L’idea del camp estivo a Londra mi è frullata in testa in una delle nostre precedenti escursioni in quella città. Nel corso delle vacanze della settimana bianca, che come sapete ci sono anche lì, e si chiamano vacanze di half term: mi è capitata in mano la pubblicità di un noto grande magazzino, che organizzava appunto i giochi di half term, ovvero tutto un pomeriggio di varie attività, completamente gratuite, dedicate ai piccolini della Nursery e della Primary.
Suggerisco a Mum, un poco per scherzo e un poco no, di portare anche i nostri giovani, che al momento avevano quasi sette anni, e frequentavano la Second Primary (ndr. in una scuola internazionale in Italia). Mum mi prende sul serio, andiamo sul posto e il nostro giovanotto, fra le tante proposte, sceglie il gruppo coordinato da una simpatica signora, con un abito vagamente medievale, che ha un poco il modo di fare della maestra, suona la chitarra e propone canzoni, indovinelli e simili. Io lo lascio lì, e seguo invece sua sorella gemella, che si dedica al face painting.
Dopo un poco, l’artista che ho descritto termina lo spettacolo, raccoglie le sue cose e, prima di andare via mi vede e mi fa segno di aspettarla. Attimo di panico: cosa avrà combinato il mio figliolo? Nulla di male, anzi la maestra/cantastorie me lo elogia molto, come ragazzino sveglio e preparato, e ci invita a continuare a seguirlo altrettanto bene quanto secondo lei abbiamo fatto finora.
Io divento color pomodoro, ringrazio, e subito dopo realizzo: la maestra cantastorie me lo ha scambiato per un bimbo locale. C’è persino il caso che la scuola internazionale sia servita a qualcosa: in mente nasce la curiosità di verificare…
Scarto la tradizionale vacanza studio, in cui intanto si deve dormire fuori casa, e poi, notoriamente, si sta tutti in gruppo fra italiani e si parla rigorosamente solo italiano, e mi penso qualcosa d’altro, quello che gli ingegneri chiamano crash test.
Invece di fare il camp estivo presso la nostra scuola, o comunque presso strutture della nostra città, non si potrebbe farlo a Londra coi pupi londinesi? Insomma, una sorta di Baby Erasmus. Tramite Letizia di Bilingue per gioco, conosco l’ottima Elisabetta, col suo aiuto individuo le organizzazioni di cui avete visto gli indirizzi web, le contatto, e da tutte ricevo risposte possibiliste, nel senso che non ci sono problemi ad ammettere bambini di un altro Paese UE, purché, ovviamente, sappiano l’inglese, nel senso che nelle varie strutture nessuno del personale parla italiano. In altre parole, o si sta a galla o si affoga
La risposta che mi soddisfa di più è quella della Supercamps, un’organizzazione privata e aconfessionale, che a quanto ho capito è assai popolare e organizza campi con varie attività in tutto il Regno Unito, presso varie scuole che funzionano, per così dire, da contenitori, nel senso che ospitano il camp, ma non sono direttamente coinvolte nella relativa gestione. Intanto, la risposta, in tono molto gentile, suggerisce che si può fare anche un solo giorno di prova e se del caso proseguire, poi in catalogo c’è una struttura che ci piace: un Multiactivity camp, che nei contenuti, per capirici, è una specie di Punto verde o di Grest, e si tiene in centro a Londra a Kensington, presso una scuola preparatoria vicinissima a Hyde Park, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.
Aggiungo però che accanto alla Multiactivity ci sono molte altre formule, centrate sullo sport piuttosto che sull’avventura, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Prenoto on line, e ho subito una serie di belle sorprese: il sito è chiaro e comprensibile, vengono chieste tutta una serie di informazioni di tipo sanitario che mi ispirano massima serietà, e i prezzi sono del tutto ragionevoli, appunto a livello Grest o Punto verde, come ciascuno potrà verificare di persona. E’ possibile aggiungere all’orario base il prolungamento in entrata e in uscita, quindi 8-18, nonché la garanzia rinunce, come nei pacchetti turistici. Nel sito non è spiegata chiaramente soltanto una cosa: vi deve arrivare una mail di conferma, e verificate che arrivi, il perché lo capirete fra poco.
