Innanzitutto le scuse di rito, non capita spesso che il blog taccia per una settimana, un motivo ci sarà, e infatti c’è c’è….
Preciso che stiamo tutti bene, e questo è fondamentale.
Sta partendo il nuovo corso per insegnanti Learn with Mummy, che finalmente (dico FINALMENTE!) vedrà partire anche Milano più un altro paio di sedi per cui c’è stata una richiesta pressante qui sul blog, stiamo finalizzando gli ultimi dettagli (cui seguiranno annunci con trombe e fanfare), il 1 Giugno inizia la formazione in presenza a Verona e a quel punto non sarà più possibile inserirsi.
Questo Sabato farò la mia conferenza a Milano e sinceramente sono abbastanza nervosa (ho messo a fuoco che mi sono andata ad appaiare ad un signor correlatore, non sarà banale tenergli testa…). Per inciso, abbiamo accolto la vostra idea di offrire ai lettori (lettrici) del blog un modo per riconoscervi alla conferenza, le nostre insegnanti che gestiranno un banchetto vi daranno un segno di riconoscimento, dovrete solo presentarvi da loro e dire “Io leggo”. Poi se vedete in giro altre persone con lo stesso segno di riconoscimento abbordatele senza timidezze!
Tutto il resto procede e per ora non posso dire di più…
Sul lato me, my baby and us pure tutto procede con tranquillità. La settimana scorsa sono venuti a trovarci degli amici very international, forse i più international. Erano venuti anche l’anno scorso, ma quest’anno Daniel mi ha detto che l’Inglese di A. è migliorato moltissimo, o, come dice lui “He really speaks English, and his English is correct“. Bene, l’ho preso come un complimento, un tutto va bene, ma se qualcuno mi avesse chiesto di fare un paragone tra il suo Inglese quest’anno e l’anno scorso non avrei saputo cosa dire…
Quando li hai sempre sotto gli occhi è difficile osservarli con un po’ di distacco, magari noti la singola uscita, il singolo sviluppo, ma non sempre hai una chiara idea di “come sta andando”. C’è da dire che comunicando con una persona che non parla italiano A. ha sicuramente attinto a più risorse di quante non gliene servano per comunicare con me, ma è vero anche che io prendo alla lettera ciò che scrivo su questo blog. Quando dico di non farsi ossessionare da quante parola sa il bambino è perchè lo credo sul serio e lo faccio, sono molto ferma su me stessa, cioè nel parlare solo Inglese, ma molto sciolta nei suoi confronti, che parli ciò che vuole, e per noi quest’approccio sta funzionando. Non saprei dare una stima di quanto si rivolga a me in Inglese (perchè andrebbe misurato e appunto non lo sto facendo) ma lo fa abbastanza, spontaneamente, e soprattutto capisce tutto e non ha paura di relazionarsi in lingua con altri.
Oh, piccola nota per le mamme di maschi. A. è in piena fase superoi, condizionato dai compagni di scuola ovviamente, e questo ci ha portato ad un paio di esperienze interessanti…
Stiamo guardando vecchi materiali sui superoi su Youtube, i vecchi perchè sono ancora molto ingenui, senza grandi violenze o scene che possano mettere in difficoltà un bambino. Abbiamo visto alcune parti del classico Superman (non vi dico, poi non parlava d’altro…) e dei Batman d’annata veramente ridicoli, già quello degli anni ’60 è uno spasso (quello che facevano in TV quando ero piccola io per intendersi), ma quello del ’43 è assolutamente esilarante, un Batman in mutandoni veramente vintage con un Robin che vorrei capire chi ha fatto il casting… (sotto). Insomma qualunque sia la passione dei vostri bambini oggi si trovano tantissimi materiali in lingua gratuitamente, soprattutto per l’Inglese, certo per le lingue piccole è un’altra storia…
La seconda esperienza è questa. A casa nostra l’esperto di cartoni animati e fumetti è mio fratello, vero appassionato del genere, uno che oltre a leggerli li fa anche per intenderci. Bene, ogni volta che A. mi tormenta con le sue domande (Spiderman com’è diventato Spiderman? E’ più forte Batman o Superman? Dov’è la mamma di Batman? Perchè l’incredible Hulk è verde?) io lo rimando allo zio. Gli dico sempre Mummy is the language expert, Uncle is the cartoon and superhero experts. Partendo da qui, pensando pensando, troviamo rami di specializzazione per tutte le persone che conosciamo, la nonna è esperta in cucina, il nonno è esperto a raccontare le storie (ma anche tu Mummy!), A. è esperto a fare la capriole e saltare, etc. etc. Una piccola ma importante lezione a mio parere, nessuno sa far tutto, ognuno è speciale in qualcosa e le lingue sono una competenza specifica come altre.
