Ricordo sempre con grande piacere le parole di Frau K., la maestra della nostra scuola berlinese: “Quando siete in Italia, giocate alla scuola in tedesco. È divertente e vedrà che imparerà moltissime cose divertendosi“.
Ammetto che a causa del carico scolastico (v. il mio post sui compiti) non ho “giocato alla scuola in tedesco” quanto avrei voluto, ma facciamo del nostro meglio. Ecco alcune delle attività preferite:
SCRIVERE:
– scrivere il programma della giornata sulla lavagna
– stilare la lista della spesa
– gara di parole composte: a turno si scrive una parola lunghissima sulla lavagna e poi si contano le lettere. Vince chi ha scritto la parola più lunga. Tra le parole che hanno vinto c’erano: “Flusspferdschlammpfützenbad”, “Norwegerkatzenbaumspiel” e “Dampfschiffschlafkabinenbadezimmer” 🙂
LEGGERE:
– riviste per bambini, come Micky Maus, Geolino, Galielo Genial, Löwenzahn
– libri per bambini con attività di tipo listening & comprehension, ad es. “Pippi Langstrumpf“, einfach lesen! della Cornelsen, “Die Olchis auf dem Schulfest“, Sonne Mond und Sterne, Oetinger (esiste anche un sito sul quale si possono fare giochi e attività didattiche)
– enciclopedie, per es. “Wissen für clevere Kids“, Dorling Kindersley, tutta la serie “Wieso? Weshalb? Warum?” della Ravensburger (esiste anche il relativo sito con dei contenuti enciclopedici)
ASCOLTARE E GUARDARE:
– Pusteblume, la mitica serie con Peter Lustig, che ora si chiama Löwenzahn e ha un nuovo conduttore. Questo programma didattico spiega come funzionano le cose, come si vive nel mondo e molto di più. La cosa che mi stupisce è che Nicholas preferisce le puntate di Pusteblume, che per un bambino d’oggi giorno sono davvero “lente” e hanno un gusto molto retro 🙂
– Kika, il canale per bambini di ARD e ZDF, i cui contenuti sono accessibili online nella mediateca
– Check Eins, il programma per bambini di ARD.
ATTIVITÀ CON SUPPORTI SCOLASTICI:
– “Alles für die 1. und 2. Klasse“, Lern-Detektive, Ravensburger – ora ha cambiato nome e si chiama “Mathe & Deutsch“. Alles für die 1. und 2. Klasse propone tantissime attività, è coloratissimo e invoglia il bambino ad usarlo di propria iniziativa per fare dei gioch” scrivendo, leggendo e risolvendo compiti di logica e matematica. La versione che abbiamo noi è dotata di una “Löselupe”, ovvero una specie di lente d’ingrandimento rossa, che fa apparire la soluzione se la si tiene sopra alla rispettiva casella. Io lo trovo molto carino, perché lascia piena autonomia al bambino a fare esercizi e trovare da solo le soluzioni e gli errori.
– Calcoli ed esercizi con le monete e le banconote di “Flex und Flo“: non so come siano i libri di matematica dei vostri bambini, ma questi sono davvero bellissimi. Fanno proprio venire voglia di giocare con la matematica. Le monete e le banconote sono gettonatissime!
– Scrivere parole da ricordare nel “Merkwörterheft”: Frau K. ha dato a ogni bambino un quaderno sul quale scrivere le parole difficili, da ricordare. Se e quando abbiamo tempo, aggiungiamo qualche parola – altre volte le scriviamo solo sulla lavagna. Chiunque può creare il proprio Merkwörterfeht, basta prendere un quaderno e usarlo! 🙂 Meglio ancora se si abbinano delle illustrazioni alle parole difficili.
APP:
– Lük – una versione digitale dei famosi strumenti didattici della Westermann. Lük sta per “Lernen – Üben – Kontrollieren”, ovvero imparare, fare esercizio e controllare. Questa app infatti ha un controllo integrato, per consentire al bambino di capire da solo cosa ha sbagliato. I contenuti sono molto ampi, si parte dal prescolastico, per arrivare alle elementari coprendo tedesco e matematica, ma anche logica e inglese. Se il bambino non riesce a risolvere tutti i compiti di una schermata, il programma suggerisce di riprovare, ma alla terza volta passa oltre, senza insistere e per far continuare con il gioco. Per dare un’occhiata a dei contenuti tipo dell’ap, guardate qui.
