Gentile Letizia,
sono insegnante in una piccola scuola di un piccolo paese del veronese, la scuola Primaria Collodi di Montecchia Crosara (scommetto che non la conosce!). Ho letto un po’ per caso il suo post sulle stelle, da lì ho poi letto altri suoi post sulla scuola, e le scrivo per raccontarle la nostra esperienza, perchè anche nella scuola pubblica a mio modesto parere si possono insegnare bene le scienze, e non solo, anche sfruttando la collaborazione con il privato.
Nella nostra scuola, pur lontana da qualsiasi riflettore, cerchiamo sempre di far vivere e capire ai bambini ciò che gli andiamo ad insegnare, calando la scuola nella realtà. I nostri bambini hanno bisogno di conoscere da vicino le materie che studiano, hanno bisogno di sperimentarle, di viverle, di toccarle. E non solo per prendere bei voti. Ma per diventare adulti e cittadini consapevoli e responsabili, capaci di prendere scelte e decisioni con cognizione di causa.
Solo per farle un esempio, ogni anno scegliamo un tema, un filo conduttore per tutto l’anno scolastico, e in base a questo tema organizziamo attività dentro e fuori la scuola. Per il tema annuale “le trasformazioni” abbiamo visitato panifici, abbiamo fatto il pane in classe, siamo andati nei caseifici per latte burro e formaggio e lo stesso per il mandorlato. I bambini hanno visto, annusato, manipolato il processo di trasformazione.
Quest’anno abbiamo anche partecipato a VIVIlab, dei laboratori sull’energia organizzati da Pleiadi, non a caso lo stesso gruppo di cui lei parla nel suo post.
Che cos’è l’energia? A che cosa serve? E che cosa vuol dire sostenibilità? Ma soprattutto… come si fa a spiegare questi concetti (difficili da capire a volte anche per gli adulti!) ai bambini? E, lo sappiamo, i bambini non si accontentano di formule o definizioni altisonanti, ma vogliono capire, toccare con mano, sperimentare davvero. L’esperienza che hanno fatto pare sia stata in grado di soddisfarli.
Nelle due ore che ciascuna classe ha avuto a disposizione, i bambini, guidati da uno scienziato esperto e simpatico, hanno costruito con le loro mani esperimenti facili e veloci, ma al tempo stesso efficaci per comprendere (e non solo memorizzare) i concetti legati all’energia. I piccoli scienziati si sono così stupiti di fronte a un congegno semplice e comune come l’hand generator (ovvero una dinamo che accende un led, permettendo di comprendere la trasformazione dell’energia da cinetica ad elettrica), si sono divertiti nello sperimentare la “bomba calorica” (ovvero nel vedere le calorie sprigionarsi da una noce ed una fetta biscottata attraverso la combustione), si sono incuriositi nel vedere dei veri modellini funzionanti di pale eoliche e pannelli solari (che, collegati a dei circuiti elettrici, azionavano delle macchinine giocattolo). Si sono divertiti ed appassionati, ma soprattutto hanno potuto imparare qualcosa di complesso grazie all’esperienza pratica e ad un linguaggio adeguato, facile ma non semplicistico. Attraverso una modalità adatta alla loro età ed alla loro esperienza, insomma.
E’ incredibile come l’esperienza del toccare finalmente con mano concetti di cui spesso si sente parlare sia rimasta anche a distanza di tempo impressa negli studenti. L’altra settimana eravamo in gita ed hanno visto un grande impianto fotovoltaico; subito hanno cominciato a fare, in modo spontaneo, riferimenti sulla produzione di energia, sul risparmio e su tutto ciò che avevano sperimentato in classe durante il laboratorio. E’ stupefacente come due sole ore di esperienza diretta lascino il segno molto più di numerose ore di discorsi astratti..
