui dà voce agli animali. E si sappia, animali strani, circa la metà non li avevo mai sentiti nominare, ma non importa, anzi meglio così… magari un giorno faremo un altro post specifico sugli animali di Johnny Morris.
Brava Letizia, continua così e soprattuto non cedere se lui ricomincia a parlarti in Italiano. Anche io non vivo in un paese di lingua inglese e devo dire che gli audio libri sono una cosa fantastica. Quando pensi che sia pronto, ti consiglio anche i libri di Roald Dahl. I miei figli li adoravano.
Francesca (mamma di Victoria e Oliver, trilingui)
Francesca, leggo che i tuoi bimbi sono trilingue e che vivi all’estero. E’ perchè il loro papà è madrelingua inglese oppure state introducendo l’inglese da non native e se si come? Te lo chiedo perchè io sto parlando inglese non native (OPOL) ai miei due bimbi piccoli (3,1 anno) ma a breve ci trasferiremo in svizzera francese e sto pensando a come riconsiderare il nostro metodo. Grazie!
Letizia, sono contenta di questo recente sviluppo a casa vostra! Ci sono state sul tuo sito testimonianze di mamme che hanno richiesto e stimolato espressamente (e anche ottenuto) un approccio più attivo al bilinguismo da parte dei figli, nel tuo caso invece mi sembra che il tuo metodo sia stato costante e A. abbia semplicemente messo l’acceleratore. Mi fa riflettere sul fatto che i bimbi si prendono anche del tempo per far sedimentare, interiorizzare e interpretare ciò che stanno apprendendo e sul fatto che, come spesso hai detto, anche un bilinguismo passivo può mettere nella condizione di far esplodere -quando fosse necessario- un bilinguismo attivo in modo molto rapido e “facile”.
Per la cronaca, anche il mio tre-enne da pochissimo prova a costruire frasi in inglese. (uno dei primi esempi -purtroppo- è stato stamattina “I will never ever go to school” copiando Lola che nel cartone animato dice “i will never ever eat tomatoes!”)
Letizia, è bellissimo! Questo tuo post dà speranza anche a me, perché il mio bambino (1 anno e mezzo) è esposto molto più all’italiano che all’inglese, sigh, e di conseguenza sta sviluppando una specie di bilinguismo passivo. Tuttavia, in questi giorni, ho notato che sta ripetendo alcune parole in inglese… Chissà che arrivi anche lui a parlare ed a amare questa lingua!
Audiolibro comprato subito, grazie per il suggerimento! Bellissimo anche il CD (anche se non audiolibro) di Oxbridge baby nursery rhymes, mentre quello di Kipling facciamo ancora un po’ fatica perchè il fratellino piccolo non riesce a seguire e protesta! Buona settimana!
Ciao a tutte, vivo a Palermo e mio figlio ha fatto un anno a dicembre. Da settembre ha una tata madrelingua inglese. G ancora non parla (a parte qualcosina) ma capisce tutto perfettamente e anche quando gli parlo in inglese mi segue perfettamente. Es: se gli chiedo in inglese com’è il biscotto lui appoggia l’indice alla guancia e fa il gesto per dirmi buono;se gli chiedo di darmi un bacio me lo da, e piccole cose simili. Però ieri mentre ero ad un tea con amici, in molti mi dicevano che è presto per queste sollecitazioni. E’ più opportuno cominciare con l’inglese a 4 anni, infatti in diversi casi la scolarizzazione risulta difficoltosa e confusionaria per i bambini che vivono quest’esperienza precose. Ma è opportuno fargli imparare l’italiano e poi quando questo è un pò consolidato, e non prima dei 4 anni, procedere con l’inserimento della seconda lingua. Insomma, da quando ho iniziato ques’esperienza mi sento un marziano e ho tutti contro…qualcuno può darmi un feed-back???
Giada, e queste perle di pedagogia da dove le avevano tirate fuori? A chi/cosa fanno riferimento quando dicono che “in diversi casi la scolarizzazione risulta difficoltosa e confusionaria per i bambini che vivono quest’esperienza precose”? Chiedi la fonte, basterà a farli tacere, soprattutto se ti informi e hai delle tue fonti con cui controargomentare, vedi lirbi sul biliguismo o i pareri degli esperti qui su BpG…
L.
gli amici potrebbero solo essere un po’ invidiosetti perchè tu hai avuto il coraggio e anche la possibilità di iniziare loro invece no. nella nostra famigli abbiamo casi di bi e plurilinguismo dalla nascita. Nessuno di noi ha mai avuto difficoltà perchè bilingue, anzi! la più piccola a 3 anni è perfettamente 3lingue e non ha nessuna difficolta ad esprimersi nella lingua che le serve, quando le serve e con chi le serve.