Fin qui, lavoro di scrivania, nel quale eccello. Il grosso della fatica, che ha trasformato una “pazza idea” in un’esperienza reale, lo ha fatto però Mum: io ero impegnato al lavoro, lei ha preso per mano i due giovani e li ha portati sul posto, appunto il 15 luglio: non fatico a dire che il merito è tutto suo!
Il primo giorno è un successo pieno: i due si ambientano all’istante, Mum riceve anche i complimenti del maestro capo campo, l’ottimo Mr John, e li conferma per il resto della settimana.
Qui nasce un piccolo disguido, perché in realtà il posto c’è solo per il giorno successivo, e addirittura pare che la prenotazione originaria si sia persa. Vi risparmio i dettagli, ma in definitiva tutto dipendeva dal fatto che, per qualche strana ragione, la mail di conferma non era arrivata.
Al di là dei problemi burocratici -risolti con qualche incomprensione iniziale, ma quel che più conta con gentilezza da parte dell’organizzazione- la struttura è ottima, e i due giovani sono disperati al pensiero di non poter stare per l’intera settimana con i loro nuovi amici londinesi.
E qui Mum è semplicemente meravigliosa: consulta la sua agenda, e decide che può restare un’altra settimana, scopre un appartamento in residence libero a prezzo accettabile e mi telefona, invitandomi in quanto già pratico del sito web a vedere se si possa prenotare il camp per la settimana successiva. Grazie al fuso orario, batto i londinesi sul tempo, e collegandomi online alle sei di mattina mi aggiudico i due ultimi posti al camp che loro già conoscono, stavolta stando bene attento alla mail di conferma.
Il risultato è una settimana di piena soddisfazione dei due giovani. Li ho potuti raggiungere sul posto, e vi assicuro che è tutto vero: si alzano impazienti di andare, tornano felici con le faccine impiastricciate di trucco, che tengono rigorosamente anche a cena, e nell’unica giornata di vero caldo, vengono addirittura portati a fare il bagno ad Hyde Park, in una specie di fontana. Problemi linguistici, o più genericamente di adattamento, semplicemente nessuno.
Decisamente, il test è riuscito: la scuola internazionale a qualcosa serve, e forse stiamo persino costruendo qualcosa di simile a dei futuri cittadini di Europa…. E’ stato come poter essere sicuri di saper nuotare perché ti hanno buttato in mare al largo di Pellestrina e sei tornato a riva nuotando.
Mah! Per così avanti nel futuro non faccio previsioni, ma per l’anno prossimo, ho raccolto sul posto un bel po’ di materiali su ulteriori attività per pupi locali e se tutto va bene ne vedremo delle belle. O ancora Supercamps, o vedremo. C’è ad esempio una ONLUS di Chelsea che organizza la settimana teatro, in cui si improvvisa una commedia e il venerdì sera alla fine la si recita al pubblico…
Francesco
Francesco,
Che dire? Fa venire voglia anche a me di fare la valigie!
Complimenti a tutto tondo, e soprattutto per ciò che non riguarda l’Inglese. Se infatti questa signora ha sentito il bisogno di complimentarsi, prendendovi per locali, non lo ha fatto certo per la lingua, ma perchè ha notato un ragazzino sveglio tirato su bene. E non bastano le scuole a tirar su bene i ragazzini. Anzi, direi che più le scuole sono costose più bisogna impegnarsi per tirarli su bene…
Ora non ci rimane che chiederti di condividere la bag of tricks che hai messo da parte… Link, contatti, etc.
Tenete presente che gli Holiday camps si possono fare anche d’inverno, durante le vacanze di Natale o (per chi ancora non va alla scuola elementare) durante le mid term holidays Inglesi.
Ciao!
Letizia
Immagine: how to survive summer camp, amazon IT e amazon UK, anche audiolibro della BBC
Stefania says
Bellissima esperienza!
Ho una storia simile. Qualche anno fa, quando i miei figli frequentavano rispettivamente quarta elementare e seconda media, li ho iscritti a un day camp estivo a Londra. La differenza principale è che i miei figli frequentavano la scuola statale italiana, quindi il loro livello d’inglese era sicuramente molto inferiore a quello dei figli di Francesco. Eppure, nonostante qualche problema di adattamento il primo giorno per il più piccolo (e mi sono sentita veramente MOLTO in colpa per averlo lanciato in mare aperto senza salvagente!), si sono divertiti e ambientati molto bene. Hanno imparato a cavarsela con i mezzi a loro disposizione e in un ambiente assolutamente non edulcorato per gli stranieri. E hanno avuto bellissime storie da raccontare agli amici al ritorno!
