Qualche giorno fa, ho incontrato in città un’amica di origine inglese. Abbiamo iniziato a parlare, in italiano, quando, all’improvviso, il suo bimbo di cinque anni è arrivato da lontano, di corsa, le si è stretto alle ginocchia e ha iniziato a parlarle in inglese. La mamma lo ha ascoltato un attimo, poi gli ha risposto, in italiano. A quel punto, il bimbo, continuando ad ascoltarla, ha alzato leggermente gli occhi verso me e Bibì, poi ha contrattato con la mamma un gelato- in italiano– e si è allontanato di nuovo.
Il piccolo S., quando la mamma ha cambiato lingua, rispondendogli in italiano, ha capito quello che doveva capire: che noi eravamo italiane e che la mamma preferiva che parlasse in italiano di fronte di noi.
S. ha capito al volo la situazione comunicativa e il segnale, implicito, che la mamma gli ha lanciato cambiando lingua.
Questo esercizio, i bambini bilingui lo fanno di continuo: capire come parlare con chi, cogliere i segnali anche non verbali, tradurre, selezionare, interpretare, ipotizzare.
Serve a qualcosa, tutto questo esercizio? Da alcuni studi, sembrerebbe proprio di sì. Abbiamo già discusso insieme, qui, alcune delle ricerche che individuano nel bilinguismo un fattore importante di potenziamento delle abilità cognitive non linguistiche, come il controllo dell’attenzione.
Altre ricerche si sono occupate invece di valutare se il bilinguismo influisca su altre capacità cognitive, quelle coinvolte, ad esempio, nell’interpretare le parole degli altri. Queste competenze, infatti, come dimostrano molte delle incomprensioni che incontriamo tutti i giorni, sono tutt’altro che facili da acquisire e sviluppare!
Ad esempio, se si sottopongono bambini monolingui ad alcuni test sulla logica delle conversazioni , questi fanno degli errori di un tipo molto particolare. Se mettiamo su un tavolo cinque bicchieri e sono tutti pieni, un bambino monolingue, fino ai sette anni circa, ritiene che sia giusto se qualcuno dice che ‘alcuni bicchieri sono pieni’. Questa frase, d’altra parte, è logicamente vera: è vero, cioè, che alcuni bicchieri sono pieni.
Però gli adulti la rifiutano, negli esperimenti, e preferiscono dire che ‘tutti i bicchieri sono pieni’. E i bambini bilingui? Anche loro, già dai quattro ai sei anni, mostrano di non amare molto la prima frase. Perchè? Perchè capiscono che qualcuno potrebbe pensare che sono pieni solo alcuni bicchieri, e non tutti!
Infatti, questo potrebbe succedere. La frase con ‘alcuni bicchieri’, quindi, è corretta, ma ambigua. I bambini bilingui questo sembrano capirlo prima dei monolingui forse perchè, si pensa, sono abituati ad interpretare situazioni e conversazioni complesse. In un certo senso, probabilmente anche per le difficoltà che hanno, ad esempio nel lessico, imparano a basarsi su tanti altri elementi e, stando più attenti alla logica della conversazione che alla logica in senso stretto, imparano prima come funzionano le cose nelle interazioni verbali.
Si dice sempre che i bilingui non sono due monolingui in uno, questi risultati ce lo confermano e ci confermano anche che, però, un esercizio doppio lo fanno davvero.
raffa says
“stando più attenti alla logica della conversazione che alla logica in senso stretto, imparano prima come funzionano le cose nelle interazioni verbali”: questo vuol dire trasformare dei limiti in risorse :-),e se questo porta a saper dialogare meglio, che meraviglia!
quindi se i miei pollastri hanno una capacità di interazione verbale superiore alle mie energie, non è colpa del loro carattere ma è merito del bilinguismo 😉
grazie Jessica
Jessica says
Ci superano sempre, soprattutto in energia :DD Grazie, Raffa!
fiorelena says
Cara Jessica, i tuoi esempi sono sempre illuminanti!