La maggior parte delle volte siamo noi adulti a crearci problemi inutili, che i bambini nemmeno percepiscono.
Continua e non farti influenzare dagli altri, che parlano ma molto probablimente non hanno esperienza diretta.
Good luck!
bravi Letizia e A., che in primo luogo sono mamma e figlio, e secondariamente un laboratorio linguistico. anche noi andiamo tantissimo di audiolibri, film/cartoni il lingua del papà, e ora il “loro telegiornale dei bimbi” (molto più interessante del tg dei ragazzi italiano)
per giada: i tuoi amici, che studi/esperienza avevano per darti consigli? secondo me da questo blog puoi ricevere molte informazioni, Letizia ha recensito buone guide per genitori in inglese che uno può leggere per ricevere conforto, detto questo a volte basta anche il buon senso, nel mondo la regola è essere bilingui, il monolinguismo è la minoranza, sono quasi sicura che molti dei tuoi amici sono cresciuti bilingui siciliano italiano …
grazie a tutti coloro che oggi mi hanno dato coraggio! Sono certa che sto facendo la cosa giusta e G. con la sua allegria ed i suoi sorrisi mi da ogni giorno risposte alle mie domande, ma purtroppo a volte quando vedo che nessuno intorno a me condivide il mio percorso è dura. esempio: tutti sanno ciò che sto facendo e come sto cercando di crescere G, c’è stato natale, ma secondo voi qualcuno gli ha regalato qualcosa in inglese??macchè tutti giochi prettamente italiani e dire che un pò di scelta di giocattoli bilingue c’è. Nessuno intorno a me crede in questa cosa ed a volte è dura..grazie ancora!
Vabbè Giada però anche tu chiedi troppo, vuoi non solo che ti accettino ma anche che ti aiutino in un progetto che non capiscono, che non gli appartiene…
Ecco secondo me aspirare all’accettazione e ringraziare pure è importante, io sono grata a famiglia e amici che mi appoggiano in tutto e per tutto, e mai mi ha sfiorata l’idea che dovessero regalarmi loro materiali per la lingua.
E poi i giochi che schiacci un tasto e parlano inglese non servono, e i materiali belli si comprano quasi unicamente online…
L.
Letizia, io già compro tutto il materiale in inglese on line e certo non pretendo che ce lo comprino gli altri. Il mio ragionamento era un altro, devo fare un regalo ad un bambino, devo cercare qualcosa idoneo a lui, perchè non prendere qualcosa che sia anche in inglese (d’altronde il mercato locale lo propone, i prezzi sono similari agli altri giochi in italiano), considerando che la parte ludica mio figlio la vive in inglese. Io quando compro qualcosa ad un bimbo a me caro cerco di prendere il meglio per lui e che si avvicini di più alla metodologia di crescita che la sua famiglia gli propone. Ma certo non siamo tutti uguali, ogniuno con la sua sensibilità e con la sua testa.
BELLISSIMO POST!
una testimonianza di questo tipo è molto importante per me… genitore non madrelingua di un bambino bilingue di un anno, ora che si inizia la fase di sviluppo del linguaggio, non so bene cosa devo aspettarmi, leggere la tua (e quella degli altri) esperienza per me è molto utile, mi da dei punti di riferimento e di confronto fondamentali per continuare questa difficile, ma meravigliosa avventura!
Grazie!
Post stupendo!
Anch’io come Alessia sono genitore non madrelingua di una bambina bilingue di un anno ed é interessntissimo e molto stimolante leggere le esperienze di chi ci é giá passato. Al momento Asia dimostra di capire sia l’ italiano che l’ inglese, ma il bello deve ancora venire!
Applichiamo il metodo OPOL e noi come coppia portiamo avanti questo progetto con convinzione ed orgoglio, ma non nascondo che a volte sia parenti che conoscenti ci infondono un pó di dubbi e insicurezze… Vivendo in un paese (e in questo Paese!) penso sia normale!
Vorrei chiedervi se avete giá sperimentato degli audiolibri in inglese che sono piaciuti ai vs bimbi di un anno.. Io ho comprato The selfish crocodile ma Asia non sembra molto interessata.. Grazie per i vs consigli!
Ciao Flora, non preoccuparti se la tua bimba non è molto interessata all’audiolibro.
è tanto piccina e i bimbi piccini vivono la lettura come una relazione personale, fra loro, il libro e chi legge che dev’essere materiale tanto quanto il libro. non per niente mentre leggi ti strappano di mano il libro per sfogliarlo anche loro.
potresti provare a mettere il cd in macchina e dare alla tua bimba il libro.