Devo ammettere che alcuni giochi sono davvero difficili, come ad esempio riconoscere parole scritte al contrario, come riflesse allo specchio (spiegelverkehrt), oppure rispondere alle domande che definiscono una parola, per non parlare del gap filling con parole con suoni notoriamente difficili. Nonostante (o proprio per) questo, Nicholas ama molto Lük. Se qualcuno ha usato gli strumenti didattici non elettronici, mi piacerebbe leggere qualche commento in merito, per capire se è solo l’app che è così stimolante o se varrebbe la pena investire in qualche altro supporto didattico Lük.
– Conni Rechnen 1 – 100: di questa serie esiste anche l’app Conni Zahlen 1-10 per i bambini più piccoli (prescolastico, prima elementare), che avevamo già testato con molto successo. Ora siamo passati a Conni Rechnen 1-100, perché abbiamo un grosso bisogno di fare esercizio di tabelline. Chi non ne ha in seconda elementare! 🙂 Il bello di questa app è che, come tutti i prodotti con Conni, hanno una grafica e dei suoni che piacciono molto ai bambini. I calcoli vengono fatti contanto uova (unità), scatole di uova (decine) oppure semi per piantare fiori, che alla fine si vedono crescere. Il gioco è diviso in tabella pittagorica (che nasconde un calcolo per ogni numero), addizioni e sottrazioni, tabelline e moltiplicazioni.
Al momento siamo in piena fase Lük e Conni. E devo dire che le due app insieme fanno fare un buon esercizio di tedesco! 😉
Ecco come giochiamo noi alla scuola tedesca. E voi quali attività fate con i vostri bambini nel tempo libero?
raffa says
da noi la scuola tedesca si fa con il papà, abbbiamo preso un libro di ripasso delle vacanze della pons, con esercizi ludici, e da lì fanno un po’ di tedesco e mate in modo autonomo (così imparano il lessico della matematica sentendosi contemporaneamente competenti nella disciplina),poi abbiamo una cosa molto classica, Duden – Basiswissen Grundschule Deutsch: Nachschlagen und üben. Klasse 1 bis 4 ,una grammatichina con eserciziario su cd da stampare, perché a loro manca il lavoro sistematico sulla lingua scritta che farebbero in classe, e in questo modo si sopprerisce, anche se in mimima parte, a questo
poi il marito fa mille e una cosa “strambe” tipo gare di geografia con l’atlante, non vuole che per loro sia “scuola”, io lo capisco, è che a loro la scuola – tedesca – però proprio manca
input di ascolto/lettura ne hanno diversi, è il lavoro sull’output che manca
Sabina says
Raffa, il problema dell’output scritto credo ci sarà sempre, a meno che quando saranno più grandi non facciano degli studi in Germania. Ma ti chiedo questo: se tu avessi il modo, riusciresti a fargli fare esercizi di output in tedesco? Io vedo che l’impegno per la scuola è già tanto e anche volendo non riuscirei fare granché…
Bellissima l’idea di gara di geografia!
Per quanto riguarda il Basiswissen, ti senti di consigliarlo?
Noi abbiamo guardato qualche video di grammatica su http://www.sofatutor.de. Sono fatti bene e sono divertenti 🙂
MONIA says
Approfitto dello spazio per chiedervi delle informazioni. Abito in Brasile ed ho un bambino di 5 anni. Mio marito é brasiliano. Da quando é nato gli ho sempre parlato in italiano e cresce intendendo perfettamente la mia lingua. Il papá, seppur brasiliano, parla perfettamente l’italiano (“colpa mia” dice, perché parlo troppo in casa;-) e per i primi tempi si rivolgeva al piccolo in italiano. Solo che Matteo NON dialoga in italiano. Ripeto, capisce tutto perché mi risponde esattamente, ma in portoghese. I miei viaggi in Italia non sono, ahimé, costanti, pertanto l’immersione totale con la lingua non c’é. L’ho iscritto ad una scuola italo-brasiliana. Parlando con il piccolo sul perché non conversa con me in italiano , mi dice che quando andremo in Italia parlerá in italiano: qui si parla portoghese!
Ditemi che é normale, please, e cosa posso fare per incentivarlo di piú: ci sono dei testi per aiutarlo nella lingua? Sta cominciando il suo percorso di alfabetizzazione (ad agosto la comincerá nelle due lingue), ma vorrei dargli un “aiutino”.
Grazie in anticipo.
Abraços!!
Monia
Marilina says
Monia,
non ti preoccupare, è normale e succede a molti.
