Salve a tutti, mi presento: sono Agi, un’italiana residente all’estero, sposata ad un non italiano, madre di due bimbi in età prescolare. Seguo da almeno due anni Bilingue Per Gioco, scoperto per caso e letto sempre con interesse e piacere nei momenti liberi. Di Bilingue per Gioco mi ha colpita e conquistata soprattutto la determinazione, la competenza e la passione nel portare avanti questo progetto. Sono molto onorata di aver avuto la possibilità di collaborare!
Il mio contributo sarà quello di parlarvi ogni mese della nostra esperienza presso la scuola internazionale di lingua inglese frequentata da mia figlia grande, di cinque anni compiuti, che in queste pagine chiamerò Grillina. Mio figlio piccolo, Ometto, appena tre anni, frequenta invece una scuola locale, ovvero non internazionale, la cui lingua ufficiale quindi è la lingua del paese in cui viviamo (extra-europeo, di lingua non indoeuropea) e che qui sarà chiamata korotese, giusto per aggiungere un po’ di mistero al tutto (e preservare la nostra privacy il più possibile!). Vi parlerò in seguito pure di questa scuola, molto buona, di cui sono totalmente innamorata a causa del loro modo di lavorare e di concepire l’approccio con i bambini: ad essere sincera, questa scuola locale mi ha convinto molto di più della scuola internazionale.
Probabilmente ci sono lettori in situazioni analoghe alla nostra, ovvero genitori di bambini o ragazzi che frequentano una scuola internazionale, o addirittura studenti presso qualche scuola internazionale: vi invito caldamente a condividere le vostre osservazioni e la vostra esperienza, in fondo io sono un genitore alle prime armi in questo campo e mi interesserebbe molto sentire la voce di chi questa esperienza l’ha vissuta da più tempo e magari in veste di studente.
Premesso ciò, entro nel vivo dell’argomento:
L’ambientamento di Grillina nella sua nuova scuola
Cominciamo con una descrizione sommaria della scuola internazionale cui è iscritta Grillina.
Detta scuola prevede tutti i livelli di istruzione dal Pre-Kindergarten fino al Grade 12, dopo il quale si accede all’esame per l’International Baccalaureate Diploma. La lingua ufficiale della scuola è l’inglese, ma la grande maggioranza degli alunni ha radici del luogo, per cui, nel Kindergarten, una delle due maestre di ogni classe è di lingua madre del posto, in modo da agevolare l’inserimento dei bambini che a casa non parlano inglese. Tutte le insegnanti hanno comunque una conoscenza della lingua inglese a livello madrelingua, l’uso della lingua locale durante le ore di lezione viene tenuto ad un minimo indispensabile e, nella scuola primaria, limitato principalmente alle ore dedicate alla lingua locale. Tutto il resto dell’istruzione è svolto in lingua inglese. Ovviamente la lingua del posto non è bandita e spesso i bambini, soprattutto i più piccoli, tendono a usarla nell’interagire tra loro, in quanto non sentono ancora l’inglese come una lingua in cui riescono ad esprimersi con la stessa proprietà della propria madrelingua.
Mia figlia si ritrova quindi a cercare di imparare allo stesso tempo due lingue, una in modo più sistematico, in quanto lingua ufficiale della scuola e parlata soprattutto dalle maestre, l’altra in modo più spontaneo, in quanto usata soprattutto nell’interazione con i compagni. C’è da dire, però, che gli altri bambini si sforzano di parlare inglese con Grillina, perché coscientemente sanno che lei non parla la loro lingua.
Le lezioni hanno luogo dal lunedi al venerdi dalle 8:15 alle 16:15. Il lunedi mattina al line-up e il venerdi pomeriggio alla fine delle lezioni c’è una sorta di cerimonia in cui tutti gli studenti della scuola, dal Pre-Kindergarten all’ultimo grado della Primary School, si mettono sull’attenti (!) e insieme cantano l’inno nazionale (molto bello, anche se in stile un po’ militaristico). Il direttore della Elementary Division in questa occasione fa sempre, prima, un breve discorso.
Da un facile calcolo si vede che mia figlia sta immersa in un ambiente in cui si parla inglese e eventualmente un’altra lingua per 40 ore a settimana. L’inserimento nella scuola è stato quindi una fase non proprio leggera per lei, nonostante fosse molto determinata ad andare e noi avessimo cercato di esporla un minimo all’inglese nei tre mesi precedenti la trasferta.