Ciao Flora io posso dirti che anche se per gli audiolibri classici è forse un po’ presto (almeno nella mia esperienza), io con Hocus&Lotus ho avuto grande successo: noi facciamo il playgroup, ma soprattutto vediamo ogni giorno un cartone della serie e spesso leggiamo insieme il libro. Ogni tanto poi, quando siamo in macchina mettiamo il cd (dvd, libro e cd seguono le stesse storie). Beh, l’altro giorno temendo di rendere J (16 mesi) troppo dvd-addicted, nonostante le sue ripetute richieste non l’ho messo davanti allo schermo; ho messo invece il cd, e l’ho trovato in salotto che faceva tutte le mossette del cartone animato al momento giusto, seguendo perfettamente le parole! Forse la tripla esposizione (dvd, libro, cd; anzi quadrupla esposizione, perché ci facciamo anche le scenette da soli a casa) aiuta?
Grande A.!
Da quando ho ripreso a lavorare full time Elisa parla molto meno Eng anche con me, si può dire che ora è più una bilingue passiva che attiva. Più che altro è in una fase in cui mescola parti di frasi Ita con Eng, o usa piccole espressioni che sente da me, ma va bene così! Spero che un giorno anche lei possa fare questo salto di qualità.
Anche noi adoriamo Bubbles l’ippopotamo (soprattutto quando si ingoia le lettere-panini), ma che dire di Little Bumpnut che si pappa il quaderno di matematica? Secondo me è un audiolibro fantastico!
Care amiche,
come mamma italiana che sta crescendo i suoi figli bilingui all’estero, vorrei anch’io raccontarvi un paio di fatti per incoraggiarci a continuare nel nostro progetto. L’altro giorno quando mia figlia di quasi 5 anni e mio figlio di due stavano guardando un dvd della serie Brainy Baby in polacco, ho sentito che mia figlia ripeteva in italiano traducendo simultaneamente quello che sentiva e il piccolo dietro a lei! Non avendo la versione in italiano io lo facevo sempre guardando questi film educativi e ora lei lo fa con il fratellino, ma papa’ le chiede qualcosa lei gli risponde subito in polacco! Se io le chiedo di dire qualcosa a papa’ o a persone che parlano polacco lei traduce subito e si rivolge a loro correttamente e lo stesso fa con me e altri parlanti italiano! Inoltre gia’ sapendo che una cosa puo’ essere chiamata in almeno due modi diversi, i miei piccoli hanno cominciato a ripetere canzoncine in inglese che faccio loro sentire su youtube con la stessa naturalezza con cui parlano le altre due lingue presenti in casa nostra! E’ una cosa fantastica! La soddisfazione piu’ grande pero’ l’ho avuta oggi, quando sono andata a prendere mia figlia all’asilo. L’anno scorso la maestra mi aveva chiesto di parlare alla piccola in polacco, perche’ non giocava con gli altri bambini, sembrava che non capisse le maestre e loro non la capivano, perche’ mia figlia da birbante parlava loro in italiano! (non le piaceva andare all’asilo e lo dimostrava cosi’) Oggi, che mia figlia frequenta piu’ volentieri l’asilo, la stessa insegnante mi e’ venuta incontro dicendo “ma lo sa signora che sua figlia e’ incredibile! Oggi abbiamo scoperto che sa gia perfettamente tutte le lettere dell’alfabeto e le sa riconoscere tra i magneti!” Io l’ho guardata come se avesse scoperto l’acqua calda, ma mi sono presa la mia rivincita con non-chalance dicendole : “certo e le conosce anche in italiano e inglese, come il fratellino di due anni. Adorano lettere, simboli, figure e arrivano prima degli altri bambini a pensare in modo astratto. Per esempio il piccolo facendo una torre con i duplo la distende e dice che e’ un treno. Hanno la capacita’ di vedere le cose in modo diverso e per questo sono anche piu’ creativi! Tutto questo grazie al loro bilinguismo!”. Mi sono fermata, per non farle una lezione sul tema, ma l’ho lasciata allibita e salutandola non ho potuto nascondere un grande sorriso di soddisfazione! Auguro a tutte voi splendidi momenti come questi e di condividerli con chi ci crede, ci e’ gia’ passato o sta vivendo diversi momenti di difficolta’, perche’ attuare il bilinguismo non e’ facile ma ne vale sicuramente la pena! E’ il dono piu’ grande che possiamo fare ai nostri figli! Un abbraccio a tutte e brava a Letizia per questa nuova versione del sito! Continuiamo cosi! 🙂
Bravi Letizia e A!
