Non so a voi, ma a me fin da piccola l’idea di potere intervenire sulle favole (o più tardi sui film) per cambiarne il corso ha sempre affascinato. Una volta diventata mamma, ho avuto spesso la tentazione di modificare un finale triste in un happy end per preservare la piccola da un’emozione negativa. Ma avendo letto il libro “Il mondo incantato” di Bruno Bettelheim ho cercato di evitarlo, resa consapevole che, grazie alla fiaba, la scoperta dell’esistenza del male e delle pulsioni distruttive attraverso le vicende di personaggi di fantasia, il bambino impara a gestire i suoi sentimenti negativi, a formarsi una propria idea di etica, a superare i conflitti…
Ciononostante, quanto ho visto la app “Alternative story: Red Riding Hood” di ZigZag-Studio (1,59 euro), non ho resistito: già l’icona con il lupo cattivo con un’aureola in testa è troppo intrigante… Mi ha fatto venire in mente “Lupo de Lupis, il lupo tanto bugnino”, in inglese “Loopy de Loup” (di Hanna & Barbera) che E. guarda con grande divertimento.
Ma torniamo alla app “Alternative story: Red Riding Hood”: anche E. appena l’ha vista ha cominciato a ridere di gusto, molto incuriosita. A sette anni ha già un grande senso dell’umorismo e apprezza tutto quanto sovverte le regole precostituite e quindi ha gradito molto l’opportunità offerta dalla app di prendere decisioni nel corso della storia e farle prendere una piega piuttosto che un’altra: anzi si è lamentata di non poterlo fare ogni volta che lo voleva (per ragioni tecniche le opzioni sono limitate ad alcuni step del racconto e offre solo due alternative).
Per il resto, la app anche graficamente è un po’ “iconoclasta”: i personaggi sono piuttosto buffi e l’interattività crea situazioni davvero comiche. Nella stessa versione è possibile avere la narrazione in inglese, francese e spagnolo e ne esiste un’altra solo in polacco. Naturalmente la app contiene anche la trama originale della storia.
Qui trovate un breve video sulla app:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=yvnw7ir_fhs&feature=plcp[/youtube]
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate dell’intervenire sulle fiabe: far saltare schemi precostituiti può essere negativo per un bambino?
O, al contrario, è uno stimolo a una visione personale, critica e creativa?
Bilingue Per Gioco says
Cambiare i finali alle favole secondo me fa benissimo. Non ho letto il libro che citi e vado assolutamente ad intuito, non dubito che la saggezza popolare abbia racchiuso nelle favole secoli di risposte a domande o esigenze più o meno comuni (e forse ma non necessariamente ancora attuali), comunque, che noia.
Se il bambino chiede la favola classica ben venga, se però ha voglia di giocare, dai giochiamo!
Però questa app non mi convince, non per l’idea, che trovo molto bella, ma per grafica, che invece…
Poco male, non serve una app per cambiare il finale alle storie…
L.
Chiara says
In effetti la grafica non e’ delle più sofisticate, pero’ a E. piace. Mi capita spesso di considerare delle illustrazioni un po’ cheap, ma poi vedere che ai bambini piacciono. E allora mi ricordo che libri per l’infanzia che ora considero bellissimi, non esercitavano alcun fascino su di me da piccola e viceversa cose che da piccola amavo, ora mi appaiono piuttosto bruttine. Penso che le mamme delle femmine lo vivano spesso anche con i vestitini: le bimbe amano di solito cose che noi adulte consideriamo kitsch. Ma forse da piccole anche noi avevamo gusti meno chic. Certo i bambini vanno educati al gusto, ma a volte mi chiedo se non ci sia una maturazione personale che passa anche attraverso queste fasi. O invece e’ giusto selezionare solo le cose che consideriamo noi grandi belle?
Bilingue Per Gioco says
Su questo ci vorrebbe un post di Eleonora!
Io lo confesso tendo a essere un po’ egoista da questo punto di vista, life is too short…
L.
