Quando ho sfogliato questo libro per la prima volta, ho pensato di avere davanti qualcosa di speciale. Uno di quei libri che ti ricorda tante cose, ma al tempo stesso è assolutamente nuovo. “L’incredibile storia della pera gigante”, scritta e illustrata dal danese Jakob Martin Strid (di cui ho già parlato nel mio post precedente su Piccola Rana), è un romanzo illustrato.
10 capitoli e oltre 100 pagine con immagini coloratissime e vivaci e il testo della narrazione distribuito liberamente tra le figure. Mi sono chiesta quale sarebbe stata la reazione del mio figlio quattrenne D. alla lettura del suo primo romanzo: avrebbe atteso con ansia la lettura del capitolo successivo il giorno dopo? Sarebbe stato in grado di calarsi nella storia al punto in cui l’avevamo lasciata la volta precedente? La soluzione di D. è stata molto semplice: abbiamo letto tutto il libro nell’arco di un pomeriggio – e alla sera io avevo perso quasi completamente la voce!
In effetti “L’incredibile storia della pera gigante” ha tutti gli ingredienti per funzionare: un’avventura piena di brio e di colore, condita con un pizzico di mistero e di magia. Bussole e binocoli, astrusi marchingegni, macchine di pompieri e polizia, perfino un carrarmato, pirati, mappe e imbarcazioni: ad ogni pagina mio figlio sgranava gli occhi.
Ma di cosa parla questa incredibile storia? Nella ridente cittadina di Solby, il sindaco è misteriosamente scomparso e viene sostituito dall’irascibile vicesindaco, che nessuno sopporta. I due protagonisti, il gatto Mitcho e l’elefantino Sebastian pescano una bottiglia con un messaggio dentro: il sindaco racconta loro di aver trovato l’Isola Misteriosa e allega un seme da piantare… il resto delle informazioni però è stato cancellato dall’acqua che ha bagnato la lettera!
I due amici piantano il seme e si ritrovano… una pera gigante nel giardino di casa! Gli eventi si susseguono veloci sulle pagine del libro e presto il gatto e l’elefante si ritrovano ad intraprendere un avventuroso viaggio per mare a bordo della pera gigante, in compagnia del Professor Glykose che presta il prezioso aiuto della scienza. Per mare i viaggiatori incontrano un branco di pirati golosi di cocomero, un temibile drago marino che si rivela una tecnologica nave sottomarina e la spaventosa notte nera… superate tutte le prove, i nostri eroi approdano infine sull’Isola Misteriosa e vi incontrano l’amico sindaco, che ha trascorso mesi a curare un intero campo di pere giganti! Insieme scoprono infine il mistero dell’isola, che è in realtà una sorta di enorme imbarcazione: i quattro riescono a rimetterla in moto e fanno rotta verso Solby, dove la popolazione li accoglie con una grande festa, cui sono invitati tutti i personaggi della storia.
La Solby di Strid ricorda a tratti l’industriosa Busytown di Richard Scarry. E come non pensare alla Pesca Gigante di Roald Dahl? “L’incredibile storia della pera gigante” si iscrive in una ricca tradizione di storie di avventure, ma al tempo stesso riesce ad essere un prodotto nuovo e a tratti sorprendente. Per chi volesse farsi un’idea, un estratto del primo capitolo si può visualizzare sul sito dell’editore danese Gyldendal. I diritti di traduzione de “L’incredibile storia della pera gigante” sono stati venduti in 12 paesi ed è già possibile leggere il libro in svedese (lo trovate qui), norvegese (qui), finlandese (qui) e tedesco (su amazon.it e amazon.de). L’originale danese “Den utrolige historie om den kæmpestore pære” si può acquistare qui. Proprio in questi giorni è stato annunciato che dal libro sarà tratto un lungometraggio animato, di cui si prevede l’uscita nel 2015.
Maurizio says
Attendiamo con ansia la versione inglese.
Da quello che ho capito del primo capitolo sembra molto bello e le figure molto accattivanti
Scuolainsoffitta says
Lo cerco! La presentazione mi piace molto!
Anna C. says
Grazie per il suggerimento ! Cercavo proprio qualcosa di nuovo da regalare alla mia nipotina tedesca di 4 anni. Dici che anche una femmina puo’ appassionarsi ? (vedo protagonisti maschi, marchingegni,pirati… e mi e’ venuto il dubbio che fosse piu’ adatto ad un maschietto, ma forse e’ un dubbio solo mio)
Eva says
@Anna è vero che per certi aspetti è un libro “da maschietti”. In un’intervista all’autore ho letto che, nel piccolo appartamento di Copenaghen dove vive, il suo tavolo da lavoro si trova nella stanza del figlio di 3-4 anni, in mezzo a costruzioni e macchinine – e non me ne sono stupita. Da mamma di maschietti, nel suo libro ho in un certo senso “riconosciuto” il paesaggio di una cameretta di maschietti. Ma, detto ciò, trovo che il libro sia adattissimo anche alle femminucce. I gusti sono personali, quindi dipende molto dalla bambina, ma una storia di avventura con un pizzico di magia e mistero va bene per tutte e tutti! 😉
barbara says
A proposito di libri colgo l’occasione per porvi un quesito riguardo ad un altro libro di un autore che apprezzo molto, Axel Scheffler: mi stanno portando dalla Germania I tre piccoli porcellini (“Die drei kleinen Schweinchen und der böse Wolf “) , storia che piace moltissimo a mio figlio di 3 anni 1/2 perchè gliel’ho ho spesso raccontata e fatta vedere su youtube. Il problema è che ho appena scoperto che la versione di A. Scheffler segue quella originale inglese in cui 2 dei 3 porcellini alla fine vengono managiati dal lupo! mentre mio figlio conosce quella in cui alla fine vincono i porcellini e il lupo viene cucinato nel pentolone! Cosa fare? Non fargliela neanche vedere? Provare a buttarla sullo scherzo e magari dire guarda cos’ho trovato ma è uno scherzo la storia vera non finisce così? sinceramente non so come potrà reagire. che ne pensate???
Eva says
@barbara posto che non conosco tuo figlio né il libro di cui parli, io non mi farei troppi problemi a proporgli la nuova versione della storia. Penso che a volte noi adulti ci facciamo troppi problemi e sottovalutiamo gli strumenti che hanno i bambini per “difendersi” dalle cose brutte. Del resto spesso sono loro stessi a stupirci con una logica del tutto diversa dalla nostra, ad es. trovano divertenti o spaventose cose che a noi fanno tutt’altro effetto – e noi non siamo in grado di prevedere le loro reazioni! Io gli racconterei la “nuova” storia (posto che non metta troppo a disagio te per prima) e mi lascerei sorprendere da lui. Magari vi divertite, magari trovate spunto per dialogare avventurandovi su terreni inesplorati, chissà… Facci sapere!
barbara says
@Eva, come sempre sottovalutiamo i bambini e avevi perfettamente ragione: mio figlio alla prima lettura non ha battuto ciglio e alla seconda e terza quando ho sottolineato volutamente il fatto che il lupo si fosse mangiato il porcelli si è messo a ridere…é proprio vero che spesso noi genitori ci facciamo troppe paranoie!
Barbara