Sono tedesca di nascita, diplomata in Germania e poi laureata in Italia dove vivo da più di 20 anni.
Nei primi 18 mesi di vita ho parlato con la mia mini-monster-principessa solo il tedesco. Ovvio che tutto quello che la circondava incluso il Papà era esclusivamente italiano.
Lei a quasi due anni non parlava niente, fuori da Mamma e Papà. Poi la portò al nido, lei non parlava, nè socializzava molto con gli altri bimbi, e il nido non gli piaceva proprio, nemmeno dopo 6 mesi.
E giù i sensi di colpa, i consigli non richiesti e tutto il resto. Ma quello che mi fece cambiare idea era che una sera cominciava a mettermi le sue piccole manine sulla mia bocca e faceva di tutto per non farmi cantare o parlare, non mi voleva sentire – fino alle lacrime.
Che fai?
Vista la situazione, che durò alcune settimane mi veniva a piangere a me, e non me la sentivo più.
Adesso qualcuno può giustamente dire dovevi continuare, ma se dovevo scegliere fra un rapporto emotivo sano con mia figlia ed una seconda lingua, la scelta non esiste!
Cambiò e parlavo solo l’italiano con mia figlia, si sbloccò, tempo un mese diventò una chiacchierona inimmaginabile e le mie paure di mandarla alla scuola d’infanzia a 2,5 anni non mi facevano più paura.
Adesso ha 4 anni da poco, abbiamo provato di ripartire molte volte, ma niente, quando andiamo in Germania o i nonni vengono giù capisce tutto ma non parla il tedesco.
Non parlo delle critiche che cmq fanno male e dei pensieri miei di aver sbagliato in qc, fa parte di noi mamme e non c’entra il bilinguismo.
Ho sempre pensato che non gli piace!
Può essere? Non lo so veramente, ma la settimana scorsa, credo complice le lezioni di inglese a scuola, mi ha chiesta: Mamma voglio parlare in tre lingue!
Adesso abbiamo ricominciata con 1/2 ora al giorno e comincia a ripetere le parole con molta timidezza. Vedremmo, ma è stata lei a scegliere ed io posso solo accompagnarla!
Tantissimi auguri,
Sabine
Ciao Sabine,
Vielen Dank!
Grazie di aver condiviso la vostra storia.
Cosa è scattato nella bambina da piccola, perchè rifiutasse il tedesco, non è ovviamente dato sapere, nè mi sembra di grande utilità fare speculazioni.
Quello che mi piace della tua storia è il messaggio positivo, il bicchiere mezzo pieno.
La bambina rifiuta il tedesco. Peccato. Però…
Però quando vengono i nonni, capisce tutto. Insomma per essere bilingue lo è, bilingue passiva magari, bilingue in potenza, ma il tedesco c’è, è lì, fa parte di lei e delle sua storia.
Però poi un giorno è lei che chiede di imparare le lingue. E in qualche modo ha capito che non ha molto senso chiedere di imparare l’Inglese senza imparare anche il Tedesco. Bellissima la frase “Voglio parlare in tre lingue!”
Infine, pubblico questa storia anche per tutti quelli che pensano che “tanto se la mamma è madrelingua è facile”. Il bilinguismo non è (quasi) mai scontato, non in un paese monolingua come l’Italia. Ma possibile, sempre.
In bocca al lupo a tutti quindi, a te, alla tua piccola, e ai nonni che non demordono.
Vedrete che con i suoi ritmi e i suoi modi la strada per imparare il tedesco la troverà. Magari se più avanti hai modo di farle fare qualche esperienza con bambini tedeschi, tipo summer camp, può essere che aiuti (ops, mi è scappato il consiglio non richiesto…).
Ciao,
Letizia
Immagine: Die liebste Oma der Welt!
Dal mio modesto punto di vista…..io ho Giacomo che frequenta da 2 anni persone bilingue non assiduamente ma con frequenza di 3 ore settimanali , perciò parlare di bilinguismo è dura! Ma per la nostra esperienza Giacomo capisce, lo comprende ovviamente non mi è mai venuto in mente di pretendere che lo parlasse! A volte dimentichiamo che i bimbi hanno i loro ritmi e tempi e che a qs età deve passare tutto come un gioco! L’unica volta che mi ha sentito parlare con le mie amiche di qs progetto ambizioso ho visto che si è irrigidito e da allora non ne parlo più in sua presenza! Per lui è andare a giocare a casa di …, con….!
Good luck!!!
Hallo, Sabine, sehr interessant, was du geschrieben hast! Solltest mehr durchhalten!! Mi dispiace molto, hai mollato troppo presto!
