Ciao Letizia,
spero di poterti dare del tu, mi aiuta a parlare in modo spensierato, come ad una amica, del mio caso.
Mio marito, italiano come me, da quando ha cominciato a lavorare si è trasferito in Svizzera, nella parte tedesca. Dopo 8 anni passati qui è stato mandato in trasferta in Italia ed in questo periodo ci siamo sposati. Proprio alla vigilia della nascita della nostra prima figlia gli è stato proposto di rientrare alla casa madre in Svizzera e cosi’ ora ci troviamo tutti e tre su suolo elvetico. La nostra bimba ha ora 7 mesi e, logicamente ancora non parla ma comincia ad emettere i primi suoni e a fare gorgeggi vari.
La lingua del nostro cantone è il tedesco. Purtroppo pero’, io non lo parlo per nulla e fino ad oggi, con la bimba da crescere tutta da sola non sono riuscita a dedicare molto tempo allo studio della lingua. Mio marito, che per lavoro ha sempre parlato solo in inglese e che frequenta quasi tutti italiani, ha studiato il tedesco ma esercitandolo per lo stretto indispensabile non si sente sicuro nel parlarlo.
E qui arriviamo alla questione… i nostri amici italiani, hanno già dei figli tutti sotto i 5 anni. Per quello che ho visto hanno tutti paura di non fornirgli abbastanza strumenti per parlare tedesco e, visto che qui c’è una certa selezione/indirizzamento del sistema scolastico, anche in base al livello di tedesco parlato, temono che possano essere danneggiati nel futuro percorso scolastico.
Da quello che invece leggo seguendo il tuo blog e cercando informazioni sul net, il problema potrebbe essere opposto, ossia vivendo in un Paese dove il tedesco è la lingua principale è l’italiano che va curato. In effetti i bimbi di cui ti ho scritto, quando parlano in italiano hanno già un accento tedesco e spesso costruiscono le frasi al contrario, alla maniera anglofona.
Come possiamo fare per far imparare le due lingue in simultanea ed in modo bilanciato?
In casa, logicamente, parliamo e vediamo la tv in italiano (persino la messa la domenica è in italiano) e col fatto che io non so il tedesco sento di precluderle tante opportunità, tipo farle frequentare bimbi svizzeri. Puoi darmi qualche consiglio e suggerirmi delle letture per approfondire la questione? Ho visto che molti libri sono scritti per coppie miste che vivono nel Paese di uno dei due genitori mentre nelo nostro caso siamo monolingua emigrati in un Paese con una lingua differente.
Mi scuso per la lungaggine della mia email ma ho un disperato bisogno di aiuto e volevo non tralasciare nessun dettaglio!!
Grazie mille!!
Silvia
Ciao Silvia,
mi viene in mente la mia amica Valentina, che spero commenterà questo post. Vive in Germania, con i suoi bambini parla sempre in Italiano, e loro sono perfettamente bilingui. Quando parlano italiano hanno un accento… romano, il loro tedesco è ottimo.
Hanno fatto la scuola materna uno in una scuola tedesca e uno in una scuola italiana, se non sbaglio, poi sono andati alle scuole internazionali.
Cosa sto cercando di dire? Che se mandi il bambino a nido e/o materna locali, tedeschi, imparerà il tedesco sicuramente e non credo avrà problemi dal punto di vista scolastico. E se voi continuerete a parlare in italiano in casa non è detto che poi parli italiano con un accento tedesco…
Insomma, mi sembra che abbiate tutti gli elementi per procedere senza problemi. Solo un consiglio, se dovete vivere lì fate uno sforzo per imparare il tedesco bene anche voi, non è mai troppo tardi.
Se il bambino frequenterà la scuole in tedesco dovete essere in grado di dialogare con le insegnanti. Uscite dalla vostra nicchia di Italiani all’estero, si possono creare amicizie anche con persone che parlano altre lingue, può essere più difficile all’inizio, ma chi ha detto che la vita dell’emigrato è tutta rose e fiori? Non lo è… E comunque le persone sono in genere ben disposte verso chi fa uno sforzo sincero per imparare la loro lingua.
