Non ho mai subito il fascino di cantanti pop o attori che a un certo punto si mettono a scrivere per i bambini: quindi premetto che quando ho scaricato la versione gratuita della app “The journals of Mama Mae and LeeLee” non sapevo che il progetto coinvolgesse Alicia Keys. Solo quando mia figlia si è letteralmente innamorata di questa app ho cercato di capire cosa avesse di così speciale.
E’ la storia di una ragazzina, LeeLee, che si trasferisce a New York City e si sente tanto sola e scoraggiata, finché non arriva nella sua stanza la nonna adorata a raccontarle una storia che immerge nella cultura dei nativi americani, anche attraverso la musica di un flauto, e la cui morale è che bisogna avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Carina, ben letta – ovviamente in inglese – ma niente di particolarmente originale.
A essere originale e molto coinvolgente è tutto il contorno. La app permette di entrare nella stanza di LeeLee in un percorso interattivo che incoraggia l’esplorazione attraverso la musica, la narrazione, la scrittura: nella stanza è possibile suonare (veramente) il pianoforte di LeeLee, coccolare il suo gattino, scrivere in un diario, ascoltare un carillon e prendere libri dalla libreria. Per ora il libro è uno solo – “Blue Moon”, la storia raccontata dalla nonna – ma altri volumi sullo scaffale sono “coming soon”.
Il carrillon è una sorta di jukebox con una playlist di canzoni cantate dalla Keys tra cui “Unlock yourself” che è anche la colonna sonora del libro “Blue Moon”, ma la cosa che ha letteralmente conquistato mia figlia è il diario, che ogni giorno offre un argomento su cui scrivere – che so, cosa farei se per un giorno fossi il presidente della nazione, o cosa mi piace fare quando piove -. E lei puntualmente prima di sera lo compila entusiasta, scrivendo in inglese sulla tastiera touch dell’iPad, cosa che, facendo lei una scuola italiana, non è né così scontata, né le dovrebbe venire così naturale, dato nessuno glielo ha mai insegnato: non pensavo nemmeno che sapesse scrivere in inglese, è stata davvero una sorpresa, un po’ come quando ho scoperto che lo leggeva non appena ha imparato a leggere in italiano. Scrive tutta concentrata e poi correda il testo con un disegno: la app offre, infatti, anche la possibilità di disegnare con le dita.
C’è anche tutta una parte “social” che rende possibile, inserendo il proprio indirizzo e-mail, interfacciarsi con altri utenti della app in tutto il mondo. Ma su questo non posso dire niente di più. E. ha solo otto anni, non so se è giusto che inizi a scoprire questo lato di Internet, sicuramente stimolante, anche dal punto di vista linguistico, ma anche pieno di incognite e possibili insidie. Voi cosa ne pensate?
Ma la cosa che mi ha messo in crisi è la scrittura. Fino a ora ho avuto un approccio assolutamente ludico all’inglese: cartoni, film, giochi, app, ma non ho mai affrontato un percorso di lettoscrittura proprio per non turbare questo meraviglioso equilibrio del suo amore per l’inglese che oggi parla davvero benissimo.
Quando ho scoperto che imparando a leggere in italiano a scuola, ha iniziato di pari passo a leggere altrettanto bene in inglese senza alcuno sforzo, ero felicissima e non mi sono fatta altre preoccupazioni. Ora però inizia spontaneamente a scrivere e, naturalmente, fa degli errori di spelling: molto meno di quelli che sarebbe ragionevole aspettarsi, ma li fa. E lei stessa si pone il problema: tant’è che a otto anni ha cominciato a mettere i sottotitoli ai film quando ci sono. Le ho chiesto: “Non capisci bene quello che dicono?” Risposta: “No, è perché voglio vedere come si scrivono le parole“.
Ho capito che è il momento di affrontare il problema, ma francamente non so come iniziare: la faccio leggere tanto libri in inglese, ma mi accorgo che non basta; occorre un approccio più sistematico alla fonetica, che io non conosco per nulla. Non so neanche come incominciare a trovare risorse adatte a una bambina di otto anni vivace e piena di curiosità, ma che proprio per questo tende a distrarsi davanti a cose noiose.
Avete qualche consiglio da darmi?
Chiara,
ma non fa inglese a scuola? Non glielo insegnano lì?
