“Il dinosauro catturò i serpenti. Voleva mangiarseli. I serpenti lo pregarono: ‘Per favore non mangiarci!’ E il dinosauro li lasciò liberi”. Se la storia suona familiare è perchè il bambino che l’ha dettata alla maestra dell’asilo ha raccontato una sua versione della storia di Esopo sul leone e il topolino che gli era stata letta in classe. Per un altro bambino, la storia è diventata quella di una tigre, un pollo e un istrice.
Con l’aiuto dei familiari o di altre persone e conoscenti, le diverse storie sono poi state tradotte nelle tante lingue materne dei bambini della scuola. In alcuni casi, sono state aggiunte ai disegni scritte nei diversi alfabeti e le maestre, creando una sequenza di tutti i lavori dei bambini, ne hanno ricavato una versione video da proiettare. I bambini più grandi, in altre scuole, hanno messo una colonna sonora alle storie e ai disegni fatti direttamente al computer (Lotherington, 2007).
Multilinguismo, multiletteratismo: una sfida per gli studenti e la scuola, oggi, perchè c’è “una richiesta crescente, nella società avanzata in cui viviamo, di una competenza di scrittura solida e differenziata” (Della Casa 2007).
Solida, perchè, nelle sue forme più organizzate, “promuove l’astrazione, l’analisi, il distanziamento critico, la strutturazione” e “costringe la nostra mente a lavorare in un certo modo: a riflettere in modo concentrato, scomporre e ricomporre esperienze e conoscenze, a organizzarle logicamente”.
Differenziata, cioè in grado di comprendere, analizzare e creare testi che uniscono e sovrappongono codici diversi.
E lingue diverse.
Sul web non è difficile incontrare scritti che alternano scrittura e immagini. Espressioni del parlato e registro colto. Lingue diverse e a volte dialetto (un esempio). Pagine di questo tipo sono sempre più diffuse, ma per ora entrano di rado nelle aule scolastiche, dove si tende a tenere separati i diversi codici: in classe, raramente si affiancano le differenze, ancora più di rado si ammettono contaminazioni. In questo campo, le posizioni degli studiosi non sono concordi e la discussione è in corso, tra aperture e tradizione.
Una proposta viene da un gruppo di studiosi (New London Group) secondo i quali riflettere con i bambini e le bambine sulle somiglianze e le contraddizioni tra diversi codici linguistici e registri offre importanti spunti per l’apprendimento. Una proposta ancora più radicale è quella di sdoganare gli ibridi, permettere in classe la sperimentazione espressiva e la riflessione analitica con testi contaminati. Non solo tanti testi in lingue diverse, ma uno solo testo in cui si confrontano le diversità.
Testi in cui lingue, alfabeti, codici, storie, identitità e culture non sono denute a distanza, chirurgicamente isolate, ma vengono lasciate libere di crescere attraverso lo scambio reciproco. Esempi letterari di grande poesia sono ormai diffusi (qui un esempio molto affascinante, vedi anche immagine sopra) e leggendo, oggi o domani, non sarà difficile incontrare dinosauri e serpenti che festeggiano con Cappuccetto (Rosso) Cinese il Baisakhi, la festa Sikh che celebra l’unità dell’umanità.
Avete avuto occasione di fare qualche sperimentazione di questo tipo, con i vostri bambini? Pensate che sia utile fare qualche esperienza di ‘contaminazione’ anche nei contesti formali? Ne osservate nei contesti più spontanei? Che “forme” hanno, che lingue parlano?
Fonti principali
Lotherington, H. (2007). Rewriting traditional tales as multilingual narratives at elementary school: Problems and progress. Canadian Journal of Applied Linguistics, 10 (2), 241-256.
Maurizio Della Casa. La scrittura come strumento per elaborare e costruire significatorelazione presentata al convegno Lingua Scuola e Società. I nuovi bisogni comunicativi nelle classi multiculturali, Trieste, Istituto Gramsci, 6-7 ottobre 2007.
Cazden, Courtney; Cope, Bill; Fairclough, Norman; Gee, Jim; et al. A pedagogy of multiliteracies: Designing social futures. Harvard Educational Review; Spring 1996; 66, 1; Research Library: 60.
García O., L. Bartlett, J. Kleifgen, (2006). From biliteracy to pluriliteracies, Handbook of Applied Linguistics on Multilingual Communication. Mouton.
Lisa K. Taylor, Judith K. Bernhard, Suchi Garg and Jim Cummins. Affirming plural belonging: Building on students’ family-based cultural and linguistic capital through multiliteracies pedagogy. Journal of Early Childhood Literacy, December 2008; vol. 8, 3: pp. 269-294.
Magari Jessica si riuscisse a proporre un insegnamento che inglobi così tante prospettive e si arricchisca di esperienze interculturali (linguistiche e non solo) proposte in simultanea!! Io nel mio piccolo cerco di farlo a casa, dando a mia figlia “assaggi” di diverse culture attraverso la lettura. Ultimamente, ad esempio, ho trovato un testo che si chiama “I love Saturdays y Domingos” di Alma Flor Ada. E’ la storia di una bimba che trascorre tutti i sabati con i nonni americani e le domeniche con i nonni di origine ispanica, svolgendo due attività appartenenti alle diverse culture e rivolgendosi ai primi in Inglese e ai secondi in Spagnolo (con un dialogo molto simile a quello in Inglese così anche chi non parla lo Spagnolo, come mia figlia, intuisce il contenuto!). Mi piace perchè le due culture non sono contrapposte, tra i nonni non c’è alcuna rivalità e alla fine tutti si riuniscono insieme per festeggiare il compleanno della nipotina attingendo a entrambe le tradizioni! Forse non era quello che intendevi nel post ma il libro ve lo consiglio caldamente.
Elisa
Bellissimo esempio, grazie Elisa! E’ proprio questo il tema, mischiare le lingue per mischiare le culture mischiare le tecniche… saper leggere diventa sempre più complesso e questi stimoli possono dare degli strumenti in più (di comprensione e accoglienza) ai nostri bimbi.