Mia figlia (oggi ha 7 anni e perfettamente bilingue italo-ceca) a 20 mesi fu affiancata (dopo la nonna materna) da una bravissima babysitter italiana che le ha fatto tirare fuori il suo italiano (latente, perché papà parla poco :-D) . A due anni e mezzo rispondeva solo in italiano. Anche a me! Io non ho mollato e continuavo con lei solo in ceco, suggerivo, pretendevo, insegnavo le parole che le mancavano per formare la prima frase. Lavoro tutto il giorno quindi avevo solo due ore al gg ed il fine settimana per insegnarle qualcosa. Un impresa! per il tempo mancato all’esposizione della lingua minoritaria.
Per fortuna! a tre anni mia figlia iniziò a dividere le due lingue ed il ns bilinguismo partì alla grande.
Mai scoraggiarsi prima di tre anni, mai ascoltare tutti coloro che non capiscono e scuotono le teste, e soprattutto non sono assolutamente documentati in materia.
Il bilinguismo richiede spontaneità e naturalezza, infischiarsi cosa pensano su di noi tutte le persone che non capiscono, fornire tante canzoni e tante risate, più è la mamma spontanea, più il bimbo/bimba la seguono!
In bocca la lupo! che la lingua tedesca riparta con grande successo, un giorno tua figlia ti ringrazierà per la tua tenacia e perseveranza, perché potrà leggere i capolavori della letteratura tedesca in originale!
Grazie della lettera Sabine! chissà com’è stato difficile per te dover mettere in stand-by il tuo progetto, ancor di più per il fatto che si trattava della tua lingua madre. Concordo che insistere contro la volontà dei bimbi sia controproducente, mentre seguire l’istinto di mamma di sempre I suoi frutti ;). @Antonella: anche la mia bimba quanto mi sente che racconto del bilinguismo, di come sia brava etc etc, puntualmente mi rimette in riga con un secco: ” Mamma, me lo dici in Italian”!!! E se parlo in inglese dentro all’asilo, luogo che abbiamo concordato essere “English free”, mi ricorda subito il nostro patto. Insomma sono piccoli ma sanno il fatto loro e trovo giusto rispettare I loro tempi e sentimenti!
Noi ci meravigliamo ogni giorno di come lo comprenda e faccia finta di nulla! Anzi si diverte a far finta di non aver capito! Io provengo anche da un’esperienza indiretta da parte di mia nipote 5 anni bilingue con genitori italiani in quanto ha sempre avuto au pair madre lingua inglese!
Per i bambini, come per tutti la produzione in lingua straniera è sempre più complessa…
Io insegno “intercomprensione” ed è una disciplina magnifica, che ci permette di imparare a capire gli altri (in genere si va per famiglie di lingue) senza parlare la loro lingua… Per questo non insisto sulla produzione in lingua straniera con mio figlio di 4 anni che, malgrado viva in un ambiente semi-bilingue italo-francese non parla francese ma lo capisce ed ha scelto spontaneamente di parlare inglese, lingua con cui gioca all’asilo… Per il francese, lingua che parlo per lavoro, aspetto fiduciosa. Intanto lascio che il mio bimbo si faccia l’orecchio alle altre lingue e che alleni la memoria! Con me, quando ero piccola, ha funzionato! 🙂
concordo in pieno con la scelta di Sabine. capisco che veder rifiutata la propria lingua madre e difficile da accettare, ma vale di piu veder I propri figli contenti e sereni. le scelte maturano al momento giusto il piu delle volte e fatte consciamente sono un momento di crescita importante giuste o sbagliate che siano. brava Sabine
Hai fatto bene a mettere il tup prgetto un “pò” da parte, meglio che tua figlia sia serena e quando vorrà lo imparerà, tanto il tedesco è impresso nella sua memoria storica….i bimbi (come noi adulti) sono proprio diversi l’uno dall’altro e attraversano delle fasi. Vedrai che se a scuola le maestre “loderanno” e incoraggeranno il bilinguismo come parte arricchente di un percorso di crescita ti chiederà di parlarle in tedesco. Io attendo con timore la fase in cui mio figlio (bilingue dalla nascita, noi gli parliamo in inglese-mio marito non è italiano- e a scuola parla italiano)mi chiederà di parlargli in italiano, ma per ora (ha 3 anni e 3 mesi) non è ancora accaduto, accetta e risponde a chiunque a seconda nella lingua in cui gli si parla, a volte dubbioso mi chiede “in English or Italian?”…ma prima o poi capiterà e vedrò che fare, di certo non voglio compromettere il nostro rapporto!!!ciao…
Sabine,
questa e’ un po la storia mia da bambina…a 3 anni ho smesso totalmente di parlare, il pediatra disse ai miei che non accettavo piu’ le due lingue almeno non in quel momento e il fatto che inglese fosse parlato da mio papa’ (che e’ americano ma viaggiava molto). Passando all’italiano (eravamo da poco arrivati in Italia) ho cominciato a chiacchierare a go-go….poi per anni capivo inglese ma mi rifiutavo di parlarlo fino ai 7 anni dove e’ nata la passione che ho ancora.