Quanto alla letteratura, i libri sul bilinguismo in genere coprono modalità ed esperienze varie di bilinguismo, tutti i libri che ho consigliato finora sono validi.
Ciao e in bocca al lupo,
L.
Immagine: Das kleine Ich bin Ich, libro e CD su amazon IT e amazon DE
Ciao Letizia, sicuramente lo studio del tedesco è in cima alla mia lista, anche perchè vivere senza potersi espimere o capire quello che ti capita intorno è veramente frustrante. Il problema fino ad oggi è stato la mancaqnza di tempo, visto che quando sono arrivata qui la mia bimba aveva solo un mese e la mancanza di corsi da poter frequentare compatibili con le esigenze di una neo mamma. Da settembre pero’ finalmente partirà un corso di sabato, cosi’ potro’ lasciare la mia cucciola con il papà. baci
Ciao Silvia,
considera poi che in Svizzera la lingua parlata “normalmente” ovvero in situazioni informali, è il dialetto, e non il tedesco standard, questo complicala cosa … E’ un ottima cosa se tu e tuo marito riuscite a prendervi tempo per imparare la lingua del cantone in cui vivete, anche per poter interagire quotidianamente (a breve poi al parco giochi con le altre amme e poi con le maestre), voi occupatevi dell’italiano della piccola e se avete bisogno di una baby sitter cercatela germanofona 🙂 Magari farle freequentare qualche ora a settimana un gruppo di gioco in svizzero/tedesco?
Ciao Silvia, mi unisco a Letizia nel rassicurarti. Aggiungo un consiglio: potrebbe essere una buona idea, se ne hai l’occasione, di condividere del tempo di ‘scuola’ con tua figlia, ad esempio condividendo qualche ora settimanale una babysitter madrelingua. Altra occasione da sfruttare il prima possibile è quello dell’apprendimento da altri bambini, finchè non inizierà l’asilo. Penso che stiate inziando una bellissima avventura, per quanto difficile, in bocca al lupo!
avevo già pensato ai gruppi di gioco e per fortuna nel mio palazzo ci sono anche tanti bimbi e di tuttute le età. Buona anche l’idea di una tata in tedesco!
Ciao, Silvia.
Credo che la Svizzera sia un Paese davvero molto preparato per l’ educazione plurilingue, semplicemente perché, oltre ad avere parecchia esperienza, a ”loro,, interessa che un bambino impari benissimo il tedesco e la sua liingua madre probabilmente molto più che a noi genitori (per avere individui non- problematici, non perché siano buoni e illuminati :-D)
Le risorse sono molte: dai corsi settimanali di lingua madre gratuiti
http://www.corsizurigo.ch/
(se sei cattolica sul territorio ê presente la missione cattolica di lingua italiana che organizza catechismo , oratorio etc…)
Ci sono corsi intensivi di tedesco per immigranti (detti DaZ, anch’ essi gratuiti offerti come parte integrante del programma e dell’ orario scolastico). Appena la bimba compirà 3 anni, ti chiameranno invitandoti (!) ad iscriverla ad una Kinderkrippe per familiarizzare col tedesco (sovvenzionata dal comune se necessario, molto piu’ economiche ed efficaci di una tata qui!).
L’ accento svizzero non è ne più ne meno strano di un accento romano, emiliano, napoletano, pugliese, ticinese… (personalmente lo adoro 🙂 essendo molto simile al mio accento originario)
Comunque io predico bene ma razzolo malissimo perché nel nostro caso il tedesco migliora giorno dopo giorno ma l’ italiano (il mio compreso) va a rotoli -e credo si noti :-S-
per il resto, come dice Eugene Hutz: ”we comin’ rougher everytime,,
http://www.youtube.com/watch?v=aKpgb2WrGo0
Letizia, concedimi il link punk che sono in vacanza ;-P …
baci a tutti dalla Baviera in rotta verso la Svezia …
ciao a tutte, mi chiamo antonella, anchio sicuramente mi dovro’ trasferire nella svizzera tedesca per lavoro. Io e mio marito parliamo solo italiano, ma la mia preocupazione e’ per i miei bambini, 3 e 8 anni.
vorrei da voi dei consigli per quanto riguarda la scuola , sia per l’ iscrizione che per l’inserimento, ma sopratutto come faranno a seguire il programma scolastico non conoscendo la lingua tedesca.
