Vorrei raccontarvi l’esperienza di una mia amica, la cui madre si trovava proprio ad avere capito l’importanza che la figlia imparasse l’inglese, ma che non lo sapeva a sua volta.
La mia amica è giapponese, fra noi parliamo in inglese. Al contrario di quanto molta gente pensa, in Giappone la buona conoscenza dell’inglese è rarissima… azzarderei che è più difficile trovare qualcuno che parli bene l’inglese in Giappone che in Italia (con la differenza che lì tutti si fanno in quattro per essere gentili con gli stranieri, quindi un modo per comunicare lo si trova).
Così un giorno le ho chiesto come mail lei parlasse così bene inglese, è lei mi ha risposto questo: sua mamma, quando lei era bambina, volendo che la figlia si sentisse stimolata ad imparare l’inglese, ma senza conoscerlo lei di persona, accendeva tutti i giorni la radio su una stazione che trasmetteva in inglese e si metteva ad ascoltarla con grande intensità, per stimolare la curiosità della bambina.
Sicuramente la mia amica non ha imparato l’inglese dalla radio, ma è stata una spinta a rendersi conto che c’erano altre lingue oltre alla sua e ad abituarsi al suono dell’inglese… e ad incuriosirsi, cosa che la ha portata a VOLERE imparare l’inglese, ed essere motivati, nella vita, è una delle cose che ti porta più lontano.
Questo per dire che a volte anche le piccole cose possono avere un grande peso: non sempre si può arrivare al bilinguismo perfetto e precoce, ma non bisognerebbe rinunciare a stimolare la curiosità dei propri figli ed a farli familiarizzare con una lingua solo perché non la si conosce!
Ciao,
Ephel
Grazie Ephel, davvero una bella testimonianza! Abbiamo già parlato dell’utilità delle webradio, la cosa bella è che oggi si possono usare per far entrare in casa tutte le lingue, non solo l’Inglese, perchè si possono ascoltare le radio di tutto il mondo…
L.
Annj says
Ciao…
grazie al tuo sito quando ero in attesa del mio terzo figlio ho scoperto la possibilità e la capacità di apprendere un’altra lingua senza che la mamma, cioè io, sia madrelingua.
Conosco l’inglese abbastanza bene, sia per studio che per passione e dal momento in cui è nato mi sono rivolta a lui in inglese. Grande fatica e concentrazione, non lo nascondo, anche perchè l’intero contesto attorno a lui è ‘italiano’.
N. ha 2 anni e mezzo e comprende l’inglese come mai avrei immaginato anche grazie al tuo libro ‘in che lingua giochiamo’ (che consiglio vivamente a tutti!) che mi è stato utilissimo per gli approcci sempre nuovi e stimolati nella relazione mamma-figlio-linguaggio; ma la cosa che più mi ha sorpresa è la capacità di discernimento delle lingue, N. sa perfettamente che sono 2 lingue differenti, si esprime chiaramente in italiano ma alcune volte quando non riesco a capirlo, mi guarda e la stessa parola la dice in inglese: in effetti è come avere 2 chances!
Abbiamo avuto la fortuna, nonostante la città in cui abitiamo offra poco o niente, di trovare una scuola materna con la sezione bilingue, la contemporaneità di 2 maestre (una italiana e una inglese madrelingua) che svolgono il programma ministeriale sia in lingua inglese che in italiano.
Mi chiedevo se da settembre e cioè quando mio figlio inizierà a frequentare la scuola materna e avrà la possibilità di trascorrere ogni giorno 5 ore con un’insegnante inglese a tutti gli effetti, potrò rilassarmi un attimino e permettermi di rivolgermi a lui qualche volta anche in italiano.
Grazie ancora per il regalo che avete fatto a mio figlio. Un piccolo dono (un’espressione che hai usato tu una volta e che condivido in pieno) libero da reciproche pretese…
Grazie ancora.
Annj
Paola says
Ciao, sono Paola.
Sono capitata su questo blog un po’ per caso e lo trovo davvero interessante. Io sono italiana ma vivo in Francia e ho una bimba di 15 mesi, Ilaria, nata qui e che va regolarmente al nido.
Per quanto riguarda il bilinguismo non mi sono mai posta veramente il “problema”, perché ho pensato che naturalmente Ilaria avrebbe appreso il francese a scuola e l’italiano a casa: io e mio marito siamo italiani e a casa parliamo regolarmente in italiano, spesso guardiamo anche programmi tv in italiano.
Ilaria ha iniziato da pochi mesi a “parlare” (per lo più sillabe ripetute o vocali articolate), ma vedo che interagisce con noi e capisce molto bene sia le nostre parole che quelle delle assistenti al nido.
La questione della lingua però si è posta nel momento in cui abbiamo pensato di insegnarle l’inglese. Esistono qui scuole per piccoli biligue (per bimbi a partire dai 18 mesi) con insegnanti madrelingua, che propongono l’apprendimento attraverso giochi e attività pedagogiche, ma non so come potrebbe reagire Ilaria a un terzo input linguistico e non vorrei crearle problemi.
Sento dire da più parti che i bambini di quest’età siano capaci di apprendere bene le lingue, ma come posso fare per renderle questo apprendimento il più naturale e piacevole possibile e soprattutto esiste un’età consigliata per l’inserimento di una terza lingua? Grazie per l’aiuto.
Paola
Lucia says
ciao, a proposito di insegnare anche altre lingue, ho notato che da un po’ mia figlia M. di 3 anni e mezzo mi chiede di guardare i cartoni animati di hocus&lotus in “deutsch”… a voi è mai capitato? noi non siamo madrelingua, a casa io e M. parliamo sempre in inglese, un po’ anche con papà, lei interagisce benissimo, anche se ovviamente l’italiano è più sviluppato (scuola dell’infanzia in italiano, zero conoscenze con cui esercitare l’inglese). abbiamo scelto l’inglese per permettere anche al papà di interagire, ma io so anche il tedesco e a volte le ho detto “la mamma se vuoi ti insegna anche un po’ di deutsch”. in realtà, a parte 1 cd di canzoni e un paio di libretti, non ho mai provato ad aggiungere una terza lingua perchè mi sembra di fare confusione. fatto sta che adesso, con mia sorpresa, è lei stessa che mi chiede i cartoni in deutsch. forse perchè avendoli già sentiti mille volte in inglese e sapendo esattamente di cosa parlano, vuole mettersi alla prova con un’altra lingua? che sia nata una curiosità in lei a imparare altre lingue? qualcuno ha esperienze simili? grazie a tutti e 1000grazie a letizia per quello che fai, sei una grande…