Il day camp si chiama Camp Beaumont, sono un’organizzazione enorme, che offre anche campi residenziali per i più grandini in tanti posti in Inghilterra. Il nostro si teneva presso il King’s College a Wimbledon (chi prenota per l’estate faccia attenzione che non siano le settimane del torneo di tennis, perché i prezzi delle case vanno alle stelle. Io avevo prenotato un piccolo cottage e andavamo al camp a piedi).
Alla sera i due baldi giovani si godevano la mamma e la casetta, e potevano rilassarsi parlando la loro lingua.
Antonia says
Buongiorno Stefania,
Sto considerando la stessa cosa per i miei due bambini e sono molto orientata verso Camp Beaumont. Mi potresti però dare delle dritte per il cottage in questione per favore? Te ne sarei veramente grata. I tuoi bambini come si sono trovati? È proprio come da brochure?
raffaela P. says
Stefania, sono interessata ad un camp per Mia figlia, ma temo Che il suo livello di inglese sia a corsa troppo basso. I tuoi frequentano la Scuola italiana, ma Che livello avevano di inglese? Grazie.
Mamma agitata.
Marcella says
Che bello! Ma qualcuno di Bpg saprebbe consigliarmi come far fare alla mia piccola un’esperienza simile in lingua tedesca in Germania, per esempio a Monaco o a Berlino?
Monica says
Post molto interessante, grazie per l’indirizzo.
Io dovrei andare in Inghilterra in primavera e pensavo di approfitare per portare la mia bimba da qualche parte, ero già elettrizzata leggendo, ma poi sul sito si parla di bimbi dai 4…
Lei ne avrà 3 allora, conoscete altri posti simili per più piccini zona South?
Grazie mille.
Alice says
Bravo Francesco per esserti districato così bene nella nostra realtà londinese. Volevo ricordare che questo “trucco” vale anche per noi mamme italiane all’estero. Mia figlia passa tutte le estati 2-3 settimane in Italia con la nonna e la iscrivo per almeno una settimana al campo estivo locale. Niente di meglio di una full immersion con i bambini italiani per praticare la lingua! Lo raccomando vivamente a tutte quelle che hanno l’italiano come lingua minoritaria!
Mi ha fatto sorridere però il paragone delle’half term con le settimane bianche italiane. Ai miei tempi in settimana bianca andavi durante il periodo scolastico “pigiando” la scuola….è cambiato il sistema? Qui gli half term sono settimane di vacanza nazionali. E se vai in vacanza durante la scuola ti fanno la multa! 🙂
Francesco S. says
Chiarisco l’equivoco: le vacanze della settimana bianca in Italia sono effettivamente vacanze ufficiali, che si chiamano così proprio perchè sono state create per evitare le assenze dei pupi portati in montagna dai genitori. Solo che fatta la legge, trovato l’inganno. Le settimane bianche in periodo scolastico si facevano per approfittare delle tariffe più basse della bassa stagione dopo Natale. Attualmente però gli albergatori dopo Natale ribassano le tariffe per tutto il periodo… meno quello delle vacanze scolastiche. La soluzione? Viene da quelle menti superiori che sono gli australiani: vacanze a scacchiera, differenziate per regione (lì, per stato). Per esempio, se sei nel Queensland, vai in vacanza nel New south wales, in cui le scuole sono aperte e le tariffe sono normali, e viceversa. Peccato che tutti i nostri Soloni del federalismo non ci abbiano pensato: lo scenario sarebbe, piemontesi in vacanza a sciare a Cortina, e la settimana dopo parti invertite, veneti in vacanza a Courmayeur… Scusate la nota di colore!
Raffaela says
Aggiungio info su settimana bianca….forse ogni regione è diversa. Infatti qui in Liguria la settimana scelta dipende da scuola a scuola. Alcune scuole,come ad esempio l’elementare pubblica di mia figlia, non la fa.
Bilingue Per Gioco says
Sinceramente a me risultava che il motivo per l’istituzione delle vacanze per la settimana bianca fosse un po’ meno nobile… Lo scopo non sarebbe stato limitare le assenze dei bambini, ma promuovere il turismo e aumentare le settimane bianche.
Comunque, poichè non posso citare la fonte, rimaniamo pure col beneficio del dubbio…
Ciao!
L.