Un mese abbondante dopo l’inizio della scuola le maestre mi hanno detto che il suo inglese era sensibilmente migliorato. Ancora il suo livello non era, e non è, paragonabile al livello di un bambino di madrelingua inglese della stessa età, ma rispetto all’inizio aveva compiuto passi da gigante. Inoltre, vedevano che cominciava a sentirsi a suo agio nella classe, a interagire e giocare con altri bambini, diversamente dall’inizio quando osservava tutto silenziosamente e, nei momenti di gioco libero, si metteva in un angolo a giocare per conto suo.
Al momento attuale, dopo il rientro dalle vacanze di Natale, le maestre mi hanno detto che sono molto contente che Grillina abbia cominciato a parlare con naturalezza, a partecipare attivamente nella classe e anche a fare la birichina con i suoi amici, segno che ormai si sente a suo agio e non è sempre sull’attenti a vedere che cosa succede intorno a lei.
Tutto questo, ad essere sincera, mi ha riempita di gioia. Conoscendo mia figlia, che potrei definire fondamentalmente timida e molto sensibile, e le sue esperienze precedenti posso dire di essere pienamente soddisfatta di come stanno ora le cose.
Non c’è rosa senza spine
Mentre sono molto soddisfatta di come va l’inserimento di Grillina e delle maestre che le sono capitate in sorte, entrambe persone squisite, valide e preparate, quello che ancora mi lascia un po’ interdetta è l’enorme apparato burocratico che sta dietro la scuola. Capisco che per il funzionamento di una scuola di tali dimensioni sia vitale la presenza di uffici, segreterie, segretarie, dipartimenti vari e quant’altro, giusto risulta per noi molto difficile orientarci nella giungla amministrativa.
La cosa più antipatica sono le lettere di richiamo per non aver seguito qualcuna delle procedure e aver mancato al nostro dovere di genitore di allievo della scuola, non portando in tempo qualche documento o qualche certificato. Il tono supponente e intimidatorio di tali missive, nonché l’apparente mancanza di elasticità e buon senso che da esse traspare, mi infastidisce non poco. Ancora non so se anche i burocrati siano impietosi come le loro comunicazioni o se si tratti solo di lettere standard, personalizzate da un programma che cambia di volta in volta nomi e cognomi e dati personali. Ve lo dirò la prossima volta!
Per ora tralascio di raccontarvi altri miei dubbi e riserve sulla scuola di Grillina, che in fin dei conti si trova bene, che è la cosa che più importante e che più mi sta a cuore.
Il prossimo mese vi parlerò della scuola di mio figlio, del perché sono tanto entusiasta, dei suoi progressi nella lingua locale e nella socializzazione con i bambini della sua scuola.
E voi, cosa avete da dire a riguardo? Se avete domande, critiche o commenti, fateli liberamente, cercherò di rispondere a tutti il prima possibile, anche se la risposta non potrà sempre essere tempestiva. A risentirci il mese prossimo!
Immagine: School choice international, amazon.it e amazon.co.uk
cri says
Cara Agi,
per la seconda volta scrivo a Bilingue per gioco!!! è un sito fantasctico ma, un pò per timidezza e un pò perchè mi sembra di non avere nulla di interessante da dire, non lo ho mai fatto, se non appunto in queste due occasioni. questa volta non potevo proprio esimermi dal farlo…. primo perchè la tua esperienza è del tutto simile alla mia e poi perchè anche il tuo “profilo” è identico al mio!!!!
Poche differenze 1. età dei figli, 5 e 8 anni 2. non siamo in un paese extra europeo.
Noi abbiamo scelto un’ ottima scuola europea per i nostri figli che, come i tuoi, non conoscevano nè la lingua del posto nè l’ inglese, siamo qui da pochi mesi e devo dire che i progressi si notano. “Purtoppo” solo per l’ inglese perchè loro hanno veramente poche occasioni di parlare la lingua locale, i loro compagni che provengono da varie parti del globo usano l’ inglese per comunicare tra di loro. Ma non pretendiamo troppo, la nostra permanenza qui dovrebbe durare 3/4 anni, speriamo che qualcosa anche di tedesco imparino.
