Parafrasando: L’occasione fa il bilingue monolingue…
Siamo al mare, e come spesso succede quando mi trovo a passare più tempo del solito immersa tra gente che mi parla in Italiano ogni tanto mi scappa qualche frase in Italiano anche con mio figlio A., col quale come sapete adotto l’approccio One Parent One Language.
Come sempre la cosa non gli sfugge, se ne stupisce e mi blocca.
A.: Perché ogni tanto mi parli in Italiano?
Mummy: It’s a mistake… sometimes I make mistakes, we all do, don’t we?
E come sempre gli rigiro la frittata…
M.: And you, why do you speak Italian to me instead of English?
A.: eh… qualche volta mi sbaglio…
M.: Sometimes? Well well, it happens quite often I think, not sometimes…
A.: eh beh…sì, imparerò
Indubbiamente, imparerai.
Questa risposta mi è piaciuta molto, racchiude molta consapevolezza, a mio parere, del processo di apprendimento delle lingue.
P.S. Non è che di solito la gente mi parli in altre lingue, ma di solito passo più tempo lavorando e quindi sto meno tra la gente…
caspita, che consapevolezza! a quanti anni più o meno ha iniziato ad avere la consapevolezza di usare due lingue diverse? mio figlio compirà tre anni tra due mesi e sa bene che io gli parlo in una lingua diversa dalla resto delle persone perchè già da quando ha iniziato a parlare benino, verso i due anni, traduce al padre ciò che dico a lui in tedesco. Però io non ho mai specificato che si tratta di tedesco e italiano ma piuttosto dico ancora: “come dice la mamma/il papà”. Secondo te posso già cominciare a dirgli che si tratta di italiano e di tedesco? Qualche (fortunatamente rara) volta anche a me sfugge l’italiano con lui ma non ho mai notato nessuna reazione di meraviglia o altro, tanto meno delle rimostranze. Quando è capitato lo ha sempre accolto con naturalezza.
Volevo chiederti invece se ti è mai capitato il contrario, cioè una pessima reazione nel sentire parlare altri l’inglese. Te lo chiedo perchè per 5 settimane mio figlio Elia è stato tutti i giorni al mare a contatto con i miei parenti venuti in ferie dalla Germania (insieme naturalmente ai suoi nonni o con me) e la sua reazione quando gli si rivolgevano in tedesco era nell’ordine: 1. vergognarsi/non voler guardare-essere guardato/nascondersi 2. sputare e dare calci ogni volta che gli parlavano in tedesco. Quando invece gli parlavano in italiano la reazione era sempre negativa (perchè secondo me ormai li aveva “inquadrati”) ma non era così violenta. Tutto questo è durato per ca. 3-4 settimane e solo verso la fine delle ferie nell’ultima settimana si è mostrato tranquillo e oltre a non sputare o calciare più rispondeva alle domande quasi sempre in italiano ma a volte anche in tedesco. E pensare che comunque li conosceva ed eravamo stati da loro qualche giorno a Natale!
Mia figlia, che attualmente a 5 anni e mezzo, ha acquisito la consapevolezza che esistono diverse lingue molto presto e dai due anni e mezzo è in grado di riconoscere, oltre all’Italiano, l’Inglese e il Francese e di indentificarle come tali. E’ stata esposta in alcuni momenti anche al Tedesco, visto che ogni hanno trascorriamo il periodo di Natale in Alto Adige e ci prepariamo tutto il mese di dicembre per partecipare ai canti della Vigilia in albergo (Oh Tannenbaum, Oh du Froliche, Stille Nacht…). Tuttavia, non credo sappia che questa lingua si chiama “Tedesco”.
In merito alla tua riflessione (resistenza nel caso in cui qualcuno di diverso da te parla Tedesco), devo dire che non piu’ tardi di settimana scorsa, mia figlia, al mare, sentendo parlare un’au pair con forte accento scozzese, mi ha detto chiaramente:” Non capisco niente, questo non è il mio Inglese!”. Da un lato mi è spiaciuto che non capisse, dall’altro ho trovato l’uso dell’aggettivo “MIO” molto significativo perchè per la prima volta si espressa in maniera chiara sul fatto che, tra alti e bassi, comunque l’Inglese (American English nel suo caso) le appartiene. Speriamo le venga voglia di parlarlo un po’ piu’ spesso anche con la mamma visto che con me predilige decisamente l’Italiano.