Diana says
Wow era proprio il post che stavo aspettando !
Sono mamma di un bambino trilingue italiano-spagnolo- inglese di 7 anni. l’italiano e lo spagnolo sono le sue lingue madri. L’inglese invece l’impara a scuola.
E da anni che vi seguo ma non avevo mai scritto finora…beh c’è sempre una prima volta.
Il post di Elissabetta l’avevo letto tempo fa ma volevo ulteriori conferme di chi aveva fatto questa esperienza ed ecco che arriva Francesco :0) che con il suo racconto ha nuovamente svegliato in me la voglia di questo campo estivo a Londra. Anche perché quello che io vorrei tanto fare è, poter far frequentare a lui un summercamp avventuroso all’estero e in contemporaneo fare pure io un corso di inglese ;0)
Io sono madrelingua spagnola e parlicchio l’inglese ma vorrei migliorare…in tanto mi faccio aiutare nella pronuncia di mio figlio.
Se qualcuno ha fatto questa doppia esperienza e vuole condividerla sarebbe cosa gradita. E come ha detto Letizia spero nella condivisione dei link, indirizzi e altri… Anche quelli degli appartamenti e residence.
Grazie e un caro saluto a tutti,
Diana
Paola says
Cavoli sono saltata sulla sedia! Ma è proprio quello che sognavo di trovare per i miei bimbi!!!!!! Non ci posso credere, grazie Francesco mi hai letto nel pensiero!
Non vedo l’ora di provare questa bellissima esperienza.
Anche i miei bimbi sono piccoli, mi associo alla richiesta di info per qualcosa di simile per bimbi più piccoli magari zona sud di Londra dove abitano i miei nipotini……
Arianna says
Paola e Monica guardate Fit4Sport http://www.fitforsport.co.uk (se ne è parlato anche qui http://bilinguepergioco.com/2010/09/07/summer-camp-a-londra/), hanno varie sedi a Londra e una se non sbaglio è presso l’Imperial College…
Grazie a Francesco per la recensione, chissà che questa estate non si riesca a organizzare anche un camp per le mie piccole bilingue di anni 5 e 7 e mezzo (una curiosità: i tuoi figli erano al camp full time ogni giorno?)
Saluti,
A
Francesco S. says
Non ci crederai, ma hanno fatto 8.45-17 circa dal lunedì al venerdì, e lo stesso nei due giorni di prova precedenti. Duri e puri! 🙂
Cristina says
Anche noi abbiamo fatto un’esperienza simile! Lo scorso aprile aveva 5 anni e l’ho iscritto con Fitforsport all’Imperial college, perché volevo alloggiare a Kensington ed essere comoda e vicina al centro. Ha frequentato un Easter camp per una settimana, in ambiente internazionale, ,ma non si è mai accorto che ci fossero altri bimbi italiani semplicemente perché si parlava solo inglese! Siccome l’esperienza e’ stata fantastica (dopo i primi dieci minuti di tristezza non voleva letteralmente più tornare a casa) abbiamo ripetuto con due settimane a luglio. Avevo prenotato un soccer summer camp da The little Foxes , ma sei giorni prima di partire si è fatto male al viso, gli hanno dovuto dare 25 punti e così i medici ci hanno sconsigliato di fare attività fisica (la scuola di calcio mi ha rimborsata senza battere ciglio). In panico per il poco tempo rimasto ho trovato una soluzione molto più tranquilla che si è rivelata poi un’ottima scelta, l’asilo di Maggie and Rose. È un club per mamme e bimbi (ce ne sono due, uno a Kensington e uno a Chiswick, noi eravamo in quest’ultimo), li accolgono dall’età neonatale ai 10 anni (per il summecamp). L’ambiente e’ meraviglioso, sicuro, tranquillo, molto ben organizzato, hanno fatto una Science week e una se non ricordo male incentrata sulla botanica. Le maestre dolcissime e mi hanno fatto i complimenti perché il bimbo capiva tutto e si era perfettamente integrato.
Se devo proprio esprimere una preferenza devo dire che tornerei da Maggie and Rose. È più piccolo, ma proprio per questo ci sono meno bambini e si parla di più, si fanno i lavoretti, si sta con i bambini inglesi e soprattutto quel poco che mi rimane della mia ansia da buona mamma italiana e’ completamente annullato dalla sensazione di sicurezza che ho avuto. Consiglio!