Anche mia figlia ha tirato fuori il suo spagnolo a 4 anni durante una vacanza a Santo Domingo, dove sentiva che “tutti quanti parlavano come mamma”. Da lì in poi, anche dopo il rientro in Italia, ha continuato a parlare con me in spagnolo e in italiano con il resto della gente.
Succede a molti bimbi, ma è sorprendente come lo parlano bene di punta in bianco, con verbi irregolari e frasi grammaticalmente complesse, senza errori, anche se prima rispondevano solo nella lingua locale.
Buona fortuna.
M
Karen says
Ciao Letizia,
Sono un ragazza messicana sposata con un italiano e abitiamo in Italia (Napoli); Abbiamo una bimba, Maya di 27 mesi, con cui ho sempre parlato in Spagnolo sin da piccola.
Quando sto in ufficio per lavoro, la mia bimba rimane con la tata che parla italiano, quando rientro a casa ( verso le 17:30pm) parliamo sempre in Spagnolo, (il padre invece parla con lei in italiano).
In questo periodo sono incinta del secondo bimbo e sono rimasta a casa, per cui ho più tempo da dedicare alla mia bimba e parlare con lei la mia lingua madre.
In entrambi periodi mi sono sempre appoggiata con materiale come musica, film, libri, cartoni animati in Spagnolo in,modo che non fosse io il suo unico riferimento per la seconda lingua.
Il mio problema adesso nasce poiché quando la porto nei parchi, feste dei bimbi, per poter interagire con gli altri dovrebbe parlare la loro lingua (italiano), cosa che non fa poiché lei capisce perfettamente sia l’italiano sia lo spagnolo, ma non struttura correttamente la frase, dice la parola e poi parla con un suo linguaggio tutto suo, per cui quando io mi avvicinò a lei per darle sicurezza ed avvicinarla con gli altri bimbi, io le parlo sempre in spagnolo cosa che mio marito mi ha suggerito di non fare quando la bimba si trova di fronte ad interagire con gli altri bimbi che parlano solo italiano.
Mi ha suggerito di parlare in italiano solo quando nostra bimba si trova con altri bimbi italiani, in modo che lei si approcci a loro in italiano, poiché se io le parlo in spagnolo lei parla o dice qualche parola in spagnolo che ovviamente gli altri non capiscono.
Per cui mi trovo un poco. In confusione e non so’ se e’ corretto che io parlo con lei in italiano quando si trova con altri bimbi in modo di aiutarla a poter interagire con gli altri, visto che finora ho sempre parlato con lei in spagnolo.
Tieni presente, che questo Settembre comincerà’ la scuola per cui sarà’ il momento in cui comincerà’ a socializzare con gli altri bimbi in modo arduo.
Per tanto, abbiamo davvero bisogno di avere un metodo giusto per poter aiutare a Maya a non perdere la seconda lingua madre (lo spagnolo) e ovviamente questo metodo dovrà’ servire per il secondo bimbo che viene in cammino, abbiamo bisogno tanto dai tuoi consigli per procedere con un corretto metodo per la famiglia.
Ti ringrazio tanto per i tuoi commenti.
Grazie,
Karen
Bilingue Per Gioco says
Karen,
non c’è un metodo giusto, ci sono diversi approcci…
La prima cosa credo è avere la tranquillità che lo sviluppo linguistico della bambina non sia problematico, senza essere logopedista immagino che se in Spagnolo la sua padronanza della lingua è in linea con l’età non c’è motivo di proccuparsi.
Non mi è molto chiaro perchè la bambina incontri più difficoltà con l’Italiano se è esposta a molte ore di Italiano durante il giorno (la tata che fa? non le parla? non la porta mai lei ai giardini?), comunque quello che io farei al posto tuo è continuare a fare ciò che già stai facendo, continuare a parlarle sempre in spagnolo, al limite aggiungendo la traduzione in Italiano a beneficio degli altri bambini quando occorre (sì, non è banale, ma si può fare).
L.
karen says
Cara Letizia,
Innanzitutto ti ringrazio davvero tanto per la tua veloce risposta, il tuo blog e website mi hanno dato tantissima informazione e sicurezza che devo andare avanti con lo Spagnolo, poiché tristemente molta gente mi dice di smettere di confondere la bimba.
Maya in effetti non parla ancora nessuna lingua, utilizza un suo linguaggio che non è per niente comprensibile, ma ciò che facciamo noi genitori così come la tata e cercare di capire su cosa sta parlando, ed spesso dice una sola parola (ad esempio “nina piccola” confondendo un po’ lo spagnolo un po’ l’italiano), per cui in realtà ancora non parla nessuna lingua ma utilizza un suo linguaggio che più o meno riusciamo a capire.