In un clima come questo, con bambini di nazionalità diverse, dall’ americano, al giapponese, al russo all’ indiano,francese, ecc. è spesso divertente ed interessante vedere come i bambini presto si adattino alle novità ma soprattutto è il loro modo di comunicare che mi sorpende. Qualche giorno fa mio figlio più grande (8 anni) mi ha detto che il suo più caro amico qui, un inglese, dapprima si rivolgeva a lui con pochissime parole, per aiutarlo nella comprensione, ora che il vocabolario di mio figlio si è arricchito, spontaneamente, il suo amico usa frasi complete.
Se imparare una o più lingue apre le vie della comunicazione e avvicina le persone questo per me ne è un bellissimo esempio.
Per quanto riguarda la scuola, qui non abbiamo trovato quella burocrazia che hai trovato tu e i burocrati con noi sono splendidi, pur essendo una scuola molto grande, come la vostra si inizia dalla scuola materna (all’ italiana!) fino alla fine del liceo, con circa 1000 iscritti, queste persone ci fanno sentire come se tutti ci conoscessero personalmente. Il direttore della scuola la mattina aspetta i 1000 studenti al cancello!!!!
Abbiamo trovato molto calore, nonostante quello che si dica e nonostante la cultura e le abitudini molto diverse dalle nostre italiane, ad esempio i bambini per raggiungere la scuola prendono il tram da soli!!! chi lo farebbe mai in una città italiana?
mi sono dilungata un pò troppo per essere una timida che non ha il coraggio di scrvere….un saluto a tutti e complimenti per il sito trovo spesso idee preziose
Agi says
Cara Cri, perdona la risposta telegrafica ma la connessione e’ piuttosto lenta…
In realta’ spesso anche io ho avuto l’impressione che il clima sia molto bello, tutti sono molto amichevoli e accoglienti con tutti, solo che occorre sempre un po’ di tempo per ambientarsi anche nella gestione pratica delle cose. A onor del vero, negli ultimi giorni ho avuto modo di vedere che l’apparato burocratico non e’ poi cosi’ granitico nelle sue posizioni (ne sarei stata di molto stupita). Tutto pare risolto.
Vorrei risponderti piu’ articolatamente, per ora ti dico solo: benvenuta! Sono contenta che hai parlato della tua esperienza, spero tornerai a leggere e a commentare!
Biancume says
Molto interessante.
Io ho due bimbe, di 3 e 1 anno, ci siamo trasferiti in Francia a Novembre e il dubbio su quale scuola fare frequentare alla grande ancora oggi mi assale. Posso permettermi di chiederti i il motivo per cui il piccolo va alla scuola locale e non a quella internazionale? Magari puoi aiutarmi a ragionare . Appena arrivati in Francia volevo iscrivere la bimba di 3 anni ad una scuola internazionale in cui oltre al francese insegnassero anche l’inglese. Nell’unica scuola che mi era piaciuta non c’erano più posti e di conseguenza adesso nostra figlia frequenta la scuola locale rigorosamente in Francese. Adesso si pone la questione per il prossimo anno, iscriverla alla scuola internazionale oppure lasciarla nella scuola locale?. La scuola locale mi piace molto e soprattutto mia figlia ci va molto volentieri nonostante le ovvie difficoltà di comunicazione ma io sono confusa, instintivamente la lascerei li dov’è ma poi mi chiedo se non sto sprecando l’occasione di farle imparare un’altra lingua.
Agi says
Mio figlio va alla scuola locale perche’ troppo piccolo per quella internazionale.
All’inizio, ti diro’, ero anch’io molto dubbiosa della scelta, ora non tornerei indietro per nulla al mondo! Si trova benissimo, le maestre sono bravissime… sara’ un problema poi eventualmente cambiare. Ma c’e’ tempo, vedremo.
Se tua figlia si trova bene, io ti consiglierei di non cambiare scuola. In fondo, anche il fatto di avere amici e sentirsi a proprio agio e’ qualcosa di molto importante, dal mio punto di vista (figli plurilingui per necessita’) ci sono un sacco di lingue in giro, ma al momento ci manca un solido “giro di amicizie”. Il fatto che i bambini si trovino bene nella scuola e abbiano amici li aiuta ad avere un equilibrio, una normalita’ che compensa in parte la lontananza di entrambe le nostre famiglie di origine.
