La mamma di una compagna di scuola di A. mi ha detto che la moglie di un amico, russa, sta iniziando a fare dei corsi di scacchi per bambini. Ci andrebbe di andare a provare?
Hm…
In tutta sincerità gli scacchi non mi sembrano il tipo di attività perfetta per A., che è un bambino molto fisico, ma proprio per questo potrebbero essergli utili, perchè lo aiuterebbero a esercitare l’attenzione, a focalizzarsi (focus è una parola che si sente molto in questa casa…).
Comunque certo non si possono imporre gli scacchi ad un bambino di 5 anni.
Però siccome gli menziono che l’idea viene da un’amichetta lui è interessato e vuole andarci anche lui.
Io ho sempre rimpianto di non aver mai imparato a giocare a scacchi, alla peggio imparo qualcosa io.
Quindi: ma sì dai, proviamoci.
L’appuntamento è a distanza di qualche settimana. Mia madre tira fuori da non so dove una scacchiera mai utilizzata che mi era stata regalata chissà quando, e per un po’ la scacchiera gira per casa, viene osservata e studiata. Infine, con nessuna aspettativa, andiamo a provare la prima piccola lezione di scacchi.
La “lezione” va abbastanza bene, senza faville. A. gioca con l’insegnante e con l’amichetta, ma non sembra particolarmente preso nè motivato.
Io invece sono interessatissima… Finalmente ho capito il meccanismo degli scacchi e anche, dettaglio non secondario, un approccio semplificato adatto a bambini e principianti.
A casa chiedo ad A. se vuole giocare con me, con la nostra scacchiera. Vuole.
Ci facciamo qualche partitella e il gioco dà subito soddisfazione, perchè qualcosa riesci sempre a mangiare…
Io però a questo punto sono veramente entrata nel gioco (imparare è la mia droga!).
Scarico app e comincio a giocare a scacchi con l’ipad.
Perdo una partita dopo l’altra, e glielo dico. Vedi, la mamma continua a perdere col computer, ma a furia di perdere imparo. La cosa sembra divertirlo e sollevarlo, e così continuiamo a giocare le nostre partitelle. E finalmente una partita finisce in pareggio (draw, non so se in italiano abbia un nome tecnico nel mondo degli scacchi).
Torneremo a fare la seconda lezione quando la nostra insegnante sarà tornata dalla Russia, dove si reca regolarmente per fare da arbitro alle gare ufficiali di scacchi.
Che c’entrano gli scacchi con le lingue o l’Inglese?
E’ il meccanismo dell’apprendimento che è lo stesso.
Il bambino impara se ha una motivazione personale, se l’apprendimento è un’esperienza positiva.
L’apprendimento deve partire dal genitore, dal momento che la lingua (come gli scacchi) non ha alcuna utilità immediata nella vita del bambino l’interesse viene dal condividere un’esperienza con le persone care.
E’ più facile che il bambino sia curioso di condividere il percorso di apprendimento dell’adulto che farne uno in autonomia senza capirne l’utilità.
L’apprendimento è fatto di frustrazioni, ai nostri bambini magari sembra che noi siamo al di là di queste frustrazioni, che sappiamo già tutto, condivederle invece li aiuta a capire come l’errore e il fallimento siano solo una componente necessaria del percorso di apprendimento.
In altre parole per gli scacchi si è creato un contesto simile a quello dei Learn with Mummy, genitore e bambino imparano insieme senza che il genitore in partenza ne sappia necessriamente di più del bambino… E per inciso, non mi è spiaciuto trovarmi dall’altro lato per una volta….
Quindi, scacchi o Inglese che sia, siediti sul pavimento con i tuoi bambini e chiedigli di aiutarti ad imparare…
Immagine: How to beat your dad at chess, amazon IT e amazon UK
Ciao Letizia, che bella coincidenza! Sto imparando anch’io da un mesette un po’ da autodidatta e un po’ con l’aiuto di un amico, perche’ è una di quelle cose che mi son ripromessa di imparare non avendone avuta la possibilita’ da piccola… Devo dire che anche G. è molto interessato quando mi vede giocare online (anche se perdo sempre anch’io) ma a 33 mesi è davvero presto. Una curiosita’ che app per iPad hai scaricato? Grazie del post e del consiglio! Buona giornata!
Allora, forza, quali sono le app migliori, che penso che se vanno per Ipad funzionino pure per I-phone? Era un po’ che avevo in animo di cercarmene qualcuna… 🙂 Da pre-principiante, però!
Io ho provato un paio di app gratuite poi mi sono felicemente assestata su tChess Lite, che costa molto meno del tChess ma per me va benissimo. Tra l’altro mi permette di scegliere il livello di bravura del mio oppositore virtuale, e scegliendo un livello da principiante come me sono pure riuscita a fare qualche scacco matto, giusto per non demoralizzarsi troppo…
L.
Mi riconosco molto in questa tua esperienza, anche se nel mio caso si e’ trattato di imparare a suonare il violino. Il metodo utilizzato e’ quello Suzuki, da me scelto proprio perche’ ha come principio base quello di insegnare la musica come si apprende la lingua. Il problema e’ che dopo un anno e mezzo che suoniamo, Le sembra aver perso tutto o buona parte del suo entusiasmo e non so come smobilizzarlo. Premetto che e’ molto bravo quando si applica, ad es. nelle lezioni di gruppo non ho problemi, ma quando siamo io e lui e’ un dramma. Temo che sia il mio insegnamento a non andare bene, solo che non riesco a creare ogni volta una situazione di gioco e sinceramente penso anche che non tutto debba essere un gioco. O forse sbaglio anche in questo?
mia figlia gioca a scacchi da un paio d’anni col papá (ha 6 ani). Mio marito non é particolarmente bravo ma sa le basi quindi gliele ha insegnate e lei si é subito presa (é molto competitiva!). Come il tuo A. é una bambina molto fisica e lo sport é al primo posto su tutto ma gli scacchi l’hanno appassionata e non vede l’ora di poter entrare nel club di scacchi della scuola. Qui é molto comune. Nella sua scuola posso cominciare dalla seconda quindi deve aspettare fino a settembre.
Anche il mio Thorwald ha iniziato con gli scacchi a 5 anni (passione trasmessa dal papà non certo da me :-S). Ogni tanto si può assistere alle lezioni: mi piace da matti vedere questi mostriciattoli che sanno perdere/vincere con estrema classe e si danno la manina ringraziandosi per la partita in dialetto svizzero 😀
Gli scacchi invece secondo me sono ottimi per bambini un po’ “fisici”… sono una simulazione di guerra, praticamente un videogioco d’altri tempi… Buone partite !! 🙂
Concordo!
E poi il fatto di essere fisici non esclude il fatto di poter star seduti e concentrati su qualcosa che appassiona: l‘ ‘‘eccesso,, di energia si può investire in tanti modi 🙂
Bellissimo post, davvero! Cerco di seguirti sempre e prima o poi ti daró nostre notizie!
Brava Letizia!
Un abbraccio,
Marina da Ct