Vi segnalo un video dei TED in cui si parla dei test PISA e di cosa indicano sul fatto che migliorare il sistema scolastico di un intero paese sia fattibile perchè è stato fatto. Non da paesi particolarmente ricchi (che, viene da dire, in genere cercano soluzioni particolarmente costose), ma da paesi la cui economia non è senza difficoltà.
E non parliamo solo di Cina, Korea e Singapore (si fa presto a dire che tanto l’Asia è diversa…, il che è vero, ma non ci esenta dal doverci confrontare con loro). No parliamo anche di paesi relativamente vicini, tipo Polonia, Portogallo e Ungheria.
Forse il punto non è tanto che per migliorare la scuola servono soldi, ma che bisogna sapere come spenderli… Non mi dilungo oltre, perchè l’ho fatto in un altro post, a cui vi rimando direttamente per brevità:
raffa says
molto interessante, grazie Letizia!
il mio inglese è un po’ arrugginito, per cui non so se mi sono persa un passaggio, ovvero lui dice in un qualche momento che PISA è uno strumento importante per misurare la qualità di un sistema scolastico, ma non è l’unico strumento?
per il resto mille riflessioni condivisibili, anche se lui si sbaglia di grosso se pensa che anche in Italia sia un assioma il fatto che l’istruzione/cultura siano importanti, abbiamo avuto fior di ministri che hanno pubblicamente proclamato il contario 🙁
ecco, questa è la questione, in Italia la scuola è un bene comune? se ne dibatte? i decisori politici investono i soldi delle tasse in base a delle evidenze, o in base alle loro “lune” (sto tagliando con l’accetta) del momento?
se ad esempio ci viene detto che equità ed eccellenza possono procedere insieme, e si fortificano, perché il messaggio non arriva ai nostri recenti ministri dell’istruzione?
io vorrei un ministro dell’istruzione competente, scambio di ricerca pedagogica fra scuola e università (bidirezionale :-)), decisioni condivise e prese non all’interno di commissioni di pochi, motivazioni forti dietro alle scelte, verifiche in itinere e a posteriori delle scelte
l’ultimo esempio il reclutamento degli insegnanti con il recente concorso. a parte che se non si assume e invece si licenzia, non capisco bene chi si vuole illudere (l’opione pubblica? gli insegnanti precari che partecipano alla lotteria?). l’iter è consistito di: una preselezione a crocette, uno scritto (veloce da correggere) con 3-4 domande in cui sembra che si sia potuto copiare allegramente (che vincano i disonesti!), e un’orale che “duri poco”. boh, sinceramente, non vorrei che venissero scelti così gli insegnanti dei miei figli. non vorrei una selezione veloce e che costi poco, ma se si decide di farla, vorrei una selezione da cui emergano i capaci e i motivati.
la smetto, mi sto allargando troppo 🙂
Barbara says
Ciao Letizia,
ho letto con piacere il tuo post. Di studi PISA in Italia si sente parlare poco, mentre in Danimarca se ne parla veramente tanto, sarà anche che neanche loro sono ben messi come risultati. Comunque appunto per migliorare i risultati PISA, adesso hanno cambiato il loro sistema scolastico, introducendo i compiti per casa e più ore. IL che non è piaciuto a tanti, soprattutto agli insegnanti che hanno indetto degli scioperi.
Sarebbe bello che anche da noi i politici si preoccupassero del livello medio di cultura dei nostri ragazzi e del perchè ci sia un calo d’ iscrizioni all’ università..
Ciao
B