Biancume says
Grazie AGI per la tua risposta mi conferma che l’istinto mi sta facendo fare la cosa giusta per ora amici e u pò di stabilità le faranno bene per l’inglese c’è tempo. Grazie
La Stanzetta Inglese says
Ciao Agi, grazie della tua testimonianza…ma un po’ di privacy non la potevi autoviolare:)? Magari ci sono altre persone qui su BpG che hanno figli in una scuola del paese in cui risiedi ma non ti possono aiutare perché non sanno di che paese si tratta…non so, tu ne che pensi? – Graziana
Agi says
La privacy prima di tutto! 🙂
Scherzo, comunque negli ultimi giorni altre famiglie qui ci hanno illuminato a riguardo del nostro problema… che e’ stato nel frattempo risolto, grazie anche al fatto che i burocrati dalle missive sembrano inflessibili, di persona poi invece e’ un’altra cosa. 🙂
Destinazioneestero says
Ciao, anche mia figlia per un anno ha frequentato l’International School ad Asmara, in Eritrea. Ci siamo trovati abbastanza bene, nonostante l’eccessivo coinvolgimento dei genitori nelle attività scolastiche. Anche lì la segreteria era piuttosto inflessibile, poco elastica e n’altra cosa che ho notato, ma forse dipende dagli insegnanti che si incontrano, non c’è grande rispetto per i tempi dei bambini, tutti devono raggiungere dei risultati nei termini stabiliti e se non è così diventa un problema. Mia figlia dopo un anno non parlava ancora l’inglese, anche se lo capiva benissimo e l’insegnante l’ha talmente stressata che lei non è più voluta andare a scuola. L’ho poi inserita alla scuola italiana.
Nel tuo articolo non ho capito una cosa: la bambina è esposta all’inglese solo a scuola o nel Paese in cui siete si parla anche inglese?
Agi says
Mia figlia e’ esposta all’inglese solo a scuola, comunque nel posto dove viviamo molti parlano inglese oltre alla lingua locale.
In casa pero’ non parliamo inglese, nonostante mio marito lo parli piuttosto bene.
Ora mia figlia si e’ messa a parlare, probabilmente non sente troppa pressione su di lei in tal senso… pero’ capisco bene tua figlia, in una scuola dove non si rispettano i tempi dei bimbi e’ facile che si instaurino meccanismi che fanno sentire il bambino sempre inadeguato, con risultati controproducenti… spero tanto che nella scuola dove e’ mia figlia non sia cosi’, perche’ lei secondo me reagirebbe nella stessa maniera.
cri says
ciao Agi,
grazie per la risposta, sono contenta che le cose vadano meglio. Sicuramente continuerò a seguirti! Un grosso in bocca al lupo a tutti voi.
cri
milanese says
mi riallaccio a questo post o forse dovevo postare nei topic delle vacanze
… ma in generale volevo capire come “funziona” quando un bambino di 4 5 6 anni con qualche conoscenza di lingua viene trasportato in una comunità di bambini e in un paese in cui la sua lingua non viene parlata.
lei avrà finito il III livello del format dei learn with mummy, qualcosa di inglese capisce, certo impara velocemente… ma intanto?
arriva a scuola, la maestra con tutta la dolcezza gli dà il benvenuto, i compagni lo salutano… e lui non capisce se non qualche parola. non sa che fare, dove stare, dove sono le cose, non può comunicare se non a gesti,…
Quanti giorni ci mette per poter un minimo interagire? In quei giorni di “buio”, come vive?
Io ho l’idea di passare un mesetto in Gran Bretagna con mia figlia che avrà 5 anni fatti.
Sto cercando di capire la “combinazione” migliore possibile per migliorare il suo inglese senza shockarla.
Anche perchè io andrei apposta, nel senso che sarebbe il mio mese di vacanze con lei.
Pensavo di farle fare la mattina in playgroup/summer camp/nursery (sono agli inizi di tutto) e di fare le turiste il pomeriggio.
Pensavo a Brighton.
Mi date una mano a imbastire ?
Grazie
Bilingue Per Gioco says
Ciao, ho un solo esempio di bambino che ha fatto tre anni di Learn with mummy e poi un campo estivo con i madrelingua, ma questo bambino non ha vissuto “il buio”, capiva tutto o quasi e ha partecipato senza problemi, aveva 6 o 7 anni quando ha fatto questa esperienza.
Per il resto, mi sembrano paure eccessive, la professoressa Sorace ha fatto un intervento su questo blog proprio su questo tema, dicendo, sostanzialmente: non preoccupatevi, imparano.
L.