Mi collego quotidianamente al tuo sito che purtroppo ho scoperto solo un anno fa. Lo trovo fantastico e incredibilmente utile; me ne sono resa conto in particolar modo durante questa prima esperienza all’estero con la nostra bambina di 30 mesi, più avanti spiegherò la motivazione.
Proverò ad essere sintetica seppur esauriente nelle spiegazioni.
Io e mio marito siamo da sempre viaggiatori incalliti, terribilmente curiosi di scoprire il mondo e le culture diverse dalla nostra.
Dopo l’arrivo di nostra figlia abbiamo preferito sospendere trasferte troppo faticose ma quest’anno abbiamo deciso di ripartire dando sfogo alla nostra passione nella quale si trova e si troverà inevitabilmente coinvolta anche la bambina.
Siamo stati 12 giorni ad Edimburgo, città turisticamente non troppo gettonata ma che nasconde ricchezze storiche e culturali per ogni età!
La città, non troppo grande né troppo piccola, è davvero a misura d’uomo. Ricca di verde e di prati sconfinati, ci ha colpiti anche per la particolare attenzione ai bambini; un esempio pratico: non esiste un solo bagno (quindi parlo anche dei piccoli locali del centro come pure dei bagni in prossimità delle aree gioco all’aperto) che non abbia l’appendice “baby change” rigorosamente allestita con fasciatoio e wc small-size. L’igiene è massima e si saltano tutte le file, sempre particolarmente lunghe nei bagni delle donne. La gente in generale dà sempre la precedenza alle mamme con bebè al seguito, cosa alquanto rara nel nostro paese, almeno per quanto mi riguarda.
In qualsiasi luogo di ristorazione esiste il baby-menù che contiene anche un frutto.
In alcuni musei ti danno la possibilità di uscire e rientrare nello stesso giorno in considerazione delle necessità dei più piccoli. Inoltre ogni museo è ricco di giochi interattivi che fanno la felicità di grandi e piccini. Insomma decisamente attraente per chi viaggia con figli.
Partiamo con le attrazioni, tenendo in considerazione che ogni anno, nel mese di agosto, la città è animata da un ricchissimo calendario di performances per la sovrapposizione di vari festival:
–Edimburgh Festival Fringe (il festival delle arti dello spettacolo più grande del mondo);
–Edimburgh International Festival (comprende concerti,opere,balletti provenienti da tutto il mondo); per tutta la durata di questi due festival una delle vie principali della città, il Royal Mile, è quotidianamente invaso da attori , ballerini e musicisti che danno piccoli assaggi dei loro spettacoli; l’atmosfera,garantisco, è terribilmente coinvolgente tanto per i bambini quanto per gli adulti; per gli show in programma vengono distribuiti gratuitamente in giro per la città veri e propri “libri” con tutti gli spettacoli dettagliatamente descritti. Sono divisi in sezioni (quella per bambini viene ovviamente segnalata a parte) ma si rischia comunque di perdersi per quanto elevato è il numero di performances. Noi abbiamo partecipato a “The amazing bubble show” del simpaticissimo e abilissimo Louis Pearl che oltre a mostrare le sue straordinarie capacità nel realizzare bolle di sapone alte anche un paio di metri, coinvolge ironicamente i bambini di tutte le età invitandoli a salire sul palco.
–Edimburgh Military Tattoo (spettacolare parata di bande militari con gruppi di cornamuse e tamburi) si svolge al Castello della città; noi non vi abbiamo partecipato perché nostra figlia non avrebbe sostenuto uno spettacolo tanto lungo seppur tanto entusiasmante. Aspetteremo che cresca per godercelo tutti e tre
–Edimburgh International Book Festival (prevede conferenze, letture,dibattiti,presentazioni di nuovi libri e incontri con gli autori) si svolge in Charlotte Square ed una grandissima area è dedicata ai libri per bambini da 0 a 15 anni. Noi ci siamo tuffati immediatamente alla ricerca delle ultime novità. Mi ricollego allora a ciò che ho anticipato all’inizio: qui mi sono accorta di quanto Letizia mi sia stata utile in questo anno, tenendomi aggiornata sulle ultime uscite e su tutti gli autori più in voga al momento. Effettivamente mi sono trovata a parlare con diverse persone del luogo e ad essere aggiornatissima su tutti i libri più amati dai bambini inglesi.
Che dire quindi quando abbiamo incontrato Julia Donaldson (autrice per intenderci di “The Gruffalo”, “The snail and the whale”,”Stick man” , “Room on the broom” e tanti altri) alla presentazione del suo nuovo libro “Superworm”?
Non conoscevo:
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“The bad-tempered ladybird” by Eric Carle (scritto brillantemente tanto quanto il conosciutissimo “The very hungry caterpillar”),
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-la serie di “Katie”scritta da James Mayhew, anche lui al festival (dettagliatamente dipinto in faccia e corpo come il rispettivo dipinto di Van Gogh soggetto del suo ultimo libro) per la presentazione dell’ultima avventura della bambina che entra nei dipinti “Katie and the Starry night”,
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la più commerciale seppur molto amata serie “Charlie and Lola” dal programma televisivo della Cbeebies. Ci sarebbe da parlare per ore.
Tutto ciò di cui ho parlato finora è diverso anno per anno quindi rende la città sempre nuova, anche per chi l’ha già visitata.
Per le altre attrazioni, mi limiterò a segnalare esclusivamente quelle adatte ai bambini poiché diventerebbe estremamente lungo e dispersivo spiegare tutto ciò che la città offre.