Raffaela says
Mi si è aperto un mondo….grazie Francesco! È da un po’ che ci penso ma mi sembrava una utopia anke xkè mia figlia non è bilingue anche se negli ultimi mesi ha fatto passi da gigante. Ma la recensione di Francesco e le testimonianze di voi mi hanno fatto pensare “mah chissà se si potesse provare…”. Ovviamente non vorrei farla diventare una esperienza traumatica….ma un tesoro, un asset per mia figlia. Che livello si dovrebbe avere? Secondo voi una non bilingue (e un po’ timida) potrebbe provarci? O sto correndo e fantasticando troppo?
Ringrazio anche Cristina per il Maggie and Rose. Mi sembra forse x noi più raccolto e quindi forse abbiamo più chance. Mia figlia ha già 10 anni e dunque anche il livello di inglese richiesto dovrebbe essere maggiore, magari la potrei far metter con bambini di qualche anno più piccoli? Ho bisogno di incoraggiamento…..
Francesco S. says
Ciao Raffaela, forse dico una cosa ovvia, ma puoi fare una prova a costo (soprattutto, costo emotivo, perchè se uno ci rimane scontento la prima volta poi è tutto più difficile) zero: con una ricerchina in rete, o sul posto, se ci vai per altri motivi, una giornata di playgroup gratuiti al centro commerciale, o in libreria, la trovi senza dubbio: le fanno persino a Mestre. Come abbiamo fatto noi, vai, lancia la tua bella giovane, magari con una amichetta al seguito, e vedi un poco cosa succede. Io sarei ottimista: i giovani riservano sempre belle sorprese.
Elisabetta C. says
Grazie Francesco per avermi definito “l’ottima Elisabetta” ! 🙂
Comunque i tuoi figli con la scuola internazionale non hanno certo bisogno di summer camp generici (la lingua certo non è un problema e, avendoli conosciuti, posso dire che sono anche piuttosto svegli!).
In futuro la conoscenza della lingua inglese potrà spalancare loro le porte di ben altro: qualsiasi corso, dalle performing arts al javascript per ragazzini.
Consiglio una ricerca su google con il termine “enrichment camp” per vedere quale ricchezza di opportunità si apre…. ovviamente il nord america fa la parte del leone…non dimentichiamo che i summer camp sono americani, gli inglesi avevano ed hanno altre tradizioni, segnatamente le boarding school, e i rampolli britannici, nella tradizione, in vacanza tornavano a casa. Certo, però l’Inghilterra è dietro l’angolo.
Elisabetta C.
http://www.educazioneglobale.com
LucaMarina says
Carissimi,
siamo capitati oggi per caso su questo sito, leggendo il post di Francesco… avendo fatto la stessa cosa la scorsa estate con nostro figlio di 3 anni.
Come Stefania siamo stati in un Day Camp di Camp Beaumont a Londra, prenotando tutto dall’Italia. Nessuno di noi è madrelingua e non ci potevamo permettere una nanny madrelingua: quindi il “ragazzo” ha assorbito l’inglese post-intermediate di due italiani mai vissuti all’estero.
Considerate che aveva compiuto tre anni ed un mese prima del camp e non a aveva mai frequentato il nido, ma solo i nonni.
Perciò è stato un doppio “swim or sink”: di fatto il è stato il suo primo giorno di Asilo (che ha poi iniziato a settembre) senza “inserimento” ed in inglese.
Malgrado questo al Day Camp non ha avuto alcun problema.
…e noi che pensavamo di essere gli unici folli! 🙂 Questo sito a quanto pare è una intera gabbia di matti! 🙂
Francesco S. says
“Se non son matti/non li vogliamo…” 🙂
Sto cominciando adesso a organizzare per l’estate prossima, i biglietti d’aereo ci sono già, e non posso negare che l’idea degli enrichment camp (copyright Elisabetta C., come sopra) mi attira. Tutti i suggerimenti su ipotesi di questo e di altri tipi sono i benvenuti, e chissà che non ci si trovi sul posto. Stay tuned!