Confermo quanto esponi nella mia personale esperienza con la mia bimba bilingue italiano-inglese. Sarà capitato anche a voi ciò che trovo divertentissimo nel comportamento di mia figlia (ha 2 anni e mezzo) nei confronti di tutti gli italiani che tentano, istintivamente (e apprezzo lo sforzo!) ma a volte goffamente, di rapportarsi con lei in inglese pur conoscendo troppo poco la lingua: li osserva e li scruta in modo sospettoso e poi gli risponde…. in italiano!!!!! Ormai ho compreso che lei “seleziona” le persone con cui parlare inglese: semplicemente sceglie chi lo sa parlare!
Grazie
Jessica says
Ciao Fiorelena, grazie! Mi sembra proprio la scelta che fanno anche gli adulti tra di loro, di solito, selezionando la lingua comune in cui la competenza sia più alta per entrambi: sarebbe interessante approfondire l’argomento riguardo ai bambini, se hai altre osservazioni racconta!
octavia says
Di solito, a che età bimbi bilingui inniziano a distinguere con chi parlano quale lingua?
Perche mio bimbo di 2 anni parla spesso indonesiano al papà e parenti italiani, e con me ogni tanto (raramente, ma succede) parla qualche parola italiana.
Poi, visto che è trilingue (non bilanciato ovviamente) succede spesso che pensa troppo in quale lingua deve rispondere se sa dire la risposta in tutte e 3 lingue. Ad esempio se gli chiedo “what is this?” mostrando una foto di un cane, pensavo che era chiaro che doveva rispondere in inglese…ma lui sorride soltanto. e se insisto, mi risponde in dubbio…tipo “dog??” con punto interrogativa…oppure mi risponde in altre lingue. Ma se la risposta lo conosce solo in una lingua, lui lo risponde piena di confidenza, “that’s a queen, mamma!!!” (perche non conosce la parola “regina”)
Poi, succede pure che dice in tutte e 3 lingue contemporaneamente, tipo “grazie zio, makasi zio, thank you zio” oppure “scotta mamma, hot, panas”.
È normale a 24 mesi di età?
Sanpei 2 says
Durante quel periodo è normale che il bambino faccia confusione tra le lingue.
La stragrande maggioranza dei bambini bilingue attraversa un periodo in cui mischia le due lingue, ma ciò non deve assolutamente allarmare il genitore perché molto spesso il bambino riesce a distinguere i due mondi, quando e come usare la seconda lingua, ben prima dell’età prescolare.
fiorelena says
Condivido con voi qualche altra esperienza premettendo comunque, come ormai sappiamo anche grazie a Letizia, che ogni bambino è diverso da un’altro e ognuno di essi ha una storia assolutamente personale. Mia figlia per esempio non ha mai fatto confusione tra le due lingue e non le ha mai mescolate (però sono due,non tre; credo che faccia parecchia differenza,non credete?); ha sempre differenziato (seguendo la linea che abbiamo scelto dal principio) Mamy per l’inglese e Daddy per l’italiano al punto che se il padre le fa tutt’ora una domanda in inglese lei continua a rispondergli solo in italiano; mia figlia percepisce l’ironia di alcune frasi e risponde ridendo: “Are you pulling my leg?”; sa che in alcuni luoghi , per esempio al parco, si parla italiano (Mamy a parte) tanto che nei parchi che abbiamo frequentato all’estero in agosto, si avvicinava ai bambini chiedendo: “Come ti chiami?” ed io di rimando: “My darling, you can speak English here!”. Molti di voi potranno confermare la mia esperienza. Grazie per gli spunti di riflessione.