Visto che ancora non ha iniziato la scuola, in pratica interagisce poco con i bimbi, e quei bimbi con cui gioca nel parco (2.3 volte a settimana) parlano italiano ovviamente.
Io che vado spesso con lei in questo parco, mi è naturale parlarle in Spagnolo davanti ai bimbi (ad esempio “Maya dile hola al nino”, “preguntale si quiere jugar contigo”) ovviamente Maya gli saluta dicendo “Ciao NINA” ecco perché poi la bimba la guarda strana e non comprende ciò che vuol dire Maya.
Da cui è nato il suggerimento di mio marito che parli solo italiano davanti ai bimbi, visto che io parlo Spagnolo davanti ai grandi e tutti quanti.
A volte ho la paura che lei perda lo Spagnolo, giacche non ho tanto materiale d’appoggio (gente che parli spagnolo, la scuola, ecc), per cui cerco di essere rigida e non parlare mai italiano, ma non so’ se questo è giusto.
Ti ringrazio ancora una volta per le tue parole e spero che tu mi possa dare dei suggerimenti/ consigli per poter andare avanti in questa strada.
un grandisimo saludo 🙂
Marilina says
Karen,
Condivido il suggerimento di Letizia.
Anch’io sono madrlingua spagnola e ho sempre parlato ai miei figli in spagnolo anche davanti agli altri (a meno che debba rivolgermi al gruppo, ovviamente).
Poi, crescendo, loro da soli hanno imparato a distinguere bene le due lingue e a capire con chi parlare in una lingua o nell’altra e cambiano “registro” con una velocità e una sicurezza incredibili.
Non succede solo a me. A scuola dei miei figli ci sono bambini con entrambi i genitori stranieri e con scarso italiano, quindi non ci sono scelte. E vedessi come i piccoli fanno “da interpreti” anche tra i propri genitori e i loro amici. Si tratta di bimbi tra i 4 e i 6 anni, e mi riferisco a lingue come il polacco o il bulgaro, che non riesci neanche a “intuire” quello che stanno dicendo (cosa che potrebbe succedere con lo spagnolo).
Buona fortuna.
M
karen says
Ciao Marilina,
Che bello sapere che non sono l’unica che ho questi problemi e soprattutto che mi danno conferma e sicurezza che sto facendo di un modo giusto.
Ma tu come facevi quando i tuoi figli si trovavano davanti ad altri bambini? nel senso che la mia bimba ha 27 mesi e ancora non parla nessuna lingua, per cui è molto più difficile il suo approccio con gli altri bimbi. Aggiunge a questo che mischia un po’ d’italiano un po’ di Spagnolo.
E’ normale che ancora non parla? a te è successo la stessa cosa? tieni presente che Maya non è ancora andata a scuola, comincerà questo Settembre.
octavia says
Ciao Karen, non sono logopedista ma vorrei solo condividere la mia esperienza.
Capisco la tua ansia perche anche mio fratello e qualche mia amica hanno i bimbi che parlano tardi.
Secondo i libri e le ricerche che ho letto, il bilingualismo non provoca il ritardo orale. Ogni bimbo (sia monolingua che bilingue) ha il suo tempo, e che è diverso uno dal’altro…
La gente danno la colpa al bilinguismo quando un bimbo parla in ritardo, perche è più facile così…il bilinguismo viene considerato una confusione mentale per bimbi.
Mio bimbo adesso ha 31 mesi e gli sto crescendo trilingue. A 1 anno diceva paroline in mia lingua (indonesiana) a 19 mesi ha comminciato a parlare chiaramente in 2 lingue (indo-inglese). Non ti dico le lamentelle dei parenti italiani che ho ricevuto quasi tutti i giorni…la colpa che mi davano…mi hanno anche chiesto di parlargli solo in italiano (ma sono pazzi? non parlo mica bene italiano!).
Ma a 23 mesi l’italiano si sbloccava e tutti erano contenti. Adesso ricevo solo i complimenti per il mio piccolo trilingue.
I bimbi monolingua con cui gioca nel parco, non dicono manco una parola a l’età di 27-30 mesi…nessuno si lamenta.
Spesso, i bimbi che sono, diciamo, in ritardo nel parlare, hanno uno o tutti e due genitori che avevano lo stesso problema quando erano piccoli. Questo è il caso del mio fratello e alcune persone che conosco. Mio fratello e la moglie sono andati a logopedista ma gli assicurava che non c’era niente da preocuparsi, perchè sia mio fratello che la moglie hanno comminciato a parlare tardi, e nel compenso loro figli non hanno parlato prima di avere 3 anni e mezza, anche se sono monolingua.