Ciao Antonella! Ti linko un post che scrissi appena trasferita in Svizzera un anno e mezzo fa in una situazione molto simile alla tua, spero ti sia utile 🙂
http://bilinguepergioco.com/2011/04/12/scuola-in-svizzera-mi-piace-perche/
Se hai domande, comunque sono qui!
In bocca al lupo!
grazie eleonora, il tuo post lo trovo molto utile e interessante, ti contattero’ in futuro per altre informazioni, ciao a presto
Ciao Silvia,
Letizia dice, che la vita dell’immigrato non è tutta rose e fiori, ma, aggiungo io, non è poi così male e soprattutto può essere affascinante , stimolante e divertente ( sempre se sei immigrato “agiato”)
25 anni fa ho fatto la stessa esperienza tua, ma al contrario, essendo immigrata a Roma senza conoscere la lingua. Avevo sposato mio marito italiano (ma senza contatti familiari o altri a Roma) in Germania e parliamo tuttora sempre in tedesco tra di noi. Così abbiamo anche fatto con i due figli. Per loro quindi la primissima lingua da sentire a casa era il tedesco e così è rimasta fino ad oggi.
Con la prima bimba ho fatto poi in modo di cercare il contatto con bimbi italiani e ho trovato fin dai primi mesi una ragazza italiana che giocasse qualche ora la settimana con lei e le facesse qualche volta la babysitter. Nei primi anni mia figlia comunque parlava molto meglio tedesco che italiano. ( Alla nascita del secondo figlio c’era già una rete di amicizie italiane, così lui aveva costante contatto con la lingua)
Ho naturalmente dedicato molto tempo a leggere in tedesco ai bambini, quando erano piccoli, e gli ho comprato poi libri adatti in tedesco da leggere da soli, la lettura essendo anche un importante modo aggiuntivo per trasferire l’altra cultura. Un grande aiuto erano anche CD (cassette a quei tempi)con canzoni e poi i cosidetti “Hoerbuecher”, libri da ascoltare, che hanno insegnato un’ottimo tedesco standard e che ascoltavano mentre giocavano fino a quasi saperli a memoria. Oggi poi c’è l’offerta di internet, dove poi scegliere film e trasmissioni adatte ai bambini, per non dipendere da quello che offre la televisione.
Nella prima infanzia quindi era il tedesco la lingua più attiva.
Abbiamo quindi scelto asili e scuole italiani nonostante la bella scuola tedesca sia vicina. Abbiamo frequentato gli ambienti tedeschi per le feste e ricorrenze tradizionali, tipo san martino, avvento, natale, pasqua.
Al asilo e poi di nuovo alle elementari sono riuscita a creare una stretta rete di amicizie con mamme (e famiglie) italiane per passare più tempo possibile insieme a loro e i nostri bimbi. Così ho imparato anch’io moltissimo. Bisogna fare il primo passo per conoscere gli altri, e magari all’inizio non era sempre facile. Ma poi ho trovato tutti non solo disponibili ma anche curiosi e contenti di partecipare a certi “riti” tradizionali tedeschi, tipo l’invito pomeridiano a prendere il thè e dolci fatti in casa o i preparativi per Natale.
Dall’altra parte abbiamo sempre passato parte delle vacanze estive in Germania.
Per farla breve, i miei figli hanno fatto ottime maturità nel liceo italiano. ( con, effetto collaterale del bilinguismo, pochissima fatica ad imparare e parlare (!) anche altre lingue straniere) Mia figlia ha poi deciso di vivere a Monaco dove si sta laureando in storia e lettere. Mio figlio studia all’università italiana.
