Cinico e minimale, per nulla super-partis, barocco ed ultra-piatto…. non ce n‘è: Altan o piace moltissimo o repelle.
Ricordo ancora lo sconcerto a 7 anni, nello scoprire che le ambigue matrone seminude ed imbronciate che scovavo nell‘ ultima pagina di Panorama a casa della nonna la domenica, erano parenti strettissime della graziosa cagnolina a pois che zampettava tra le pagine del Corriere dei piccoli: la mia adorata Pimpa!
Ecco, a me Altan non piace moltissimo: di più! Gli devo moltissimo per avermi ‘‘costretta,, ad imparare a leggere presto, ipnotizzata dai suoi personaggi squisitamente surreali e dalle sue storie gentili, dalla banale quotidianità elevata ad incanto e da quel suo mondo animista che ricalca perfettamente ed intimamente il fervido (ed ormai incomprensibile 🙁 ) immaginario infantile.
L‘ appuntamento era la domenica mattina, in edicola, dopo la messa. Appena arrivata a casa divoravo quella manciata di pagine con immensa gioia. Trovavo frustrante il fatto di poter leggere una sua storia soltanto una volta alla settimana, e leggevo e rileggevo la stessa fino ad impararla a memoria aspettando la domenica successiva.
I miei bambini sono stati più fortunati: dall‘ età di un anno hanno avuto in regalo da amici e parenti italiani (che ben conoscono la mamma ;-)) tutto il pubblicato/leggibile (spesso anche in doppia copia!) della Pimpa.
Come qualcuno sa, con l‘ arrivo della nostra prima bambina, a causa di un certo ritardo del linguaggio, acquistai tutto l‘ acquistabile (in spagnolo, svedese e italiano) per stimolarla, ma non riuscii a trovare niente di soddisfacente da un punto di vista funzionale ed estetico, tanto che, armata di carta e Caran d‘ ache, mi misi a produrre dei materiali io stessa.
Con l‘ arrivo del secondo bambino, mia madre mi regalò per caso un libretto della collana ‘‘gli imparalibri,, e fu amore a prima vista! Sono libretti minimali ed indistruttibili, molto economici e pedagogicamente geniali, utilissimi durante i primi passi nella codificazione del mondo 🙂
Si parte dai colori, per arrivare alle differenze e alle posizioni spaziali (quest‘ ultimo in particolare è stato per noi fondamentale!)
Poi siamo passati ai ‘‘Primi libri,, (purtroppo più delicati dei primi) e agli immancabili cartoni animati: fedelissimi allo stile letterario e davvero utili per acquisire un lessico di base ricco e squisito! Qui un esempio in HD.
Invito caldamente quei due extra-terrestri 😉 che non conoscono la Pimpa a tuffarsi immediatamente nel suo mondo superflat, ottimista e fantasmagorico e a ricordare, per qualche istante, lo stato di grazia dell‘ essere bambini!
P.S. di Letizia, colgo l’occasione per rimandarvi anche ad un’intervista con un testimonial illustre sull’importanza della Pimpa per i bambini che imparano l’Italiano come lingua minoritaria.
Irene says
Ciao,
Grazie dell’articolo, condivido totalmente! Per me da piccola l’appuntamento era tutti i martedi, il Corrierino dei Piccoli che il giornalaio mi metteva da parte e recuperavo all’uscita di scuola…
Oggi, per la mia piccola triligue, la Pimpa è un’alleata preziosa 🙂 Cartoni animati in linea, e ad ogni possibile occasione (viaggio in Italia o acquisto online) prendiamo nuovi librini, che le piacciono tanto.
Viva la Pimpa!
Alice says
Anche a casa nostra a Londra la Pimpa non manca mai! I parenti mandano regolarmente il giornalino ogni altro mese (insieme ad altri tipo Giulio Coniglio etc…) e la mia bimba di 6 anni adesso cerca di leggerli da sola. E’ sempre stata affascinata dai cartoni della Pimpa e mi fa piacere vedere che l’amore per il personaggio si sia trasferito anche sui fumetti. Una scusa in piú per leggere!
Bilingue Per Gioco says
A me invece la Pimpa non è mai piaciuta. Come dice Eleonora, non ce n’è, o piace o non piace…
Eleonora says
Non sapevo dell‘ esistenza del giornalino della Pimpa… mi devo informare per la più piccola… grazie! 🙂
Eleonora says
Grazie a te, bello sapere che non sono l‘ unica ‘‘nostalgica del corrierino,, 🙂
mammaemamme - Angela says
Anche io non riesco a “capirla” la Pimpa. Non mi piace né come è disegnata né le sue storie. A mio figlio 3 anni quasi, invece, piace molto e la sera mi tocca leggergliela quasi sempre….. :-(( non vedo l’ora che gli passi questa fase. Preferisco Giulio Coniglio.
Eleonora says
😀 capisco… a me succede con Pippi Calzelunghe!!!! La detesto e devo sempre sorbirmela, siccome in Svezia è l‘ eroina nazionale e anche qui in Svizzera È molto popolare (ai miei bambini ho detto che i libri in italiano di Pippi non esistono :-D)
A me succede il contrario: ora che i due grandi hanno bisogno di letturev più complesse, la povera Pimpa viene snobbata 🙁
Camomilla says
Anche nella nostra casa bilingue, un supporto importante per l’Italiano e’ stata fin da subito la Pimpa. E i Barbapapa’.
Anche io andavo a sbirciare le vignette in fondo a Panorama…veramente vado a cercare le vignette di Altan ancora oggi sul web!
Eleonora says
@ Camomilla
Anche per noi i Barbapapà sono un punto di riferimento, anche perché sono tradotti in tantissime lingue e si può fare un lavoro di parallelismo linguistico (per esempio leggere lo stesso libro per un periodo solo in italiano, poi ‘‘nasconderlo,, e leggere lo stesso libro in svedese o tedesco), la stessa cosa con la versione video e le canzonette 😀 a volte se li guardano anche in danese e francese, convinti di capirli 😀
Anch‘io mi guardo sempre le vignette di Altan sul web: lo adoro!!! Poi è un autore cosí misterioso: esistono pochissime immagini che lo ritraggono, la sua biografia è piuttosto insolita e tutt‘ oggi mi sembra incredibile che una mente/mano capace di produrre situazioni tanto ciniche, e argute possa poi produrre le storielle incantate e surreali della Pimpa. Lo scorso anno è stato premiato con il prestigioso premio H.C.Andersen: stra-meritato nonostante le polemiche frustrate sorte nel settore (tipo: è troppo vecchio, fa sempre le stesse cose da anni, i suoi disegni sono brutti :-S :-S)