L.
Certo fa inglese a scuola e ha anche una brava maestra piena di buona volonta’ e anche piuttosto preparata. Da quest’anno fanno pure il cosiddetto Clil, ovvero una disciplina non linguistica in lingua straniera (nel suo caso, scienze in inglese). Inoltre hanno un’ora alla settimana di insegnante madrelingua in aula pagata da noi come Associazione Genitori, grazie a iniziative davvero carine di fund-raising di cui se volete vi posso raccontare…
Ma il programma ministeriale e’ molto focalizzato sull’utilizzo della lingua parlata e gli altri bambini della classe sono decisamente piu’ indietro rispetto a lei, quindi di lettoscrittura fanno davvero cose semplicissime. Mia figlia a questo punto ha bisogno di un’approccio molto piu’ sistematico e approfondito. E io non so come fare…soprattutto per non sottoporla a esercizi noiosi, che potrebbero mettere a dura prova la sua passione per l’inglese…
Chiara, se ne è parlato qui http://bilinguepergioco.com/2012/06/15/imparare-a-leggere-in-inglese-il-metodo-jolly-phonics/ (vedi anche i commenti)
Ciao,
A
Grazie Arianna, avevo in effetti considerato i Jolly Phonics, ma non sono del tutto convinta perche’ mia figlia ha otto anni e temo siano troppo “infantili”. A quest’eta tendono a scartare le cose “da piccoli” pur non essendo pronti a studiare con metodi e costanza “adulti”. Chi conosce i Jolly phonics pensa possono andare bene anche per una bambina che, dopo aver passato anni a cantare filastrocche in inglese, ora le rifiuta perche’ “sono da neonati”?
Secondo me sì Chiara, se non ho capito male quello che le serve è la fonetica per fare lo spelling delle parole e scriverle bene, giusto? Tra i materiali trovi i quaderni attivi per la scrittura e il Teacher Handbook http://www.amazon.co.uk/gp/aw/d/1870946073/ref=mp_s_a_1?qid=1366261484&sr=8-3&pi=SL75 con molti worksheet e materiale da fotocopiare e ritagliare per fare giochi con le parole; mia figlia grande di 7, per esempio, utilizza volentieri questi materiali mentre le canzoncine dei phonics non le ha mai cantate 🙂
Poi ovviamente più legge in inglese da sola e più metabolizza il modo di scrivere i vari suoni…
Buon lavoro e teneteci aggiornati,
A
Da mamma di bimbi in eta’ prescolare, sono rimasta veramente colpita del fatto che l’inglese che insegnano a scuola di tua figlia sia prevalentemente incentrato sul parlare! E’ una scuola pubblica? Chissa’ se anche a scuola dei miei figli lo studieranno cosi’! Sarebbe un sogno! No perche’ fra i ragazzi che mi capita di aiutare con i compiti e i “professionisti” con cui mi capita di collaborare nel mio lavoro ho sempre avuto la netta impressione che durante l’ora d’inglese si scriva tanto ma di parlare… Quanti CV ho visto con “inglese discreto” e al momento di affrontare una conversazione semplice semplice il panico negli sguardi! Spero che la scuola di tua figlia sia la norma e non l’eccezione 🙂
Tornando al discorso del tuo post io sto usando il metodo Jolly Phonics con mio figlio di 5 anni ma come giustamente hai notato tu, e’ un metodo che nasce per imparare a leggere e scrivere da piu’ piccoli e forse tua figlia potrebbe trovarlo poco stimolante.
Hai provato a chiedere dei consigli al British Council? Il sito dedicato ai bambini oltre ad avere tonnellate di materiale, e’ molto ben seguito dai loro stessi insegnanti che sono anche molto gentili e disponibili.
I penso che un metodo straordinario siano gli audiobook della black cat, c’è ne sono di 4 o 5 livelli, ascolti madrelingua che leggono mentre tu stesso leggi il libro. In più ci sono esercizi alla fine di ogni capitolo.
chiara sto cercando l’app su iphone ma non riesco a trovarlo
Scaricata per Android! Bella bella bella!
@mariangela, temo sia solo per iPad, e neanche per tutti i modelli, solo i più avanzati.