Quando tua bimba ti chiede qualcosa nel suo linguagio o nella lingua del corpo (body language), ripetila 2-3 volte in spagnolo coretto prima di dare o di fare quello che lei chiede. ma non forzare troppo se lei non lo ripete…Evita di stressarla.
Il bimbo di un’amica che a giugno avrà 3 anni dice solo “uuh uuh aah” quando vuole qualcosa…e gli danno subito quello che vuole. Non hanno pazienza di dirgli piano piano il nome delle cose che vuole.
Evita anche il linguagio dei bimbi…tipo, so che in italiano per dire “siediti!” ai bambini, si dice “ah ah” tocando la sedia…ma io non ho mai fatto così al mio bimbo…parlo sempre in maniera coretta.
Evita anche di pronunciare la pronuncia tipica dei bimbi, tipo “vuoi domiye?” oppure “tai male? poveyinoo”
Se non hai CD di filastrocche e di canzoncine per bimbi…comprali! sia in spagnolo che italiano. quelle spagnole le canta con te, e quelle italiane con tuo marito e la tata. Puoi anche cercare su youtube.
Compra anche audio libri…non fa niente se non capisce ancora…importante che si abitua a sentire una storia media-lunga.
Quando sarà un pochino più grande, compra anche i dvd preferibilmente in tutte e due lingue.
Se è possibile, usa skype per parlare con tua famiglia, parenti o amici in Messico…così vede che esistono altre persone che parlano la lingua della mamma. Oppure se ci sono altri messicani a Napoli potete organizzare un pranzo messicano insieme ogni 1-2 mesi…così la bimba viene esposta da entrambi lati culturali dei genitori.
Non ti preoccupare troppo…si risolverà…se sei troppo in ansia, potresti andare a un bravo logopedista…ma non mollare…continua a far crescere tuoi figli bilingue.
karen says
Carissima Octavia,
Non sai quanto ti ringrazio per i tuoi commenti, mi hanno fatto riflettere su vari punti.
Sicuramente con tutti questi commenti che ho letto, sono ancora più’ fiduciosa che devo continuare in questo modo e non devo mollare assolutamente.
Sono davvero contenta e andro’ avanti come finora ho fatto.
Non sono in ansia perche’ sono certa che prima o poi, Maya comincera’ a parlare correttamente entrambe lingue, devo solo continuare a parlarle in Spagnolo dovunque, e proceder con tutto il materiale che ho a disposizione.
Fortunatamente ho varie amiche latinoamericane con cui mi sento spesso.
Un grandissimo saluto e grazie ancora!!
Marilina says
Karen,
i miei figli hanno parlato presto, ma so che la norma è che i bimbi bilingui parlino più tardi degli altri. Ma quando partono, lo fanno nelle due lingue senza problemi.
Certamente hanno mischiato un po’ all’inizio, non solo le parole nella stessa frase, ma anche sbagliavano i verbi perché prendevano un verbo in spagnolo e lo coniugavano alla maniera italiana. E’ tutto normale e succede a tutti. Ma ad entrambi è bastata una vacanza lunga in un paese di lingua spagnola, in compagnia di “abuelos, tios y primos”, per imparare a distinguere bene le due lingue (avevano 4 anni in entrambi i casi).
Quando parlavo con loro da piccoli lo facevo comunque in spagnolo, anche davanti agli altri, e lo faccio ancora. A meno che debba fare un discorso di gruppo, tipo: “tutti a tavola” in italiano se c’è da chiamare altri italiani. Ma se uno dei miei bimbi non viene, mi rivolgo a lui personalmente in spagnolo, anche se ci sono altre persone.
Per fortuna i miei figli hanno molti amici bilingui, e sono abituati a sentire che si parla (tra genitore e figlio) in lingue che gli altri non capiscono senza sentirsi esclusi. Poi semmai si traducono a vicenda, e a volte si insegnano le parole nelle lingue degli altri, a modo di gioco!
Per esempio, i miei bimbi hanno fatto amicizia a scuola con due fratellini polacchi. Poi abbiamo iniziato a frequentare la loro famiglia e quando usciamo tutti insieme si sentono i bimbi che fra di loro parlano italiano, la coppia polacca con i figli in polacco, io e i miei figli in spagnolo, e gli adulti fra di noi in inglese !! Detto così può sembrare una Babele, ma è tutto molto naturale ed espontaneo.
