Persone di colore dagli occhi verdi?
Tutto è possibile.
Non tutto è come appare…
Le foto e l’articolo pubblicati dal National Geographic mostrano volti dall’appartenenza indefinibile e raccontano una realtà nuova, che ci lascia inevitabilmente spiazzati.
Noi non riusciamo a catalogare questi volti. Al punto che (alzi la mano chi si è posto questa domanda) ci domandiamo se siano veri. Questi volti ci mettono davanti ai nostri pregiudizi, quelli che non sapevamo di avere. Quelli di chi magari pensa che il concetto di razza sia assurdo e obsoleto, ma al tempo stesso ha ben chiaro a quale “razza” appartiene.
Queste persone però hanno ben chiaro chi sono. A me Jesse potrà anche sembrare un’Europea con un taglio di occhi particolare, ma lei si sente, quindi è, Cinese. Yudah appare in tutto e per tutto un ragazzo di colore, ma è prima di tutto Tailandese, perchè come dice lui “my mother raised me, so I’m really proud of being Thai.”
Metto qui un’immagine ridotta, ma vai a vedere gli originali e guardali uno per uno, sono tutti bellissimi.
Il mondo sta cambiando. Su questo non c’è dubbio. Il censo americano ha permesso di segnare più di un’appartenenza etnica nel 2000, e allora circa 7 milioni di persone usarono questa opzione. Nel censo del 2010 invece 9 milioni di persone si sono identificate come “multiracial”, un incremento del 32% in un paese in cui la popolazione globale è cresciuta del 9,7%.
Se dovessi scommettere, direi che nel censo statunitense del 2020 queste cifre cresceranno ancora. Ma senza andare molto lontano, anche le nostre società Europee, e l’Italiana in particolare, stanno cambiando in questo senso. E personalmente la cosa mi dà grande gioia.
Ho solo una domanda, quanti di questi bambini con due, tre, o quattro paesi nel sangue hanno poi anche due, tre o quattro lingue in tasca?
Temo siano pochi, ma non ho i dati…
Vittoria says
meraviglioso! sono felice di fare parte di questo “nuovo mondo” 🙂
raffaella says
bellissimo Letizia! anche in Italia si iniziano a vedere facce così, abito a Torino e fra 10 e 20 anni saranno la regola.
condivido le tue perplessità sulle lingue in tasca, verso le lingue bisogna avere cure e attenzioni, e attualmente da noi mancano le politiche istituzionali in questo senso, di attenzione verso tutte le lingue e di azioni accessibili anche a famiglie con portafogli molto leggeri.
in altre nazioni europee (o anche in Canada) queste politiche ci sono, e le lingue immigrate diventano oltre a un importante fattore culturale una ricchezza economica
Elisabetta C. says
letizia, bellissimo! lo faccio vedere alle mie figlie che vedranno il mondo così!
Elisabetta
Francesco S. says
Tanti anni fa, chi emigrava negli Usa doveva all’ingresso riempire un modulo in cui dichiarava la propria appartenenza razziale.
Un tale scrisse: “Razza:umana”.
Ma si chiamava Albert Einstein: noi ci siamo arrivati un po’ più tardi….
Giovanna says
Avevo letto il post ma non avevo avuto il tempo per un commento.
è indubbiamente bello e vero, inclusa la considerazione sul fatto che appartenere a più culture non sempre significa avere la padronanza di più lingue.
Però, mi piace questo nuovo mondo! 😉
Diara says
Madre nata e cresciuta in Francia da genitori siciliani, padre dal Mali.
Dovrei parlare francese, italiano/siciliano e bambara. Nei fatti sono a posto con francese e italiano, bilingue passiva con il siciliano e non conosco affatto il bambara. Il Mali è francofono ma non parlare il bambara ti fa perdere tante cose quando vai lì.
La mia sfida con mio figlio di padre siciliano è cercare di trasmettergli il più possibile questo miscuglio di culture e di lingue. Comincio intanto con il francese e l’idea sarebbe poi di imparare il bambara insieme in vista di un viaggio in Mali. Per il siciliano non ho piani precisi invece.
Raffaela P. says
Che bell’articolo. Grazie Letizia!!!
Laura says
Davvero interessante.
Io vivo in una piccola città e ancora una tale mescolanza non. c’è.
Mi piacerebbe però far capire alla mia bimba quante culture si sono avvicinate alla nostra. Ha appena iniziato la scuola materna e metà dei bimbi della sua classe non sono italiani e vedo che lei si fa delle domande ma io forse non ho le risposte giuste.
Conosci un libro che mi possa aiutare ad illustrarle tante diverse etnie, usi di paesi più o meno lontani..?
Grazie.
Raffaella says
Io la mescolanza la vivo in casa. Sono Pugliese sposata con un americano di origini panamene/caraibiche. Abbiamo due figli e sono un perfetto mix di noi due. Abbiamo vissuto tra la Corea del Sud ed ora negli Stati Uniti e nonostante ciò non ho mai spesso di parlare in Italiano ai miei figli. Il più grande ha 3 anni e mezzo e parla sia l’italiano che l’inglese e riesce a separare l’una dall’altra. Spero anche che il piccolino (ha solo 3 mesi) seguirà le orme del fratello 🙂
Luisa says
Ciao, cerco una baby Sitter madrelingua inglese per far trascorrere a mia figlia di 3 anni un paio di giorni a settimana completamente immersa nell’inglese. Zona castelli romano vicino Frascati. Chi può darmi riferimenti? Grazie….