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Camera Obscura: un posto incredibile, mai visto nulla di simile in tutto il mondo; è una torre con 5 piani di divertentissimi effetti ottici di ogni genere per attrarre, illudere e divertire adulti e bambini. Mia figlia ha cominciato a ridere di fronte ai primi specchi deformanti e l’ho sentita spesso dire: “Oh, goodness! I cannot believe it!”. Immancabile! Dall’ultimo piano si gode un panorama della città da non perdere.
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Museum of Childhood: interessantissimo e ricco di giocattoli e oggetti del secolo scorso; ideale per i nostalgici, divertente anche per i piccoli. Gratuito, da non perdere.
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National Museum of Scotland: la costruzione esterna nasconde un tesoro inimmaginabile all’interno. Gratuito, merita di essere esplorato in più tappe per tutto ciò che contiene. Stupefacente la sezione dedicata agli animali, tutti quelli esistenti sul pianeta, dimensioni reali. Le sale per i bambini sono ricche di stimoli interessantissimi. Mia figlia piangeva nel venire via da ognuna di esse! Ci sono punti ristoro all’interno.
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The Royal Yatch Britannia: è il panfilo usato dalla famiglia reale fino ad una decina di anni fa. L’audio tour è molto utile quando si hanno dietro bambini piccoli perché aiuta a non perdere di vista il percorso. Divertente anche per i bambini. Da non perdere la sala dei motori e la lavanderia (alla fine del percorso).
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The Zoo : a 15 minuti in taxi dal centro, è ricco di vegetazione ma forse un po’ dispersivo; a causa del clima infausto molte specie animali vivono in ambienti chiusi, a volte un po’ tristi ma con temperature adeguate. I panda e i pinguini sono le attrazioni maggiori ma si trovano piuttosto in alto (lo zoo è su una collina, quindi bisogna prepararsi a salite e discese) e si rischia di arrivare troppo stanchi alla meta, quindi consiglierei di tralasciare la parte iniziale a meno che non si vogliano osservare determinati animali. Conviene portare il pranzo al sacco e sperare di mangiare, tempo permettendo, su uno dei grandi prati presenti all’interno; esiste un’area giochi vasta e ricca di attrattive che forse distrae l’attenzione.
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The Dinamic Earth: un museo interattivo che parla del nostro pianeta; interessantissimo per bambini più grandi, non per quelli di età compresa tra 0 e 5 anni, a mio avviso.
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The Royal Botanic Gardens: noi non abbiamo avuto tempo di visitarli ma pare meritino attenzione.
Consiglio pratico: i conosciutissimi “City Sightseeing” cioè gli autobus rossi turistici a volte noti come Hop On – Hop Off, li ho sempre evitati ma oggi credo che, con figli e passeggini al seguito, siano utili per avere una panoramica della città che si sta visitando senza troppo sforzo. Costano un po’ ma il biglietto dura 24 ore e l’audio guida aiuta a conoscere qualcosa in più.
Dove mangiare (un luogo per ogni esigenza):
Mum’s – 4a Forrest Road – locale piccolo ma cibo di qualità, a prezzo adeguato. Da non perdere la specialità scozzese (per chi gradisce): haggis cioè frattaglie bollite servite come uno sformatino di riso; ottime le salsicce.
Peter’s Yard – Simpson Loan – caffè bar con una vasta scelta di dolci di ottima qualità; delizioso l’ambiente. Dalle 17 cucinano anche la pizza (nel forno elettrico) che tutto sommato non è male.
Nando’s – 71-73 Lothian Road – catena di ristorazione con un buon rapporto qualità/prezzo; ambiente informale, serve soprattutto pollo, cucinato nei modi più svariati.
In conclusione, direi che la città merita assolutamente un viaggio. Noi torneremo anche la prossima estate. La gente è molto disponibile e amichevole e questa è certamente una delle motivazioni che ci spinge a ripetere l’esperienza.
Ritengo doveroso mettere in evidenza qualche aspetto negativo che nel complesso non crea difficoltà se conosciuto in anticipo:
-la città è piena di salite e discese pertanto col passeggino non è troppo comoda da girare
-è una città molto costosa ( un caffè costa circa 2 euro)
-il tempo pare sia spesso piovoso (noi in 12 giorni abbiamo visto la pioggia solo per 4 ore ma ci dicevano di essere stati particolarmente fortunati) e ventoso (di questo ce ne siamo accorti)
-non esistono molte compagnie che hanno voli diretti su Edimburgo (da Roma ne esiste solo una che ha la nomea di essere economica ma è tutt’altro).
In compenso però l’arricchimento linguistico ed emotivo supera qualsiasi aspettativa.
Grazie ancora Letizia per ciò che doni a tutti noi; questa volta spero di essere riuscita, nel mio piccolo, a regalare qualche consiglio prezioso anche a te.
Fiorelena
Elisa says
Grazie Fioralena per questi interessanti suggerimenti, sono appena finite le ferie e già mi vien voglia di ripartire per la prossima vacanza “bilingue”! Belli i libri di Mayhew, noi ne abbiamo 5 o 6, un ottimo modo per proporre i grandi capolavori dell’arte ai più piccoli.
Elisa
fiorelena says
Hai ragione Elisa, anche io li trovo affascinanti!
Jessica says
Grazie Fiorelena, quanti spunti!! Da noi, c’è ancora tanto da fare 🙂
fiorelena says
Cara Jessica, è esattamente ciò che ho pensato anche io e che forse penso tutte le volte che visito paesi industrializzati come il nostro. Nasce spontanea una domanda: ma cosa abbiamo in meno di loro???
E qui ci sarebbe da parlare per ore.