Raffaella buongiorno,
grazie per questa testimonianza! Per noi mamme è importante sapere che l’impegno che stiamo mettendo in questo grande progetto ( soprattutto per noi famiglie non bilingue) non andrà sprecato!
Grazie per l’incoraggiamento che ci hai dato con la tua testimonianza anche se dobbiamo sempre rispettare i tempi dei bambini!
Buona giornata a tutte le mamme!
Buongiorno e grazie per la condivisione di questa bellissima esperienza. Sono una mamma greca che vive in Italia da 5 anni. Ho due bimbi, di 5,5 e 3 anni. Sono anche una psicologa. Uno potrebbe dire “allora per te è più facile…”. Ma no! Non lo è così! Volevo condividere il pensiero di Sabine sul rapporto emotivo sano e sul far scegliere ai noi bimbi…..Sì anch’io la penso così. Anche se il mio primo figlio ha parlato prima in greco – con un notevole ritardo in italiano e problemi di socializzazione – e non ha mai rifiutato di parlare la mia lingua, la mia bambina ha parlato prima in italiano con un “dolce” rifiuto di parlare in greco… Non so se ci sono risuscita ad insegnare a entrambi la mia lingua nello stesso modo. So però che per me la cosa più importante era sempre prima vederli contenti e felici…. tutto il resto è sempre arrivato da solo. Per me entrambi sono bilingui (anche se l’apprendimento molte volte è passivo), ma riconosco anche la fatica che stano facendo, una fatica che io cerco ti premiare ed incoraggiare…e nei momenti di frustrazione (che ci sono!) di lasciar perdere…perché il loro sorriso è più importante….. un caro saluto a tutte le mamme
Ciao a tutti,
Leggere questo post mi fa sentire fortunata che mio figlio non ha mai rifiutato la mia lingua (Indonesiana), anche se è succeso una volta che ha rifiutato Inglese x un mesetto ma poi tutto è ricominciato bene. Ora a 3 anni e mezzo è diventato un languages freak, a causa di Dora the Explorer che ogni tanto parla Spagnolo, più libri e canzoncine francesi ora tutti i giorni mi chiede “how do we say …. (put any word here: leaf, cat, drink, etc) in French? And in Spanish?”
Rispondo a tutte le domande ma non ho intenzione di insegnarlo veramente.
So che ogni bambino è diverso ma mi chiedo cmq, come mai ci sono i bimbi che rifiutano una lingua anche se quella lingua la sentono fin da nascita. Dovrebbe essere una cosa naturale, no? Sopratutto se la lingua che parla la mamma (o papà) è la propria lingua madre.
Posso capire se un bimbo di 5 anni rifiuta una lingua perchè all’improviso la mamma ha cambiato la lingua, o
posso capire perchè a qualche bimbo piace un robot e agli altri piace il trenino, ma le lingue che parlano i genitori da quando i bimbi sono nati non sono un hobby, ne un cambiamento radicale, allora perchè c’è questa preferenza?
Fino ai quattro – cinque anni ero completamente bilingue, poi ho cominciato a rifiutare la lingua di mia mamma. Un po’ perché il mio eroe era il papà e lui parlava solo in italiano, un po’ perché essendo una lingua che nessuno parlava ( ceco) non avevo riscontri con nessuno che non fossero i parenti che vedevo al massimo due volte all’anno. Parte della colpa la imputo a mia mamma che aveva un approccio molto severo e “teutonico”, per cui insisteva con i metodi con cui lei aveva studiato le lingue (grammatica e ripetizione vocaboli) e che a me ( ribelle) non attraevano per nulla. Poi dopo i 13 anni l’ho riscoperta dopo una lunga vacanza estiva,. da solo, ospite dei nonni. E dopo un mese ho recuperato magicamente tutto quello che pensavo di aver dimenticato.