@arianna, sì è una scuola pubblica, ma è l’indirizzo ministeriale che “che l’apprendimento della lingua inglese si collochi, sin dagli stadi iniziali, nell’ambito di un’educazione linguistica che miri allo sviluppo e alla conquista di capacità espressive e comunicative attraverso un progetto globale di formazione…”. E’ vero poi che non tutte le insegnanti sono in grado di farlo davvero: qui entra in ballo la conoscenza del singolo e anche la sua personalità. Quella di mia figlia ce la mette tutta e quella madrelingua pagata da noi genitori ha l’input preciso di fare solo conversazione nella sua ora di compresenza….
Per il resto grazie a tutte e credo che darò ai Jolly Phonics una possibilità: tentar non nuoce…;-) e quanto agli audioboook, sono d’accordo con Sara; sono una risorsa fantastica e sotto forma di app (che ci aggiungono maggiore interattività e, spesso, l’evidenziazione delle parole via via lette dal narratore) lo sono ancora di più: non dispero di trovare qualcosa anche per la fonetica…Vi farò sapere.
Ciao Chiara, io ho da poco scoperto un gioco che potrebbe aiutarla nella fonetica. Sono libri interattivi, letti con una penna speciale, e molto altro. Trovi tutto su leapfrog.
Sono un pó costosetti se importati. A me era stato regalato un es. Ho così potuto comprare su amazon altri libri, da caricare con cavetto usb sulla penna. Il resto lo fa la bimba! Credo che esista qualcosa anche della casa editrice Usborne.
la mia bimba invece dall’aeta’ di 3 anni fino ai 5,5 ha seguito il metodo h.d., che ho trovato veramente carino e di facile apprendimento per la piccola, ora in eta’ scolare, ha sette anni, sta frequentando una scuola d’inglese nella mia citta’.Lei si trova benissimo ed io ne sono felicissima. Per approffondire a casa oltre a semplicissime applicazioni per iphone, se qualcuno puo’ suggerirmi qualcosa, le ho comprato dalla giunti le favole con il cd. Le ascolta ma come tutti i bambini e’ piu’ attratta dalle applicazioni sul telefonino.
potete suggerirmi qualcosa.
grazie mille Mariangela; piccola premessa io sono di Molfetta Prov. di Bari quando ho mandato la mia piccola a 3 anni a scuola d’inglese potete immaginare …..mi prendevano in giro dicendo che stavo esagerando ed io ridevo di loro dicendo che non capivano niente perche’……avevo ragione ora sono contentissima per l apprendimento della mia piccola,
@Cindy: Grazie per il consiglio, ora me li studio.
@mariangela: se clicchi sul mio nome sotto il titolo di questo post, ti escono tutte le mie precedenti recensioni di applicazioni per iPad e iPhone.
“C’è anche tutta una parte “social” che rende possibile, inserendo il proprio indirizzo e-mail, interfacciarsi con altri utenti della app in tutto il mondo. Ma su questo non posso dire niente di più. E. ha solo otto anni, non so se è giusto che inizi a scoprire questo lato di Internet, sicuramente stimolante, anche dal punto di vista linguistico, ma anche pieno di incognite e possibili insidie. Voi cosa ne pensate?”
Ho 26 anni, passo gran parte della mia giornata davanti al computer, lavoro quasi esclusivamente grazie da Internet, ho un amico (laureato a Stanford) che lavora per Facebook, sono contro i social network di qualsiasi tipo e tutto ciò che richiede dati anagrafici, però finché ti è possibile registrarti con un indirizzo email (che non sia quello principale) e fare in modo che la parte social rimanga circoscritta all’applicazione stessa, allora direi che è gestibile.
È chiaro che se l’app ti chiede di inserire nomi, foto e altri tipi di dati sensibili, allora è meglio lasciar stare o creare un profilo totalmente farlocco (anche se pure qua ci sarebbe da discutere).
Ricorda che meno tracce di te lasci in rete e meglio è, almeno dal mio punto di vista, sia che tu abbia qualcosa da nascondere o che tu sia la persona più “pulita” del mondo. Non per fare il terrorista, ma in futuro questa materia inciderà sempre più nelle nostre vite. Meno tracce lasci e meglio è.
Se cominciamo a lasciarle noi per i nostri figli, allora non possiamo che fargli un torto.
Ma questo è un discorso molto più ampio rispetto alla semplice domanda posta.