Eleonora says
Eccomi 🙂
a proposito di interventi e modifiche, nelle storielle commerciali usa e getta OK, ma nella fiaba classica-funzionale all‘ individuazione, mi sembra persino pericoloso… ma senza scomodare Jung e colleghi, mi sembra una sciatteria pedagogica : è come voler dipingere una Guernica di Picasso a colori perché ‘‘più allegra,, o andare al Noma e ordinare una cassata siciliana come dessert perché ‘‘mi va, mi piace,, :-S
Meglio sbattersi un po‘ e scrivere/improvvisare dal principio la propria storia come si vuole, rispettando il prodotto culturale altrui (secondo me più utile per -citando il post- ‘‘uno stimolo a una visione personale, critica e creativa,,)
Per quanto riguarda il Trash (più che il Kitsch che conserva una matrice ingenuo-romantico-folk :-)) come fase transitoria-evolutiva, concordo pienamente con Chiara. La mia regola è ed è stata con tutti e tre: presto, a piccole dosi e affiancato da prodotti di qualità proposti con entusiasmo (sincero!). E non solo con l‘ illustrazione: ieri era l‘abito made in China della Cenerentola-Disney affiancato ad un abito sartoriale da principessa vichinga made in Sverige, oggi il succo di frutta Zuegg colorato e iper-zuccherato (a casa dei nonni :-@) affiancato al centrifugato di mirtilli raccolti nel bosco …domani, probabilmente (sigh) sarà la pornografia-internettiana e i film di Hollywood affiancati all‘ opera di D.A.F. De Sade e il cinema d‘ autore (ho scelto degli esempi topici-fondamentali inerenti a cibo-sesso-arte/estetica non a caso). Sperando che alla fine imparino il metodo e si regolino da soli: resistere alla via più primitiva, ‘‘facile,, ed immediata che lascia il tempo che trova -quando va bene!- conoscendone i meccanismi, per sforzarsi nella critica e nella ricerca di piaceri più duraturi, strutturati e costruttivi per noi e per gli altri… in modo da potersi eventualmente abbandonare alla decadenza per scelta e con saggia consapevolezza (più difficile il contrario :-)) qualcosa di molto simile alla libertà insomma.
Quindi, secondo me, OK alle illustrazioni pacchiane-glitterate-ipercolorate, ma con moderazione… e che siano gli altri a regalarle 😉
…
poi mi atteggio tanto a intellettuale ma oggi pomeriggio ci siamo sparati una decina di episodi di Pollon da Youtube, con tanto di Dionisio ubriaco e Zeus a caccia di ninfe (la scusa era quella di imparare la mitologia greca, ovvio :-D)
La Stanzetta inglese says
Anche io sono molto elastica quando si tratta di gusti, ma è’ chiaro che se devo comprare un libro per mia figlia evito tutto quello che non è di mio gusto…logico no? 🙂 Credo comunque che il gusto della mia bimba si sia formato osservando e vivendo la natura. Se un bimbo gioca, corre all’aperto, osserva gli insetti, le mucche e le capre (quando è possibile) e se parla di quello che vede con i genitori, difficilmente resterà a lungo rapito (per breve sì) dalle cose “brutte” che vede in tv, sui libri o al pc. Ma è solo una mia osservazione. Per quanto riguarda il finale delle favole: assolutamente da cambiare in tutta libertà! 🙂 – Graziana
chiara says
Io per esempio ho evitato la televisione (solo dvd) proprio perché non si scontrasse con certi esempi di cattivo gusto proposti dai programmi e dalla pubblicità per bambini, ma ormai a sette anni e a volte mi capita di coinvolgerla nelle scelte, per esempio andando in libreria insieme: beh, quasi sempre la sua scelta si indirizza verso il libro di scarsa qualità, credo perché più “facile”, immediato, più “furbo” sul piano del marketing, con specchietti delle allodole creati ad hoc per attrarre l’attenzione dei più piccoli. Spontaneamente mi viene da dirle, “Ma non vedi quatto è brutto?!” e confesso che qualche volta mi è anche scappato, altre volte ho cercato di deviare la sua l’attenzione, ma è sempre stato controproducente: ha creato tensioni tra noi in un momento che doveva essere positivo. Mi ricordo che mio padre diceva sempre a mia madre a proposito di noi bambine, “Basta che leggano, non importa cosa, prima il gusto della lettura, poi verrà la qualità”. Così, controvoglia, a volte (non sempre) mi adeguo.