LucaMarina says
Uhm.. Aereo? Noi si è andati in auto. Siamo in 4 e per 4 biglietti A/R per Londra ci veniva più di 500 Euro, da e per aeroporti escluso. In auto siamo andati e tornati con meno di 300. Inoltre avere l’auto ci ha permesso di soggiornare fuori Londra e pendolare, abbattendo notevolmente i costi per il soggiorno. Con l’auto il W/E centrale siamo potuti andare al Peppa Pig World e sulla Leighton Buzzard con Bob The Builder. Eppoi volete mettere la goduria di guidare contromano per due settimane? 🙂
Certo il camp era necessariamente nella periferia di Londra: niente bagno ad Hyde Park. Però il Pic-nic a Regent’s Park siamo riusciti a farlo lo stesso. 🙂
Inoltre i 4 giorni di viaggio a ritmo blando (W/E iniziale e finale) sono stati un’occasione per dare una rispolverata anche al Tedesco (Svizzera, Lussemburgo) e al Francese (Francia, Belgio): giusto per ricordare al pargolo che non c’è mica solo l’Inglese! 🙂
Supercamps è più economico di Camp Beaumont (pron: bimon. Anche se è chiaramente Bel Monte in francese…) ma per noi era fuori target: partono da 4 anni. Camp Beaumont da 3.
Un sito sul quale abbiamo passato diverse notti prima di decidere la scuola è quello dell’Ofsted.
http://www.ofsted.gov.uk/inspection-reports/find-inspection-report
Cercate “Super Camps” o “Camp Beaumont” o “Fit for sport” e buona lettura! 🙂
Tra l’altro è un buon esercizio di “cultura”: Audit è una parola latina, ma si pronuncia all’inglese… 🙂
Beh, ovviamente anche noi si sta già organizzando per il prossimo anno. Ma niente biglietti aerei.. 🙂
Andrea D. says
L’estate si avvicina e mi sa che e’ ora di organizzarsi per il campo estivo… Grazie di cuore per tutti i consigli che date nel vostro intervento e anche agli altri partecipanti.
Qualche dritta anche per l’alloggio a Londra e dintorni senza spennarsi?!
Salam dal Medio Oriente…
A.
Bilingue Per Gioco says
Siamo fuori come un davanzale!
Anzi già che ci siamo, e siamo così tanti, organizziamo una bella festa in terrazza…
L.
Francesco S. says
Dici davvero? lo lancio come progetto a lunga scadenza, magari per la prossima primavera: una big convention di Bilinguepergioco, con pins, cappellini, gadget., T-shirt… Per la sede (lievemente interessato) Brescia, la città più multilingue d’Italia. Io mi offro per collaborare, anche per le pulizie se ce ne fosse bisogno. Titolo: Babel Fair 2014!
Bilingue Per Gioco says
Guarda, è un’idea che mi frulla da un po’, ogni tanto ritorna… Forse con l’aiuto delle nostre teachers e un team di volontari ce la potremmo fare!
Letizia
Elisabetta C. says
Nel mio limitato tempo (e nella mia veste di guest blogger ed entusiasta di BPG della prima ora) tra i volontari contami pure!
Elisabetta C. 🙂
Francesco S. says
Ecco un altro volontario! Suggerimento per Letizia: perchè non apri un post apposito, tipo sito del piano urbanistico: tu stili un programma di massima e, da buon ingegnere, una sorta di computo metrico, ovvero il dettaglio delle risorse necessarie per ogni fase, ad esempio “alberghi convenzionati”, “catering” eccetera; ogni interessato mette suggerimenti e disponibilità, poi tu tiri le somme, vedi anche quanto verrebbe di quota di partecipazione e se ti pare fattibile indici l’iniziativa. Io a suo tempo ho un poco seguito l’organizzazione dei congressi italiani degli appassionati di fantascienza, e il lavoro, pur non trascurabile, non era impossibile per una segreteria di quattro o cinque organizzatori (tutti volontari e con minimi mezzi). Sempre un poco interessato: a Brescia conosco i luoghi e le persone, e un po’ di informazioni le posso procurare. Fatemi sapere.
stefania says
Mi pare un’idea fantastica! Scrivo poco ma sono un’assidua lettrice/fruitrice del blog, che considero un punto di riferimento… e Letizia è la mia guru! Io mi prenoto sin da ora!!
amy says
Ragazzi siiiiii, che bella idea incontrarsi!!!
Mi piacerebbe molto, soprattutto per dare un volto a tutti i nomi che leggo sul blog!
Leggendo i post e i commenti capisco che siamo persone diversissime, per età, provenienza, esperienze, estrazione e professione, modo di pensare ed educare i figli, eppure poi abbiamo tutti una grande passione in comune! La curiosità è tanta!!!