Ciao Desdyols, le chat mi fanno un po’ paura per tutto quello che tu dici e anche perché chi mi assicura che in un innocente scambio tra bambini non si introduca qualcuno con secondi fini? Non sai mai chi c’è dall’altra parte…Sono troppo pessimista?
Non avevo capito che si trattava di una chat.
Be’, io purtroppo sono contrario… diciamo che la possibilità che avvenga ciò che entrambi temiamo è un tantino improbabile (ci vorrebbe una mente moooolto malata), ma non si sa mai.
Penso che in questo caso dovresti fungere da filtro, avviando per prima la conversazione con chi si trova dall’altra parte, ma questo toglierebbe il bello dell’esperienza per tua figlia, credo.
L’app è già molto godibile senza la parte social, per cui penso che potresti aspettare un’altra proposta interattiva che sia meno “rischiosa” (tra virgolette perché so che magari sono un po’ esagerato) e che ti consenta di controllare un po’ meglio la situazione.
Non essendomi iscritta non si cosa sia esattamente….ma per ora preferisco sspettare
Ciao Chiara,
anche le mie figlie hanno usato i libri della Oxford Reading Tree alla scuola bilingue, guardali online.
Ti consiglio inoltre di vedere questo sito, sempre dipendente dalla ORT:
http://www.oxfordowl.co.uk/Reading
Buongiorno Chiara, qualche piccola idea (parlare di consigli è dir troppo) che viene dall’esperienza dei miei giovani, gemelli di sette anni, diligenti allievi di scuola internazionale.
Per la parte di phonics, esiste – e forse già la conosci- la serie dei libretti “graduati” dell’Oxford Reading Tree, reperibilissimi via Amazon; se vuoi prima prenderne uno in mano, la libreria angloamericana di Roma, via della Vite, li tiene, anche se non tutti. Nell’ambito della serie, c’è una sottoserie che si intitola appunto “Floppy’s Phonics”, mirata su quella materia; acquistando ogni serie di sei completa, ti viene gratis anche la Teacher’s Guide.
Per la pronuncia, disponibile gratuitamente in rete c’è il dizionario Oxford Paravia, che per quasi tutte le parole offre il file della pronuncia, sia in inglese UK sia in americano: hai la corretta pronuncia, con uno speaker professionista. Useful tip: se la ascolti con uno smartphone Android (non I phone), l’apparecchio per leggere il file te lo scarica, e dopo lo puoi riutilizzare come vuoi.
Non so a che livello sia la tua giovine, ma ti posso dire che i miei due, che sono in Second Y, fanno ogni settimana esercizio di spelling su 15 parole, assegnate il lunedì e verificate il venerdì, e che -l’informazione è verificabile in rete- i bimbi UK in Reception devono saper scrivere 50 parole, che salgono a 150 alla fine del Y2, naturalmente come obiettivo minimale. Spero di esserti stato utile, o non inutile; se ti servisse qualcos’altro, segnalalo qui sul forum. In bocca al lupo!
Sulla lettura: le mie figlie usano la serie di Oxford reading tree curata da Julia Donaldson “Songbirds phonics collection” (fino a stage 6)
http://www.amazon.co.uk/gp/aw/d/B006VBR55A
Per chi segue questo blog la Donaldson non ha certo bisogno di presentazione…però va detto che i libri più amati di questa autrice si prestano poco alla lettura autonoma dei bimbi che stanno iniziando a leggere da soli in inglese perché i testi, pur in rima, non sono semplici. La serie per Ort rimedia a questo “difetto” perché i testi sono calibrati in base ai phonics da imparare per ogni stage; metteteci delle illustrazioni accattivanti e avrete i libri perfetti per invogliare ogni bambino a imparare a leggere da solo!
A
Grazie per i consigli (scusate il ritardo ma ero all’estero in vacanza).
Il metodo dello spelling di tot parole la settimana me l’ha illustrato anche una conoscente la cui figlia frequenta una prestigiosa scuola bilingue…provero’!
Quanto ai libri da voi gentilmente segnalati, il mio unico timore e’ che mia figlia li snobbi perché troppo da piccoli: per intenderci lei si sta divorando la serie completa di Horrible Histories…
Comunque a proposito di app ho trovato la serie English Phonics Dictation…se date un’occhiata mi piacerebbe avere un vostro parere.