Buona fortuna!
raffa says
@monia quello che descrivi succede a tantissimi bimbi, mettiti nei suoi panni, tu capisci benissimo il brasiliano, perché dovrebbe fare uno sforzo inutile? dal suo punto di vista è saggio dire “parlo italiano in Italia” 😉
noi abbiamo cercato di creare condizioni piacevoli/necessarie per rinforzare la lingua debole. TV/audiostorie/cartoni quasi esclusivamente nell’altra lingua. che lingua parlate tu e il marito fra voi, brasiliano o italiano? molto utili per noi sono stati sia i viaggi dai nonni, sia quando i nonni sono venuti da noi. e visto che siete lontanini potreste darvi un appuntamento fisso via videoconferenza la domenica. poi ovviamente contatti con coetanei, e facilmente nella nuova scuola ci saranno bimbi “freschi d’Italia”, così come la maestra italiana sarà una maestra con cui si parla solo italiano. e poi davvero se riesci, 2 mesi in Italia: appena scopre che per giocare con gli altri bimbi (avete cuginetti?) deve parlare italiano non smette più 🙂
@Karen 2 anni sono davvero pochi per approcciare bimbi sconosciuti, in qualsiasi lingua. io gli lascerei tempo, se vuole giocare da solo gioca da solo, se vuole condividere un gioco parte e lo fa anche senza l’intervento di mamma 😉 comunque sia il marito che io usiamo l’approccio che ti ha indicato Letizia, anche quando c’è qualcuno che non capisce la lingua continuiamo con la “nostra” lingua coi bimbi e traduciamo brevemente per i presenti, a meno che si debbano passare 10 giorni insieme di seguito non è un problema
@Sabina Deutschstunde la fa il papà la domenica coi figlioli, durata e contenuti molto variabili. lui e io abbiamo caratteri e impostazioni molto diverse, io “mi sento” di dare suggerimenti, ma poi lui ovviamente fa quel che pensa. il duden è un modo altamente simbolico per sopperire alle ca. 120 h/anno di lavoro sistematico sulla lingua che farebbero in una scuola tedesca: imparare l’ortografia, arricchire in modo mirato il lessico, confrontarsi con la scrittura di testi. il testo della grammatica è scritto in modo chiaro per bimbi (che ovviamente vanno accompagnati da un adulto) e c’è sempre l’esercizio corrispondente che si può svolgere. poi c’è una parte di consigli per i genitori. detto questo a me sembra che i nostri sulla scrittura siano ca. 2 anni in “ritardo” rispetto a un bimbo che frequenta una scuola tedesca, ma amen. il “problema” ce lo porremo seriamente il giorno che decidiamo di trasferirci in Germania per qualche anno (ed è nei nostri piani), allora davvero bisogna correre ai ripari, altrimenti così come è adesso sono tutti contenti (anche se un po’ ignoranti ;-)), ma tendenzialmente sono per vedere il bicchiere mezzo pieno e noto che per loro il tedesco è una lingua dei sentimenti, degli affetti, del gioco, ed è già una grande cosa. per ottenere altro dovrebbero o frequentare una scuola bilingue, o lavorare davvero tanto il we, e nessuna delle due cose è praticabile
OT se interessa da http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/intercultura si può scaricare l’ultimo rapporto miur sugli studenti “con cittadinanza non italiana” ovvero gli studenti di fatto plurilingui 😉 scrivono della situazione in Italia e alla fine in altri paesi europei.
MONIA says
Marilina, Raffa, grazie per il sostegno. Continuo sforzandomi a non desistere. Mia mamma verrá qui da noi e stará 2 mesi…speriamo bene. Io sto giocando con Matteo ora a dirmi una parola nuova in italiano tutte le notti prima di dormire…sembra che si stia divertendo. Incrocio le dita.
Colgo l’occasione per congratularmi con tutte per il bellissimo forum.