non ti scoraggiare Giada! Io sono stata criticata addirittura da una direttrice di scuola internazionale per la scelta di parlare in inglese al mio piccolo e ho una parente che ogni volta che metto un DVD in lingua originale o che gli compro un libro in inglese gli dice “poverino!!!”. Un giorno allora le ho detto: ma perché ‘poverino’? per lui che sforzo è? che fatica fa? se ha sempre sentito parlare inglese, per lui è una cosa naturale. Poverino il tuo bambino che si deve sorbire l’inglese come materia di studio. io credo che utilizzando un approccio sistematico ma “rilassato” e che segua le esigenze del bambino non possano esserci controindicazioni. io gli parlo in inglese solo un’oretta al giorno utilizzando un english toy box che riempio seguendo i suoi interessi+ libri + DVD (che vede perché li guarda suo fratello maggiore) il mio feed-back in due anni è: le sue prime parole sono state in inglese perché più semplici da pronunciare (‘wait’ è molto più semplice di ‘aspetta’), ma adesso le dice anche in italiano, lui sta immagazzinando i vocaboli in inglese e in italiano come se fossero dei sinonimi anche se li usa in una lingua piuttosto che in un’altra a suo piacimento. Considerando la scarsa esposizione i risultati sono notevoli. secondo me l’idea della tata madrelingua è fantastica e ti darà grandi soddisfazioni alla faccia di chi ti critica!
Grazie Chiara!!!
Ooohhh ma che bel post.
Mio figlio di 3 anni e’ un bilingue passivo a tutti gli effetti, io ultimamente mi stavo un po’ demoralizzando perche’ comprende tutto in inglese, ma non vuole parlare oppure mi risponde in Italiano. Raramente, infila delle parole inglesi nella frase italiana in risposta a qualche mia domanda/commento…cosi’ mi dico “evvaii allora serve a qualcosa”.
Adesso leggendo il tuo post e quello delle altre mamme, mi rendo conto che alla fine a furia di seminare si raccoglie bene….:D .
Il mio figlio piu’ piccolo che ha 21 mesi,si esprime poco ma tende ad imitare le sonorita’ e devo dire che a modo suo emula anche i suoni inglesi a cui e’ esposto quando giochiamo tutti insieme.
Forza Letizia…sei l’esempio per tutte noi…e forza mamme sono sicura che alla fine verra’ fuori un bellissimo risultato.
Amelia
What a wonderful post !!!
Anche io sono nelle stesse conidizioni di alcuni di voi e mi sento ancor più motivato avendo letto alcuni post. Ho un bimbo di 3anni al quale parlo in inglese dalla nascita anche se non sono madrelingua (l’inglese l’ho imparato da grande e lo imparo ogni giorno grazie al mio lavoro).
Finalmente, inizio a vedere i primi risultati di questa nostra decisione (mia e di mia moglie) in quanto mio figlio capisce tutto quello che dico ed inizia a farmi delle richieste in una lingua mista italiano/inglese.
Forse vivo questa situazione con ansia perchè mi sento come se fossi coinvolto in una scommessa tra me e tutte le persone che frequentiamo. Molti dei nostri amici sono scettici e quindi voglio dimostrare loro con i fatti che si sbagliano. Non vedo l’ora che Nicolò riesca a rivolgersi verso di me parlando solo inglese in modo da poter dimostrare con i fatti che il mio “sacrificio” è servito a mio figlio. Spero solamente che questa mia ansia non comprometta la serenità necessaria quando trascorro dei fantastici momenti con Nicolò filgio.
Ciao
Salvatore
Salvatore, invece di vederla come una scommessa, prova a vederla in quest’altro modo: con l’inglese stai passando a tuo figlio delle conoscenze, delle tecniche, delle capacità, delle passioni… come se fossi un musicista, o un artista, o un attore o un …acrobata del circo (esagero per far capire meglio il concetto!); ci sono cose che si possono fare da subito, con i bambini, altre no (nell’esempio del musicista, si può far sentire loro moltissima musica fin da quando ancora non sono nati, ma occorre aspettare alcuni anni prima di mettere loro in mano o lasciare che prendano in mano da soli uno strumento). Ciao
Bel post!!
ma sai che anche la mia di 3 anni e mezzo non vuole che parli in italiano!! io lo faccio quando siamo con altre e mamme e bambini, ma lei mi dice proprio che non devo farlo… non so come fare… mi sento a disagio soprattutto se sono in compagnia di conoscenze e non di amicizie…