La storia di Sabine mi incoraggia: non tutto e’ perduto. Mio figlio Gabriele ha 3 anni e da 6 mesi ci siamo trasferiti in Inghilterra, la terra di suo padre. Lui e’ nato in Italia e ha frequentato il nido dai 14 mesi ai 2 anni e mezzo. Il padre ce l’ha messa tutta perche’ lui imparasse anche l’inglese, e siccome e’ un insegnante, ha battuto e ribattuto sui vocaboli, i giochi, i libri, le storie ecc. ecc. tanto che il bambino sembrava stesse crescendo bene bilingue…..Ah, dimeticavo, io e mio marito abbiamo sempre parlato tra noi in inglese anche perche’ lui ha rifiutato di impare bene l’italiano visto che non gli piaceva il posto dove vivevamo, il paese dove sono cresciuta. Ora che siamo in Inghilterra e il bambino frequenta la pre-school, il padre continua col suo insegnamento sistematico della lingua e io sono in minoranza, anche perche’, per storia di famiglia, sono io che mi occupo di pianificare la vita di tutti e in piu, ho cominciato un master per aumentare le mie possibilita’ di lavoro. Con mio figlio parlo solo italiano, come sempre, ma ormai la situazione e’ che lui mi risponde in inglese e mi si rivolge in inglese con qualche parola di italiano di tanto in tanto. Ho trovato qui a Lancaster altre coppie italiano-inglese e ho cominciato a frequentarle col bambino, ma non e’ abbastanza. Sono un po’ scoraggiata, anche perche’ sono stanca e il mio sogno di parlare l’italiano col bambino sembra si stia allontanando. Mio marito mi dice che devo fare come lui, e che devo dare a Gabriele la motivazione, con ricompense o piccoli ricatti, tipo ‘se non mi parli in italiano, non ti leggo il libro’. Devo dire che non mi sento incoraggiata da questi suoi consigli. Mi incoraggia di piu’ sentire le storie vere delle persone, che ho letto qui. Mi incoraggia sapere che anche se il bambino non parla – ma capisce tutto – ad un certo punto offrendogli l’occasione potra’ parlare anche la mia lingua. Grazie davvero.
Non ti scoraggiare cara! Sono più o meno nella tua situazione. Io sono greca e viviamo in Italia (marito italiano). Mio figlio (5,5 anni) è nato a Cardiff però aveva solo 6 mesi quando ci siamo trasferiti in Italia. Mia figlia (3 anni) è nata in Italia. La mia lingua madre è, come la tua, quella più debole….Io cerco in tutti i modi di mantenere viva la mia lingua con i bimbi. Parlando solo in greco (non sempre è possibile), leggendo libri in greco, guardando in cartoni in greco, tornando nel mio paese il più spesso possibile….. Il figlio più grande ha parlato prima in greco, e dopo con l’asilo è arrivato anche l’italiano. Adesso ovviamente è più bravo in italiano che in greco, ma comunque parla tutte e due le lingue. La piccola anche se capisce tutto in greco e lo parla, preferisce l’italiano. Ho sempre cercato di insegnare a loro la mia lingua, non solo perché li vorrei bilingui, ma prevalentemente perché tramite la mia lingua conoscono meglio me e costruiamo insieme una relazione più forte….Se ti posso dare un consiglio sarebbe quello contrario del tuo marito (con tutto il rispetto verso le sue opinioni….). Credo che la lingua della mamma, o qualsiasi altra cosa, non va insegnata ai bimbi come una cosa che si deve fare, come una cosa che se va fatta c’è un premio, o che se non va fatta c’è una “punizione”…. Secondo me, in questo modo creiamo una suggestione ai bambini che imparare la lingua è una cosa che si “deve fare”, e come noi mamme sappiamo bene per i bambini una cosa che si “deve fare” non va fatta… Sarebbe forse meglio parlare la nostra lingua senza pretese, senza aspettative, senza ansia…. Non dimentichiamoci che esiste anche l’apprendimento passivo (mio figlio me la dimostrato più volte), che quando loro si sentono pronti cominciano a parlare anche la nostra lingua. Come hai detto molto bene anche te, tuo figlio capisce quando gli parli. Conoscere una lingua significa anche capire, non solo parlare… Stai tranquilla senza cercare di insegnare niente a tuo figlio ma solamente comunicare con tanto affetto. Un abbraccio ?
Concordo pienamente con il commento di Iliana: trasmettere amore e non insegnare. Io sto vivendo l’esperienza opposta cioè entrambi genitori italiani ed io che sto introducendo l’inglese e vedo ogni giorno che più passione, amore e divertimento ci metto, più le mie bimbe sono rilassate e recettive. Ho imparato infatti che quando sono cotta è meglio lasciar perdere l’inglese, per evitare appunto di trasformare lo stare insieme un un compito da fare per forza. Vedrai che se gli parlerai con amore di mamma, accettando serena le sue risposte in inglese, la tua cultura e la tua lingua non andranno perse! e comunque il fatto che capisca è già un successone 😉
Grazie davvero dei vostri consigli, Iliana e MammArch. Avete centrato un punto che mi ero persa: comunicare con amore, senza ansie e aspettative. Io continuero’ a parlare e leggere in italiano, perche’ come per Iliana desidero che mio figlio mi conosca meglio e che costruiamo un rapporto forte, ma con pazienza e fiducia in lui e in me. Questo risolvera’ anche un altro punto: quello della non dichiarata ‘competizione’ con mio marito su quale lingua ‘debba’ prevalere nella nostra famiglia. Mi serviva veramente il punto di vista di voi amiche mamme. Un abbraccio a voi e grazie a Letizia per l’esistenza di questo blog.