raffa says
@monia vedrai che due mesi di vizi di nonna faranno miracoli 🙂 poi il tuo bimbo non ha nulla contro l’italiano, deve solo trovare situazioni in cui abbia senso usarlo, mi sembra un atteggiamento molto assennato 😉
@sabina come spirito io sono “prussiana adottiva”, ecco un articolo in cui mi ritrovo sulla necessità di imparare l’ortografia in modo sistematico, e, per come sono fatta io, vale anche per la grammatica, insomma, tutto quello che offre una scolarizzazione in una lingua v.s acquisizione spontanea/causale della lettoscrittura, questo vale a maggior ragione per bimbi come i miei polletti, che, a causa dello scarso input nella lingua del papà, in diversi casi non “sanno di loro” che cosa è corretto o meno,cosa invece ovvia per coetanei cresciuti nel paese
http://www.spiegel.de/schulspiegel/rechtschreibkunde-fuer-grundschueler-teddy-erklaert-das-kurze-i-a-788393.html
Sabina says
@raffa: concordo sulla sistematicità, ma ti posso assicurare che anche i bambini che crescono in un ambiente dove si parla tedesco e che frequentano la scuola tedesca hanno un sacco di dubbi e sbagliano. Ricordo ancora le verifiche di tedesco alle superiori (di lingua tedesca): la mia compagna di banco, che era molto più tedesca di me (entrambi i genitori di lingua tedesca), copiava spesso da me che invece sono una mezzosangue 🙂
Molto carino è il libro (anzi i libri) di Bastian Sick “Der Dativ ist dem Gentiv sein Tod” (http://amzn.to/WxRdoY), che spiega in chiave quasi divertente quanti dubbi ci sono nella lingua tedesca – anche per i madrelingua!
Da non madrelingua ci si fanno sempre molti più problemi, mentre il madrelingua spesso parla o scrive tranquillamente senza nemmeno porsi la domanda se quello che sta enunciando sia giusto 😉
Buon weekend a tutti!
raffa says
ciao Sabina, è che io faccio una cosa che non si dovrebbe fare, ma che purtroppo ha anche un suo senso. paragono i miei figli con dei bimbi scolarizzati, ovvero non parlanti naturali bensì nativi (secondo il linguista Berruto). per la germania con i loro cuginetti, coetanei, e per l’italia, con loro stessi 😉
loro nello scrivere, nel lessico “delle materie” e anche in quello generico, nella complessità sintattica sono davvero di ca. 2 anni indietro rispetto ai cuginetti, e questo me lo spiego con tutto il lavoro che fanno a scuola sulla e con la lingua (che loro non fanno in tedesco)
quello che sanno fare in italiano di “scolastico” è molto di più/avanti rispetto a quello che sanno fare in tedesco. e la forbice, in assenza di sostegno mirato, aumenta anno dopo anno.
è un problema adesso? assolutamente no! ancora oggi inventavano fra loro giochi in tedesco, con grande gioia e creatività (anche linguistica, visto che essendo ambedue parlanti allo stesso livello livello le parole che non conoscono se le inventano, ti assicuro che non le trovi in nessun duden :-))
se fovessimo trasferirci in germania fra qualche anno e andassero in una scuola “norrmale” sarebbe però un grosso problema, perché tutto questo lavoro sul e con il tedesco scolatico non svolto andrebbe recuperato per riuscire ad essere al pari con i compagni di una classe simile a quella che frequentano in italia, e, per esperienza, in situazioni simili è la famiglia che si deve attrezzare (=paga ripetitore privato per mesi, possibilmente ben prima di iniziare la nuova scuola …).
quindi per la nostra situazione hic et nunc va benissimo così, certo è che se in un qualche futuro ci volessero studiare o lavorare col tedesco dovrebbero rimboccarsi, di non poco, le maniche …
OT qui c’è un sole bellissimo ma siamo chiusi in casa con due bimbi convalescenti, ci rifaremo il we prossimo ….
mimi says
Anch’io ho dei dubbi sullo sviluppo bilinguale di mio figlio.
Lui ha 3 anni e mezzo ed è nato e vive in Germania (io sono italiana e mio marito tedesco). Fino all’età di 3 anni mi sono occupata prevalentemente io di lui e quando a cominciato a parlottare, verso i due-due anni e mezzo, le sue prime parole e frasi erano italiane e spesso strutturava frasi in italiano ed in tedesco, ma la sua tendenza era verso l’italiano. Nonstante a 22 mesi, per un anno intero, abbia cominciato un Minikindergarten (due volte la settimana per 3 ore), ha mantenuto quella tendenza, tanto che le due educatrici avevano difficoltà a capirlo. Però per me era un orgoglio, dato che lui per l’apprendimento della madrelingua ha solo me. Da marzo scorso, cioé con il compimento dei 3 anni, ha iniziato la scuola materna e lì il tedesco ha preso piede e ora la fa da padrone. Mi risponde quasi sempre in tedesco. Capisce tutto quello che gli dico, ma mi risponde in tedesco. Anche in pubblico io non cambio mai registro e parlo sempre e solo in italiano, facendo, per coloro che non capiscono, una traduzione veloce. Mi addolora però il fatto che lui mi parli nell’altra lingua ed ho il timore che lui si allontani dalla madrelingua. Purtroppo io non vado in Italia in vacanza, ma preferiamo altre mete per le vacanze e anche quando viene mio padre a trovarci, per anche 20 giorni, non vedo nessun miglioramento in mio figlio. La lingua di famiglia è il tedesco, ma adesso vorrei cambiare e poichè mio marito parla l’italiano, preferirei che con mio figlio presente si parli italiano. Cosa ne pensate voi? Secondo voi prima o poi si sblocca?