Mi offro anch’io come volontaria, ma a distanza…se può servire! 😉
Gaia says
Questi camp a Londra esistono da sempre e da sempre è possibile inserire bambini stranieri, Mi ricordo già 20 anni fa figli di amici che lo facevano…E’ un ottimo modo per imparare la lingua, sul campo, senza entrare in contatto con altri italiani.
Anch’io, un paio di estate fa ho iscritto i miei 3 figli in camps estivi, ma invece che a Londra, in un piccolo paese nella campagna irlandese.
Mio figlio ha fatto una settimana di hurling camp (sport tradizionale gaelico), mentre le bambine sono state al crash che durante l’estate organizzava settimane a tema.
Devo dire però che una settimana è davvero poca se il livello dell’inglese è solo scolastico! (se si proviene da una scuola italiana). Mio figlio giocava, IN SILENZIO!
Comunque sia sono esperienze utili e se ripetute nel tempo portano i loro frutti, non solo linguistici! ! !
grazie a tutti
Raffaela says
Io, da bambina, il mio primo summer camp negli States l’ho fatto nel lontano 1977……!!!
milanese says
meno full immersion, meno estremi, ma validi, sono i city camp e i summer camp ACLE, in cui hai sconto e ovvi vantaggi se ospiti il tutor a casa
Francesco S. says
Gent.mo Milanese, mi ha incuriosito; potrebbe dirci qualcosa in più su questa tipologia di camp, soprattutto se ne ha una esperienza personale o familiare?
milanese says
Francesco, ti prego diamoci del tu!
Conosco sì perchè la scuola che frequenterà mia figlia da settembre prossimo ospita da anni il city camp a giugno. Così lei intanto conoscerà gli spazi e alcuni futuri compagni, intanto essenso esposta ad un po’ di inglese, che già conosce.
L’idea di ospitare il tutor non è solo per il risparmio economico, ma anche per la full immersion e la voglia di confrontarci con realtà diverse.
Tu Franscesco che esperienza di ACLE hai?
Francesco S. says
Temo zero. Non so neanche cosa sia l’ACLE… :- 0
Dimmi, e dicci, qualcosa tu, anche con riguardo alla scuola che frequenterà la tua figliola. Si trova a Milano? e di che si tratta? sono curioso…
milanese says
mi sa che mi sono spiegata male
ACLE è un’associazione che organizza city camp e summer camp (con pernottamento) in Italia ma tenuti in lingua da tutor madrelingua. non è un’esclusiva di un certa scuola o città
googolando si trova tutto!
Raffaela says
idem!!
Francesco S. says
Cara Milanese, grazie intanto dell’indicazione, sono subito andato a cercare il sito. Non conoscevo quell’organizzazione, che non mi sembra attiva nella mia città, ma ti dico che i summer camp, aperti anche agli esterni, li organizza anche la nostra scuola, con gli insegnanti dei corsi dell’anno scolastico, e i miei giovani, in aggiunta a tutto il resto, li frequentano sempre. Con rispetto parlando, però, parlare,come il sito fa, di full immersion per un’attività svolta in Italia e con bambini italiani non particolarmente preparati sulla lingua inglese, se pure con insegnanti madrelingua,mi pare un po’ wishful thinking: se hai un’esperienza in proposito, cosa puoi dirci? A proposito, non ci hai ancora detto quale scuola frequenta la tua giovane, non necessariamente l’istituto, ma almeno il tipo.
milanese says
eh sì, certo che il fatto che i bambini siano italiani certo non aiuta la pratica della lingua. ma meglio di niente…
L’interesse per la scuola di mia figlia non so se mi perplime o mi fa sorridere… che c’enterà mai? i locali della scuola ospitano ACLE, non sono ad esso collegati
Francesco S. says
Domando scusa! fuorviato dal contesto, pensavo in buona fede si trattasse di una scuola in qualche modo coinvolta in progetti di bilinguismo e quindi attinente alle tematiche del sito. Nessuna curiosità personale, ci mancherebbe!
Francesco S. says
Buon Giorno, intanto Buone Feste a tutti. Non faccio nomi, perchè non mi par bello fare pubblicità, ma segnalo che le principali organizzazioni di camp del Regno Unito hanno già aperto le prenotazioni per l’estate 2014: sono iscritto alle varie mailing list, e ho ricevuto lo “strillo” relativo nientedimeno che il giorno di Santo Stefano. Così, se volete, potete già procedere.