Tutti e due sono assolutamente bilingue e , parola di moda in Germania, “bikulturell”.
Sono sempre stata felice di questo nostro piccolo contributo alla “europeizzazione”.
Spero che la mia esperienza possa darti coraggio e curiosità per la vita e le esperienze che aspettano voi e vostra bimba. Naturalmente, e qui mi associo alle altre amiche che hanno risposto , bisogna assolutamente fare un corso di lingua, per metterti in contatto con l’ambiente germanofono. Se non hai tempo o modo di frequentarne uno fuori casa, prova intanto con quello della “Deutsche Welle”, online, ottimo e, soprattutto, gratuito! Si chiama “Deutsch interaktiv” , il tuo livello sarà A1.
http://www.dw.de/
( homepage in Inglese, il corso trovi sotto: learn German)
Viel Spass! e in bocca al lupo
Friedgard
Ciao Silvia,
mi unisco ai commenti precedenti.
Mio marito e io siamo italiani e viviamo in Olanda da piu’ di 13 anni. I nostri figli sono nati in Olanda. Io sono logopedista ma, essendo specializzata nel trattamento di adulti, durante la gravidanza ho preferito chiedere consiglio a diversi logopedisti esperti in bilinguismo. Le mie amiche dell’associazione italiana locale mi hanno sempre stimolato all’uso dell’italiano con i figli (pur essendo loro sposate con un olandese).
Non demordere: parla con tua figlia bene la tua lingua madre e impara al piu’ presto la lingua straniera del paese in cui vivi ed esponi tua figlia da subito all’ascolto di piu’ di una lingua. Questo per diversi motivi:
– i primi mesi e anni di vita sono importantissimi per la detezione e la riproduzione dei suoni di una lingua e per l’apprendimento contemporaneo di tre lingue
– e’ sempre utile integrarsi: non si sa mai che tu debba vivere li’ tutta la vita
– le scuole internazionali ci sono, ma non sono sempre vicine
– due lingue facilitano l’apprendimento di altre lingue da adulti
– l’arricchimento culturale che riceverai e’ enorme
– tantissimi altri motivi che troverai nel sito di bilingue per gioco.
I miei figli hanno frequentato a partire da subito l’asilo nido locale, abbiamo avuto la fortuna di trovare una babysitter figlia di un italiano e di una olandese, ma purtroppo non siamo riusciti a trovare una baby sitter di madre lingua inglese per far apprendere contemporaneamente l’inglese. Abbiamo sempre iscritto i figli alla scuola olandese vicino a casa, sia per comodita’ (andiamo a piedi o in bici, poi nel pomeriggio i bimbi possono giocare con gli amichetti di scuola o i vicini di casa; la scuola internazionale dista 3o km! ) sia per scelta.
La loro scuola locale era considerata una “scuola nera” ossia piena di stranieri figli di genitori spesso con un basso titolo di studio: in realta’ grazie agli insegnanti molto preparati e disponibili al dialogo e ai genitori di tutti i ceti sociali (con o senza lavoro, dalla casalinga all’ingegnere, dall’operaio al medico specialista, provenienti da tantissimi diversi paesi e di diverse religioni) abbiamo ricevuto un arricchimento culturale impensabile sia per i nostri figli che per noi.
Essere attivi nelle associazioni italiane, nel volontariato in parrocchia (o nel movimento dei focolari) o presso associazioni sportive, chiedere aiuto ad amici e colleghi (per correggerci quando usiamo scorrettamente le parole, la grammatica o la pronuncia), parlare con i vicini di casa: ci sono mille modi per imparare una lingua straniera e contemporaneamente mantenere e diffondere la lingua e la cultura italiana.
Insomma l’importante e’ comunicare: lo si fa non solo usando una lingua, ma anche offrendo un sorriso, una stretta di mano, un abbraccio.
Concludo con questo: due anni fa d’estate stavo cucinando con la finestra aperta e canticchiavo “ Parole parole” di Mina e Alberto Lupo. Il vicino di casa, che non parla italiano, mentre lavorava nel suo giardino mi ha risposto fischiettando lo stesso motivo: abbiamo fischiettato e cantato a turno! Che gioia nel condividere una canzone che pensavo fosse sconosciuta a uno straniero!
