La poesia delle piccole cose è l’asso nella manica di Mats Letén, autore e illustratore di diverse opere, tra cui i fortunatissimi “Libri di Kaj”, una ventina – usciti tra il 1995 e il 2007, che sono già considerati dei classici in Scandinavia. Letén è un artista danese-svedese, ovvero è nato in Svezia e il suo nome è “svedesissimo”, ma vive e lavora in Danimarca e scrive in danese.
I Libri di Kaj sono libretti illustrati destinati ai bambini più piccoli, ognuno costituito da dodici scene: le pagine di sinistra contengono un testo estremamente essenziale, con una o due brevi frasi con una sintassi semplicissima, che ricorda il linguaggio dei più piccoli, e le pagine di destra presentano un’illustrazione delle attività di Kaj. Piccole scene di vita quotidiana con bambino, mamma e orsacchiotta rossa Lise, di solito osservate con curiosa partecipazione dalla figura di un quadro appeso al muro o dal personaggio ritratto in una foto. Il tratto non è quello che si potrebbe definire “carino”, ma è efficace e colpisce: per certi aspetti ricorda lo stile di alcune strisce a fumetti.
Mio figlio D. amava i Libri di Kaj già quando aveva poco più di un anno, ma ancora oggi, che ha tre anni e mezzo, torna con piacere a sfogliarli e a leggerli, ovviamente con una consapevolezza diversa. Quelli di Kaj fanno parte di una categoria di libri al tempo stesso semplici e raffinati, che i genitori possono leggere ad un piccolo toddler, usandoli come spunto per conversare e indicare oggetti e situazioni, ma conservano un fascino particolare anche per i bambini un po’ più grandi, perché guardano il mondo con i loro occhi.
Mats Letén ha ricevuto il Premio del Ministero della Cultura danese come migliore illustratore dell’anno 1996. La motivazione del premio, che fa una menzione particolare dei Libri di Kaj nella sua opera complessiva di illustratore, spiega bene la sua abilità nel ritrarre la bellezza nella quotidianità: “Nei suoi libri egli riesce, in maniera molto semplice e poetica, a raccontare il fantastico nell’ordinario. Letén sembra aver conservato intatta la connessione con il proprio bambino interiore, tramite il quale crea i propri libri, con grande musicalità sia nel testo sia nelle immagini. I suoi libri prendono i bambini molto sul serio, raffigurando il loro universo particolare. Secondo Mats Letén i bambini piccoli non hanno bisogno né di marziani né di mostri fantastici per rendere l’esistenza ricca ed interessante: essa è meravigliosa in se stessa”.
I libri di Kaj, dunque, raccontano scene di vita reale di un bambino, dal punto di vista del bambino stesso (ed è per questo che i piccoli non si stancano di leggerli e rileggerli). Faccio qualche esempio. In “Kaj læser bog” (Kaj legge un libro), la mamma (sempre amorevolmente presente con le sue buffe pantofole pelose) regala a Kaj un libro con gli animali: il bambino legge e riconosce gli animali raffigurati, imitandone di volta in volta il verso. In “Kaj si’r go’nat” (Kaj dice ’notte), vediamo il protagonista bambino in giardino, che mette tutti a nanna: il cavallino rosso, l’orsacchiotta Lise, il fiore sul prato, l’uccellino e il sole: e quando anche il sole va a dormire, arriva la mamma per mettere a letto anche Kaj. In “Kaj er farlig” (Kaj è feroce), Kaj e Lise giocano con una maschera da tigre, finché arriva la mamma che finge di spaventarsi vedendo l’animale feroce; ma, quando tocca alla mamma mettersi la maschera, Kaj si spaventa per davvero e scoppia a piangere, finché la mamma si toglie la maschera e lo consola con un tenero abbraccio. E così via, con titoli come “Kaj er væk” (Kaj non c’è più!), “Kaj er hest” (Kaj è un cavallo), “Kaj vil ha’ æble” (Kaj vuole una mela), “Kaj siger hej” (Kaj fa ciao), “Kaj har en dille” (Kaj ha un coccodrillo), “Kaj plukker blomst” (Kaj raccoglie fiori)… E voi mamme e papà, non riconoscete anche voi qualcuna di queste situazioni? Sono storie di una semplicità disarmante, ma i bambini le adorano, perché parlano di loro e a loro.
I libri di Kaj sono tradotti in svedese, norvegese, fiammingo e giapponese (sic). In italiano non ci sono, ma in compenso si trova un altro titolo di Mats Letén, tradotto da Bruno Berni: “En mærkelig mand”, “Un uomo strano”, che nel 1998 ha vinto il premio del Ministero degli Interni per la campagna dell’Anno Europeo contro il Razzismo e che potete trovare su amazon.co.uk e amazon.it
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Immagine: “Kaj læser bog”
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