Ciao!
Elisa
Barbara, ed Elisa,
sono sicura (e credo ci sia qualche post da qualche parte che lo attesti) che A. aveva ben presente questa cosa prima dei 3 anni. Ma non perchè sentiva Inglese da me e Italiano dagli altri (in effetti anche io all’inizio dicevo “come dice la mamma”), bensì perchè altre persone intorno a noi parlavano altre lingue e io glielo facevo notare. Un amichetto parla Francese, un’amichetta tedesco, come pure una compagna del nido. Alla materna c’erano un bambino mezzo russo e dei bambini cingalesi, poi anche una bimba tunisina. Per la strada di lingue capita di sentirne diverse, e di domandarsi, e domandare, che lingue sono.
Sono convinta che siano state queste esperienze più che il suo stesso bilinguismo a creare in lui consapevolezza di parlare due lingue, e che tanti lo fanno, quindi è una cosa che si accetta come normalità, pur con un po’ di curiosità…
Barbara, la reazione del tuo bambino mi stupisce, non saprei spiegarla, ma forse proverei a chiedergli se reagisce così perchè gli dispiace non riuscire a capire tutto quello che dicono…
Ciao,
L.
Ciao Letizia, ciao Elisa
grazie del vostro contributo! Riflettendo sulle vostre parole forse il motivo del rifiuto da parte di mio figlio è stato non tanto il fatto di non capire bene quello che gli dicevano (erano cose che rientravano perfettamente nel suo vocabolario anche se certo, dette con maggiore cadenza dialettale il chè magari ripensandoci può averlo messo un pò in difficoltà) ma quanto forse il fatto che finora abbia pochi o nessun contatto con bimbi stranieri, a differenza dal caso vostro. Qui non sente molto parlare altre lingue al di fuori dell’italiano e del mio tedesco, o comunque non che si rivolgano a lui. Questo gli è capitato soltanto in Germania o comunque all’ estero e la sua reazione è stata ben diversa. Al nido che ha frequentato fino a giungo parlavano tutti italiano. Sicuramente all’asilo le cose cambieranno e magari realizzerà che anche “a casa nostra” ci sono bambini e persone che parlano altre lingue. Mi auguro che capiti prestissimo e comunque seguirò il vostro esempio e quando capita glielo farò notare!
un saluto a entrambe
Barbara
A distanza di qualche giorno vi voglio raccontare quest’episodio: ho seguito il vostro esempio e ho chiamato per la prima volta le due lingue “tedesco” e “italiano” col loro nome e l’ho fatto in occasione delle parole “barbabietola” e “Zucckerrübe”. Risultato? Prima mio figlio si arrabbiava tantissimo quando dicevo questa parola in tedesco credo perchè in italiano l’aveva imparata per primo e gli è sempre piaciuta tantissimo , la trova divertente. Quando gli ho spiegato che io lo dico semplicemente in tedesco e che non si deve arrabbiare perchè è la stessa cosa, lui si è arrabbiato lo stesso, ma ridendo! Ed ora è diventato un gioco. Ha capito il concetto e ora è lui a chiedermi all’occasione come dici tu mamma e dopo che gliel’ho detto fa finta di arrabbiarsi e ride. Mi ha fatto un effetto stranissimo e bellissimo giocare con mio figlio neanche 3 anni con le lingue!
ciao!
Barbara
Un atteggiamento da cui voglio imparare, grazie A. !! 🙂
Anch’io con le mie ho sempre cercato di parlare solo in inglese, ma al loro ingresso alla scuola primaria, dovendole aiutare nei compiti, mi risultava molto difficile se non impossibile. Comunque appena posso continuo con l’approccio one parent one language, con risultati finora davvero buoni. a proposito, se avete suggerimenti sul come continuare il bilinguismo con pre-adolescenti, sono tutta orecchi :))