Raffaela says
Complice le ferie del periodo natalizio, Ho cominciato a girare per il web alla ricerca di qualcosa da far fare a mia figlia questa estate. Per chi non sa la mia storia io ho cominciato a parlare un po’ di inglese a mia figlia di 10 anni solo da alcuni mesi. Anche se non passo un giorno senza chiedermi “ma perchè hai aspettato tanto?”, cerco di vedere il lato positivo in tutto questo: finalmente ho cominciato e mia figlia M. Da questa estate ha fatto passi da gigante e a natale è perfino riuscita a portare avanti una mini conversazione via Skype con la cuginetta americana. Ma si sa un conto è il vocabolario di un bimbo di 3 anni ( fino ad allora era bilingue…poi abbandonato tutto…) ed un conto è dare ad una bambina il vocabolario necessario a 10 anni. Questa premessa, mi scuso se vi ho annoiato, è per dire che dopo tanto pensare, temo che x questa estate non riusciremo ad essere pronte per il summer camp. Ho paura che affondiamo e se così fosse, sarebbe dura poi riprendersi. Quindi stavo optando per qualche scuola di Inglese estiva all’estero e mi sono imbattuta in Malta. Vicina, bel clima, mare, meno cara di Londra, e con molte scuole di inglese. Qualcuno ha consigli, esperienze, o scuole da suggerire?
GRAZIE GRAZIE GRAZIE… Come farei senza i vostri suggerimenti, idee, e la vs presenza? Grazie a tutti voi ed un bacio speciale a Letizia!
Valeria says
Buongiorno Raffaela
da ragazzina ho fatto un corso di tre settimane di inglese a Malta, era una borsa di studio del Ministero dell’Educazione. I ricordi che ho sono di non aver migliorato il mio inglese (che era già avanzato però), -con tutti i partecipanti si parlava italiano-, e che, a differenza degli stessi tipi di corsi che avevo fatto in Inghilterra, l’esposizione con l’inglese al di fuori della scuola è stata praticamente nulla (io ricordo che i locali avevano un accento che giudicavo non inglese…). Forse anche perchè non si alloggiava in famiglia ma in campus. Mi ricordo anche un caldo torrido (e niente ventilazione nella struttura di accoglienza) Mi rendo conto che questo commento è molto vago e me ne scuso, ma diciamo che in base alla sola mia esperienza e senza informazioni supplementari non manderei i miei figli a Malta 🙁
Raffaela says
Grazie Valeria x la tua esperienza. Malta la conosco e a me è sempre piaciuta molto …anche x il clima estivo…giustamente non abbiamo tutti gli stessi gusti. La mia idea era di mandorla in una scuola dove insegnano inglese in modo che ci siano stranieri ma spero non troppi italiani…. Tu forse,essendo un gruppo di studio del ministero, eravate tutti italiani? Per quanto riguarda l’inglese mia figlia non è così fluente da saper giudicare un accento e poi da buona Americana …..
L’idea di Malta mi piaceva x sfruttare anke un po’ il sole e mare…ho lavorato tanti anni in Inghilterra nel freddo agosto….
Ma vedo che a te non è piaciuto….sob! Grazie per la tua testimonianza, nessuno favorevole?
milanese says
Raffaella, l’anno scorso ero più o meno nella stessa situazione, ma la figlia aveva 5 anni (quasi)
Stavo per prenotare i voli per Malta, stavo per iscriverla ad una scuolina per 3 ore la mattina, pensando di fare vita da turista con lei nel restante periodo…
Ma mi sono fermata perchè:
– fa caldo caldo caldo
– è pieno di italiani
– il volo costa
– non ci sono vere spiagge
L’anno scorso ho optato per la ragazza alla pari… e intanto da gennaio a giugno ho intensificato e organizzato gli sforzi e il livello di inglese della bambina è sbocciato!
A 10 anni… televisioni in inglese, magari sottotitolata, canzoni su cd che poi decifrate insieme… faranno molto in poco tempo
milanese says
AH, la scuola che avevo scelto è Alphaschool di St Paul.
Piccola e nella zona turistica
Raffaela says
Grazie Milanese x la tua testimonianza,
Raffaela P. says
Cosa avete organizzato di bello questa estate per i vostri bambini?? Piccolo sondaggio.