E se le cose non fossero come crediamo al primo impatto?
La vita ci ha insegnato ad andare a fondo, ad aguzzare il nostro spirito innato di osservazione.
J’ai vu quelque chose qui bougeait è una lettura che si inserisce in questo filone esperienziale
E’ un librone (nel senso di alto) colorato, acuto e curioso
Ogni pagina, ogni immagine, è dinamica : ogni fine è un nuovo inizio, ogni visione si evolve.
Sulla scia di uno stile ritmico e poetico, si dipana la matassa che da un regno all’altro, da un continente al suo opposto dipinge la prospettiva del mondo: un mondo che sembra dilatarsi per quanto è grande e che sembra restringersi per quanto è vicino, all’insegna dell’Elogio del sé e dell’Altro.
Incuriosito da una forma strana che intravede da lontano, un bambino si avventura in questo percorso di conoscenza che si dirama in una sorta di indovinello verso l’inconosciuto.
“Est-ce une fleur ? Ou plutôt un animal ? Ou bien un humain ?”
Andando incontro a questa figura, senza timore alcuno, ha l’opportunità di forgiare la sua opinione…e di riflettersi in ciò che pensava tanto distante, opposto.
Le immagini, a mio avviso, sono straordinarie. Si mescolano stili e elementi.
Non esiste lo stereotipo, tutto è in divenire, tutto re-interpretabile.
Alle sfumature e ai contorni netti, si affiancano collage e allineamenti di immagini come estrapolate da giornali: c’è vitalità!
L’autore del libro è Alain Serres il quale si è finora distinto per la pubblicazione di testi per bambini riguardanti i diritti dell’uomo e dell’infanzia, oltre a temi di natura più leggera.
L’illustratrice è Sara Bonanni, nata a Milano dove vive e lavora. Come potete vedere dal suo sito è una persona poliedrica che sicuramente continuerà a seminare sul suo cammino
J’ai vu quelque chose qui bougeait è reperibile su amazon.it , amazon.fr , amazon.co.uk
Loretta says
Mi sembra bellissimo!!! Non ricordo se te ne ho già parlato, ma ho proposto a mio figlio (col quale non parlo francese…né altre lingue) l’unico libro in francese che ho acquistato quando ero incinta e che lui continua a chiedermi… un giorno ha esclamato un “maman!” degno di un parigino ed io ho pensato che forse avrei dovuto provare…ma siamo già a 18 mesi e non mi viene naturalissimo parlare in francese ormai… 🙁
Tu che ne dici?
http://mamminafortunata.blogspot.it/2012/02/venerdi-del-libro-il-puzzolo-e-il.html
Bilingue Per Gioco says
Loretta, non capisco bene la domanda, se a tuo figlio piacciono i libri in Francese prendine degli altri e leggiglieli, prendi dei CD di comptine, ascoltatele e cantatele. Non ti va di parlargli in Francese? Non farlo. Più avanti ti sentirai pronta a farlo? Fallo. A furia di pensare rischiamo di stare fermi immobili e perderci persino le semplici richieste dei bambini…
L.
Giorgia says
Loretta inizia subito, non è mai troppo tardi!!
Marika says
E’ Letizia l’esperta..
…però, devo dire che nemmeno a me all’inizio veniva così “naturale”, nel senso che volevo, ma mi sentivo un po’ frenata;
la realtà è che mi sono sempre sentita impacciata e fuori luogo nelle lingue straniere (così come nel dialetto)
sbloccarmi con lui ha significato prima di tutto togliere quel blocco tra me e me
ora le lingue fluiscono e hanno voglia di vivere, senza timori o ansie da prestazione
Io penso dipenda molto dal perché non ti viene naturale… penso che anche nel rapporto con le lingue ci sia una sfera interiore e di vita da far riemergere e comprendere
Francesca says
Che bella questa riflessione,Marika. Condivido completamente…
Valeria says
Ciao Loretta,
ti racconto la mia esperienza per confermare quanto dice Letizia sul fatto di iniziare con quanto ti senti e eventualmente correggere il tiro (e testimoniare che -come raccontano altre mamme- mi sembra comune sentirsi impacciati all’inizio)
dopo aver scoperto bilinguepergioco ho iniziato a parlare inglese al figlio maggiore a 2 anni compiuti (il piccolino aveva 8 mesi) All’inizio la cosa non ha funzionato per niente bene, il grande provava risentimento per me e anche io avevo poca pratica del linguaggio familiare e ciò mi procurava molti dubbi. Ho pensato come spesso dice Letizia, l’importante è che la famiglia stia bene, così ho fatto un passo indietro e ho portato il più grande a un playgroup bisettimanale (dove parlavo inglese ma solo lì) mentre per il piccolino alle mattine ho trovato una tata canadese.
Poi a poco a poco le cose sono maturate, ho letto il post di Claudia F. e tratto degli spunti dal suo metodo che hanno funzionato per noi e ho ripreso a parlare inglese sempre più tempo arrivando a un mio “quasi opol”, comunque avvalendomi di persone madrelingua anche se per poche ore alla settimana. Ora, dopo un anno i bimbi capiscono tutto quello che normalmente si dice ai bambini e usano parole in inglese e sono molto contenta (se non per il fatto che fra tre settimane traslochiamo in svizzera francese e ho di nuovo davvero tanti dubbi su se proseguire inglese a scapito dell’italiano o come correggere di nuovo il tiro ma al ribasso!).
Buona fortuna!
Valeria
Loretta says
Hai ragione Letizia…e credo che Marika mi abbia fornito una chiave per poter aprire un cassetto che forse non pensavo nemmeno che fosse chiuso…sigillato!
Grazie anche a Giorgia e Valeria per il sostegno…ammetto di invidiarvi un po’…a Valeria, in particolare, vorrei dire che forse uno dei mille motivi che mi hanno frenata finora è stato anche il dubbio se non fosse il caso fare questi “giochini” di cui parla Letizia in inglese (sono laureata in queste due lingue ma, come immagino saprete, questa non è per niente una garanzia!) anche perché l’anno scorso ho lavorato con dei bimbi delle elementari e tornavo a casa canticchiando tante canzoncine e filastrocche e l’inglese è la lingua straniera che si troveranno sicuramente a scuola…insomma, mi sento un pelino confusa ;P
Grazie comunque per il confronto che mi ha permesso di fare quel tentativo, corro subito a cercare qualche bel libro in francese! ^_^
Patrizia says
Ciao a tutte,
ho iniziato a parlare in francese a mia figlia quando lei aveva appena compiuto un anno, e dopo aver scoperto bilingue per gioco. Dopo circa 6 mesi stavo per desistere, am è stato allora che ho realizzato che lei mi capiva: da allora ho ritrovato l’energia (e voi sapete di cosa parlo)! Ho trovato un bel sito dal quale scaricare racconti e filastrocche (che ti permette di scaricarle su chiavetta<. http://www.floreiletatiunehistoire.fr), ma facevo un po' fatica a trovare i libri. Vivo in una città di provincia e l'unica libreria un po' fornita (La Feltrinelli) non ha molti titoli in francese. Apprezzo molto quindi i consigli di Marika che sperimenterò al più presto.
Un caro saluto.
Patrizia
Loretta says
Patrizia…mi interesserebbe molto il sito che hai indicato ma il link risulta non valido! 🙁