Infine, ultima lezione che abbiamo imparato dai superhero… Ad un certo punto mi tornava a casa pronunciando i nomi dei superhero come li pronunciano i suoi amichetti, Spiderman era Spaidema, i Power rangers erano qualcosa tipo Pauaua… (non ricordo bene). Io glielo insegnavo correttamente e lui Ma i miei amici dicono così… Ah no! Qui chi sa l’Inglese sei tu, non i tuoi amici, se loro sbagliano gli dici che sbagliano e se insistono tagli corto, io so l’Inglese e tu no e si dice così, ma non esiste che ti metti a parlare male perchè lo fanno i tuoi amici! Sei tu l’esperto di Inglese (tornando al punto sopra). Come ci raccontò una volta Benedetta, questa è una lezione da non sottovalutare, per ora il messaggio è passato ma credo che bisognerà continuare a lavorarci nel tempo…
Ultima cosa, ieri finalmente abbiamo conosciuto di persona Sabina e Nicholas, e grazie a Nicholas l’Hockey sui pattini è entrato nel nostro panorama sportivo, tema che come qualcuno ricorderà ci ha appassionato molto, non so, vediamo come va, vi farò sapere.
Come promesso vi lascio con un Batman d’annata…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=7mzaTSGBN4U[/youtube]
Sabina says
Ciao Letizia,
innanzitutto è stato un piacere incontrarvi di persona e vedere come bambini, maschi e femmine, di tutte le età giocano assieme a hockey, chi con i pattini, chi con le scarpe, chi con la stecca della misura giusta, chi con la stecca oversize :))
Concordo in pieno sui film di una volta – molto meglio di quelli moderni! Noi ci stiamo guardando tutti i vecchi film di Astrid Lindgren, ma magari ve ne parlerò quando scriverò dei libri che stiamo leggendo.
Ma la cosa che mi riempie di orgoglio è quando Nicholas dice ai suoi amichetti: “Da noi la TV non esiste! Cioè abbiamo l’apparecchio ma guardiamo solo film in DVD.” E poi aggiunge “troppa TV fa male”. Quasi inquietante per un bambino di 7 anni, ma cavalchiamo quest’onda e cerchiamo di leggere libri il più possibile! 😉
Ma tornando all’hockey, visto che questo weekend non ci dovrebbero essere partite, probabilmente sarò (o saremo) a Milano!
Francesca says
sempre bello leggere i tuoi post e i progressi del tuo piccolo.
vorrei avere più tempo per leggere tutto quello che ancora non ho letto…ma non è facile…
ad ogni modo…. Good Luck for saturday, language expert!
🙂
Francesca says
Ciao! E dove partono gli altri due Learn with Mummy oltre a Milano? Mi fai sperare che sia vicino casa mia… Sarebbe troppo bello per essere vero…
Silvia says
Ciao Letizia. L’influenza degli amichetti è veramente molto forte… anche mio figlio a volte pronuncia male delle parole inglesi (che prima sapeva pronunciare benissimo) per influenze negative provenienti dal mondo degli amici. Anche io, come te, cerco di spiegargli che lui è l’esperto, non i suoi amichetti. Ma in più di un’occasione ho capito che a volte lo fa per non sentirsi “diverso” dagli altri. Addirittura qualche giorno fa mi ha detto “i miei compagni di scuola MI PRENDONO IN GIRO perchè mia madre MI INSEGNA l’inglese”. Certo, questa è una cosa che non avrei mai voluto sentire, ma che avevo messo in conto: da vari documenti che ho letto e discussioni a cui ho partecipato è emerso questo fatto che il bambino cresciuto bilingue in una società prettamente monolingue può sentirsi “diverso”. Il fatto che “lo prendano in giro” non mi preoccupa più di tanto, non è un bambino che si abbatte facilmente e poi più volte gli ho spiegato quanto sia importante che lui abbia sviluppato questa capacità linguistica (in questi casi dice che mi capisce, io gli credo). Gli ho spiegato, inoltre, che i suoi amici dicono queste cose solo per invidia, perchè lui è più bravo di loro con l’inglese. Onestamente mi dà più fastidio che dicano che io gli “insegno” l’inglese… come se tutti i giorni lo mettessi seduto su una sedia con un libro di grammatica inglese davanti! Una volta ho sentito anche anche una mamma che diceva ad un amico di mio figlio “lui è più bravo di te con l’inglese perchè glielo insegna la mamma!”. Nonostante l’irritazione iniziale, mi lascio scivolare questi commenti addosso, le persone che fanno questi commenti sono lontane da capire il significato di questo progetto che sto portando avanti crescendo i miei figli bilingui.