E proprio per non lasciare cadere nel vuoto le conoscenze acquisite e le esperienze fatte, il progetto sta proseguendo: i laboratori sono terminati, ma tutti i bambini partecipanti stanno dando il meglio di sé per partecipare al grande concorso finale, che mette in palio ben 1000 Euro per l’acquisto di materiale didattico. A Montecchia i bambini sono già all’opera per realizzare il loro elaborato con il quale partecipare al concorso, monitorando con precisione i propri consumi energetici domestici attraverso le tecniche imparate durate il laboratorio. Quando l’energia mette in moto le energie, insomma…
L’esperienza non è nuova ai nostri bambini, abbiamo già partecipato ad altri concorsi di questo tipo, e vinto! L’anno scorso abbiamo partecipato al concorso Il Peso delle Idee del Museo della Bilancia, e posso dirlo, abbiamo fatto incetta di premi! 1 e 2 premio nella categoria I e II elementari, 3 premio nella categoria III, IV e V e premio speciale per la scuola per partecipa con più classi! Può controllare qui.
Ci tengo anche a sottolineare che partecipare a questi progetti non è un lavoro di classe, è un lavoro per tutta la scuola, che coinvolge anche le classi non direttamente coinvolte e la famiglie, insomma una grande esperienza sociale. Quest’anno per esempio solo le quarte hanno partecipato al progetto VIVIlab, ma la scuola si è messa tutta in gioco, per il nostro conocorso tutta la scuola fa dei sondaggi su tutte le famiglie.
Prima di concludere vorrei fare un’osservazione personale, ho visto che i ragazzi di Pleidai l’hanno molto colpita, e posso solo confermare questa sua impressione. Hanno portato la scienza nella nostra scuola con molta simpatia, ma anche con un’organizzazione davvero notevole, e non solo nella nostra scuola in effetti! I laboratori sono stati proposti in più di 100 classi del Veronese e del Bresciano, e noi ci auguriamo tantissimo che il progetto continui anche l’anno prossimo e che possa essere esteso a molte più scuole, e in questo senso dobbiamo dare credito anche all’azienda che ha sostenuto il progetto, VIVIgas.
Bene, ora fateci un bell’in bocca al lupo per il nostro concorso, 1000 Euro non sono pochi per una scuoletta come la nostra e noi ce la metteremo tutta!
Anna
Anna,
la ringrazio della sua lettera, non c’è nulla da aggiungere, se non BRAVI! Bravi tutti. Bravi i promotori di queste esperienze (Il Museo della Bilancia, Pleiadi, VIVIgas e VIBIlab), bravi i bambini, che si fanno coinvolgere con entusiasmo, ma soprattutto brave voi insegnanti, che ovviamente mettete il vostro cuore e la vostra creatività, e immagino anche un bel po’ di tempo extra, nel vostro lavoro!
Ha ragione, non conosco Montecchia Crosara, pur essendo io di Verona, ma mi fa particolarmente piacere constatare che i progetti, il lavoro accurato e creativo si trovano anche nei piccoli centri. Ho visto ora che siete dall’altro lato della città rispetto a me, peccato, perchè se no un pensiero serio sulla vostra scuola l’avrei fatto!
Grazie, e ci faccia sapere come va il concorso, noi tifiamo per voi!
Letizia
Arianna says
Interessantissimo, complimenti a questa insegnante per la dedizione e l’amore per il proprio lavoro che sprigiona da questa lettera! Come genitori e come cittadini di questo Paese complicato, sono le realtà come queste a darci forza…grazie!
Arianna
Sybille says
Meravigliosa questa testimonianza! Tanti auguri di buon proseguimento!!
carla says
Bravissimi! In bocca al lupo (crepi!!!) 🙂
Agi says
“E’ stupefacente come due sole ore di esperienza diretta lascino il segno molto più di numerose ore di discorsi astratti..”
Verissimo. E non solo nel caso di bambini, ma a tutte le eta’.
Per esperienza diretta mia da studente, principalmente, ma anche osservando i miei figli (bambini) e i miei studenti (giovani adulti ormai).
Bellissima testimonianza, e un in bocca al lupo alle scuole piccoline e “sconosciute” ma di qualita’.
giada says
che bella testimonianza…
ho la speranza che queste realtà crescano, aumentino e migliorino il nostro paese e contribuiscano a formare, interessare e divertire le nostre nuove generazioni.
In bocca al lupo Anna e complimenti per ciò che fa!
raffa says
bravi i bimbi, le famiglie, i musei, i giovani didatto-scienziati e le insegnanti “motori” di queste bellissime esperienze. e ovviamente, in bocca al lupo 🙂