Come vedi si comunica anche a partire da una canzone.
Buon fortuna! Monica
grazie a tutti per gli ottimi consigli e per l’incoraggiamento. Anche se al momento la strada è un po’ in salita sono sicura che il percorso che abbiamo davanti è sicuramente molto stimolante. La Svizzera è un bellisimo Paese e soprattutto è fatto su misura per i bambini. Ci sono attività di ogni genere per mamme con bimbi fin dai primi mesi di vita, solo che col mio misero linguaggio non me la sento ancora di buttarmi nella mischia. Ho cominciato, pero’, a “interagire” piu’ che parlare, con una vicina di casa che incontro spesso quando vado a fare la lavatrice (qui in Svizzera le lavatrici sono in comune e tutti a turno usufruiamo della stanza adibita a lavanderia che c’è in ogni condominio) e che ha un bimbo di pochi mesi meno della mia.
baci a tutti e scusate se al posto degli accenti metto l’apostrofo ma la tastiera è svizzera e i tasti sono diversi da quelli italiani (lettere con l’Umlaut al posto di quelle accentate)!
Ciao Silvia, io mi sono appena trasferita da Zurigo a Roma, sono italiana ma faccio parte della seconda generazione di immigrati nella Svizzera tedesca. Ho un bimbo di due anni e qui a Roma non conosciamo praticamente nessuno per il momento. Quindi capisco come ti senti, per fortuna io conosco la lingua anche se mi manca molto il tedesco. Qui per il momento non lavoro e il mio bambino ancora non va all’asilo, quindi conoscere persone non e’ facile, almeno li c’e’ la lavatrice in comune :-). Bei ricordi!!!
Passiamo al dunque:
mia sorella vive a Zurigo, ha studiato in Italia, ma lavora come pedagogista in una scuola svizzera, se dovessi aver bisogno di qualche informazione o semplicemente di far giocare i tuoi bimbi ( mia sorella ha due bambine una di 3 anni e una di 5 anni ) puoi farmelo sapere e ti mettero’ in contatto con lei.
So cosa significhi trasferirsi in un paese diverso dal prorpio, l’ho vissuto per ben due volte. La Svizzera in ogni caso ha una politica dell’accoglienza molto sviluppata, non dovresti aver problemi….un grande in bocca al lupo e appunto se hai bisogno…io sono qui.
Antonella, quello che ho scritto vale ovviamente anche per te…se hai bisogno sono qui!!!
Ciao Silvia,
ti racconto la mia esperienza. Sono nata a Zurigo 30 anni fa da genitori italiani. Inizialmente i miei mi hanno iscritta al nido italiano gestito dalle suore, ma poi avendo deciso di rimanere in Svizzera, a 4 anni mi hanno iscritta al Kindergarten tedesco. Io chiaramente non parlavo una parola in tedesco, ma dopo pochi mesi sembravo una piccola svizzerotta anch’io.. Dopo poco tempo mi sono ritrovata a fare da “interprete” a mia madre che il tedesco lo capiva, ma non ha mai voluto parlarlo. Quindi per farla breve, parlavo tedesco, o meglio Schwyzertütsch, a scuola e fuori casa e l’italiano a casa. In più, una volta a settimana, se non ricordo male dalla prima elementare, frequentavo un corso d’italiano. Esiste anche per i figli di spagnoli ecc..A 16 anni mi sono trasferita in Italia da perfetta bilingue, con un’ottima padronanza del francese (che si studia già alle elementari) e dell’inglese.
Il consiglio che mi sento di darti è di sostenere tua figlia nell’apprendimento e soprattutto nel mantenimento della lingua italiana. Mi fa un pò “orrore” vedere miei amici italiani (figli di emigrati come me), residenti in Svizzera non saper scrivere in italiano (es. O proprio fame, E stato bello rivederti). D’altronde siamo sempre italiani:)