Ciao Letizia, sono una mamma di due bimbi bilingui.
Io italiana e mio marito francese abbiamo da sempre parlato ognuno la propria lingua con i figli. E’ stata una cosa naturale per noi, da mamma non mi sento di comunicare con i miei figli in una lingua diversa dall’italiano (anche se parlo bene il francese). Inoltre é indispensabile che possano comunicare con entrambe le famiglie di origine, in italia e in francia.
La cosa si complica un po’ perché noi abitiamo in Marocco e quindi a scuola si parla francese, ma sentono tanto anche l’arabo.
I miei figli sono ancora piccoli 4 e 2 anni e mezzo. La mia domanda riguarda la primogenita, che ha la sindrome di down. Non ho mai sentito di persone down bilingui, e noi abbiamo dato per scontato dall’inizio che fosse necessario per lei essere esposta ad entrambe le lingue.
Tu che hai più esperienza di bilinguismo, ti é mai capitato qualcuno con sindrome di down che sia bilingue?
I terapisti ci danno indicazioni contrastanti. Chi dice che non c’é problema, che non le comprta una difficoltà in più, chi dice che sarebbe meglio parlarle una lingua sola.
Io per ora non ho dubbi, continuiamo col bilinguuismo, ma mi piacerebbe confrontarmi con altri nella stessa situazione e avere pareri da più persone possibile.
Ti ringrazio per avermi ascoltata.
Veronica
Ciao Veronica,
in tutta sincerità è un tema di cui non so molto, in cui sono incappata solo occasionalmente.
Ti cito più sotto qualche letteratura di cui sono venuta a conoscenza e che ho rintracciato, anche se in questo momento sono in viaggio e non ho accesso ai miei libri. Il mio parere, a caldo, è che diversi esperti dicono che il bilinguismo non è un problema per i bambini con la Sindrome di Down e se voi siete sereni e la considerate la scelta più ovvia e normale, andate avanti con totale serenità.
Detto questo, qualche riferimento si trova di sicuro (si fa per dire, vado a memoria…) in Parents’ and Teachers’ Guide to Bilingualism (immagine) e forse anche in Raising a bilingual child.
Potrebbe interessarti anche quest’articolo Can children with Down syndrome learn more than one language?, o anche questo articolo sullo stesso tema.
Anche questo articolo mi sembra interessante, ma la ricerca a cui fa riferimento sarebbe da approfondire: Children with Down syndrome can become multilingual.
Infine, ti cito anche quest’articolo, leggermente off topic, ma che forse suggerisce una domanda interessante. Forse usare la gestualità nell’accompagnare la lingua è ancora più importante con i bambini down?
Gesture Gives a Hand to Language and Learning: Perspectives from Cognitive Neuroscience, Developmental Psychology and Education
Detto tutto ciò, spero davvero che questo post sarà l’occasione per condividere esperienze con altre famiglie bilingui che hanno cresciuto o stanno crescendo bambini con la sindrome di Down.
Mi farebbe molto piacere sentire il parere di qualche ricercatore, prima tra tutti la nostra Jessica!
Ciao,
L.
antonio says
Care signore,
conosco un ragazzo down svizzero tedesco di Davos che parla benissimo il tedesco e l’italiano, uno italiano di Torino che sa bene il francese e per finire una persona sordo muta con ritardo mentale medio che sa farsi capire da tutto il mondo.
spero di essere stao utile.
Antonio
Veronica says
Grazie Letizia per la tua risposta.
mi sono letta i tuoi link che confermano le mie convinzioni. Cioé che poter parlare e capire due lingue é un qualcosa in più che diamo ai nostri bambini, e che nel caso dei difficoltà di apprendimento non comporta ulteriori problemi.
Insomma é un bel regalo che facciamo loro.
Che poi credo che nelle famiglie bilingui il fatto di parlare ai figli entrambe le lingue non sia una scelta, ma una necessità. Non é pensabile per me che i miei figli non capiscano la mia lingua madre, che non possano capire o comunicare con i nonni, che non possano passare un mese di vacanza in italia e capire cosa gli si dice.
raffaella says
Ciao Veronica,
i bimbi reagiscono agli stimoli che diamo loro, e noi genitori siamo quelli che sanno valutare meglio quando per loro è troppo (o troppo poco). Vista la vostra famiglia è una cosa importante che vostra figlia comunichi in ambedue le lingue, e sicuramente lo fa già e continuerà a farlo sempre meglio crescendo. A tempo debito deciderete se è fondamentale ad es. un’ortografia perfetta in ambedue le lingue, o se vi “basta” che legga il francese e che scriva “solo” in italiano, ma avete ancora qualche anno davanti per pensarci 😉
In Italia ci sono un sacco di Down bilingui dialetto/italiano, e nessuno si è mai scandalizzato, non vedo perché debba essere la lingua a dover far la differenza.
In Italia abbiamo la fortuna di avere da decenni scuole inclusive, e se ci si attiva nel modo giusto, i nostri bimbi imparano molto di più rispetto a loro compagni all’estero, semplicemente perché si crede che loro possano imparare 🙂
PS Specialisti che ne sappiano anche di bilinguismo purtroppo sono mosche rare, la maggior parte non ha nessuna formazione in questo campo. Affidatevi al vostro buon senso e ai rimandi che vi arrivano ogni giorno, secondo me saranno ampiamente rassicuranti rispetto alla scelta del bilinguismo.
un abbraccio,
raff
raffa says
non c’entra nulla sul bilinguismo, ma sul fatto di credere nei propri figli
http://www.corriere.it/esteri/13_luglio_29/spagna-assessore-comune-sindrome-down_ddeaec9e-f86f-11e2-a59e-96a502746665.shtml
lucia says
Ciao Veronica,
ho lavorato per diversi anni in centri diurni dell’udinese frequentati anche da ragazzi down.
Come il contesto in cui vivono, che è bilingue italiano-friulano, anche loro sono bilingue.
Certo, sono agevolati dal fatto che li la quotidianità è bilingue, la lingua minoritaria è ben presente e molti la parlano quindi è naturale che chiunque cresca e viva li la apprenda.
La vostra realtà famigliare è bilingue, è naturale che siano bilingue anche i vostri bimbi.
Lucia
gianna says
Secondo me é un gran bene incentivare il bilinguismo nei bambini Down. Le persone con questa sindrome sono purtroppo ad alto rischio per lo sviluppo di Alzheimer e demenza in etá adulta. Dal momento che il bilinguismo in genere sembra diminuire il rischio di Alzheimer, credo proprio che valga la pena provarci visto che puó anche aiutare a rallentare il peggioramento delle attivitá cognitive.