karen says
Capisco benissimo le tue paure e dubbi, perche’ sono anche le mie, ma sono sicura che anche se il tuo bimbo risponde tutto in tedesco, ha consapevolezza dell’italiano, per cui ti suggerisco di farli vedere la tv in italiano, aiutarti con altro materiale in italiano e continuare a parlare in italiano.
mimi says
SÌ, Karen. Ascoltiamo i cd dello Zecchino d’oro, leggiamo libri in italiano, vediamo i dvd con i cartoni in italiano ed io parlo sempre anche in pubblico e anche se gli altri non capiscono quello che dico. Spero che prima o poi si sblocchi. Grazie per la tua risposta!
raffa says
Mimi, se ti può interessare una tedesca a Roma ha fatto una tesi di dottorato osservando nel tempo famiglie opol tedesco-italiano a Roma, ed è emerso che è una faticaccia, se l’ambiente eserno non sostiene. Esisteva fino a poco tempo fa anche un riassunto online (Susanne Lippert ‘Erhalt oder Verlust der schwachen Sprache in bilingualen Familien?’). Noi coi siamo speculari rispetto a voi (papà tedesco in Italia) e con i nostri piccoli eravamo un po’ talebani, nel senso che ad es tv, cartoni, audiocassette erano solo in tedesco (la lingua debole per la nostra famiglia). Hanno aiutato i nonni e i viaggi in Germania, i bimbi devono provare non solo il piacere ma anche la necessità di usare la lingua, se vogliono giocare coi coetanei (avete cuginetti?) al parco giochi la devono usare, e in pochi giorni la tirano anche fuori 🙂 Citando Hape Kerkeling in un altro contesto il bilinguismo dei bimbi “isolati” è “Arbeit, Arbeit, Arbeit” 😉 (da parte dei genitori, ma anche da parte dei bimbi)
la fase che passate è normale, trova nuova occasioni in cui il ragazzino non possa fare altro che usare l’italiano, e continua tu ad usarlo con lui, le due cose insieme funzioneranno
mimi says
Ciao Raffa,
rispondo solo ora e mi dispiace. No mio figlio non ha cuginetti da nessuna delle due famiglie. Ma a dicembre siamo stati in Italia e l’ho fatto incontrare con i bambini di un mio amico. All’inizio non voleva andare perchè aveva paura di non farsi capire. Poi si è ambientato benissimo: lui parlava solo in tedesco ma ai due bambini non disturbava per nulla. Ora reinserisce nella sua lingua quotidiana qui e lá qualche parola in italiano. Questo mi stimola ad andare nuovamente in Italia, solo che stavolta pensavo di metterlo da una Tagesmutter per farlo inserire in un gruppo con il quale giochi e debba essere “costretto” a comunicare. Voi cosa ne pensate, ottengo l’effetto contrario e perciò lascio perdere o lo faccio?
raffa says
Ciao Mimi,
ho riletto per riprendere le coordinate 😉 Non so in che città vivi in Germania, ma in quelle un po’ grossine ci sono comunità italiane e attività per bimbi, anche piccoli, prova a chiedere al consolato + vicino. Quando viene il nonno, che immagino il figliolo conosce poco, lasciali tanto insieme, vedrai che col tempo si sbloccano tutti e due (e il nonno è un interlocutore “prezioso” perché parla e capisce solo l’italiano :-)). Cerca di fare + soggiorni posiibili in Italia, magari solo tu e il bimbo se tuo marito non può venire sempre con voi (nel caso tu abbia + tempo libero), rispetto alla tata italiana sì o no, non saprei. Se siete a casa di tuo papà, andate sempre allo stesso parco giochi, i bimbi li conosce in automatico, e alla sua età ha voglia di giocarci insieme. Se tu hai tempo proponiti per portare al parco giochi figli di amici e conoscenti, lui ha un grupetto di bimbi che rivede vacanza dopo vacanza, con cui diventa amico, e tu fai felice i tuoi amici che hanno impensate ore libere 🙂
un abbraccio e resisti, ne vale la pena!