Jessica says
Ciao Octavia, i casi che descrivi direi che dipendono dal percorso normale di sviluppo, legati appunto ai fatti di lessico tipici del bilinguismo e citati anche nel post. E non credo si possa dire da questi esempi che lui non sa distinguere le lingue, solo, probabilmente, sta imparando e non ha ancora tutti gli strumenti in tutte e tre. Inoltre, invece che esercizio doppio il tuo bimbo ne sta facendo uno triplo, se non ancora più grande, considerando che spesso anche noi adulti facciamo mix e che il bimbo deve districarsi tra tutte queste situazioni usando il lessico che ha a disposizione a 24 mesi. Continua ad osservarlo e valuta i progressi, considerando anche quali sono le situazioni a cui è esposto: come nel caso che ci racconta Fiorelena, è normale che imparino dalle situazioni che più conoscono.
octavia says
Grazie x tutte le risposte 🙂
forse devo spiegare il nostro metodo di insegnare le lingue. Il papà, i nonni, e il resto del mondo gli parlano in italiano…mentre io cambio le lingue ogni settimana (1 settimana in inglese, poi 1 settimana in indonesiano, poi 1 settimana di nuovo inglese e cosi via).. ci siamo trovati benissimo con questo metodo (che ho coppiato da una donna americana che vive in Francia). Lui parlava e capiva tutte e 3 lingue quasi nello stesso livello e non faceva confusione sulle lingue, finche quest’estate siamo andati in Indonesia x più di 2 mesi di vacanza dove tutti gli parlavano in indonesiano, e adesso che siamo di nuovo in Italia, è diventato un piccolo indonesianino assai chiaccherone…anzi troppo!
Per ritornare al nostro vecchio metodo è un pò difficile adesso, e quindi sto facendo un nuovo metodo, cioè inglese si usa quando si gioca. Perchè non ho idea come si fa adesso…non mi va di parlare solo in indonesiano perche non vorrei che perdi l’inglese che ha imparato fin ora. Ma parlargli solo in inglese non è una scelta neanche perche è metà indonesiano e gli serve x comunicare ai nonni e parenti indonesiani.
Qualche idea?
ps: sorry for my italian.
octavia says
Correction: in primo paragrafo, dovevo scrivere “io cambiavo le lingue ogni settimana”. visto che non lo sto facendo più. thx
Jessica says
Ciao Octavia, il tuo racconto è molto interessnate, il bilinguismo ‘per scelta’ è tutto da scoprire e sperimentare (e studiare!) Fai bene a non lasciare la lingua di origine, e a valutare via via. Il tuo metodo -rispettoso delle origini, flessibile e in osservazione del bambino -secondo me è perfetto!
Lilunyel says
Articolo veramente molto interessante! Ritengo che sia “normale” che un bambino abituato a pensare in due lingue, spesso molto diverse, abbia delle capacità più sviluppate in questo senso.
Utilissime anche le testimonianze delle altre mamme: mia figlia ha appena 8 mesi (fatti giusto oggi =p ), perciò il suo lessico è ancora estremamente limitato, ma già da ora riesce a capire e ad associare frasi in diverse lingue. Nel nostro caso io sono italiano e mia moglie vietnamita, perciò quando comunichiamo tra di noi per un 90% parliamo inglese, quando io sono a lavoro lei ci gioca e le parla in vietnamita, mentre l’italiano viene parlato la sera quando son presenti anche i miei genitori. Vedremo come andrà a finire! 🙂
Jessica says
*interessante!
Bilingue Per Gioco says
Passo solo per dirvi che mi pare molto interessante questo scambio. In questi giorni io sono presa da 1000 cose e in più ho una connessione ballerina ( se la cosa entro domani non si sistema vi dico anche chi è il gestore…). Mi sento un po’ come una che organizza una festa e poi deve occuparsi di qualche rogna, ogni tanto passando butta un occhio in salone ma è tutto ok, la gente si diverte, the party in on. Che bello!
L.
Sanpei 2 says
O è 3 o è Fastweb.
Bilingue Per Gioco says
Nessuno dei due. Vodafone. E il problema non è ancora risolto, alla faccia delle 24 ore… L.
Sanpei 2 says
Una peggio dell’altra.
Mi duole dirlo, ma in questi casi non c’è niente di meglio che Telecom Italia, almeno per quanto mi riguarda.