Chiara says
Io a volte cedo ai cartoon trash se in inglese, in italiano sono piu’ severa… Ma per la mitologia Eleonora ti rimando alla App “Smarty and the 12 Gods of Olympus”, le illustrazioni non saranno il massimo ma permette di scoprire l’Olimpo con tutti gli dei.
Arianna says
Sì, per carità, utilissima ma dove sta scritto che Venere debba avere figura da pin up e labbra a canotto? Mi spiace ma io su queste cose mi smonto del tutto, senza contare che ho provato a cercare dei testi in inglese sulla mitologia (per esempio quelli della Usborne) e ho visto che, proprio a proposito degli dei, fanno spesso confusione tra nomenclatura greca e latina, altra cosa che mi disturba parecchio. Ho deciso quindi di lasciare questa tematica all’italiano, sfruttando i libri che adoravo da bambina, quelli della in tutti i sensi mitica collana La scala d’oro (UTET): molto old fashioned ma pieni di magia, dovuta in gran parte proprio alla cura delle illustrazioni.
My 2 cents,
A
Eleonora says
Mi intriga la mitologia dalle illustrazioni old fashioned… vado subito a cercare in rete!!!
Io oltre a Pollon un po‘ di tempo fa creai un blog (il duemilatrecentesimo :oP) in cui usavo come punto di riferimento l‘ arte per visualizzare e immaginare le divinità e relativi archetipi (i links:
http://domuspicta.blogspot.it/
http://dentrolafiaba.wordpress.com/tag/magna-mater/
ma i bambini si lamentavano perché -testuale- ‘‘sono brutti: sembrano tutti maschi,, :-S
Ora rimanendo in tema divinità hanno preso il trip dell‘ Odissea (raccontata durante i lunghissimi viaggi in macchina tra Svizzera e Italia) e viene spontaneo voler vedere, per esempio, il volto della meravigliosa Elena o di Nausicaa, o quello di Polifemo … mi sto chiedendo se ricorrere all‘ iconografia pittorica -per altro non molto ricca- proporre loro qualche spezzone del mitico film di Franco Rossi e Mario Bava o se lasciarli fantasticare ancora un po‘ 😉
Elisa says
Ciao Arianna,
prova a dare un’occhiata al “D’Aulaires’ Book of Greek Myths” su Amazon. Io l’ho acquistato un paio di anni fa e non è male anche se non l’ho ancora proposto a mia figlia di 5 anni in quanto mi sembra ancora un po’ presto per introdurre certe vicende mitologiche. Per il momento mi limito a raccontare gli episodi che mi sembrano piu’ adatti a lei in attesa di approfondire piu0 avanti.
Ciao
Elisa
Arianna says
Grazie per il consiglio Elisa, non essendo un testo recentissimo spero di trovarlo anche in libreria.
Ti aggiorno, a presto
A
Eleonora says
Si, mi ricordo che ne avevi parlato, ma devo ancora prendere confidenza con quell‘ aggeggio piccolo piatto e platinato ;-P di sicuro approfitterò delle le vacanze per evolvermi un po‘ 🙂
Chiara says
La scala d’oro di UTET, davvero vintage: ma li hai conservati o li hai acquistati di recente? Non e’ facile trovarli…
Arianna says
No, li avevamo in famiglia; si trovano sicuramente in biblioteca e qui a Roma in qualche libreria indipendente (no chain bookstores). Sul web ho appena dato un’occhiata: sicuramente si trovano usati e su siti dedicati a libri rari e fuori catalogo (ad esempio qui http://www.libreriaincanto.it/Libri-per-ragazzi/La-Scala-dOro.html?page=1)
Chiara says
Eleonora,
volevo dedicarle un prossimo post, ma per invogliarti a prendere confidenza con iPad ti segnalo “The little mermaid” (Auryn 2,99 euro) di Andersen con le illustrazioni di…Lisbeth Zwerger!!! C’e’ un effetto water ripples – sembra di essere sottoacqua – le illustrazioni prendono vita e sono interattive, c’e’ il rumore dell’acqua in sottofondo e la voce narrante in inglese (c’e anche in cinese). Bellissima.
Chiara says
Grazie Arianna per il coniglio, corro a vedere questo sito
Chiara says
Consiglio, sorry
Chiara says
Eleonora, hai gia’ visto Mytico, la mitologia a fumetti del Corriere? Mi piacerebbe avere un tuo giudizio…