Ti rinnovo il mio “in bocca al lupo” per la partecipazione all’evento di Milano.
Silvia
angela says
Ciao Letizia, complimenti sempre per la tua tenacia e voglia di fare. Io spesso mi demoralizzo nel portare avanti questo progetto di “trasmettere” e non “insegnare” (parafrasando Silvia) a mia figlia di quattro anni quel po di inglese che conosco. Le leggo libri la sera, ascolta canzoncine, guarda i cartoni di Peppa Pig (il suo preferito) solo in inglese o gioca con le flashcards e quant’altro ci può aiutare a vedere l'”inglese” in mariera attivo e non passiva (quello della scuola per intenderci).
Sabùato spero di esserci anch’io tra “io leggo” e partecipare alla tua conferenza e conoscere altre mamme interessate al bilinguismo. Sarà l’occasione giusta per avere notizie in più sui “learning with mummy”. Se puoi anticiparmi già qualcosa via mail, mi farebbe molto piacere. Soprattutto su come diventare insegnante.
ciao a presto
angela
Angela says
Vorrei tanto venire alla conferenza, a dir la verità a tutte quelle che ci saranno quel giorno, ma purtroppo non posso. Spero che ci sarà occasione di vederla in rete!
Parlando del tuo metodo di insegnamento, non ho capito una cosa: tu parli sempre in inglese con tuo figlio? Intendo, anche quando c’è ad esempio in casa un uncle che però non sa interagire in inglese? O solo se tutti i presenti parlano in inglese oltre a capirlo?
Bilingue Per Gioco says
Io sempre, vedi qui, http://bilinguepergioco.com/2009/03/30/lidea-della-settimana-che-opol-stai-dicendo/, ma è una mia scelta.
L.
Angela says
Mi ero persa quel post che mi sta dando degli ottimi spunti su cui riflettere, grazie! Il mio dubbio principale è sempre come parlare in presenza di un padre che non collabora molto al progetto.
Design per Bambini says
Ottima lezione sull’expertise, ne farò tesoro!
Grazie per le tue riflessioni sempre intelligenti ed utili!
V
Goga says
Ciao Letizia,
che bello. Io ho visto solo oggi il tuo post (grazie alla mail che ho ricevuto) .
Secondo te potrebbe essere interessante anche per i bambini più grandi (8-9 anni)?
Non so se riusciro a fare un salto, ci proverò. Ti faccio in ogni caso un grande in bocca al lupo 🙂
Goga
A. says
Sul fatto che tuo figlio tornava a casa pronunciando i nomi dei supereroi come i suoi amichetti… mh… con te, non va bene, ma con i suoi amici italiani, perché no? Mio figlio pronuncia il suo nome (italiano, di origine latina) all’inglese quando lo dice a una persona inglese, e all’italiana quando è davanti a italiani, e non mi sono mai preoccupata di questo adattarsi alla lingua. Tra l’altro ho sentito che altri bambini bilingue fanno lo stesso, e avevo notato che anche l’impiegata del consolato a Roma usava la doppia pronuncia dei nomi a seconda della lingua in cui parlava.
Elena says
Ciao letizia,
Sono così felice di aver scovato questo blog. È come aver trovato un mondo che vive la mia stessa vita e i miei stessi progetti! Mi chiamo elena e sono la mamma di un bambino bilingue di 4 anni ( abbiamo vissuto 2 anni in usa) e di un bimbo di un anno a cui parlo inglese tra i pareri concordi e contrari di famiglia e amici. Mi piacerebbe molto frequentare uno dei tuoi corsi,, abitiamo in provincia di milano, zona est. Continuerò a seguire il blog nel frattempo. Un caro saluto.